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lunedì 31 marzo 2014

Tifo prevenuto

E’ uno zero a zero dei meno peggio, ricco di recriminazioni per entrambi, alla fine anche giusto, malgrado si sia rivelato molto più carico il sinistro di Vargas che il faccia a faccia di Sinisa con il quarto uomo. L’immancabile gol sbagliato di Matri ci spiegherà ancora una volta l’importanza delle seconde linee, così come quel Wolski invocato fino allo sfinimento e che oggi un po’ si capisce perché Montella lo avesse centellinato prendendo di bischero più di una volta a gratis. E’ proprio vero che nel calcio chi non c’è ha sempre ragione. Una Fiorentina da inventare soprattutto dietro con Diakitè che stupisce su Lopez come un po’ stupisce anche Mihajlovic quando lo toglie per Okaka, stupisce anche Cuadrado che in quel ruolo a me è piaciuto, mentre non mancherà certamente qualcuno che dirà che ci siamo salvati grazie a Neto, che però è previsto dalle regole del gioco e non è un errore di formazione da addebitare a Montella, il portiere sembra davvero che ce l’abbiano anche gli altri malgrado la notoria competenza che Firenze può vantare a proposito del tifo avesse fatto nascere con grande successo il comitato Julio César. Vediamo se adesso giocare ogni 7 giorni ci consentirà di riacquistare quella fisionomia di gioco che nel frattempo ci siamo persi per i molteplici impegni abbinati ai molteplici infortuni, e purtroppo senza nemmeno poter pienamente contare su quelle seconde linee che a parte Mati e Vargas non hanno mai soddisfatto appieno le aspettative. Ilicic stesso non ha convinto nemmeno ieri, e senza Pizarro, con un Borja Valero mai così appannato, il solo Mati non riesce a garantire la costruzione di quel gioco che eravamo abituati a vedere, anzi si sfinisce a forza di km. Cresce comunque il partito contro Montella, mi sento di dire a tal proposito che l’incrocio di Vargas abbia fatto più piacere a certa tifoseria Viola che della Samp, forse solo sensazioni. Ormai le partite vengono vissute in funzione della caccia all’allenatore, si fa insomma bracconaggio, si cerca cioè di impallinare il Mister persino sulle ipotesi delle scelte di formazione, magari si perde un quarto d’ora a dire male dell’impiego di quello a scapito di quell’altro, e anche se poi non sarà vero, Montella rimarrà comunque almeno un sopravvalutato. Io aspetterei a fare bilanci e a chiamare al capezzale della propria passione tizio piuttosto che caio, perché magari succede come ieri che Sinisa non ce la fa ad umiliarci e ci tocca ricominciare tutto da capo. Ed è sempre faticoso manutenere il castello delle accuse, come poi per certi cavalli di battaglia la paura è che alla fine magari si rivelino solo dei pony. Parlerei piuttosto della terza maglia che mi è sembrata bella. Altrimenti a proposito di tifo prevenuto nei confronti di Montella mi tocca dire che ieri ho assistito ad una gara di paracadutismo. Credo che abbia vinto il n. 19, perché è arrivato al suolo prima di tutti gli altri, che forse erano stati rallentati dall’apertura del paracadute.

domenica 30 marzo 2014

Fregalo!!

Speriamo davvero che il mondo non stia per finire malgrado ci sia Mihajlovic nel primo pomeriggio, ma per cascare da ritto ho detto a Tommaso di riportare il film preso a noleggio. Certo, non è un periodo buono per la Fiorentina, ma forse nemmeno la fine del mondo, un periodo che un po’ mi ricorda da vicino quello che passò il Bambi quando si era messo a vendere mobili da salotto. E il problema è che si trattava del suo. Perché se il buongiorno si vede dal mattino, è la giornata di merda che ti coglie alla sprovvista. Infatti ho un po’ di nostalgia di quei bei filotti di vittorie consecutive, tanto da invidiare un uomo agitato come Colantuono, un po’ come quando entro con il cellulare dentro una cabina telefonica e mi prende un nodo alla gola, pur senza avere la cravatta. C’è stato un periodo che quando volevo una vittoria me le inventavo di tutte, così dovrebbe fare anche Montella a Genova pur di strappare i 3 punti, e quando non era più così facile avere donne giovanissime studiai una strategia che per un certo periodo funzionò, all'epoca lei aveva 20 anni ed io 34, diceva che ero troppo vecchio, ma io le dissi di non preoccuparsi, quando lei ne avrebbe avuti 30 ed io 44, l'avrei lasciata e sarei nuovamente andato con una di 20. Montella è pure napoletano, troverà certamente anche lui una bella scusa per fregare Sinisa, basta poco delle volte, e penso al parroco di Serumido che è molto appassionato di podismo e allora organizza processioni di 42 km dove non partecipano gli sportivi ma solo i fedeli. Pur essendo un montelliano adesso però mi devo inventare qualcosa, devo cioè riuscire ad esprimere una qualche critica per non passare da adoratore, e forse dovrei inventarmi qualcosa come quando volevo trombarmi quella di 20 anni. Forse potrei sfruttare la riflessione che ho fatto l’altro giorno quando una donna di 83 anni mi ha chiesto di aiutarla ad attraversare via Sant’Agostino, io l’ho aiutata, però a quell’età dovrebbe iniziare a cavarsela da sola. Così Montella, se la dovrebbe cavare anche senza tutte queste formazioni che gli suggeriscono i tifosi.  C’è invece qualcosa in comune tra la ventenne che trombavo e la squadra di oggi, anche se in verità lei mi si appannava solo dopo la doccia.

sabato 29 marzo 2014

Piero Peluche

Dopo guelfi e ghibellini, bartaliani, renziani e chiarugiani, oggi è tempo di divisioni montelliane. Non solo l’Arno a tagliare in due la città, un classico come lo zuccotto, e se la tramvia richiama a se più gente di un buffet gratuito, e se il Giani si dimostra più attratto dai buffet gratuiti, Montella smuove invece più coscienze della tramvia. “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!” è la parola d’ordine per entrare nel club degli scontenti, la sede è ovunque. Web, condomini, scantinati alluvionati, lavanderie a gettone e anche dal Pugi. Io che non riconosco a Montella le responsabilità maggiori per qualche battuta d’arresto di troppo, sono comunque dispiaciuto per quella parte di tifoseria che invece soffre perché sa che è lui la malattia, e sapendolo ha giustappunto la smania di debellarla. Così vorrei ritagliarmi un ruolo da mediatore, vorrei fare da cuscinetto tra chi chiede più freddezza nella diagnosi e chi invece ha gli occhi iniettati di sangue. Le parole però non sono sufficienti, ed è inutile ridondare il blog con le rispettive e rispettabili analisi che dimostrerebbero la validità delle proprie tesi. Ferme ormai come Firenze al Rinascimento. Ci vogliono fatti, o almeno proposte che possano disincagliare questa discussione, in modo da ritrovare una corretta geometria degli intenti. Ci vuole la seconda linea della tramvia che porti la discussione fuori dalla palude nella quale ristagna. Che porti i tifosi uniti verso l’obiettivo finale senza disperdere veleni nell’ambiente. Come? Io la mia proposta la lancio senza pretendere che sia la migliore, ma posso garantire che è una soluzione che funziona davvero, perché anche se in un altro contesto, è già stata testata dalla mia zia. Lei ama molto gli animali e ha sempre voluto tenere un cane in casa, ma non l’ha mai fatto per paura dei parassiti. Alla fine si è comprata un bellissimo cane di peluche. Lo accarezza tutte le volte che vuole, ci parla come se fosse vero e non deve nemmeno portarlo fuori a fare i bisogni. Fin qua tutto bene, la mia idea per accontentare tutti sarebbe quella di mettere un allenatore di peluche in panchina, e così la formazione farla fare dai tifosi attraverso le “formazionarie”. Basta andare alla casa del popolo, pagare un euro e dare il proprio contributo. C’è un però, perché alla Liliana è sopraggiunto un problema mica da poco in relazione proprio alla fobia per i parassiti, adesso è disperata perché si è accorta che il cane finto è infestato da una miriadi di pulci. Di peluche. Sull’allenatore pupazzo che ognuno potrà muovere come meglio crede i problemi sono sostanzialmente due, presentarlo con i capelli di lana cotta e un sorrisetto accennato a ricordare Montella, oppure pelato a ricordare Spalletti? Poi ci vogliono almeno due versioni, seduto durante la partita, e in piedi quando la squadra scende in campo e quando rientra negli spogliatoi. Chi lo porta, il portiere di riserva? E poi c’è lo stesso problema della Liliana, perché se gli fai fare il Montella ti ritrovi con i capelli di peluche che cadono copiosi sulla giacca, mentre se gli fai fare lo Spalletti ti ci vuole almeno una bambola gonfiabile di San Pietroburgo, anche se non sappiamo quanto potrà gradire visto che là tromba ancora quelle vere.

