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giovedì 28 febbraio 2019

Come nei peggiori film americani



Un altro tre a tre dopo quello con l’Inter di tre giorni prima, c’è il commovente ricordo di Astori, e la considerazione che tre sia il numero perfetto, in mezzo accelerazioni e spettacolo. Spot ideale per una manifestazione spesso snobbata. Si fa preferire l’Atalanta con il lungo e il corto che non sono caffè, a fare la differenza. La partita rischia di essere chiusa dopo il gol di Pasalic, e non si sa chi è più frastornato tra Hugo e il tifoso Viola. Se di errori ne commette la Fiorentina; Ilicic seguito così alto dal brasiliano, Gerson irretito da De Roon, Dabo aspetta e spera Gomez poco oltre l’area di rigore, di errori ne commette anche l’Atalanta, perché sul doppio vantaggio in trasferta i bergamaschi non si fermano e subiscono il contropiede di uno straripante Chiesa. Il secondo tempo è una copia del primo a ritmo più basso, ma se dopo venti minuti la Fiorentina non si è arresa, qualche suo tifoso aveva invece già perso. Forse aveva solo anticipato il risultato che si concretizzerà tra il 29 e il 31 febbraio. La sconfitta. La velocità di giudizio è figlia dei nostri tempi, del resto corriamo sempre, prendiamo l’Alta Velocità, la fibra per Internet, i fast food, quindi il pareggio diventa solo un’agonia insopportabile che ci separa dall’eliminazione del ritorno. Maledetto cuore. Grinta che non ci manca neanche a noi tifosi specie quando c’è da darla già per persa. Malgrado un Atalanta migliore, un tecnico più capace, con questa inopportuna determinazione non c’è stato verso di perdere. Chiesa scatenato, Muriel decisivo, Lafont e Hugo in difficoltà, Benassi goleador malgrado sia un bidone. Niente VAR oggi, solo un istant review per l’entrata in scivolata della Primavera sul cervello di Gasperini che nel dopo partita insiste ancora sull’episodio di Chiesa in campionato. Non c’è quindi solo il mistero della balena spiaggiata in Amazzonia, c’è anche quello di come abbiamo fatto a non perdere malgrado l’Atalanta si sia dimostrata migliore. Non moriamo davvero mai. E chi tra di noi si considerava già spacciato dopo venti minuti, alla fine dell’ennesima rimonta mi è sembrato come quando in macchina non sappiamo dove andare e allora abbassiamo la radio. Dopo quei venti minuti tremendi il Bambi non avrebbe trovato innocenti in campo nemmeno se avesse visto la partita accanto ad Erode. In quei momenti di pessimismo e colpe da irrorare sulla squadra come fossero ramato, momento nel quale c’era da soffrire per spingere la squadra alla rimonta, mi sono ritrovato a bere da solo al bancone di un bar come nei peggiori film americani.

mercoledì 27 febbraio 2019

Maledetto zero a zero


Prima di parlare di una semifinale che non c’è visto il pronostico chiuso già agli ottavi, devo raccontare quello che so sulla scomparsa dal blog di chi sappiamo noi dopo che Spalletti l’ha presa di petto. La questione VAR intendo. Quando uno è incazzato con il mondo e decide di scrivere sul blog per offendere chi sta prendendo in giro il suo Dio, deve respirare. Respirare a fondo e chiudere gli occhi. Mettere una mano in mezzo alla porta e con l’altra sbattere con forza. Non gli passa ma almeno non può scrivere per un po'. Aspettiamo quindi che l’arto si sgonfi, perché certi buchi nel cuore non si possono colmare con una notte in bianco. Sono come asole senza bottone, serrature senza chiave, maschio senza femmina. Certi tre a tre subiti allo scadere del recupero lungo come ombre di cipressi mostrano una carenza di toni caldi, luci soffuse e inebriante palla all’angolino basso. Io invece l’avevo sempre sognato così Luciano, più che sulla panchina Viola, incazzato nero, da fermarlo nel preciso istante che grida “petto”, da invocarne la tassidermia. E stasera c’è un altro fenomeno, uno di quelli che ha lo stesso potere magico del reggaeton. Appena parte una canzone non riesco a stare fermo, qualsiasi cosa stia facendo devo alzarmi per andare a scaraventare la radio fuori dalla finestra. Tornando invece al vostro pronostico, devo riconoscere che siete degli eroi perché non è facile vivere sapendo come andrà a finire male. Anzi, è un’impresa epica. Molti di quelli che si fermano a vomitare agli angoli delle strade è perché stanno male nel sapere come va a finire male. E secondo recenti studi dobbiamo ancora studiare il finale più amaro. La soluzione per vincere la Coppa Italia è mettere in giro la voce che anche se gli angeli ci aiutassero contro il genio di Gasperini, poi in finale l’unico dubbio sarebbe se perdere contro la Lazio o il Milan. Maledetto zero a zero. Insomma, ce la fanno vedere e poi invece era un uccello.

martedì 26 febbraio 2019

Il costume intero



Penso che Spalletti abbia sbagliato il tono, non deve alzare la voce per dire che la palla è sbattuta sul petto, la gente crede a qualsiasi cosa, ma se gliela bisbigli. Quando è così nervoso dovrebbe andare a fare le interviste mordicchiando il tappo della Bic. Si dice anche che gli abbia telefonato Marco Cappato per capire se avesse bisogno di essere accompagnato da qualche parte. Forse Luciano non ha frignato dieci minuti per il rigore, a un certo punto ho avuto come la sensazione che si riferisse alla crisi del 29, poi a quella mediorientale, per finire con accenni sulle Brigate Rosse. Mentre Caressa aveva parlato degli Ittiti e dei Babilonesi, e Luciano ha i suoi bravi informatori. Mettiamoci anche che era rattristato per la morte di Mark Hollis cantante dei Talk Talk di cui Spalletti conserva gelosamente tutta la discografia. Solo il Bambi ha trovato giustificate le sue recriminazioni, sa come psicologicamente sia difficile superare quella che si ritiene un’occasione persa. Di quelle che non riesci più a dimenticare. Così come Luciano che se la porterà dietro per molto tempo questa mancata vittoria, lui ancora si ricorda di quando vide quella ragazza fare l’autostop, bellissima, con la minigonna e il cartello che indicava “Roma”, e lui proprio lì andava. Ma purtroppo aveva appena scoreggiato. Sarà che da piccolo non mi piacevano i pagliacci, percepivo come forzatura eccessiva tutta quella finzione per far ridere, una forzatura così palpabile che m’ispirava tristezza. Oggi che sono cresciuto non li detesto più i pagliacci, ma continuano però a farmi tristezza. E se proprio dovessi fare una rapina mi metterei proprio la maschera di Spalletti. Ed è uno scandalo che non abbiano dato a lui l’Oscar per la miglior frignata non protagonista. Anche Dazn prende le distanze dalle lamentele di Luciano. Troppo lunghe. Poi a fine serata emerge una storia triste che ci riporta a quella frase ripetuta con ossessione “era petto, era petto”, un racconto di un’amica che conosce la sua infanzia. Era estate, al Lido di Camaiore, la zia doveva acquistare un costume intero, blu scuro, austero e con le coppe preformate. Lui era troppo piccolo per stare fuori, e allora lo portò in camerino. Anche se la zia si spogliò coprendo il seno generoso con le mani. Da allora vede ombre cinesi sull’operato degli arbitri. E non sempre sono polpastrelli.

