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martedì 13 novembre 2012

Gli angeli che gettano del fango

La vittoria di Milano ha dato ampio risalto a un idea di calcio nuova per il nostro campionato, stimolante per i tifosi che hanno la fortuna di poterla condividere vestita con i colori della propria passione, che ci racconta una concezione di gioco che non prevede più la figura del mediano, mentre nella tifoseria la figura di chi rompe le palle invece del gioco resiste ancora, anche quella però è roba ormai superata di fronte a una squadra che costruisce la manovra attraverso le capacità tecniche in un campionato dove si predilige ancora la fisicità. La Fiorentina fa possesso palla imponendo così il proprio credo invece di appoggiarsi sull’avversario, e poi pressing alto portato con impasto di voce corale che la mantiene corta, con il coraggio e la personalità di proporre gioco, sempre, su tutti i campi e di fronte a qualsiasi avversario. E così Montella esce da questa giornata come il miglior allenatore italiano, lucido, capace di leggere la partita,  intraprendente nell’inserire El Hamdaoui e Mati senza cambiare fisionomia con il rischio  di fare abbassare troppo la  squadra, in grado di lanciare messaggi di forza anche in uno stadio come il Meazza, e cresce la Fiorentina, di partita in partita, capace di mandare in gol undici giocatori diversi, di far tirare pochissimo in porta l’avversario, sempre più consapevole dei propri mezzi, sempre umile anche nel gestire i complimenti e l’entusiasmo delle vittorie montato a neve, lasciandoci tranquilli che anche il trionfo di Milano non inciderà in negativo sul prossimo impegno, anzi, sicuri che avrà contribuito a rafforzarne l’autostima e la volontà di non porsi limiti e traguardi. Ma è stata anche la domenica della farsa di un certo tifo che vive ormai in cattività, mortificato dai nasi da pagliaccio indossati nuovamente per l’occasione, per infondere tenerezza quando da una parte sostiene con psicologia neonatale che questo nuovo progetto è nato addirittura grazie a quella che oggi viene definita una contestazione terapeutica, e dall’altra colta in flagranza di conato e illuminata al neon. E se l’omo si vede nei momenti di difficoltà certi tifosi Viola si sono dimostrati omeopatia pura applicata alla depressione. Fanfaroni, Zigulì spacciate per rimedi antitumorali, igienisti sempre in bilico sul cratere delle proprie teorie da curare col più classico dei cristeri, di chi si lava la faccia con la siringa, angeli che gettano fango volendo passare per quelli che hanno messo in salvo questa opera d’arte commissionata dalla proprietà, perché non è in discussione il fatto che uno possa o non possa criticare, legittimo, senza che ce lo ricordino i mestatori, perché è stato fatto sostanzialmente molto altro, di profondamente diverso da quanto oggi si vuol far credere. A parte le offese che qualificano chi le ha espresse, qualcuno si dimentica che non ci si è limitati solo ad assegnare delle responsabilità ai Della Valle, qualcuno ha pensato di andare molto oltre, ritenendo la loro permanenza a Firenze addirittura mortale, esprimendolo chiaramente e a voce alta, chiedendo esplicitamente di andarsene per il bene della città. Ritenendoli il male assoluto per il quale si era abbandonato la passione, e per questo motivo e pur di mandarli via si sarebbe accettato anche una proprietà meno solida ma più vicina, ci si sarebbe cioè accontentati di qualsiasi cosa e di qualunque altra proprietà pur di non vederli più a Firenze. E con questa convinzione si è fatto di tutto per danneggiare la Fiorentina. I fatti oggi dimostrano in maniera incontestatabile quanto deleterio si sarebbe potuto rivelare un atteggiamento tanto ottuso, occluso e peccato non ancora recluso, che non ci rappresentava affatto, ma che abbiamo dovuto subire nostro malgrado. Oggi è giusto che tutti si riapprioprino della propria passione, che possano gioire di questo nuovo ciclo, ci mancherebbe altro. E’ solo che non ci piacciono le barzellette quando sono troppo scurrili, usate poi a mo’ di spray nasale antiemorroidale, l’importante è che non se le raccontino a se stessi, che non cerchino cioè di spegnere la sigaretta nel canale di scolo dove far defluire la merda che hanno gettato sulla Fiorentina, perché tanto c’è sempre la scarpa e il  pantalone fradicio fino allo stinco che li tradisce.