venerdì 28 marzo 2014

Sdadaumpa

Devo dire che il Sudtirol aiuta molto a riflettere, per la verità anche lo strudel ci mette del suo, lontano dagli occhi lontano dal cuore ho vissuto una giornata tranquilla. So che mi avete tacciato di essere troppo vicino all’ideologia delle gemelle Kessler e per questo mi avete immaginato a ballare per le vie di Bressanone e a cantare sotto i portici di Bolzano sulle note dello “Sdadaumpa”. Non voglio più entrare nel merito tanto le posizioni sono cristallizzate, io sono per Messi e voi invece per il Messia. Messi inteso come giocatore che fa la differenza, per voi è Luciano che la fa, certo non è il “Liga” ma l’idea è che fosse invece una sorta di “Lego” con il quale costruire sogni di gloria. Scusatemi ma non mi presto al giochino più amato dagli italiani, e non perché sono più virtuoso, ma solo perché ci sono già passato con quel Delio Rossi invocato come il salvatore della patria, e poi anche in famiglia abbiamo già dato. Però capisco benissimo che la ricerca della felicità vada di pari passo con la ricerca di un unico colpevole. Fa parte del gioco. E allora, così, tanto per divagare in questa valle di lacrime vi racconto la storia di mio zio Luciano, tifosissimo viola esiliato in via Baracca. Un anno divenne improvvisamente povero, la classifica della squadra era in rosso e gli chiedevano continuamente di rientrare, ma in trasferta non si vinceva proprio mai, così si trovò costretto a fare una rapina in banca. Preparò il piano con grande pignoleria, acquistò la pistola mentre la moglie, la mattina stessa, volle stirargli il passamontagna per fargli fare comunque una bella figura con il direttore. E così decise di fare irruzione in una filiale del centro per mettere a posto la classifica e perché la Fiorentina era sempre al centro dei suoi pensieri. Non come me che mi consolo con un semplice strudel. Purtroppo non era molto esperto e subito dopo aver gridato il fatidico “fermi tutti, questa è una rapina”, fu bloccato dalla guardia giurata e arrestato con l’accusa di concorrenza sleale. E’ sempre concorrenza sleale del resto quella di un allenatore che ancora non c’è, per una questione di clorofilla, perché da che mondo è mondo l’erba del vicino è sempre più verde. E a me sembra più che altro una questione di lana caprina quella dell’allenatore, insomma, caprina o di Ischia non stiamo tanto a sottilizzare, perché il bello alla fine è proprio quello di avere la possibilità di sedersi in sala di attesa accanto a chi la pensa diversamente da noi. Così qualcuno aspetterà il Messia, altri aspetteranno che sia finito il tagliando ai legamenti di Messi.

giovedì 27 marzo 2014

Dio e la Fiorentina

Per cominciare intanto metto una foto di Firenze che è meglio, e menomale che il Brennero mi porta via da tutto e da tutti, anche da Matri, e non è un attenuante la mancanza di tempo necessario per analizzare questa brutta partita, come non voglio usare le attenuanti delle assenze pesanti per giustificarla. Anzi, dirò che quei pochi punti fermi rimasti quali sono Borja Valero, Cuadrado e Gonzalo deludono. Non si salva nessuno tranne Ambrosini, a dimostrazione che la squadra è svuotata di testa e stanca di gambe. Un gruppo che ha dato tutto e che le continue mazzate degli infortuni non riesce più a pararle, ma forse così ricado nel vizio della giustificazione e allora smetto subito. E’ comunque eviente che siamo riusciti a rianimare una squadra di morti che andavano a uno all’ora. Non parlo di Matri per decenza e neanche di Roncaglia che è ancora più indecente di chi si è spogliato davanti alla Venere del Botticelli. Posso solo dire che non so davvero se Matri sia un giocatore forte, un dubbio che mi assale e che è lo stesso di quando mi chiedo se sono intelligente o se solo mi sforzo di esserlo. Menomale che Bressanone mi assorbe e Bolzano mi fagogita isolandomi dai fumi di questa sconfitta, del resto essere tifosi Viola altro non è che il regalo per una vita che per metà è rovinata dai genitori e per l’altra dai figli. In poche parole il più classico degli zero a due casalinghi. Non voglio ascoltare nessuna dichiarazione o leggere nessun commento, anche se sono convinto che non sia il dopo partita di una sconfitta come questa il luogo dove si ascoltano più stupidaggini, penso invece che sia più un quadro in un museo. Mi auguro di cuore che possiate reagire a questa battuta di arresto, non potrò leggervi e non vorrò leggervi, fatevi forza anche se per voi so che sarà più dura, perché per perdere la testa bisogna averne una e io non avendola non la potrò perdere, e penso anche a chi pur avendola come qualcuno di voi, non la potrà perdere nemmeno per una donna perché magari è single. Ragazzi sfogatevi pure, vi metto a disposizione questo spazio, usatelo pure per drenare la delusione, se vi può aiutare rifatevela pure con Montella e anche con me che lo difendo, tanto non vi leggerò. Chiudo in corsa, che alla fine è la cosa più veloce, perché la partita, invece, è stata la dimostrazione che ha ragione chi non vuole la moviola in campo, visto che a queste velocità risulterebbe davvero uno spreco. Comunque ricordatevi che Dio ha creato tutto dal nulla, ma il nulla traspare soprattutto da quello che è riuscita ad esprimere la Fiorentina. Quindi la Fiorentina gioca da Dio.

mercoledì 26 marzo 2014

Gli errori di quello e di quell'altro

Diciamolo pure senza paura d’essere tacciati da tifosi, ma uno dei maggiori piaceri per il tifoso, dopo il gol e dopo il gusto di gufare contro, risultano essere tutta una serie di attività atte ad evidenziare gli errori di quello piuttosto che di quell’altro. Con naturale preferenza per quello inteso come allenatore. E quell’altro come arbitro. Avevo un amico che abitava in via Ugo Foscolo, tra noi disadattati dell’adolescenza Diladdarno degli anni settanta, era quello più portato ad evidenziare gli errori di quello e di quell’altro. Lui una partita di calcio la vivisezionava, o meglio, amava vivisezionarla soprattutto quando il risultato non era favorevole, allora ne evidenziava tutta una serie di decisioni sbagliate suggerendo quella che secondo lui sarebbe stata la soluzione migliore per evitare quello che invece era puntualmente successo. Sugli arbitri aveva spesso da ridire anche quando si vinceva, e la prostituzione era l'ambito nel quale molto spesso collocava le loro madri. Dopo ogni partita persa la trasformava in automatico in una partita vinta, e noi vivevamo la nostra passione guardando la classifica del suo campionato e non quella reale della Fiorentina. Per noi era un idolo, lui correggeva tutti, non c’era un allenatore al quale non evidenziava errori marchiani, e c’era tra di noi solo uno che osava avanzare dubbi, il solito polemico che metteva in discussione la veridicità dei suoi rimedi tattici, e solo perché secondo lui nessuno avrebbe potuto mai verificare la bontà di certe sue affermazioni così perentorie. Era un sostenitore della mancanza del riscontro. Noi no, noi eravamo certi dei suoi rimedi posticci, noi che invece grazie a lui vincevamo campionati su campionati. Perché se è vero che la Fiorentina non vince uno scudetto dalla stagione 68/69, grazie al Goretti, a Porta Romana dalla metà degli anni settanta agli inizi degli anni ottanta ne abbiamo vinti 6 di seguito. Poi l’abbiamo perso di vista ed è cominciato il periodo delle vacche magre, del "meglio secondi che ladri" per intendersi, lui se n’è andato a studiare il calcio totale in Olanda, e poi è rientrato in Italia per prendere il patentino di allenatore a Coverciano. Lo rivedemmo sempre molto convinto delle sue capacità di evidenziare gli errori marchiani degli altri allenatori, e mi ricordo ancora l’entusiasmo e la capacità di coinvolgere gli altri nel raccontare il suo progetto di esportare quelle capacità specifiche anche in un’attività imprenditoriale, dato che negli anni 80 si sentiva un vero e proprio rampante, uno dei primi che si presentava con il telefono fisso in macchina. Tutte quelle lucine della tastiera illuminate, quell'oggetto affascinante posizionato in maniera funzionale sul cruscotto della Mercedes, e con quella possibilità di telefonare dalla macchina anche percorrendo Borgo Tegolaio ci sembrava inarrivabile, eravamo sicuri che il Goretti sarebbe diventato qualcuno nella vita. Sono consapevole che oggi tutta l’attenzione sarà rivolta alla partita contro il Milan, al fatto che l’occasione è veramente ghiotta per farli sprofondare definitivamente dentro alla mediocrità delle ambizioni di Montolivo, però ho saputo proprio ieri sera tardi che il Goretti alla fine non ce l’ha fatta. Un po’ come Stramaccioni. Un amico è venuto a sapere che il progetto di aprire un’azienda innovativa al pari del calcio totale olandese, alla fine l’ha realizzato davvero, incontrando però anche tutta una serie di congiunture sfavorevoli di mercato, che questa volta non era riuscito ad evidenziare solo perché lo avrebbe dovuto fare prima e non dopo come invece era abituato, cosa che invece  hanno fatto molto bene al suo posto prima l’Ufficiale Giudiziaro determinandone il fallimento, e poi Equitalia evidenziandogli tutta una serie di cartelle esattoriali. E’ davvero inspiegabile come un’idea così innovativa, poi all’atto pratico non abbia riscontrato i favori del mercato, onestamente non capisco il perché, a me era sempre sembrata geniale quella sua idea di fabbricare degli evidenziatori neri. E’ un peccato perché lui le vivisezionava davvero le partite, intanto la Finanza dopo un blitz nella sua abitazione di Marignolle ha scoperto che non vivisezionava solo le partite.