lunedì 25 febbraio 2019

Rassicuranti certezze



Se Matteo Salvini ha rotto il silenzio elettorale, il VAR sembra aver rotto le palle. Insomma, così come tra uomo e donna, non credo all’amicizia tra il tifoso e lo strumento tecnico. Per il Bambi questo calcio non è alla frutta e neanche all’ammazzacaffè. Il calcio sta scappando senza aver pagato il conto. La sua compagna, alla faccia di Collovati, ha invece sempre apprezzato l’utilizzo del VAR. Reazioni degli allenatori che pensano di aver subito un torto? C'è un Abisso tra Spalletti e Semplici. A me, a prescindere dagli episodi contestati (sul rigore del 3 a 3 nessuno ha valutato il movimento del giocatore che si sposta di lato per accompagnare la palla, e anche se prima la tocca di petto è questo movimento a convincere l’arbitro, così come era sembrato in diretta), la squadra è piaciuta e non avrebbe meritato di perdere. Malgrado le assenze dietro e la difficoltà del doppio svantaggio immeritato, ha dimostrato ancora grande carattere e qualità importanti. Per lunghi tratti nel primo tempo la squadra gioca meglio della più quotata Inter, più determinata e arrembante. Il gol di Muriel come si diceva una volta vale il prezzo del biglietto. Strepitoso. Annichilisce Handanovic sul suo palo, che alla fine non ha nemmeno colpa. Mentre Lafont avrebbe potuto fare meglio su entrambi i gol in cui tocca il pallone. Veretout più freddo del vento, e Chiesa più veloce delle folate. Comunque malgrado la Fiorentina di Pioli mi sia piaciuta, non capisco nulla di calcio, e santo cielo se è rassicurante avere almeno questa certezza nella vita. Mentre la tristezza del dopo partita di Spalletti ha il volto di qualcuno che pesa la pasta. E a questo proposito, e alla faccia sua, me ne vado a Roma a mangiare una cacio e pepe.

domenica 24 febbraio 2019

Parità dei sessi



Tutto il vento di ieri non mi ha aiutato per niente, avevo già le idee confuse per via di Gasperini che ha perso la seconda di fila (nona in totale) ma in compenso ha vinto Mazzarri. Chi devo preferire tra i due allora? Aspetterò che si plachi il vento per riordinare le idee. Anche per capire se dopo la parità in classifica degli allenatori ideali per sostituire il ceppicone, ci sarà finalmente anche la parità tra i sessi. Ma forse quella ci sarà veramente solo quando anche le pensionate si fermeranno a guardare i cantieri. E subito dopo uscirà fuori qualcuno a farci presente che oggi però la vittoria vale tre punti. Bambi che a proposito di parità, alla compagna che lo ringraziava di cuore per averla aiutata a lavare i piatti, rispondeva “prego di fava”. Di fronte a tutte queste scelte certe volte mi viene voglia di avere una vita più easy come giustappunto quella dei genitori della sua compagna, con il babbo che indossa solo ed esclusivamente quello che gli prepara la mamma sul letto. Ieri sera il Bambi non sapendo più a chi pensare tra Gasperini e Mazzarri ha cominciato a mescolare gli alcolici. Così il suo approccio al peccato (non desiderare l'allenatore d'altri) è diventato più corretto. Corretto grappa, intendo. E magari questo è il vento del cambiamento, e dopo il posticipo di stasera ci ritroveremo tutti a pensare a Pioli. In mezzo a questi mulinelli di confusione dovremmo comunque uscire più uniti e con lo stesso intento, ripristinare le mezze stagioni. Insomma, bei tempi quando ancora gli allenatori avversari non li sopportavamo.

sabato 23 febbraio 2019

I grandi interrogativi


C’è la paranoia al 25% di sconto, approfittiamone, se poi non gli rinnovano il contratto lo possiamo sempre usare come zeppa. Ma è Piatek che fa grande Gattuso o il contrario? La vita ci pone sempre di fronte a grandi interrogativi. L’ha scritta davvero quella cosa Pasolini a Moravia? Muriel arriva e segna perché è forte, oppure ha smesso di segnare per colpa di Pioli? Che uso ne fa la bella ragazza mora di quel grosso cetriolo che ha comprato al supermercato? Ci fa la maschera oppure altro? Quando pensiamo di aver bevuto troppo è veramente così, oppure abbiamo bevuto poco gli altri giorni? Se non sappiamo rispondere e abbiamo tavoli, vecchie credenze e mobili vari che non dondolano, abbiamo sempre quel libro al 25% di sconto che potrà aiutarci. Nel frattempo ho imparato anche a portare rispetto a chi racconta sempre dei limiti dell’allenatore, l’ho imparato da un signore anziano con cui mi capita di fare due chiacchiere al bar, e che quella storia me l’ha già raccontata mille volte. E se a qualcuno interessa la storia che mi ripete quel signore anziano ogni volta che mi incontra è presto detto, un po’ ci interessa perché ricorda chi ha preso Pioli come capo espiatorio di tutti i mali. Il tenero anziano mi racconta che quando era più giovane attribuiva la sua sofferenza ai soliti fastidi dovuti al lavoro, ma da quando è in pensione si è reso conto che è proprio lui il problema. Visto che Spalletti è un grande, domani potrebbe fare un passo falso da gigante. A proposito di grandi interrogativi, e quindi di libri scontati del 25%, siete proprio sicuri che il rumore dei tacchi che rompe il silenzio della notte non sia il codice Morse con il quale le donne dialogano con l’universo?

venerdì 22 febbraio 2019

Tra puzzle e carta igienica



La differenza nel modo di vivere la passione tra me e il Bambi, e per differenza intendo la sua mancanza di pazienza nei confronti di una società che non alimenta ambizioni, ma anzi le mortifica, ed io che invece vivo con serenità i momenti di galleggiamento tra la dismissione e l’autofinanziamento, è che io tra un trofeo e l’altro compro puzzle da 10.000 pezzi. E poi ci vuole talento anche per sperare. Lui di contro, per mancanza di fiducia nel futuro compra la carta igienica in confezione da quattro rotoli. Le uniche soddisfazioni per lui sono ormai solo le sconfitte della Juve in Champion, un grande classico. Ieri c’è stato un summit in casa bianconera a questo proposito, quello che il tifoso Viola chiama invece corso di aggiornamento. Anche io ho le mie belle recriminazioni, e penso alle almeno 20 serate della mia giovinezza che ho passato a vedere la Corrida di Corrado. Ma alla fine se Pioli è sempre lì la colpa è proprio del Bambi e di quelli come lui che hanno dosato il termine “ceppicone” la mattina e la sera, tutti i giorni, come un antibiotico per combattere il virus dell’anticalcio. Purtroppo è stato proprio l’abuso di tale terminologia antibiotica a rendere il virus insensibile al trattamento. Non gli rimangono che improponibili anti stress. E in più c’è questo anticipo di primavera che non aiuta i tifosi improntati a quel senso di prevalente indefinita tristezza chiamato malinconia, non sempre contenuta, anzi spesso degenerata in giornate fastidiose o deprimenti. Al Bambi serve più l’autunno così pieno di pozzanghere e mucchi di foglie ingiallite. La primavera non te le concede tutte queste vie di fuga. Specie quando si avvicina la semifinale di Coppa Italia e non hai più il pronostico chiuso come contro la Roma.

