La
vittoria di Milano ha dato ampio risalto a un idea di calcio nuova per
il nostro campionato, stimolante per i tifosi che hanno la fortuna di
poterla condividere vestita con i colori della propria passione, che ci
racconta una concezione di gioco che non prevede più la figura del
mediano, mentre nella tifoseria la figura di chi rompe le palle invece
del gioco resiste ancora, anche quella però è roba ormai superata di
fronte a una squadra che costruisce la manovra attraverso le capacità
tecniche in un campionato dove si predilige ancora la fisicità. La
Fiorentina fa possesso palla imponendo così il proprio credo invece di
appoggiarsi sull’avversario, e poi pressing alto portato con impasto di
voce corale che la mantiene corta, con il coraggio e la personalità di
proporre gioco, sempre, su tutti i campi e di fronte a qualsiasi
avversario. E così Montella esce da questa giornata come il miglior
allenatore italiano, lucido, capace di leggere la partita,
intraprendente nell’inserire El Hamdaoui e Mati senza cambiare
fisionomia con il rischio di fare abbassare troppo la squadra, in
grado di lanciare messaggi di forza anche in uno stadio come il Meazza, e
cresce la Fiorentina, di partita in partita, capace di mandare in gol
undici giocatori diversi, di far tirare pochissimo in porta
l’avversario, sempre più consapevole dei propri mezzi, sempre umile
anche nel gestire i complimenti e l’entusiasmo delle vittorie montato a
neve, lasciandoci tranquilli che anche il trionfo di Milano non
inciderà in negativo sul prossimo impegno, anzi, sicuri che avrà
contribuito a rafforzarne l’autostima e la volontà di non porsi limiti e
traguardi. Ma è stata anche la domenica della farsa di un certo tifo
che vive ormai in cattività, mortificato dai nasi da pagliaccio
indossati nuovamente per l’occasione, per infondere tenerezza quando da
una parte sostiene con psicologia neonatale che questo nuovo progetto è
nato addirittura grazie a quella che oggi viene definita una
contestazione terapeutica, e dall’altra colta in flagranza di conato e
illuminata al neon. E se l’omo si vede nei momenti di difficoltà certi
tifosi Viola si sono dimostrati omeopatia pura applicata alla
depressione. Fanfaroni, Zigulì spacciate per rimedi antitumorali,
igienisti sempre in bilico sul cratere delle proprie teorie da curare
col più classico dei cristeri, di chi si lava la faccia con la siringa,
angeli che gettano fango volendo passare per quelli che hanno messo in
salvo questa opera d’arte commissionata dalla proprietà, perché non è in
discussione il fatto che uno possa o non possa criticare, legittimo,
senza che ce lo ricordino i mestatori, perché è stato fatto
sostanzialmente molto altro, di profondamente diverso da quanto oggi si
vuol far credere. A parte le offese che qualificano chi le ha espresse,
qualcuno si dimentica che non ci si è limitati solo ad assegnare delle
responsabilità ai Della Valle, qualcuno ha pensato di andare molto
oltre, ritenendo la loro permanenza a Firenze addirittura mortale,
esprimendolo chiaramente e a voce alta, chiedendo esplicitamente di
andarsene per il bene della città. Ritenendoli il male assoluto per il
quale si era abbandonato la passione, e per questo motivo e pur di
mandarli via si sarebbe accettato anche una proprietà meno solida ma più
vicina, ci si sarebbe cioè accontentati di qualsiasi cosa e di
qualunque altra proprietà pur di non vederli più a Firenze. E con questa
convinzione si è fatto di tutto per danneggiare la Fiorentina. I fatti
oggi dimostrano in maniera incontestatabile quanto deleterio si sarebbe
potuto rivelare un atteggiamento tanto ottuso, occluso e peccato non
ancora recluso, che non ci rappresentava affatto, ma che abbiamo dovuto
subire nostro malgrado. Oggi è giusto che tutti si riapprioprino della
propria passione, che possano gioire di questo nuovo ciclo, ci
mancherebbe altro. E’ solo che non ci piacciono le barzellette quando
sono troppo scurrili, usate poi a mo’ di spray nasale antiemorroidale,
l’importante è che non se le raccontino a se stessi, che non cerchino
cioè di spegnere la sigaretta nel canale di scolo dove far defluire la
merda che hanno gettato sulla Fiorentina, perché tanto c’è sempre la
scarpa e il pantalone fradicio fino allo stinco che li tradisce.