martedì 25 marzo 2014

Un errore di fondo

Terribile notizia quella su Gomez, un concentrato di Calvarese, Gervasoni, Damato e Montolivo, con il resto di Braschi, Nicchi e un’asticella. Una stagione di merda, una beffa incredibile. Una sciagura senza precedenti a parte Delio Rossi, che ci ha privato a più riprese dei due giocatori più importanti della rosa. Una rosa con tante spine. Una casa dove i bambini mettono le dita nelle prese invece delle spine. E visto i precedenti per Gomez a questo punto è a serio rischio anche la finale di Coppa Italia. Se proprio vogliamo cercare un lato positivo della vicenda, bisogna dire che c’è ancora tempo per perdere qualcun’altro. Si, ce l’ho con la Dea bendata e con  la maiala di so ma’! E chi parla di partita fortunata a Napoli deve stare attento a camminare vicino ai tombini che sono delle vere e proprie trappole, perché potrebbe costargli una lesione di 1° grado al collaterale mediale di una delle due ginocchia a piacere, magari proprio a margine di una bella giornata fortunata dove erano riusciti persino a mangiare il panino con il lampredotto senza fare la fila. Mi si è azzerato completamente l’entusiasmo della vittoria di Napoli, come la salivazione poco prima delle designazioni arbitrali che sembrano diventate ormai il set di un grande film porno dove tutti vogliono toccare Gervasoni, neanche fosse una bella fica. E allora penso che sono talmente mal disposto che se incontrassi Scarlett Johansson per San Frediano non gli chiederei l’autografo ma gli direi “togliti la mutande che devo parlarti”. Più a disagio di così mi sono sentito solo quella volta che vedevo camosci e stambecchi saltare, aquile alte in volo e marmotte circospette, tanto che alla fine chiesi alla Rita se era sicura che da lì si andasse a Rimini. A Pradè intanto è stato imposto prima di ogni prossimo acquisto l’uso del crash test, perché su Gomez qualcosa si è sbagliato, anche se questa volta non ce la possiamo prendere con Montella, ho cercato in tutti i modi di trovare un nesso tra quella ragnatela di passaggi che è diventato il marchio tipico del napoletano, e quella fragile ragnetela che evidentemente sono i legamenti del tedesco. Mi è sembrato azzardato, ma nessuno mi toglie dalla mente che con Spalletti si sarebbe rotto Pasqual, anche se non lo posso dimostrare. La società ha imposto così una mimetizzazione speciale contro la sfiga e la nuova divisa è stata presentata ieri da Geroge Clooney. Una tragica esperienza personale mi porta a dire che questa versione di Gomez è proprio un acquisto sbagliato, non è un giocatore adatto al campionato italiano e in particolare per uno sport dove il contatto fisico e la velocità sono preponderanti. A meno che dopo la moviola non venga introdotto anche l’uso dell’airbag. Perché dico questo? Perché in famiglia da parte del babbo ci siamo già passati, abbiamo pagato con un lutto tremendo un errore così grave, anche se lo zio Sergio non è morto per la fragilità dei legamenti. Ma sempre di errore fatale si trattò. Lui andava a fare sci nautico sul lago di Massaciuccoli, quella volta però andò a picco dopo pochi metri e non ci fu niente da fare, non ce la potemmo prendere nemmeno con Montella perché a quel tempo giocava nell’Empoli ed effettivamente non c’entrava una sega. Come noi non ci siamo accorti di aver acquistato la versione da presepe del bomber Gomez. Lo zio non si era accorto che per errore aveva acquistato degli sci di fondo. E fu un errore di fondo.

lunedì 24 marzo 2014

Inventiamone un'altra

Speriamo solo che adesso non si sia fatto male Gomez un’altra volta, meglio, molto meglio prendersela con Montella che con la sfortuna. La Fiorentina aveva sofferto un primo tempo che vedeva il Napoli padrone del campo, poi è arrivata la superiorità numerica che non è proprio un “Gratta & Vinci”, ma figlia di un’azione di gioco che vedeva un giocatore Viola lanciato a rete. E così nel secondo tempo la squadra ha finalmente preso in mano la partita con la volontà vera di vincere, e malgrado Matri è riuscita ad ottenere la preziosa vittoria in casa di un Napoli che non si è mai arreso. Joaquin è evidentemente uomo dai gol pesanti, che Dio lo benedica, perché sarebbe stato davvero un delitto non approfittare dell’occasione di battere una squadra che avrebbe pagato col passare del tempo l’inferiorità numerica. Neto intanto è da considerarsi una gran bella realtà, anche lui uno di quelli che era stato preso di mira da una tifoseria come sempre molto competente. Ieri sera dopo la vittoria ho incrociato Furio, lui che avrebbe voluto Julio Cesar, e che ieri non ha potuto aggiungere una parola di più alla sua insofferenza nei confronti di un Montella al riparo di una vittoria di prestigio, si è comunque sentito in dovere di mettermi in guardia da qualcos’altro, lui attento osservatore che mi ha visto volare troppo con la fantasia, e così si è raccomandato di non guardare solo al risultato, ma quando devo volare, di fare molta attenzione e quindi scendere nel caso notassi le ali incrostate di alghe. Devo dire che sono rimasto molto sorpreso delle critiche forse troppo poco eccessive e melense rivolte a Montella, perché chiederne l'esonero alla fine è solo quanto predicato da quel buon uomo di Zamparini che evidentemente ha fatto proseliti oltre che finire in serie B, e quindi riporto dei dati ripresi da un articolo di Violanews a dimostrazione che il mondo è bello perché è vario. “Con la gara disputata contro il Napoli la Fiorentina ha raggiunto la ragguardevole cifra di 45 gare ufficiali giocate nel corso di questa stagione, tre in più rispetto a quelle totalizzate nel corso di tutta la scorsa stagione.  A conti fatti il bilancio è nettamente positivo, in quanto, con tre gare giocate in più rispetto a tutta l’annata 2012-13, la squadra viola, in questa stagione, è quarta in campionato (con gli stessi punti rispetto alle stesse 29 gare disputate lo scorso anno), ha acquisito il diritto di disputare la finale di Coppa Italia (dopo 13 anni dall’ultima volta) ed è stata eliminata agli ottavi di finale di Europa League. In passato solo nel 1961 la squadra gigliata riuscì a vincere sia la Coppa Italia che una coppa valida per una competizione UEFA (la Coppa delle Coppe), ma in campionato non andò oltre il settimo posto. Da evidenziare il fatto che quella stagione di Coppa delle Coppe durò in tutto per i viola solo 6 gare, molte meno rispetto alle 12 partite già disputate nel corso di questa stagione continentale dai ragazzi di Montella, come del resto accadde in quella Coppa Italia, in cui la squadra viola disputò in tutto 4 gare, cioé una meno rispetto a quelle che giocherà sicuramente in questa stagione. Alla luce di questi dati possiamo affermare che, la stagione attuale della Fiorentina, è senza precedenti, mai nel passato gigliato una squadra era riuscita a raggiungere l’attuale rendimento contemporaneamente su tre fronti diversi nella stessa stagione”. E con la 25° vittoria è arrivato anche il record di vittorie stagionali della storia gigliata. Mi ero convinto invece che questa fosse una stagione fallimentare, forse l’ho sognato o qualcuno l’ha detto davvero, non so più a chi credere, e nel dubbio se proprio ci vogliamo inventare qualcosa di più divertente e utile io avrei pensato ad uno shampoo che faccia venire la forfora del colore uguale alla giacca che viene indossata.

domenica 23 marzo 2014

L'arte del bricolage

Vi propongo di riciclare la delusione di Coppa in nuovo entusiasmo, e l’occasione è di quelle ghiotte, un teatro importante e un avversario di prestigio. Gli ingredienti ci sono tutti, del resto fare il tifo per una squadra di calcio è come fare del bricolage, bisogna riciclare ogni volta le proprie emozioni dandogli una nuova vita, quelle stesse emozioni che stavano per essere buttate via attraverso il rimpianto. Molte volte noi tifosi ci innamoriamo degli oggetti esposti nelle passioni degli altri tifosi, dimenticando molto spesso di avere delle emozioni migliori da vivere. L’erba del vicino è sempre un campo più verde o un allenatore più valido, io che invece ho imparato l’arte del riciclo delle emozioni sono perfettamente in linea con il fairplay finanziario della passione, e così non mi lascio attirare da nuovi e costosi matrimoni. Guardo con ammirazione a mio zio Gigi che è sempre stato un maestro del bricolage, lui che ha sempre lo stesso posto in Maratona da 20 anni per esempio, e non lo cambia così come non cambia la Liliana come moglie, come anche la casa di via del Campuccio. Al limite rimbianca. Gli ho detto ”Zio, e Luciano?”, ha rovistato nei suoi soliti vecchi ricordi alluvionati, per vedere se poteva recuperare qualcosa di buono, e poi: “Non sono stato mai un chiarugiano”. Prima di salutarmi mi ha ricordato l’importanza del riciclo, facendomi presente come l’altro giorno avesse risparmiato tanti bei soldini, l’equivalente dell’ingaggio di un nuovo allenatore, senza spendere neanche un euro, con un vecchio bracciale d’oro massiccio tempestato di diamanti si è fatto un utilissimo fermacarte. Allora sono uscito di casa felice pensando alla partita di Napoli, convinto che anche la Fiorentina possa riciclare la delusione dell’eliminazione in voglia di riscatto, per regalare ai propri tifosi quella soddisfazione che non è riuscita a regalare giovedì. L’occasione è ghiotta se si pensa che poi ci sarà il Milan e che vincendole entrambe potremmo davvero rivitalizzare la parte finale di campionato in attesa di vincere la Coppa Italia. E mentre giravo per strada con questi bei pensieri mi sono fermato a guardare un losco individuo che cercava di turlupinare i soliti gonzi con il gioco delle tre carte. Mi resta davvero difficile capire come sia possibile farsi abbindolare così, e credo che la Polizia dovrebbe fare qualcosa, almeno vigilare più attentamente, poi ho pensato che non esiste la Polizia delle emozioni, e così ognuno è giusto che cerchi tutte le scorciatoie che vuole pur di vincere qualcosa. Non vorrei passare per un razzista da quattro soldi, ma dico che i napoletani sono gente sveglia, perché c’era anche uno di Certaldo intento a puntare i suoi 50 € a quel tavolino improvvisato in via Maffia, mentre il napoletano che era lì dietro con tutto il suo staff, approfittando della calca ha sfilato un paio di portafogli. Secondo me e anche lo zio Gigi che mi ha insegnato l’arte del bricolage delle emozioni, questo potrebbe voler dire sfilare 3 punti al Napoli. E così colgo anche l’occasione per farvi vedere come ho riciclato la delusione di giovedì in un bel culo, mantenendo di brutto solo il bianco e nero.