giovedì 21 febbraio 2019

Il suggerimento del Pizzichi



Nessuno che mi abbia ancora ringraziato per aver detto di tutto pur di propiziare il gol di Simeone attirandomi forti correnti di dissenso. Vi meritereste che facessi lo stesso anche per il ritorno al gol di Icardi. Non lo faccio solo perché mi è sufficiente aver messo in piedi questa diatriba su Pioli che mi permette di generare editoriali su editoriali, metodo studiato attentamente da Grillo che ha creato il Movimento 5S per generare politici da prendere poi per il culo nei suoi spettacoli. Il Bambi intanto, visto le ambizioni che gli stanno così strette, in rapporto alla passione, tipo una muta da sub di due misure più piccole, per indossarla ha dovuto seguire un corso di gestione della rabbia da uno psicologo. Lo stesso che ha frequentato per oltre un anno dopo che pensò di aver trovato la donna della sua vita, era il ‘92. Ricordo che mi prese da una parte e me la descrisse come la donna più romantica del mondo. Fino a quando non scoprì una foto rimpiattata in una vecchia scatola gialla di biscotti Plasmon, che ne mostrava il suo lato meno romantico. Da quel momento entrò di fatto a far parte del mondo degli strofinatori di piedi, non c’era ansia che non riusciva a debellare quando trovava un polpaccio, un materasso, un paio di cosce. E da lì ha cominciato a provare profondi sentimenti per il cappuccino. Se poi siete d’accordo, vorrei istituire l’Almanacco del Giorno. Per dire che quindici anni fa esattamente in questo periodo era febbraio. Per esempio. Mentre sempre nel ‘92 quando il Bambi visse la sua delusione amorosa più cocente, e cominciò a lamentarsi di tutto, persino del semel usato dal trippaio del Porcellino, il Pizzichi, ormai stufo di tutto quel brontolio, gli disse “falla finita”. L’ha sempre considerato un pietoso consiglio di togliersi la vita  E’ così che ha preso atto che la realtà non è un’attesa ma un suggerimento.

mercoledì 20 febbraio 2019

La vittoria come screen saver del gioco asfittico


Il Bambi sostiene che la vittoria, specie se esterna, ha la stessa funzione dei salva schermo di Windows, quella cioè di ricordarti che nel mondo esistono posti bellissimi ma tu vivi in un posto di merda. Per lui, insomma, la vittoria piolesca maschera una realtà di degrado, così gli ho ricordato che vive a Firenze, spesso usata anche come screen saver. Però tutto è soggettivo, Pioli a suo dire non sarebbe un salva schermo accettabile neanche tra le "vele" di Scampia. Lui che ha sempre considerato i dolori del parto tremendi come se toccasse il marciapiede con i cerchi in lega della macchina nuova. A un certo punto, sulla scorta di quanto successo ai genitori di Renzi, e il successivo “se nessuno va più in carcere è perché il carcere va a casa loro”, vorrebbe che succedesse la stessa cosa anche con l’esonero. E se sulla piattaforma Rousseau hanno impedito di votare a Borghese per paura che ribaltasse il risultato, il suo appello è di non fare lo stesso errore se arriva il rinnovo al tecnico, e permettere a Borghese di poterlo ribaltare in esonero. A questo punto ho cercato di evidenziare i vantaggi di avere un allenatore che non piace, e gli ho ricordato che per non essere gelosi di una donna è di basilare importanza proprio il fatto che non ti piaccia. Questo è il vantaggio, mentre con un D’aversa, Semplici, Zenga, Giampaolo, Andreazzoli, De Zerbi, Mazzarri, vivresti nell’incubo che come ti giri per rallegrarti delle sovrapposizioni con quello che ti sedie dietro allo stadio, te lo corteggia subito il Chelsea ora che Sarri sta per uno. Noi quando parliamo di calcio siamo troppo possessivi delle nostre idee, guardate Collovati al quale si rigira lo stomaco quando sente le donne che parlano di calcio. Così preso dalla passione per questo gioco che si è dimenticato di quando guidano. Guardate voi stessi che mettete sullo stesso piano un tegame come Wanda Nara con una mega passera come la Satta. Lo dico io che ho investito emozionalmente tanto su Pioli, e invece era un calesse.

martedì 19 febbraio 2019

Non un editoriale ma uno shottino


Da quando è arrivato il ceppicone sulla panchina Viola si sono abbassate le nostre aspettative da Homo Sapiens a Homo e basta. Questa è la dura analisi del Bambi, che a seguito di tale degrado ha tolto pure dai suoi sogni erotici Daniela Ferolla e l’ha sostituita con Wanda Nara. E come salvaguardia per il gioco del calcio, dopo quello per la canzone italiana, il decreto più sensato dovrebbe essere quello in cui una sostituzione su tre venga decisa dai detrattori di Pioli. La Ferolla perché ogni tre straniere una italiana, e perché linea verde come quella della società. Per il Bambi sarebbe meglio che ogni tre una te la debba dare. Sia chiaro io non ho niente contro Wanda Nara, anzi sia benedetto nei secoli chi ha inventato l’uovo al tegamino.

