Oggi
ci sarà l’incontro tra Ramadani e la società, a meno che non facciano
come Galliani e Berlusconi che si sono dati alla macchia lasciando
Allegri e la Roma con il cerino in mano, strategie, ognuno affilerà le
proprie armi, ognuno spiegherà le proprie forze, e per spiegare bene le
proprie forze ci vogliono parole chiare e argomenti comprensibili, è
necessario da parte di Ramadani anche un certo tatto perché i DV sono
suscettibili, Diego è permaloso non solo pontellizzatore, e i segnali
verso la Juve di Elkan non sono propriamente così concilianti, come del
resto Marotta e Berbatov non sono un precedente così favorevole, il
momento però è cruciale per definire l’assetto della nuova Fiorentina e
comunque non sarà facile venirne a capo senza lasciare qualche morto sul
terreno della trattativa. Il precedente rinnovo di Jovetic è invece
una buona bottiglia da aprire alla speranza di un buon esito, che potrà
sevrire a conciliare gli animi al tavolo delle trattative anche in
relazione alla posizione di Ljajic che è a capotavola dei nostri
pensieri, e poi Fali Ramadani vorrà mantenere buoni rapporti con una
società che oggi non è proprio l’ultima arrivata, ma se così non fosse,
se volessero decidere per lo scontro cruento, troveranno gli uomini di
mercato della Fiorentina che hanno le spalle larghe, anche se gli
scenari che ci auguriamo noi tifosi non sono quelli così robusti, brutali,
dove si dovranno misurare forze e resistenze maschie, no ai bracci di
ferro sudaticci, personalmente amo molto di più i fianchi che a differenza delle
spalle larghe devono essere stretti, capaci di formare quella
meravigliosa ansa, di dare cioè la forma sinuosa dell’anfora alla
trattativa, preferibile mille volte alla mascolinità della notizia Ansa
di una rottura tra le parti, strategie appunto, scontri epici frontali,
prove di forza come quelle di Lotito che a differenza di Corvino produce
solo olio di fegato di merluzzo utilizzato per purgare chi non vuole
scendere a più miti consigli, con l’immancabile epurazione dei
dissidenti nella Tribuna Monte Mario, oppure azioni più raffinate,
guizzanti, con improvvise incursioni ai fianchi, appunto. Del resto la
vita del tifoso è già lastricata di amarezze di suo, e che in questo
caso, e solo per il rispetto dell’armonia delle forme, per la purezza
delle giuste dimensioni vorrebbe che fosse una trattativa guizzante per evitare uno snervante lavoro ai fianchi, e che abbia anche il giusto
vitino di vespa che si richiede in questi casi, del resto le misure
classiche di una trattativa che si rispetti sono 90 - 60 - 90, tutti
multipli di 30 che sono i milioni di euro che chi vuole Jovetic dovrà
scucire e che sono stati individuati non a caso ma per mantenere proprio le
giuste proporzioni. Una sola preghiera, non ci facciamo incantare da
Marotta che vuol far passare quel difettuccio della vista, quella
mazzumaglia che vi vorrebbe dare di resto, per uno strabismo di Venere.
.
venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
La macchina del tempo
Oggi
un ricordo, che più di un ricordo vuole essere un augurio visto che non
è che me lo ricordi poi così tanto bene il secondo scudetto, ma la foto
è bella e la voglio condividere, sfruttando l’entusiasmo presente in
città intorno alla squadra, una città finalmente liberata dal magone
dello smantellamento, debellato il virus della
pontellizzazione e con la speranza che la gente si ritrovi a frequentare luoghi e abitudini sane della città, come andare ogni tanto anche in Piazza della Passera invece di farsi sempre così tante seghe mentali. E’ un ricordo che propongo come buon auspicio per la
prossima stagione, come una buona prassi di pensiero, come il bicchiere
mezzo pieno, come una buona abitudine prima di andare a letto, con la
speranza che se ne vada a letto anche Letta, insomma, un ricordo che
funga da filo interdentale dell’ottimismo, da usare per togliere i resti
delle parrucche finte che rimangono tra i denti, e sembrerà strano ma
proprio tra quelli più radi d’intelligenza. E Visto che nella foto c’è
Rascel penso a una foto del terzo scudetto che ne ricalchi lo schema,
una sorta di proiezione sentimentale, con Montella Maestro del genere dello schema, e che debba essere quindi riproposta anche la formula
del comico, e chi allora meglio di Montolivo dopo la battuttona di
Coverciano, un giocatore che ancora una volta sembra voler percorrere
una nuova strada, quella di alzare l’asticella su Zelig dopo che anche a
noi aveva manifestato la volontà di cambiamento, di vivere la sua vita
professionale lontano dal grigiore della provincia. Non tutti sanno però
che prima di andarsene al Milan usò le parole di un testo di Bisio per lasciarci
“Voglio vivere la vita come un alito di vento che, inseguito
dall’aurora, già racchiude le speranze di un domani tutto mio che mi
appartenga, e come donna accarezzare nuovi scampoli d’assenza”, io
dicevo (Corvino) “Sì capisco, vuoi gli scampoli d’assenza” ma pensavo: “Puttana”.