sabato 22 marzo 2014

Montella sul banco degli amputati

Il blog è ormai diventato terreno di opinioni variegate, divergenti e alcune anche molto divertenti, di fatto sconvolgendo quel microclima che aveva permesso la proliferazione di certi parassiti del web e anche la sporadica apparizione di esemplari al limite dell’estinzione. La deriva delle idee e il bisogno di esternarle ci spinge al bracconaggio equiparandoci a chi stermina facendo pesca o caccia di frodo senza scrupoli. Il rischio più grosso è quello di sterminare animali adorabili come il Delfino, facendo di quello che per lui era un laghetto dal richiamo irresistibile e dalle acque trasparenti, solo uno sversamento di liquami. L’evoluzione delle idee che di fatto estingue il povero mammifero acquatico, diventa fortunatamente la vera ricchezza del blog, e in un nuovo paradiso che si rispetti c’è sempre un ecosistema delicato, prezioso, nel quale è presente anche una certa mentalità divertente che mi ricorda in qualche maniera quella degli americani. Dove nessuno ha detto niente quando Nixon ha bombardato illegalmente la Cambogia, ma se lo avessero sorpreso in una camera d'albergo con una minorenne lo avrebbero cacciato in due giorni. Quindi da una parte non si considerano i fatturati, gli arbitraggi, gli infortuni, e dall’altra ci basta una punizione dal limite generata da un presunto atteggiamento tattico da ricondurre a paure ancestrali tipiche partenopee per fare di un Nixon un NIxoff. Di meravigliose divergenze di opinione sto parlando, e infatti ci sono altri che considerano Montella un bravo allenatore, però quando esce dal Centro Sportivo vorrebbero che il servizio d'ordine contasse l'argenteria. Altri ancora lo considerano un sopravvalutato, o con un linguaggio più attuale lo equiparano al fenomeno naziskin, che qualcuno di questi reputa appunto gonfiato. Altri invece sostengono che è gonfiato solo fino a quando non incontri una banda di naziskin per la strada. Nel blog c’è poi una parte più woodyalleniana che vorrebbe divorziare da Montella essendo però consapevole che le colpe di questo distacco non sono di Montella, ma di loro, perché sono loro che tendono a metterlo sotto un piedistallo. C’è invece una parte che lo difende non tanto per le sue capacità specifiche ma in quanto uomo, infatti sostiene che è meglio essere maschi piuttosto che donne, perché anche il maschio più scarso tatticamente come Montella ha una moglie cui comandare. C’è un’altra corrente del blog che per dare contro a Montella fa della discriminazione territoriale pura, e questo mi permetterebbe di dargli il Daspo, ma soprassiedo e mi limito ad evidenziarne la strategia subdola che cavalca una vecchia convinzione di Benigni quando si domandava chissà come mai tutte le malattie mentali cominciano per PSI, psicopatico, psicotico ecc ecc. E così oggi ritengono inaccettabile qualsiasi cosa che cominci per Mon, e diventa inconcebile anche solo andare in montagna, ed ecco la discriminazione territoriale pura a faore del mare, oppure a Montecitorio perché sono tutti del ladri, il Gat non a caso va a Montecarlo proprio perché non capisce una sega come Montella. Al contrario c’è poi chi come me che ama incondizionatamente Montella, perché oltre a riconoscergli le capacità tipiche del suo ruolo lo considera addirittura la parte più maschile dei genitori. Perché no, ci sono anche gli invidiosi in questo blog, e lo so per certo dalle mail che i più invidiosi di tutti sono i sette nani, che non sono invidiosi solo di Montella ma anche del sole quando è alto, come anche dei venti perché sono più di loro. E se certe considerazioni non mi sembrano troppo serene, devo dire che anche certe giornate nuvolose possono comunque essere belle lo stesso, e tutte insieme diventano il bene di questo ex laghetto. E a proposito di considerazioni poco serene che un po’ mi ricordano il pensiero anti Montella, la Bice ha finalmente raccolto in esclusiva le famose dichiarazioni di Montolivo sul suo divorzio con la Fiorentina, un regalo questo a tutti gli abitanti del blog, Montolivo ormai fuori dalle coppe e dalla grazia dei propri tifosi vive le sue ambizioni cercando di apprezzare la città che lo ha accolto proprio con l’indifferenza della grande città. Lui se ne è andato da Firenze perché troppo provinciale mentre "Milano é la città più europea del mondo, e neanche New York é così europea come Milano!"

venerdì 21 marzo 2014

Delusione Diladdarno

Due episodi negativi sulla strada di quella che il prossimo anno ci auguriamo possa diventare definitivamente una grande squadra, l’infortunio di Pizarro e quello ancora più grave di Gonzalo al limite dell’area. Pirlo impallina Neto mentre in un’analoga situazione Borja Valero si piscia sulle scarpe, e questo risulterà alla fine il nostro limite, per il resto la Fiorentina aveva mostrato un centrocampo solido, non aveva concesso praticamente niente, una partita giocata alla pari, nella quale era mancata solo la capacità di sorprendere la Juve con Gomez e Ilicic all’inizio. Non ho rimpianti perché la squadra ha fatto la partita che doveva fare rischiando seriamente di eliminare una squadra onestamente più forte, mi sono piaciute tutte le soluzioni tattiche di Montella, con Cuadrado basso, Aquilani su Pogba, e anche Vargas che dava fisicità in quella zona del campo. Gonzalo purtroppo molto ingenuo, Neto che al contrario dava invece sicurezza alla squadra anche se non ho capito bene il piazzamento della barriera sulla punizione di Pirlo. Bene anche Gomez fino a quando ha avuto gamba. Corretta l’espulsione di Gonzalo mentre manca quella di Tevez per un gesto molto brutto e che francamente riconosco solo in quanto tipico juventino, un gesto che una terna arbitrale di questo livello avrebbe dovuto sanzionare con l’espulsione, tanto così per non parlare sempre male solo della banda di Braschi e Nicchi, anche se è vero che probabilmente Gervasoni avrebbe espulso Neto. Insomma, gli ingredienti c’erano davvero proprio tutti, anche la grande passione di Firenze accompagnata da una giovanissima primavera, e poi, improvviso, il colpo di coda dell’inverno barbuto, e così fu subito precipitazione copiosa delle speranze, una grandinata improvvisa sull’umore, tanto che gli uccelli presi alla sprovvista non si rizzeranno, in volo, almeno per un po’. Depressione. In San Frediano è calato il silenzio della delusione lasciando spazio solo al rumore della movida, le mie speranze avevano coperto anche i soliti eccessi dei miei vicini che sono sempre molto rumorosi, urlano, sbattono le porte, fanno un casino d’inferno. E questo è niente. Non che siano juventini e quindi dopo il passaggio del turno, peggio perché hanno festeggiato, macché, dovreste sentirli solo quando sono svegli. E così adesso perderò anche l’ultimo cugino che mi è rimasto, in famiglia già lo sappiamo, ieri infatti ho telefonato subito alla zia dopo la partita, per rincuorarla. L’altro cugino lo avevamo perso dopo la finale di Avellino, dalla parte del babbo del resto sono tutti molto sensibili e malati di Fiorentina, e dopo le grandi delusioni contro la Juve, scappano via perché non resistono. Loro reagiscono così alle grandi delusioni Viola. Domani toccherà a Dimitri, la zia mi ha detto piangendo, che già stava preparando lo zaino, mentre Duccio quando scappò via l’altra volta fece naufragio e si trovò su un’isola deserta, non bastavano i gol sbagliati da Baggio, il fallo di Casiraghi su Pin o la cazzata di Landucci sul tiro di De Agostini. E lì c’è rimasto venti lunghi anni, arrangiandosi a sopravvivere come poteva fare uno cresciuto in via del Campuccio, insomma, con un temperino e una pietra focaia. Per fortuna la Liliana che è sempre così apprensiva gli aveva messo nello zaino la carta di credito e il cellulare, in modo che ogni sabato sera si faceva venire a prendere con un motoscafo per andare sulla costa a fare la spesa. A Dimitri, mi diceva iera sera la Liliana singhiozzando, gli avrebbe messo invece il tablet perché è miope e così anche se dovesse perdere gli occhiali, in qualche modo potrà continuare a vederlo uno schermo così grande, e poi con Sky Go domenica potrà vedere anche la partita contro il Napoli.