lunedì 18 febbraio 2019

Si è salvato solo Mazzarri


La selva oscura in cui si è perso il tifoso Viola dopo le sconfitte di Gasperini (8), D’Aversa (11), De Zerbi (8), Semplici (12), Inzaghi (8), Giampaolo (9), è selvaggia, aspra e forte, se si considera che a vincere è stato invece un ceppicone che ne ha perse 5. E da essa esce solo per un istante grazie alla combinazione quasi unica del VAR che riesce a trasformare il gol dello svantaggio e dello sconforto nel rigore del vantaggio e della goduria. Solo per un istante perché poi la selva oscura è tanto amara che la morte lo è poco di più. Voglio però spendere una parola per chi diceva che leggevamo la targa a Giampaolo, ero presente e intendevano dallo specchietto retrovisore. Mentre in questo momento di sconforto non ricordo se nei nostri sogni c’è rimasto almeno Zenga oltre a Mazzarri, unico ieri a salvarsi. Poi ho attinto dalla mia riserva una delle ultime bottiglie di Fonterutoli per evitare al Bambi la lucidità, quella di ricordarsi che c’è anche una semifinale di Coppa Italia tra capo collo. Se lo avessero esonerato prima che provassimo a battere anche il record d’imbattibilità esterna dell’82. Vittoria rocambolesca ma meritata, molto imprecisi davanti, troppo pasticcioni dietro. Compreso il recidivo Lafont anche ieri graziato. Splendido il contropiede di Simeone che sembra aver trovato giovamento da quando Pioli lo ha messo in aspettativa. Comunque per fortuna c’è sempre la piattaforma Rousseau dove si può votare per l’esonero e per togliere il VAR. E poi tranquilli che la Mattel dopo aver pensato di produrre Barbie con disabilità fisiche faranno anche i fidanzati ceppiconi delle Barbie sui quali infierire con spilloni. Sempre al Bambi, spiazzato da tutte queste sconfitte dei papabili nuovi allenatori Viola, ho spiegato che se non si sente bene come dovrebbe dopo aver guadagnato tre punti su quasi tutte, deve pensare che con questo passare dall’inverno del mattino presto, alla primavera della tarda mattinata, all’estate del primo pomeriggio, al ritorno dell’inverno del dopo cena, non sono i risultati, ma la resa incondizionata delle sue difese immunitarie. Poi l’ho aiutato a pulire questo disastro. Mentre dei commenti contro il ceppicone oggi mi piace immaginare il backstage. Là dove invece non si scelga il silenzio che è comunque una buona crema rimarginante.

domenica 17 febbraio 2019

La risacca



Mentre si aspetta il primo passaggio sbagliato per dare la colpa al proprio allenatore, e allo stesso tempo esaltare quello dell’altra squadra, se lo si desidera fortissimo alla fine accade davvero. L’esonero intendo. Nel nostro cervello, e ci ricoverano. Ormai col tempo ho capito che non è poi così importante sapere cosa si vuole, importante è sapere cosa non si vuole. Anzi chi. E pensando a Sousa, se vinciamo contro la Spal, i malinconici saranno tristi anche da felici. Poi dal telefonino del Bambi è uscita fuori proprio la foto di quell’amore finito. La foto mostra come tutte le onde anche quella dell’amore ha una risacca. Insomma, dopo i terrapiattisti adesso ci sono anche i piattaformisti rousseau. Se comunque decidete di fare un aperitregua io vengo. Anzi, blocco qui il mio editoriale perché D’Aversa e Gasperini hanno già perso, e non voglio pensare che possano perdere anche Giampaolo, Mazzarri e Semplici. Non sarebbe una domenica, sarebbe una selva oscura.

sabato 16 febbraio 2019

Non vi riguarda


Chissà se dopo il ritorno dell’ambasciatore francese in Italia, anche Sousa e Hagi torneranno. Chi a Roma, chi alla Juve, e chi alla Roma. Ma tutti solo per potersi finalmente rilavare il culo. E forse tornerà anche Zola, lui però al limite per parlare di latte con i pastori sardi. A proposito di Zaniolo, è meglio piangere sul latte versato o su quello venduto a 60 centesimi? Stavo pensando che dovrebbero inventare anche la versione domestica di Carglass, ogni tanto il pallone colpito di testa da Simeone a Genova mi schianta il vetro della finestra in soggiorno, ma io faccio finta di niente. Un pallone che ormai vaga senza avere più pace. E se non arrivano gol sbagliati a interrompere la routine, capita anche di sedersi sul divano a fianco della Rita con l’intenzione di vedere Juve-Frosinone per capire come ha fatto un genio della panchina come Giampaolo a perderci in casa. Poi improvvisamente farsi travolgere, lasciarsi andare e non guardare nemmeno il primo gol. Al sonno non so proprio resistere. Perché la vita è dura, guardo le pubblicità dei profumi, attori che seppelliscono collane nel deserto, attrici che escono da vasche da bagno dorate. E poi ci siamo noi poveri comuni mortali tifosi Viola che dobbiamo subire la sostituzione di Muriel con Laurini e conseguente abbassamento della squadra. Così esco a fare la spesa, e scegliere tutto bio, senza glutine, senza olio di palma, tutto integrale, è un po’ come prendersela con gli allenatori precedenti. Non vi riguarda.

venerdì 15 febbraio 2019

Tra "Sanremo" e "Campioni, il sogno"


“Tra “Sanremo” e “Campioni, il sogno”, per mettere in condizione Simeone di fare bene il suo mestiere di bomber bisognerebbe fare la formazione con il televoto come quando Graziani allenava il Cervia. Ieri i tifosi single, intanto, hanno capito come si sente un centravanti che non segna nel vedere tutti quanti festeggiare senza capire cosa ci sia da festeggiare. Al Bambi, preoccupato delle multe alla società dopo certi cori dei tifosi, per paura di ritorsioni, ho spiegato che nel caso venisse chiamato in causa per rispondere in solido circa il reiterato uso del coro “devi morire” rivolto a Pioli, di difendersi sostenendo con forza di non averlo fatto assolutamente con l’intento di offendere, ma solo con quello di spoilerare. Non ho mai dato credibilità al Bambi dal punto di vista della conoscenza del gioco, ho sempre pensato che attaccasse Pioli come fanno tutti quelli che pensano di saperne più di qualsiasi allenatore, anche se poi non è precisamente così. Forse mi devo ricredere, ero da lui ieri a riprendere un disco degli Style Council che gli avevo prestato un giorno che doveva usare “You’re The Best Thing” come musica di un video che stava montando in ricordo di Sousa. Si stava preparando per portare a cena la sua compagna, si dovevano vedere direttamente da “Regina bistecca” in via Ricasoli, e così ho potuto notare che si è vestito direttamente dallo stendino, dimostrandosi uno stratega dell’economia domestica. Probabilmente lo ho davvero sempre sottovalutato tatticamente. Così anche San Valentino è passato, mettici un passaggio obbligato dal cioccolataio della ganache, e la scatola a forma di cuore, e poi le penne con gli scampi, insomma, a 56 anni, dopo ben 22 di matrimonio ancora mi batte il cuore quando mi sta per cadere l’ultima bottiglia di Kerner.

