Liberi
da pensieri pontellizzati ci avevamo creduto, non convinti del tutto
dalla solidità economica e dalla statura morale di Tutunci, abbiamo
scelto di stare dalla parte della società e non contro, anche se la
squadra torna da Milano in treno pur di risparmare, mentre con Tutunci
sarebbe potuta tornare su un tappeto volante, con Fratini in jeans e con
Pupo mangiando addirittura un gelato al cioccolato. Chi invece non si è
risparmiato affatto è stata una parte della tifoseria che con grande
generosità e lungimiranza ha supportato questa fantastica Fiorentina con
l’aiuto dell’autolesionismo, tra infamate, striscioni offensivi e
parrucche da pagliaccio, mentre si gridava ai Della Valle di andarsene
per liberarci dal male. Nel frattempo la Fiorentina dei ciabattini e di
chi vuole bene alla propria squadra si dimostra una delle più belle dopo
quella del secondo scudetto, più forte anche di una smobilitazione
strisciante, sottobanco, sottobosco, che conteneva fungaie velenose di
pontellizzazione nel suo ventre, che i micologi del tifo avevano
individuato con acume e tanto, tanto cerume, causa poi di quella
labirintite che gli ha fatti vacillare e quindi giustificare anche il
comportamento vergognoso di Montolivo, terrorizzando che Corvino gli ci
volesse preparare una frittatina con i funghi allucinogeni del
ridimensionamento, comprendendone la smania di fuggire per andare
incontro a progetti più sani e ambiziosi, oggi ben rappresentati dal più
biologico e prospettico De Sciglio. Un Montolivo la cui intelligenza è
stata proprio quella di portare il cartellino in dono a Galliani, come
fosse mirra, un Re Magio diventato presto mogio, nel preciso istante che
da Arcore si dava il via alla vera smobilitazione. E mentre arrivava
Montolivo se ne andavano tutti i grandi del Milan, e mentre se ne andava
Montolivo a Firenze arrivavano i grandi giocatori, e così nel
pomeriggio di ieri la Fiorentina gli ha srotolato sotto il gozzo i
disegni del suo di progetto, messo davanti alla qualità di Aquilani,
Pizarro e Valero e dietro ai dieci punti in classifica come fossero una
lavagna, mentre gli girava la testa per le giocate del miglior
centrocampo italiano, a Firenze giravano le palle a più di qualcuno nel
vedere l’entusiasmo al rientro della squadra, spariti i vari Vuturo,
oggi bisognerebbe avere l’onestà di riconoscere che si era sbagliato, e
quanto male si sarebbe potuto fare se la proprietà si fosse stufata di
perdere soldi in cambio di offese, e non avesse trovato la voglia di
dimostrare che il male risiedeva soprattutto da altre parti. Perché ieri
la squadra ha dato un’autentica lezione di calcio a quella che
Montolivo ha scelto per alzare l’asticella, ha dimostrato di avere in
panchina un allenatore che ha fatto svestire finalmente anche il lutto
ai vedovi del Santo, che gioca il calcio più moderno e bello del
campionato, che mette in fila la quarta vittoria consecutiva, insomma,
tutti gli ingredienti tipici di una smobilitazione mascherata da
progetto ambizioso, millantata di competenza, attaccamento alla maglia e
risultati anche se casuali. Ieri avevamo scritto che i presupposti
c’erano tutti perché si realizzasse quello che poi abbiamo visto sul
campo, adesso la squadra è consapevole come non lo è mai stata, così
come chi parlava di pontellizzazione oggi è consapevole delle nefandezze
che ha detto, e se alla squadra e ai suoi tifosi innamorati si aprono
orrizzonti sconfinati, ai teorici del male marchigiano si aprono
sconforti orizzontali, sedati, legati, sdraiati su di un letto di
rucola, al posto delle palle da oggi si ritroveranno due olive ascolane,
una musica di sottofondo nel cervello, fissa, bella come la
meravigliosa giornata di ieri, come quella di Marcella Bella e delle sue
“montagne verdicchio”, e poi Heidi e le caprette che invece di ciao gli
faranno “ciauscolo”, e così potranno indossare il vestito della
domenica e la cravatta col nodo scorsoio. C’è chi gode e chi rode, chi
ride e chi rade al suolo coi fatti teorie paranoiche di
pontellizzazione. Ma basterà riconoscere ai Della Valle i meriti di
questa meravigliosa Fiorentina, e se proprio non sarà possibile fare a
meno di accusarli di qualcosa, sarà sufficiente spostare i propri incubi
dalla Fiorentina fino allo stabilimento Tod’s di Casette d’Ete, pensare
che stiano smobilitando per poi vendere tutto a Bata, e così noi
penseremo che i teorici della pontellizzazione sono stati solo dei
simpatici Eta Bata che dalle tasche hanno tirato fuori una gran quantità
di cazzate.