giovedì 20 marzo 2014

Comunque godere

Non ci può essere un primo giorno di primavera senza che sbocci una “Fiore”, visione forse un po’ troppo romantica, per un passaggio del turno addobbato di gigli. Ma Diladdarno la visione può essere anche molto meno poetica, più terrena, un vicolo sulla partita, che sa di piscio, e dove ad addobbare l’evento ci potranno essere i moccoli della passione. Cibo e donne di strada, lampredotto e primo vero stop alla passione solo a un quarto all’otto. Per capirsi, sarà un bordello. La foto inviata dalla Bice mostra in esclusiva la coreografia che riprodurrà l’Hotel Amour a Parigi nella versione Albergo Popolare di via del Leone. Sarà forse una trombata, oppure lo prenderemo nel culo nel più tipico dei “chi capita capita”. Non entro nel merito, preferisco entrare in un pertugio di speranza tutta bagnata, niente tattica ma tatto e tette, insieme a tutte le godurie del mondo racchiuse dentro a SkyBox che diventano peep show per l'occasione. Non ci sarà spazio per la poesia stasera, no, ma solo sesso, magari fatto con poesia, oppure anche no. Comunque fatto. Non sarà il giorno più adatto all’astinenza sessuale, non c’è motivo filosofico o religioso valido, neanche motivazioni pratiche come ad esempio la paura di gravidanze indesiderate, perché si può anche rimanere incinta di un passaggio ai quarti per partorire poi una bella coppa di nome Europa League. Si, è vero che farebbe concorrenza sleale ai nomi dei figli di Totti o Briatore, ma non si può sempre guardare il capello quando dall’altra parte ci sarà un allenatore con i capelli di Conte. E se qualcuno ha paura delle malattie sessualmente trasmissibili sappia che tanto la partita non la trasmettono in chiaro, e siccome non siamo razzisti ci va bene anche se ce la trasmettano di colore. No all’ascetismo e si alla fornicazione, no all’autocontrollo anche perché sarà un casino arrivare con l‘auto fino allo stadio,  si invece alla pulsione sessuale anche elettrica, ricordiamoci che anche i preti trombano. Riguardatevi “Uccelli di rovo” che in originale si sarebbe dovuto chiamare “Cazzi amari e non dolci come la marmellata di more di rovo della Chiaverini”. Oggi non è permessa la masturbazione, nessuna sega mentale, nessun pensiero male allocato. Senza contatto sessuale della passione è impossibile concepire una grande emozione, e se proprio uno non riesce a lasciarsi andare metta pure un preservativo sulla paura della pontellizzazione o sul fatto che Gomez non è l’ideale come invece lo sarebbe stato Gabbiadini. Insomma, sono in mezzo alla tempesta ormonale perfetta, attendo solo di godere, chi gioca gioca, o come dicevamo prima “chi capita capita”. Tutto può succedere ed io non faccio solo discorsi, offro soluzioni a tutte le evenienze. Il mio consiglio per stasera è quindi “Comunque godere”, e distribuisco un volantino con le istruzioni per l’uso.

Se stasera sei nervoso
dispiaciuto oppur deluso
non restare sul divano
a pensare in modo strano.
Metti in moto gambe e ruote
e fai il giro dei viali
da una parte troverai
chi allontana tutti i guai,
che sia a un tiglio,
ad un lampione,
o vicino alla stazione.
Alta,
bassa,
bionda o mora,
c'è un'offerta che innamora.
Medicina benedetta
da comprar senza ricetta.
Immediato è il buon effetto
e poi ritornatene a letto.

mercoledì 19 marzo 2014

Ci sono quelli

Ci sono quelli che come antidepressivo usano i film di Dario Argento, e chi invece non si accontenta perché punta sempre e solo al primo posto, al meglio, al metallo più prezioso, e quindi si ammazza di Oro Saiwa nel caffellatte. Ho conosciuto ninfomani che in verità avrebbero preferito leggersi un libro, altri che avrebbero voluto scrivere, ma quando lo hanno confessato ai propri genitori, questi gli hanno risposto “A chi?”. E’ un mondo variegato dove anche Biscardi faceva presente di non parlare in più di tre o quattro per volta che sennò non si capisce una sega. E poi ci sono quelli che per motivi religiosi parlano in terza persona plurale come il Comitiva di via dell’Orto, lui che dice “sono dei bei camionisti” Ma chi? “Essi! Domani vengono a cena da “I Raddi” in via dell’Ardiglione, così preparano per diciotto, arriva lui e dice “Sono arrivati” Ma chi? Essi! E mangia tutto lui. E adesso chi paga? “Loro!” Perché il Comitiva non è mica scemo. Ci sono quelli che per diventare famosi invece di ammazzare la portinaia fanno discriminazione territoriale. E come diceva De Andrè, in curva molti hanno sempre avuto poche idee ma in compenso fisse, e penso ai blog dentro ai blog che potrebbero fare come Grillo e lanciare le stupidarie,  fosse anche solo per andare al potere e mandare a casa il Ceccarelli che intanto ingrassa sempre di più. Il blog dentro al blog non è una matrioska ma un cavallo di Troia. Poi ci sono i figli di troia come da tutte le parti. Molti si guardano indietro senza pentimenti, e se mai dovessero ricominciare farebbero esattamente tutto quello che hanno sempre fatto. Anche infamare Della Valle, fino a risposarsi. Con un’altra naturalmente. Se sei bello e giovane ti prendono di mira, se sei juventino ti prendono di mira con le pietre dal cavalcavia. Molti non si lavano e in curva sembra un grande presepe, quando non c’è l’odore delle canne, l’odore naturale della curva è quello del muschio. Molti sugli spalti pur essendo abituati ad essere tanti, poi alla fine le più belle trombate della loro vita se le sono fatte da soli. Di quelli di cui parlo, a parte le partite della propria squadra, spesso gli è sfuggito qualcosa, qualche particolare sintattico tipo un congiuntivo. E in un mondo dove le sovrastrutture tendono a permanere più a lungo del tipo di struttura che le ha storicamente determinate, ecco perché in alcuni vige ancora l’idea che non ci sia un progetto e che si vada incontro alla pontellizzazione. Tra questi ci sono dei futuristi più sensibili, che hanno saputo vedere oltre alle parrucche e ai nasi finti di Moena, che hanno avuto ragione nel pronosticare che la velocità avrebbe avuto un grande ruolo nello sviluppo dell'umanità, ed è per questo che si capisce bene come mai Braschi abbia così fretta di andare a farsi fottere. La chiesa ha sempre predicato “l’amore per il prossimo”, ma io in giro per gli stadi non ho mai visto tutto questo amore. E nella logistica della passione, dentro a magazzini mentali disordinati c’è anche chi ha visto Gomez come una risorsa male allocata. Insomma, per chi non l’avesse ancora capito sto parlando dei tifosi, sempre fedeli ai propri colori. E tra tutti i tifosi del mondo, così come succede per tutte le donne del mondo che possono sempre rifarsi il seno, con un bel culo no, con quello ci devono proprio nascere. Proprio come essere tifosi Viola.

martedì 18 marzo 2014

L'agopuntura al posto del Daspo

Il turno di campionato termina con altre due vittorie indigeste, ma i gol di Higuain e di Totti, che non a caso fa rima con Andreotti per la sua longevità nel Parlamento del calcio, tengono almeno teoricamente ancora aperto il nostro campionato, fa impressione vedere come in Germania, invece, il Bayer ancora imbattuto lo abbia già vinto dopo 23 vittorie e 2 pareggi. E' anche vero che da noi, di contro, c’è il Milani di Montolivo che su 28 ne ha perse 11 e viaggia a 40 punti dalla prima. Il Milan dei sogni a parametro zero. Appunto. Da noi dove in compenso c’è la classe arbitrale peggiore e non ce ne vorrà quel millantatore di Braschi, un altro che dice cazzate come Montolivo sulle ambizioni, si perché è vero che da noi il campionato è ancora vivo, ma siamo in agonia, poche idee, pochi soldi, diritti TV che creano divari troppo importanti e ci servono poi solo uno spezzatino TV troppo calloso. La Nazionale di Prandelli è diventata solo un fastidio di etica, insomma, ci vorrebbe una radicale ristrutturazione a cominciare dal sorteggio arbitrale, in poche parole ci vorrebbe un Renzi che ci mettesse nella busta paga della nostra classifica Viola almeno 80 punti alla fine della stagione. Invece solo parole a vanvera, dirigenti della federazione e della classe arbitrale che fanno a gara per chi dice le peggio cose, i giornalisti sono schierati e ognuno difende il proprio orticello degli interessi, e così il tifoso alla fine si sente preso in giro. Ieri ho trovato il Bambi a Porta Romana, lui è in un periodo migliore solo a quello di Montolivo, comunque critico, perché la salute gli sta chiedendo il conto di tutti gli stravizi, di tutte le cazzate di una vita. Un concentrato di errori che a confronto Calvarese, Damato e Gervasoni sono dei dilettanti onesti. Le transaminasi sono ormai più alte dell’asticella di Montolivo, i trigliceridi contestano più dei tifosi del Milan, ultimamente ha dovuto anche smettere di fumare, e a questo proposito mi ha raccontato che si è trovato molto bene con certe metodologie orientali. Secondo lui potrebbero essere valide, e quindi prese in seria considerazione, anche per tutti coloro che nel calcio dovrebbero smettere non tanto di fumare, anche se sarebbe comunque cosa buona e giusta, quanto di dire cazzate, dirigenti, giocatori, giornalisti e anche tifosi, si anche loro, perché ognuno in casa propria avrà sempre chi fuma roba non troppo buona e poi sostiene che Gomez è una risorsa male allocata, mentre c’è chi è ancora convinto che Montolivo sia il miglior centrocampista italiano. Basterebbe sottoporre certi soggetti a sistemi come l’agopuntura, un metodo molto efficace quello che ha potuto sperimentare il Bambi, anche se da mettere a punto, perché mi raccontava che funziona solo quando si presentava in quell'ambulatorio di via Santa Monaca. Sarebbe comunque manna, perché invece del Daspo a certe persone che cantano cori vergognosi come quelli sulla tragedia dell'Heysel, basterebbe costringerli a presentarsi a farsi l’agopuntura in via Santa Monaca invece di andare a firmare in Questura. Il Bambi mi ha raccontato dell’estrema efficacia di questo metodo che potrebbe essere applicato quindi anche a chi dice cazzate su Gomez, perché lì appena accennava ad accendersi una sigaretta il dottore gli piantava uno spillone rovente in una mano. E lui mi ha assicurato che smetteva subito.