giovedì 14 febbraio 2019

Il Bambi come Icardi


Non ricordo mai se viene prima la frutta o il dolce o il gol di Simeone. Però se a me è toccato perorare la causa di Pioli spero che a voi, oggi che è San Valentino, regalino almeno il CD del “Volo”. E chi dice che a Sanremo è tutto finto non hanno mai visto Pjaca giocare in playback. Ieri c’era un sole così bello in centro che sembrava quasi di potersi innamorare ancora della Fiorentina. E se per forza non deve essere Viola la maglia di domenica, che allora sia rossa Schiele, un rosso disinibito che potrebbe illuminare la partita. Mentre se proprio dobbiamo parlare di costi-benefici anche di domenica, che allora lo si faccia in merito a Benassi. Contro la Spal forse sarà l’ultima possibilità per continuare a sperare di andare in Europa non passando dalla Coppa Italia, e se non dovessimo vincere, per il Bambi sarà dura trovare le giuste motivazioni, il rischio sarà quello di trovare più emozionante aspettare trepidante quando il display del distributore ti chiede di scegliere la pompa. Io se non vinciamo mi attaccherò invece a questo anticipo di Primavera. Se poi fossimo giuria di qualità potremmo sostenere con forza che il miglior centravanti non è quello che fa più gol, e che il peggior allenatore è quello che ha il miglior centravanti. Al Bambi girano i coglioni non tanto perché Mamhood ha vinto Sanremo, ma perché gli ricorda Salah. E poi gli girano perché anche lui che gioca a calcetto con gli amici è come Icardi, e a modo suo ha una Wanda Nara che comanda. Un po’ per questo, un po’ perché Benassi segna più del centravanti, ed entrambi hanno lo stesso allenatore, un po’ perché se tutta la squadra segue l’allenatore con convinzione purtroppo ceppiconi sono i giocatori. Malgrado tutto ciò, e anche se la sua nuova compagna ha il piglio deciso di chi è abituata a decidere, grazie a lei non esce quasi più a ingannare i cani antidroga. Anzi, anche San Valentino ha assunto un altro significato, per lui amare oggi vuol dire volgere lo sguardo dalla stessa parte, come quando passano in piazza del Tiratoio, verso il trippaio.

mercoledì 13 febbraio 2019

Amore fragoroso



Un’idea per aiutare l’attaccante in crisi, e a me interessa Simeone, mi è venuta guardando un film d'amore. Ci vuole una musica che accompagni il bomber suggerendogli il momento ideale per l’impatto col pallone. Visto che nei film è più facile capire quando è il momento giusto per provare a baciarla perché parte la colonna sonora. Sono contento che prima il Festival, e poi la puntata di Montalbano, abbiano contribuito a spalmare l’indignazione. Negli ultimi giorni non più solo indirizzata a Pioli. E se Richard Gere è diventato ancora padre a 70 anni, Simeone ha tempo per recuperare su Benassi. Ieri ho aperto il vaso di Pandora e dentro ci ho trovato il sughero di un “Sondraia” del 2014, a proposito di Bolgheri. Non solo la giuria del Festival, anche Alessandro Borghese ha il potere di ribaltare il risultato, anche se per i ristoranti della campagna cremonese ieri non l’ha fatto. Comunque stamani mi sono prefisso di uscire a far finta di aver capito cosa avete scritto ieri su Mamhood. Mentre con molta presunzione oggi cerco di indicarvi la direzione. Ci sono persone come il Bambi che quando s’imbattono in una nuova ossessione abbandonano quella precedente dimostrando di essere dei dilettanti. Il Pizzichi che la sa lunga, invece, ce l’ha ancora con Alonso. Vedendo la Roma in Champion il Bambi ha rivissuto per un attimo le emozioni del 7 a 1 in Coppa Italia. L’unico momento in cui ha amato Pioli. Molto breve. Che lui riconosce a fatica e che per non doversene vergognare considera come il breve e fragoroso amore tra il camion e la campana del vetro.

martedì 12 febbraio 2019

Il problema del parcheggio Diladdarno


Mentre il nostro lunedì è tornato ad essere Salvo, come sembrerebbe anche quello di Sarri a Londra, purtroppo non lo è il ginocchio di Pezzella. Notizia dura che rallegrerà però quelli che Pioli dà il meglio quando le scelte sono obbligate. Se solo ci fosse Mara Maionchi in questo blog a parlare male di Pioli, invece che sprecare energie negative per le frasi dei Baci Perugina, ci sarebbero anche qui più vaffanculo che nocciole. Anche se almeno per San Valentino a Pioli dovremmo regalare frasi d’amore tipo “non sa allenare ma fa bene la tempura quando si ritrova giocoforza il panko senza averlo scelto”. Se poi mi si chiede cosa preferisco tra Muriel in coppia con Simeone, o Giampaolo al posto del ceppicome, rispondo la pizza. Quello che è mancato nel girone di andata, oltre ai gol del reparto d’attacco, è il televoto per esonerare Pioli. In questo fine settimana, e con questo non vorrei urtare la suscettibilità dei massimi competenti, più che la vittoria di Mahmood, a me ha stupito quella del Frosinone a Genova. E quando il Premier sostiene che il 2019 sarà l’anno del riscatto, spero proprio che si riferisca a quello di Muriel. Insomma, quando si parla d’incompetenza di un professionista che ha oltre 300 panchine in serie A, mentre io tendo a difenderne le capacità, cresce in me il forte sospetto che chi invece esprime tali e tante perplessità, è perché in qualche modo è stato avvantaggiato da un certo benessere domestico, così come è successo per Steve Jobs, Bill Gates ed altri, dall’aver potuto cioè iniziare dal garage di famiglia. Sono arcinote le difficoltà di avere un garage in Oltrarno. Abbiate quindi un po’ di comprensione nei miei confronti, sempre costretto al parcheggio di fortuna, mentre voi avete avuto modo di buttare giù le prime formazioni in quel luogo sacro che sapeva di benzina. Cosa si nasconde dietro a un ceppicone già lo abbiamo capito a nostre spese (o pareggio di bilancio), ma cosa si nasconde sotto le gonne no, io ho sempre pensato che fossero state inventate per non sprecare il vento. Con Montalbano, invece, nessuna sorpresa. E se non fosse per la mancanza di garage, direi anche con un centravanti affidabile.

lunedì 11 febbraio 2019

L'avversione per Pioli è di sinistra


La ciliegina di questo turno di campionato potrebbe essere la sconfitta interna di Giampaolo contro il Frosinone, un altro di quei fenomeni della panchina che ci ha fatto sentire poveri per tutto il girone d’andata. Mi scuserete se preferisco prendere per il culo l’allenatore di un’altra squadra invece del nostro. Sono strano lo so. Immagino che per chi vede i giardini dei vicini così impregnati di clorofilla, sia da rimpiangere anche l’edizione di Sanremo con Garko. Simeone ha sbagliato un solo gol clamoroso, e poi c’è la marmotta che incarta la cioccolata. D’altronde avendo abolito la povertà, con il reddito di cittadinanza anche Simeone andrà in doppia cifra. Secondo me dovreste smetterla questa tiritera su Pioli, e così come ha fatto il PD dovreste ripartire da Mahmood. Da chi non riconosce la mancanza di punti dovuti al rendimento del centravanti titolare, capace di fare 4 gol in 22 partite, dopo il Difra e Sarri che raccattano scoppole epocali, il Giampa che crolla col Frosinone, mi aspetto che consideri profondo ormai solo il gioco di Vittorio Pozzo. Però c’è la giuria di qualità, solo roba per intenditori, che premia Giampaolo per le miglior 8 sconfitte della stagione. Così come è stato premiato il miglior outfit di Pitti Donna. A proposito di genio, quello che frega l’allenatore della Samp è che ciò che sembra un nome è invece un cognome, mentre per il grande Leonardo valeva il contrario. Insomma, la guerra interna a Pioli mi sembra un boomerang come quello di Macron che richiama l’ambasciatore in Italia. Una decisione folle che potrebbe alzare il livello dello scontro in Europa. E se è vero che ha il sostegno del PD, mi chiedo se è di sinistra anche questa avversione per Pioli. E dopo la sconfitta del suo preferito per la panchina Viola, il Bambi è uscito a saltare di palo in frasca. Perché lui vive in un mondo tutto suo, e malgrado ciò, quando parla male di Pioli riesce comunque a trovarci dei rompicoglioni. Le pillole di saggezza sugli altri allenatori, ieri dopo la sconfitta dei blucerchiati, le ho guardate meglio. Erano quasi tutte supposte.

domenica 10 febbraio 2019

Devo imbiancare


Hanno richiamato l’ambasciatore, ma per fortuna ci hanno lasciato Lafont e Veretout. E così malgrado alla fine fossimo decimati, Staffelli è partito comunque per presentarsi col tapiro a casa di Pioli per dirgli, “Eh signor Pioli questo è l’ennesimo P A R E G G I O”. Giovane la Fiorentina che non muore nemmeno dopo aver visto il Napoli, giovane il podio di Sanremo, anche se Mahmoud vince e non pareggia. Premio della critica a Lafont, miglior canzone che inizia per C alla Fiorentina, con “Coraggio”. Se la cantano e se la suonano, ma non è il Festival di Sanremo. Sono quelli di Hagi alla Roma. Diciamo che c’è nostalgia di Sousa e di Pino Mango. Non a caso ho tifato Ghemon, per la sua “rose viola”, un irpino che fa una canzone sul monte ingaggi della Fiorentina, e per il suo nome con la finale in consonante che mi ricorda Montiel. Mentre il PD dopo la partita di ieri si è scusato anche coi francesi della Fiorentina; Martina ha dichiarato “Veretout semmai è grasso che cola”. E io per festeggiare la parata di Lafont su Zielinski mi sono fatto un panino con il lampredot. Questa partita non ci ha detto solo che abbiamo una squadra molto giovane ma con gli attributi, ci ha detto anche che ha ragione chi critica Pioli, è da ceppiconi vantarsi di non aver perso, mentre i veri eroi si vergognano di essere invincibili. Il Bambi però non ne può più di tutti ‘sti pareggi, vuole vincere qualcosa, è passato troppo tempo dall’ultima gioia, io invece sarà perché è domenica, o forse sarà perché ieri era sabato, ho deciso che me ne fregherò della fretta del Bambi, sarò lentissimo e imperturbabile proprio come il suo cancello automatico. Mentre aspetto che il vetro si spanni penso che devo imbiancare le distanze. Quelle che separano un pareggio da una vittoria e da una sconfitta.

sabato 9 febbraio 2019

Indole sanguigna



A me sembra che sia diventata spasmodica la ricerca di responsabilità da addossare al tecnico, quello che può essere accomunato alla ricerca del telecomando. Scomponi una partita in mille episodi, oppure sul divano ti guardi "alla ricerca del telecomando perduto". E ti rigiri, ti alzi, ti rimetti a sedere. Cerchi tra le ripartenze subite da calcio d’angolo, come tra le pieghe del divano che fa angolo. Fino a quando non arriva la sconfitta, finché non senti il botto del telecomando per terra. Poi ci sono quelli che menano responsabilità a chiunque, non solo all’allenatore, come solitamente si fa con gli inviati di “Striscia”. Bulimici. Il Bambi fa addirittura ironia sul fatto che è uscita prima la Franzoni di Lafont. E’ addirittura arrivato a sostenere che l’unica alternativa al ceppicone è quella di un Governo di tecnici sostenuto da militari. E non vuol sentire parlare di golpe. Uomo, il Bambi, dalla critica ruvida, uomo che aveva espresso la sua indole sanguigna già quando comprò, all’epoca, la 127 Rustica. Non come quei fighetti di oggi, con tutto ‘sto possesso palla, transizioni, diagonali, spazi da coprire, con tutte ‘ste sigle; C4, X3, Q8. Per non parlare dell’incidente diplomatico con la Francia, che si dice nasca proprio da responsabilità oggettive di Pioli, e nello specifico dal suo approccio nei confronti di Veretout. Spie di spogliatoio raccontano che l’ottuso avrebbe chiesto al giocatore “Noio, voul au vent savoir quant sei gras”. Ci sarebbe anche la partita, ma come fa uno scoglio, che non sia Franco, ad arginare il Marek. Mi dice il Bambi che Hamsik non sarà della partita. In caso di vittoria Viola, allora, si dirà che è stata questa la circostanza  che ci ha favoriti. O forse si parlerà di nuovo degli angeli, chissà forse visto Sanremo, di Nuovi Angeli, magari di Diks Diks.

venerdì 8 febbraio 2019

Pioli come Berlusconi


Sono convinto che chi oggi odia Pioli, è perché da piccolo ha avuto Vycpalek come amico immaginario. E odia perché quegli amici immaginari sono spariti quando si sono fidanzati per poi ripresentarsi da single. E alla fine se uno s’incazza c’ha anche un po’ di ragione. Per questo c’è chi preferisce Alessandra Amoroso al rinnovo del tecnico. E sarà per questo che il contropiede dell’Udinese su calcio d’angolo a nostro favore sarà diffuso su tutto il litorale libico per scoraggiare la traversata dei migranti. Meglio il Dopo Festival di una sua intervista dopo partita. Il Bambi teme così tanto che riproponga Pjaca accanto a Muriel, che preferisce la Vanoni da mettere accanto alla nonna al pranzo di Natale. Volete sapere qual è la mia paura? Temo che chi vuole far fuori Pioli rischia la fine di chi ha votato Bersani nel 2013 e poi si è ritrovato Letta e Renzi al Governo a raccontar cose che di fatto gli hanno peggiorato la vita. E pensare che era gente che voleva fare fuori Berlusconi. Trovare un allenatore che ci vada bene è difficile come aspettare di cogliere l’attimo in cui i visitatori di un museo sono abbinati alle opere d’arte. Adesso vado a scrivere la relazione costi-benefici sull’ingaggio di Gerson. E sempre a proposito di costi-benefici, troviamo un compromesso e facciamola ‘sta benedetta TAV. La chiudiamo per le feste? Mentre quella su Pioli è piuttosto l’analisi dei mostri e malefici. E diciamoci la verità fino in fondo, la Francia ha richiamato l’ambasciatore a Parigi perché Veretout è stato definito grasso ed Eysseric rispedito al mittente.