lunedì 17 marzo 2014

Meglio Gabbiadini

Dovremo parlare solo del gol di Cuadrado, tanto per scimmiottare il titolo de “La grande bellezza”, quando la realtà supera persino la bellezza della finzione di un film da Oscar. Per il resto buoni i tre punti, il gol di Matri e quello in fuorigioco di Gomez. Quattro tiri in porta, compreso il rigore sbagliato, e tre gol. Quasi il massimo, mentre dietro è quasi il minimo. Da bordo campo si è sentito chiaramente che i giocatori invece di chiedere quanto mancava alla fine chiedevano quanto mancava a giovedì, e così Paloschi, mentre l’asse Ilicic-Gomez funziona ancora alla faccia degli imbecilli. Più cinica che bella quindi, a parte l’azione del primo gol. E dopo aver scherzato adesso bisognerà fare sul serio, e per alleggerire la tensione una considerazione amara per un giocatore come Montolivo che dopo averci salvato dalla retrocessione con una doppietta contro il Novara, dovrà fare lo stesso tremendo sforzo anche con il Milan, un giocatore che porta merda, oppure un vero specialista per la lotta sui fondali della classifica. Sono di corsa perché in partenza per lavoro, devo dire per chiudere che aver assistito alle insinuazioni di una parte dei tifosi Viola sulle qualità di Gomez è sconcertante, se il gol di Cuadrado è un capolavoro non tanto impressionista, quanto impressionante, di contro le scemenze dette a Firenze su Gomez, fanno parte del surrealismo del tifo, un quadro penoso, povero di calorie della ragione. Diciamo pure dietetico, insomma  un quadro dimagritte.

domenica 16 marzo 2014

Codice fiscale della partita: Wolski

L’Inter ci ha sorpassato ma rimango ottimista sul controsorpasso di stasera, anche se sono già con la testa a quel giovedì che un tempo era invece solo quello di Mike Buongiorno. Si, sono ottimista. Anche se è passato tanto termpo da quel Rischiatutto, e oggi il rischio sarebbe quello di pensare troppo in bianco e nero, quando invece è una bellissima giornata a colori.  E il presente è tinto di Viola. Si, sono ottimista. Sarà perché ho appena finito un libro molto eccitante, forse solo un po’ troppo descrittivo, un libro dove non c’è solo un punto di vista ma le posizioni diverse sono tante, così ognuno può scegliere la sua. E il bello è che alla fine del Kamasutra i due rimangono amici. Dopo che Renzi è andato al Governo anche il Bambi è più fiducioso per il suo futuro, lui sostiene infatti che se Matteo, senza essere eletto e senza titolo, è diventato da un giorno all'altro presidente del consiglio, lui da domani potrebbe fare il ginecologo. “E’ solo questione di fiducia”, gli risponde la sua compagna, che poi "è come la passera e non bisognerebbe darla a tutti". E poi per non dare ragione a John Elkann bisogna darsi da fare, i giovani non possono rimanere ad aspettare, il figliolo del Salucci che sta in via Santa Maria, dopo che si è laureato in Scienza della Formazione è diventato uno dei migliori al Fantacalcio, anche Montolivo quindi potrebbe essere apprezzato a Milano non più solo per l’impegno. Stasera la vetrina toccherà a Wolski, mi auguro che il ragazzo ci faccia lustrare gli occhi, anche se il reparto grandi ustionati è pieno di quelli che "ci metterei la mano sul fuoco". Così come per certi calciatori per i quali stravediamo anche se non giocano mai, con certe persone di tutte i giorni tendiamo a giustificare i loro comportamenti sbagliati, l’esempio di Montolivo è forse il più clamoroso, "va via perché qua non c’è più un progetto", la compagna del Bambi fa uguale, non vuole vedere la realtà che si è messa in casa, ultimamente quando mi incontra, per giustificare il fatto che lui è quasi sempre ubriaco, mi dice che è malato del morbo di Zonin. Si, stasera ci riprendiamo il quarto posto, del resto come disse Noè non è che può piovere per sempre, e poi Wolski o non Wolski mi ritorna in mente il giovedì anche se è un pensiero che scaccio via subito, e spero che per una volta i Della Valle ragionino come Vitton, in modo che così saremo sicuri che venderemo cara la pelle. No, via, bisogna fare una cosa per volta, prima c’è la partita di stasera, sennò alla fine predico bene e razzolo male, e come dice Steve Jobs prima di comprare l'iPhone 5 finite di pagare le rate dell'iPhone 4. Intanto, visto che l’ultimo libro che ho letto è un libro d’amore come vi dicevo, e sono molto influenzabile, oggi voglio chiudere con una frase d’amore tipica che ci apre alla speranza. Alla bellezza della vita. Una frase di chi ha l’animo buono come me, devo dire per onestà che l’ho sentita dall’ortolano di via Sant’Agostino, da una coppia di sposini alla loro prima spesa dopo essere tornati dal viaggio di nozze e dopo aver trombato come micchi. “Te sei il sole, io la luna”. Due palle.

sabato 15 marzo 2014

Gomez andrebbe interrato

Non c’è poi così tanto da festeggiare per il ritorno al gol di Gomez, anche se magnifico e alla Juve, quanto invece per la scomparsa di chi a Firenze già lo aveva etichettato come un bidone, o meglio ancora, male allocato come certi cassonetti della spazzatura. Non a caso, a Firenze, in centro, dove la bellezza della città va salvaguardata dalla bruttezza proprio di certi cassonetti così tedeschi, si è deciso di interrarrli. Mentre chi ha criticato Gomez si è deciso di internarli. Qualcuno di loro rintracciato grazie alle telecamere, ha cercato di difendersi sostenendo di essere innocente come Tortora. E così qualche maligno della Digos adesso potrebbe mettere in dubbio anche l’innocenza di Tortora e riaprire il processo. Del resto, bisogna dirlo che Firenze è fatta un po’ così, o meglio i tifosi della Fiorentina in genere, sono eccessivi, tanto che certi, questa volta non di Firenze per fortuna, in quanto primo dinosauro tedesco ritrovato nella piana, invece che in mezzo al campo magari per uccellare Buffon, lo collocherebbero in via Romana, alla Specola, come un semplice uccello padulo da andare ad adorare con la vasellina. Firenze come Canicattì, insomma, quando c’è un delitto di mafia, la prima corona che arriva è quella del mandante, e così oggi qualche pesce d’acqua dolce trasforma il suo essere malvivente dentro in fiori. Suggerisco di allocare meglio certe risorse, e quindi “no fiori ma opere di bene” e per opere di bene intendo il suicidio. Conosco tifosi Viola molto critici su Gomez, e se qualcuno non avesse avuto l’ardire di offrirglielo fritto al ristorante, non avrebbero mai saputo dell’esistenza del cervello. Ne ho conosciuto un altro di straforo, perché sui vari blog viene sempre inquadrato con un foglio A4 dove scrive il suo curriculum “a tre anni desideravo diventare attore. A sette il Demonio. A nove Dio. Da allora in poi, le mie ambizioni si sono talmente evolute che traggo soddisfazione solo dalla consapevolezza di essere costantemente me stesso”. Per lui sarebbe pronto un Daspo da se stesso. Preso con la forza e visitato, una mezza dozzina di psichiatri lo aveva dichiarato “normale”, e uno di questi, si dice, aveva esclamato addirittura “più normale di quello che sono io dopo che l’ho visitato”. Quando uno è coglione non è certo facilitato a vincere dei premi, ed essendo consapevole di non essere un’eccellenza deve trovare il modo di vincere comunque qualcosa, come si dice a Firenze, insomma, uno di quelli che vuole prendere di bischero per forza, uno che in questo caso non ha nemmeno le qualità per prendere di bischero, perché il fiorentino non è che spreca espressioni così tipiche per il primo bischero che passa sotto la finestra, e allora è costretto a rubare i premi agli altri, a chi se li merita davvero. A questo proposito voglio ricordare le parole del compianto Massimo Troisi, che di lui, anche se ne parla al plurale per pudore, perché alla fine è lui il capocommessa di un progetto che vede l’interramento di Gomez, poi è vero che vengono anche tutti gli altri appaltatori, insomma, ne aveva parlato a Taormina, ritirando premi per la categoria “Miglior esordiente” ... i ladri già sò venuti a casa mia e s'hanno pigliate tutte'e premi precedenti... mo hanno visto chisti altri tre e loro, tutte cuntente, hanno ditto: "date'e premi a Troisi... che nuje già sapimmo addò sta'e casa". Io vulevo mannà ccà direttamente a lloro'a se he piglià'...

venerdì 14 marzo 2014

I sogni

Non era facile rimanere imbattuti in Europa League passando da quello stadio, specie dopo essere andati sotto al terzo minuto. C’è voluto un po’ prima che le idee dell’allenatore trovassero la strada giusta in quello stadio, il tempo di lasciare praterie sugli esterni, il tempo di vedere tutto il peggio di Roncaglia e Tomovic. Poi fu possesso palla. 60/40 nello Juventus Stadium non è roba che si era mai vista da quelle parti. Più duro da digerire della bistecca di domenica a pranzo. E stabiliti i turni, anche le dee bendate si sono finalmente coordinate intervenendo su quella traversa benevola. E poi c’è stato quel controllo magnifico dopo il taglio, insieme alla capacità di metterla sotto la pancia di Buffon. Ad illuminare la serata di coppa. Si. Poi c’è stato il ritorno di Gomez, che ci fa pareggiare e allo stesso tempo però anche aumentare il rammarico per una stagione che poteva essere e che per colpa di quelle due stronze che si facevano i cazzi loro ci ha fatto fuori la coppia d’attacco più forte del campionato. Più colpa delle dee bendate maiale che di Montella, che forse ieri si è ripreso un po’ di affetto della sua gente. L’ha vista giusta la partita, lui, ha concesso le corsie esterne, ha tenuto palla, e nella sfortuna dell’infortunio di Mati è stato anche fortunato, perché con Ambro la squadra ha trovato anche la giusta collocazione a Borja Valero, fino a ritrovare il suo famoso punto G(omez). Ambro come il bicarbonato. Non era facile portare via il pari con gol da quello stadio, no, anche perché venivamo da un periodo difficile, e andare sotto subito poteva incrinarci quelle certezze già aggredite da agenti esterni come le polemiche sempre vive in città, certezzee che evidentemente la squadra ha ben salde. Gomez ha dimostrato di essere un grande attaccante, e non si può prescindere dai grandi giocatori per stare a certi livelli. Consideriamo poi che nell’economia di questa stagione non ci sono stati solo gli infortuni tremendi dei due bomber, ma ci sono state decisioni arbitrali che ci hanno danneggiato, non ultima e non meno grave degli errori di Calvarese e Damato, la porcata di Gervasoni che ci ha tolto un giocatore come Borja Valero, un referto falso che è l’equivalente di uno stiramento di primo grado ai flessori della coscia. E siamo lì, ancora in lotta almeno su due fronti e comunque quarti in campionato. Non mi sento di condannare nessuno, non riesco a provare delusione, sono invece orgoglioso di una squadra che anche ieri ha dimostrato di essere un grande gruppo, e forse di essere cresciuta ancora proprio grazie a tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare. Si, i sogni dei tifosi Viola rimangono belli vivi, e non ce li ammazza certo la malasorte o Braschi, no, siamo forti anche dentro, siamo gente  tosta, e prima di chiudere voglio dire che mi è piaciuto molto anche Ilicic che proprio bello non è, soprattutto fuori, poi, anche a chi ci ha voluto male darei un’altra possibilità, anche a Montolivo per esempio. A tutti, Gervasoni compreso, farei vivere una seconda vita, insomma, a chi come premio, ad altri come castigo. I sogni quindi, e chiudo, non raccontiamoli a nessuno i nostri sogni. Chi sa mai che i freudiani non prendano il potere.

giovedì 13 marzo 2014

Profumo di coppa

Evvai, finalmente ci siamo. C’è aria di coppa in città, un’aria fine, senza cioè quel monossido di carbonio tipico che si sprigiona dai referti di Gervasoni. E quando si dice coppa penso subito alle squadre inglesi, è un riflesso incondizionato e non come la libertà del Bambi che invece era spesso condizionata. E quando penso alla Coppa sicuramente non penso più al Milan, mentre gli inglesi, a parte averli idealizzati come modello calcistico, li ricordo soprattutto come persone poco pulite, non solo perché non hanno il bidè e si sciacquano le palle con il tè delle cinque, l’esempio che ho ancora vivo riguarda una fidanzata del Bambi. Era di un sobborgo di Londra,  e non di Londa come aveva capito lui quando lo aveva conosciuta, era un’autentica sudiciona. Ricordo che quando abitavano in via del Leone si lamentava sempre per la nostra fissazione tutta italiana di voler  vivere nel pulito, ricordo che diceva di odiare i lavori di casa, fare i letti, lavare i piatti, e precisava con disappunto stizzoso che dopo solo sei mesi doveva ricominciare tutto da capo. Era una rompicoglioni che aveva la capacità di essere più o meno sempre inopportuna, come può esserlo un gol subito in casa durante una partita di coppa. Il Bambi che non aveva certo nozioni da sperperare, conosceva però due date importanti, oltre alla sua data di nascita, che gli servivano proprio per sottolineare la capacità di rompere le palle di lei. Secondo la sua ricostruzione di certi fatti storici, sosteneva che la vasca da bagno era stata inventata nel 1850 mentre il telefono nel 1875. E così poteva inscenare una delle sue pantomime più stantie, rammaricandosi di non essere vissuto nel 1850 perché questo gli avrebbe permesso di restare in vasca per 25 anni senza che lei gli telefonasse per rompergli i coglioni. Per quanto riguarda le critiche a Montella spero che siano congelate almeno per la giornata di oggi, o almeno potreste fare come me quando voglio risparmiare l’acqua che è un bene così prezioso, e allora la diluisco. Risparmiatevi qualche critica per salvaguardare l’ambiente Viola. O almeno diluitele un po'. Il primo verdetto di questi giorni di partite di coppa è stato soprattutto la certificazione che Montolivo non è nessuno, e per paura che si suicidasse, la Cristina intanto gli ha fatto sparire la pistola a salve. L’unica cosa che mi preoccupa in questo momento non sono tanto le promesse di Renzi, quanto un sospetto atroce che è un po’ di giorni che mi ha tolto la giusta serenità, penso che di dee bendate ce ne siano due ed entrambe pensano che sia l’altra ad occuparsi della Fiorentina. Sarà più facile il nostro passaggio del turno o vedere gli 85 euro netti nelle buste paga degli italiani? Tra le grandi domande irrisolte inserirei anche perché “abbreviazione” è una parola così lunga? Intanto la De Pin al termine di una nottata insonne nella quale Riccardo si è mosso nel letto più di quanto faccia normalmente in campo, ha twittato che il suo fidanzato è un perdente, non tanto perché è uscito dalla Champion, ma perché gli sono morti anche i tulipani di plastica. E visto che parliamo di grandi giocatori, ieri Messi contro il City ha messo a segno il suo 67° gol in CL che di fatto lo colloca al primo posto come il giocatore che ha segnato di più con la stessa maglia nella coppa dalle grande orecchie. E mi scuserà Montolivo se l’ho accomunato solo a Messi ma non avevo asticelle abbastanza alte. Visto che ormai un po’ di cazzate le ho già dette, dico che Ilicic sarà determinante, si, dico vittoria a Torino, e che le due dee bendate si parlino e si mettano d’accordo su chi deve intervenire, perché sulla traversa di domenica erano entrambe a stirare la benda. Infine colgo l’occasione per salutare un mio amico, se mi legge, che è scappato perché inseguito da Equitalia, vive in Brasile lontano da tutti in mezzo alla foresta fluviale dove quelli di Equitalia fanno più fatica ad arrivare, vorrei dedicargli la vittoria di stasera, lui grande tifoso Viola, che l’avrebbe voluta vedere più di ogni altra cosa se non fosse stato per quella maledetta cartella, è un uomo di corporatura gigantesca, ma molto buono. La gente del posto lo chiama il Mato Grosso.

mercoledì 12 marzo 2014

Chi non ha invocato un esonero scagli la prima pietra. Attenzione al Daspo.