giovedì 7 febbraio 2019

Dietro a certe affermazioni


Dal navigatore del tifoso terrapiattista; “Biraghi pippa” RICALCOLO…”Non si tira mai in porta” RICALCOLO….”Muriel grasso” RICALCOLO. E se calano gli ascolti di Sanremo è perché Baglioni li fa correre troppo. Che poi bisognerebbe saperle tutte, per esempio cosa può esserci dietro a certe affermazioni, e non mi riferisco solo a quelle di Venerato e Zoff. Prendiamo le mie quando ho detto la prima volta che Pioli è un buon allenatore, è come quando ti mettevano di fronte a scelte importanti ed estreme tipo “o la borsa o la vita”. Quindi è facile dire che Pioli è un buon allenatore, “ok, tieni il panino con il lampredotto” è molto più difficile. Dietro a certe interviste, affermazioni, considerazioni che non ci piacciono tendiamo sempre a trovare una giustificazione per delegittimare chi le ha fatte. A proposito di Sanremo, e quindi di canzoni, a me nessuno toglie dalla testa che quando Cocciante cantava “Perché Margherita è bella ed è lei la mia follia” l’abbia dedicata a una pizza. Così come l’ultimo selfie di Pioli pubblicato sul suo profilo Instagram non mostra la vivacità intellettuale che gli riconoscevo dopo certe sostituzioni. Oggi le comunicazioni sono un problema, ho sempre pensato che alcuni di voi abbiano scientificamente rinunciato a diventare famosi proprio perché c’è troppo materiale compromettente in giro per il web. E quando dico compromettente mi riferisco ad affermazioni tipo “si comprano bidoni e si rivendono campioni”. Frasi magari figlie di analisi approfondite, che poi uno può estrapolare dal contesto per strumentalizzarle. Il Bambi ancora oggi quando gli ricordi del gol sbagliato a Genova da Simeone dopo neanche un minuto, lui che aveva sempre dato la colpa a Pioli reo di sfiancarlo in rincorse dettate da soluzioni di gioco inadatte alle sue caratteristiche, esce ancora a negare l’evidenza. E penso anche a quei tifosi Viola estremamente sensibili quando suonano un citofono, fintanto che stanno sotto ad aspettare, gli passa davanti tutta la vita, l’ultima coppa Italia vinta, i soldi buttati per Gomez, ovvio che poi rasentano il mutismo quando dall’altra parte rispondono “chi e?”.

mercoledì 6 febbraio 2019

Quella piacevole alchimia


A proposito di allenatori che fanno la differenza piuttosto che dei centravanti, dico che siamo tutti di passaggio, ma qualcuno deve pur far gol. La visione delle cose per fortuna è diversa, non solo nel calcio. Potrebbe essere il vento forte, oppure qualcuno che sta tentando di entrare dal balcone con tutto lo stendino. Alla fine la domanda sorge spontanea; meglio che sia entrato Pjaca a Udine o lo zenzero nel paniere Istat? Qui sembra che Veretout perde palla ed è colpa di Pioli, Simeone sbaglia gol a porta vuota ed è colpa di Pioli, siete sicuri che quando smadonnate perché siete a fare la doccia, quel qualcuno che apre l’acqua non sia proprio Pioli? Per tranquillizzare il Bambi gli ho ricordato che poteva anche andare peggio se solo avesse investito in bitcoin. Poi penso per un attimo che senza lui oggi saremmo quarti, ma solo per un attimo perché non ne sono così sicuro, forse è solo qualcosa di strano che si è messo in testa il tifoso. A prescindere dal carnevale. Sono dovuto partire, ho colto così l’occasione per scappare via dai luoghi comuni del calcio. L’aria era troppo stantia in città. Ci siamo abituati a confondere la realtà con quelli che sono dei semplici punti di vista. Prima di partire però, tra il serio e il faceto, ho digitato Biraghi su YouPorn e mi è uscito “un’inculata pazzesca”. Riflessioni in viaggio; i rullini, ve la ricordate quella strana ansia che ti prendeva quando dovevi ritirare le foto? Era una sorpresa, una piacevole alchimia rottamata dai selfie. Come il senno di poi nel calcio che dovevi andare a consumarlo al bar mentre oggi te lo consegnano a domicilio.

martedì 5 febbraio 2019

Il disegno del destino



Può essere che le scritte in cinese sulle maglie dell’Inter volessero tutte dire “Pioli ceppicone?”. Perché Ranocchia centravanti è un chiaro retaggio della vecchia gestione tecnica piolesca. Purtroppo a forza di denigrare il ceppicone ci si fa male da soli, quella terra bruciata che non è nemmeno di Siena, con il rischio di disincentivare i potenziali tecnici a venire qui a insegnare calcio per paura che gli addossino le colpe di quello attuale. Ma a differenza di Pioli per il quale si chiede solo l’esonero, a Milano stanno valutando se citare per danni Spalletti. Siamo i soliti bischeroni. Dopo la condanna di Concita De Gregorio a risarcire 5 milioni per diffamazione, adesso ho il terrore di essere condannato anch’io per aver dato di allenatore a Pioli. E se ami qualcuno lo devi lasciare andare. Così come anche se lo odi. Se poi ti resta indifferente, va lasciato andare lo stesso. Lasciamo quindi andare fuori dai coglioni Pioli, a prescindere. Me lo ha detto il Bambi, la cui compagna dopo averlo sentito per mesi invocare il suo esonero come unico rimedio, indispettita, ieri gli ha ricordato le proprietà della curcuma, e gli ci ha preparato subito un bel brodo vegetale. E comunque qualsiasi dramma, tipo il contropiede di Pussetto, viene sempre interrotto da uno sbadiglio. Prima di chiudere voglio invitare a guardare con più attenzione i dettagli del disegno del destino, stare sotto in classifica o nel sottoscala sociale non è sempre così spiacevole. Di contro devo riconoscere che non sia facile per chi s’intende così tanto di calcio vivere in un mondo in cui gli opposti si attraggono.