Mi fa piacere verificare che non la pensiamo tutti alla stessa maniera, dovremo solo rifare la campagna pubblicitaria, togliere il laghetto e inserire la contemporaneità di una bella pozza dovuta a quelle buche del centro che Renzi non ha fatto in tempo a tappare. Bene, adesso che ci siamo rifatti il look, anche su Montella possiamo sceglierci la scalatura di insoddisfazione più adatta alle nostre sensibilità tattiche. Per dire, che il blog, in maniera sana, non è affatto un coro, ci tengo ad evidenziarlo soprattutto a chi c’infama, insomma, non è vero che noi cantiamo a cappella, ma alla cazzo. Questa varietà di opinioni ci arricchisce, ci alimenta, mi ricorda un po’ il microcosmo di Porta Romana quando ci radunavamo a sedere sui motorini, del resto per crescere basta solo ascoltare, prendere quello che di buono c’è in ogni uomo, senza per forza essere dei cannibali. Anche la nostra compagnia era così variegata, un’esperienza a volte resa anche amara da certe esperienze, insomma, potrei dire una sorta di variegato all’amarena. Per esempio c’era Valdemaro che veniva pesantemente fatto oggetto di discriminazione territoriale, e non solo perché veniva dalle Due Strade, ma perché delle donne guardava gli occhi e le mani, io apprezzavo la sua sensibilità anche se preferivo guardare le poppe e il culo, mentre per il resto della compagnia era come comprare Playboy e invece di farsi le seghe leggere i nomi della redazione. Il sesso era argomento giornaliero come Montella, e c’era chi come il Bambi che aveva altre idee sull’argomento, lo descriveva proiettando sul gruppo tre nitide diapositive, il sesso per lui era fondamentalmente tre cose, posizione ridicola, piacere passeggero e spesa eccessiva. E così scelse l’eroina. Il bello è proprio pensarla diversamente e confrontarsi, il Fude che era il vero fissato andava sempre in cerca dei campi nudisti, mentre il Becherucci aveva problemi di ambientamento, almeno così raccontava al Fude quando ritornava, mi sembra che a tal proposito una volta gli disse qualcosa del tipo “Il primo giorno è stato duro”.  Il sesso insomma trattato come l’esonero di un allenatore. Poi c’era chi aveva cercato di alzare l’asticella delle ambizioni per reagire ad una condizione secondo lui troppo popolare, e non solo studiava anche sul motorino, ma ci rinfacciava il fatto che lui delle donne amava anche la cultura, che fosse cioè un elemento indispensabile anche per eccitarsi, no a certe volgarità scaturite dall’ignoranza, e che potevano colpire solo noi poveri rozzi, lui amava la donna raffinata, quelle che leggevano molto e ci teneva a precisare che andava ad imbroccarle al’uscita del Liceo Classico, fino a quando una lo fece ricredere un po’ sulle sue teorie e così si riavvicinò a noi ignorantoni, quando la Ginevra, cioè, arrivò all’orgasmo utilizzando termini tipo “giungooo”. Insomma, sono cresciuto in mezzo a una tipologia di persone molto colorata, e trovo quindi normale che ci sia chi adesso vorrebbe Spalletti, o chi ha comunque individuato in Montella il maggior responsabile di questo mese di brutti risultati. Tutto è relativo del resto, c’era la Cristina, la più dolce, tollerante, generosa, sensibile e amante dell’elettronica che si prodigava nel rassicurare Dario, il  ragazzo di allora, non ritenendo affatto importanti le dimensioni del suo uccello da quando aveva acquistato il nuovo microscopio elettronico. Ce n’erano un paio che invece erano molto bravi a martellare e così vedevano ogni problema come un chiodo. Si vuol dire che Montella sbaglia? E chi non sbaglia a parte Gervasoni? Il computer per esempio è stato inventato proprio per permetterci di sbagliare più velocemente di qualsiasi altra invenzione a parte la pistola. La Cristina che come ho già detto era la più sensibile, quando avevamo un problema ci accarezzava, era dolce, accarezzava per indole, accarezzava anche il Bambi che andava per circoli, fino a quando a forza di accarezzarli non diventarono dei circoli viziosi come la sua tossicodipendenza. Questo blog del resto è una città intelligente perché è habitat ideale per i pensieri più diversi, come lo era anche la mia Porta Romana, Firenze è in buca, la città è tutta una buca, come è vero anche che dove fa buca c’è la gente più interessante e con le caviglie malconce, perché alla fine sono proprio queste persone che danno il colore alla nostra quotidianità altrimenti grigia, Firenze è bella anche adesso che si è divisa per Montella, perché Firenze è città dove l'ottimista sostiene che viviamo nel migliore dei mondi possibili, e il pessimista teme che sia vero.

martedì 11 marzo 2014

E dopo Montella...masticherete amaro

Disinnamorarsi di Montella è possibile? E’ varamente così facile come pensate? Ma soprattutto conviene? La volontà vedo che vi sostiene in modo chiaro, incontrovertibile, sincero, il vostro io razionale ne è certo, la persona di cui siete innamorati non è quella giusta. Di più, non è la persona di cui dovevate innamorarvi. Era meglio decisamente Spalletti? Può darsi, ma dietro l’angolo ci sono anche delle brutte sorprese. Vedremo più avanti. Tanto ormai siete sicuri che la relazione con questa persona è impossibile, per motivi validi e dimostrabili, che avete cominciato a riversare sul blog già da prima dell’ultima sconfitta a Torino. Avete mentalità opposte, e a niente valgono le attenuanti degli infortuni di Gomez e Rossi, il calo di Cuadrado, e neanche l’accanimento della classe arbitrale vi farà ricredere, ormai è tardi, non lo sopportate più. Scriveva Stendhal “Per evitare l'innamoramento occorre agire subito, nei primissimi momenti, dopo può essere troppo tardi”. Quindi non fatevi cogliere dalla sua famosa sindrome, e magari anche dalla bellezza del ricordo del quarto gol contro la Juve ed agite, potreste farlo cominciando a bucare le gomme a tutte le macchine del suo staff. Sono troppe? Prendete ferie se necessario. Insomma ci siete dentro e non sapete cosa fare,  come si può senza diventare pazzi conciliare da una parte un sentimento vivo e potente, dall'altro la mente che fornisce constatazione di assoluta incompatibilità. E' un po' come lottare contro sé stessi, bisogna che facciate di necessità virtù, e innanzitutto credo che ci debba essere una forte motivazione razionale, personale, e un profondo convincimento. Un po' come quando si decide di smettere di fumare. Se con questa persona ci andate d'accordo e quando vedete le partite siete felici come me, ovviamente questa lettura non ha senso, perché mai vorreste disinnamorarvi? Le scuse come i "ridiamo su cose diverse" sono sciocchezze, ci deve essere una grave ragione, ed una forte incompatibilità su cose fondamentali come la diversa visione tattica di una partita o la fissa su Pasqual. Se le motivazioni sono invece fragili, lievi come può essere il gusto di un colore diverso o la difesa a quattro, sarà il vostro stesso io razionale a crollare per primo. Disinnamorarsi, nel senso di non provare più nulla per il mister, specie se "a comando", è impossibile, solo il tempo può dare una mano perché è provato che l'innamoramento s'affievola comunque dopo un certo periodo, magari dopo qualche sconfitta consecutiva. Però qualcosa potete fare lo stesso, e non è poco, perché ci si innamora di una sola persona alla volta, quindi se vi succede di innamorarvi di Spalletti, avete buone probabilità di dimenticarvi davvero di Montella. Il problema consiste nel fatto che comunque l'innamoramento è temporaneo, dunque anche il ricordo tornerà. In effetti, il disinnamoramento non è un processo per così dire "meccanico" ma cognitivo. Per fare un paragone, assomiglia più all'elaborazione del lutto, è un momento di crescita interiore nel quale la persona deve fare i conti con una realtà cambiata. Inutile cercare di cristallizzarla e di riferirsi al passato, in quel caso si tratta di idealizzazione. Io che sono assolutamente ancora innamorato di Montella e soprattutto geloso vi regalo più che volentieri un po’ di consigli utili1. Regola Aurea, Non vedere più Montella. 2. Non vedere neanche le foto di Montella. 3. Se lo rivedete ricominciate da zero. Proprio come quando si smette di fumare, basta una volta per ricadere. Basta una vittoria,  magari in coppa, basta la vittoria della Copa Italia 4. Non vedere Montella è molto più importante di non sentirlo, ma è meglio anche non sentirlo, ovviamente. Anche se non del tutto (vedi punto 10). 5. Chiedete a Montella di non cercarvi e di non chiamarvi, se possibile. Se questo non è possibile perché ad esempio anche lui è innamoratodi voi il problema si complica enormemente. Soprattutto perché se si viene cercati, si alimenta il fuoco consumante dell'ego, puntellando la propria autostima e sentendoci purtroppo, riamati. E non c'è niente di peggio 6. Il luogo comune di non uscire con amici della persona tipo Cacia o Gianni Vio è falso, alla mente non cambia niente se uscite con suoi amici o no, tanto penserete ugualmente a lui. Invece, distrarsi fa benissimo, magari anche leggendo un buon libro o meglio ancora il referto di Gervasoni. 7. Evitate però di uscire con coppie, in quanto equivale ad uscire in compagnia di amici che vi fumano davanti con piacere mentre voi state cercando di smettere. 8. Può essere molto utile parlare (o iniziare una terapia) con uno psicologo, disinnamorarsi richiede una profonda elaborazione mentale, quindi bisogna aver ben chiaro perché lo si stia facendo e gli strumenti di analisi della situazione, che uno psicologo sa fornire.9. Va però scelto uno psicologo che non usi invece del lettino la stessa panchina sulla quale Montella lascia immalinconire Wolski 10. In qualche modo, si tratta di "ammazzare l'amore". Suona male ed è una cosa brutta, ma è anche vero che bisogna decidersi, o vivere un amore impossibile, o ridurlo consapevolmente. Delle due una. Una via di mezzo come Sinisa  non c'è, o porta all'incongruenza e tendenzialmente anche alla fuga dalla realtà.11. Vi è un altro punto importante sul quale vale la pena di soffermarsi. L'innamoramento, infatti, non è solamente una passione ed uno slancio verso l'altro, ma è anche un'occhiata che lanciamo verso noi stessi che ci restituisce un risultato senza mediazioni. E secondo questo ultimo punto, ma soprattutto secondo me, quello che vi restituisce il vostro io, è Delio Rossi.