lunedì 4 febbraio 2019

Se Luciano è il sogno abbozziamola con i peperoni


Fiorentina offensiva e Udinese tutta schierata dietro la linea della palla. Partita difficile, di positivo la capacità di recuperare lo svantaggio e la voglia di vincerla fine alla fine. Il miglior gesto tecnico non è stato quello di Edimilson, ma quello di Behrami, capace di prendere l’ammonizione solo all’80°. Dopo le due vittorie è bastato un buon pari in un campo tradizionalmente difficile per ricominciare la solita solfa sull’allenatore. L’Inter di Spalletti per parlare di sogni, in 22 partite non è mai riuscita una volta a recuperare il risultato dopo lo svantaggio. Ma ancora non è niente, come tifo il meglio potremo sempre darlo quando arriverà il sostituto di Pioli, magari proprio quel Luciano che incide, quel valore aggiunto, e quando succederà almeno una volta di perdere, in quel singolo e sfortunato episodio, se tanto mi da tanto, si dirà come si fa in politica; “è colpa del Governo precedente”. Lui così come Salvini, una volta sanata la mancanza di gioco, indosserà con orgoglio la maglia della salute, anzi la felpa. Non è mancato l’impegno, piuttosto la lucidità, e mentre Chiesa continua ad essere ispirato, Muriel si appanna alla terza. Occasioni importanti per far gol quelle di Pezzella su calcio d’angolo, doppio Chiesa nella stessa azione, e Ceccherini allo scadere. E dopo l’allenatore nuovo penseremo alla Proprietà, sperando anche noi in una che ci possa far vedere i nomi in cinese sulle maglie, oppure un presidente come Preziosi che ci consentirebbe di proporre con forza la novità di un’altra finestra di mercato in modo da vendere il Sanabria di turno verso marzo. Quello che voglio dire è che una volta non c’è speranza in Coppa Italia per via del tabellone, poi dopo un pareggio addio piazzamento Uefa, allora non avere aspettative diventa un esercizio quotidiano snervante. Invece di fare tutto ‘sto sforzo sarebbe meglio arrendersi subito e aspettare che siano inevitabilmente deluse. Attenzione quindi a questi lunedì in pasticceria che ti danno pure la fregatura con la crema. Il Bambi ha detto che ormai l’hanno "sgamato" Pioli con quelle ripartenze, per questo l’Udinese si è abbassata così, se lui si è creduto furbo, l’allenatore dell’Udinese lo è stato di più. Lo dice con cognizione di causa, lui è sempre stato un tattico che studia l’avversario,  così quando venne il momento di farsi la foto per la patente si fece tre canne in modo che quando lo avessero fermato dopo aver fumato sarebbe sembrato normale. Poi però arrivarono i test. Così Pioli dopo il test-Nicola, il referto non lascia dubbi; un ceppicone.

domenica 3 febbraio 2019

Quella bizzarra storia d'amore



Qui si è spesso parlato di manovra involuta, del resto siamo tutti tecnici della recessione, ma l’ultima uscita di Conte che l’ha definita “manovra espansiva”, mi ricorda molto quella di Pasquale, un nostro manutentore degli impianti al Brennero, che proprio per la sua origine siciliana, mi saluta baciandomi. Quindi ho fatto un selfie con il boom economico, Muriel e Chiesa, ma dietro è venuta la recessione, Simeone e Pjaca. Per cercare in qualche modo di prolungare il più possibile questo momento fatto di vittorie, gol di Muriel e Chiesa, contropiedi devastanti, in una sorta di scaramantico rituale della continuità, ho cominciato a non scendere dalla macchina finché non finisce la canzone. E comunque non ho mai creduto che “pensate con la vostra testa” fosse un buon consiglio”. Questa Fiorentina dello scampato esonero ne è l’esempio. Se poi volete proprio scrivere cose controcorrente, tipo si gioca male, non si tira in porta, oppure Biraghi è una pippa, potete sempre scrivere un commento in cui si precisa che non sta nevicando. Molto più originale. Piuttosto speriamo di essere baciati dalla sorte. Sulla camicia bianca, perché si fa presto a dire bianco, anche il bianco ha un suo suono. E non lo dice un ceppicone, lo diceva Kandinsky. Che poi la fortuna abbia baciato quelli nati a maggio del ‘62 è storia. Altra considerazione propiziatoria sull’ingresso in campo di Simeone e i suoi tiri che spesso sorvolano la traversa, non tutto finisce lì con l’occasione incredibilmente fallita. C’è un romantico dopo le occasioni fallite dal Cholito, che mi riporta a quando ero ragazzino. Quella bizzarra storia d’amore tra i rami dell’albero e il pallone.


sabato 2 febbraio 2019

Certi sguardi



Dopo il mancato esonero di Pioli abbiamo tutti bisogno di un Conte che nel momento più triste della tua vita ti sussurri: ”sarà un 2019 bellissimo”. Ma tra i vari responsabili della frenata nel girone d’andata non c’è solo il Mister, bisognerebbe annoverare anche la moria della vacche dei fratelli Capone. Poi è anche vero che il ceppicone, oltre ad essere tale, è pure freddoloso, perché molti allenatori più quotati di lui, nonostante freddo e neve si ostinano a uscire di continuo. Dopo l’uscita dalla Coppa Italia, per il freddo a Spalletti è apparsa anche la Madonna di Campiglio. Tanto per dirne uno. E da quando è arrivato Muriel, il Bambi programma le sue serate con l’alcolritmo. Ma soprattutto dopo che il tifoso Viola si è cominciato a chiedere come sia possibile vedere sprazzi di bel gioco, San Paolo si è messo a chiedere ai Corinzi come si scrivono le lettere. Piero Angelo ha esortato Giacobbo a spiegargli come funziona il buco dell’ozono. E col più classico dei retropensieri, è come se la mamma del Bambi gli chiedesse come si lanciano le ciabatte. In attesa della partita con l’Udinese intanto il Marasma si è messo a diffidare pure dei mesi a cui non si dedicano canzoni. In queste ultime partite della Fiorentina è consentito vedere delle manovre accettabili ai soli tifosi ceppiconi, con la stessa psicologia inversa applicata ai passi carrabili. La propria idea su Pioli non si può buttare, me l’ha spiegato il Bambi che nella rubrica telefonica ha dei numeri di persone che non può più chiamare, ma che non vuole cancellare. Come se servisse a tenerne in vita un po’ il ricordo. O la convinzione. E dopo il passaggio in semifinale ha cominciato a guardare il cielo con lo stesso sguardo di Truman

venerdì 1 febbraio 2019

L'ordine via fax



Da un ceppicone ai 7 golli, c’è chi lo spiega con la magia dei giorni della merla, e chi con il Merlot. Dagli angeli a Merlino insomma. A questo punto qualcuno salga la considerazione per Pioli. Brutto quando invece ti alzi bene la mattina dopo un 7 a 1 pensando che quella sia una buona giornata e subito dopo il caffè realizzi che sarà un’altra giornata di merda perché non basta un 7 a 1 se ti rendi conto che in panchina c'è sempre un ceppicone. Insomma, quando non basta nemmeno l’evidenza per riconoscere che avevamo esagerato con certi giudizi, allora mi butto sui culi. Ma poi penso che tanto a lanciare sassi nello stagno non succede niente, cerchi concentrici che si annullano tra loro. E certi giudizi non cambieranno mai, come il fornitore che ti chiede di mandargli l’ordine via fax,  anche se non esiste più, e che l’ultimo fax fu quello mai arrivato di Vittorio dalla Colombia. Niente, vuole comunque l’ordine via fax. Spero che chi non riesce a rivedere certi giudizi possa almeno avere la fortuna di camminare sulla neve che scricchiola, perfetta colonna sonora dell’esistenza. E a questo punto non sono neanche sicuro che sia riuscito ancora a smontare l’albero di Natale. Ma a me non mi delude più nessuno, neanche Spalletti, sono diventati tutti così prevedibili. Il Bambi dice che a noi che ci fidiamo di Biraghi ci dovrebbero fare il monumento ai caduti dalle nuvole. Sarà per questo che la mia passione per la Fiorentina è croccante fuori e morbida dentro.