Aggiungendoci oggi davanti un bel “figlio di”. Il bianco e nero della
foto ci ricordano che è anche l’ora di mettere del colore sulle foto
della nostra passione, di fermare un nuovo ricordo con la gioia
finalmente tinta di presente, e la vittoria della Fiorentina sarebbe
una gran bella cura anche e soprattutto per il calcio, per rendere
credibilità a un movimento che rischia lo stesso astensionismo della
politica. Sarebbe più di una bella foto, sarebbe addirittura un
manifesto, un’immagine priva di qualsiasi espressione sbagliata visto
che oggi la Fiorentina è di gran lunga la migliore espressione del
calcio italiano, la più moderna, persino la più seguita fuori dal nostro
paese. Oggi quindi facciamo un tuffo nel passato ma in chiave futura, e
proprio per questo vorrei aggiungere alla foto del terzo scudetto un
filo conduttore, che ci sia cioè un passaggio del testimone per liberare
quel passato e per farlo diventare grande presente, quindi ci
vorrei anche quei protagonisti del secondo scudetto che sono ancora tra
noi, come se fossero usciti dalla macchina del tempo nella versione più
dolce che sia stata mai costruita, proprio come la seconda foto, che è
un bellissimo esempio che ritroviamo anche nella vita di tutti i giorni.
mercoledì 29 maggio 2013
Scomode prospettive
Tanti
i movimenti di mercato intorno alla Fiorentina, più di quelli che
normalmente si registrano intorno a un mercato rionale, ultimi in ordine di
tempo sono quelli avvistati nei pressi della “Vucciria” con Ilicic e con
il possibile riscatto di Viviano, mentre piovere piove su tutti ormai
quasi come in Blade Runner, e così certi modi di dire come “piove sul
bagnato” non valgono più solo per la Roma dopo il derby di Coppa Italia,
o per Montolivo che viene infamato dopo una battuta infelice, no,
valgono proprio per tutti. La Juve intanto, dopo aver vinto lo scudetto non può
fare trentuno se prima non caccia trenta, bloccando di fatto modi di
dire e filastrocche, intasando l’uso di certe espressioni popolari,
perché la Juve fa parecchi discorsi che a loro volta non fanno flanella,
e che bloccano per esempio il trotterellare dei trentatre trentini che
vorrebbero entrare in Trento. Studi medici in rivolta, letteralmente
imbufaliti con Marotta, danneggiati nello svolgere della propria
preziosa attività, deolontologicamente frustrante giocare al ribasso col
paziente, mortificante usare lo stetoscopio auscultando sottocosto,
“dica ventinove” non è accettabile, ma se la Juve non sblocca la
situazione e arriva a quei fatidici trenta milioni per Jovetic nessuno
potrà fare più trentuno, i trentini andranno a passo d’uomo e i dottori
non potranno chiedere formule consolidate da tempo come il “dica
trentatrè”. Menomale che c’è ADV che anticipa, perché in mezzo a tanti
taccagni e alla crisi economica profonda del calcio e non solo, la
Fiorentina è l’unica squadra a intasare le strutture private per fare le
visite mediche ai nuovi giocatori, il Fanfani ringrazia ma vorrebbe
respirare, pianificare, essere avvertito per tempo visto che il mercato
non è ancora ufficialmente aperto e gli stagionali erano stati previsti
proprio a partire da quella data. Poi ci sono categorie più a rischio a
proposito di numeri quando la crisi attanaglia, a parte i trentini e i
dottori, in pochi altri sono in grado di arrivare a certe cifre, la
Bice, che anche quest’anno sarà la nostra inviata a Moena, ha raccolto
lo sfogo della categoria dei gatti che avendo il sette come numero di
vite massimo a disposizione teme che siano una cifra più abbordabile per
Marotta, e che dopo Berbatov vada a rompere i coglioni anche a loro che
già hanno difficoltà serie di prospettiva, il felino Viola infatti, randagio e
non, ha raccontato di avere ormai seri problemi di assetto specifico che
rende difficile seguire una squadra che va così bene, nella foto ha voluto far presente alla Bice quale postura sia ormai costretto
a tenere per guardare la classifica della Fiorentina. Un disagio quello
dei gatti che però va oltre alla specifica categoria, che è diventata
una seria preoccupazione anche per le squadre che dal prossimo
campionato rischiano seri problemi alla cervicale se vogliono continuare
a guardarci. E chi si è accorto della Fiorentina, anche in Europa, non sono proprio quattro gatti.
martedì 28 maggio 2013
Un saluto al piccolo Toni
Dopo
Lucone Toni un altro addio, quello di Little, certo più doloroso anche se più
piccolo, e anche se la sua musica non è stata mai la mia, era comunque
un’icona di una certa Italia simpatica, una figura che ci ha accompagnato, che ci
ha fatto sorridere, che c’è sempre stata, ne soffrirà molto anche Carlo
Conti, adesso costretto a puntare solo su Bobby Solo per popolare i suoi
programmi di nostalgia canaglia. E dopo il Ciuffi un altro ciuffo, forse
il più famoso ci saluta, miracolato dalla calvizie e dal diradamento
se ne è andato lasciando solo Bobby Solo, l’ultimo ciuffo importante
rimasto prima dell’estinzione della specie. Adesso spero che il piccolo
Toni possa andare dal grande Elvis che sono sicuro gli presterà finalmente le sue
giacche, quelle originali. Si è parlato molto anche del portiere ieri
dopo il probabile arrivo del nazionale uruguagio, ruolo del resto troppo
importante, certo che se ci lasciasse anche uno che si chiama Viviano potrebbe sembrare veramente uno sperpero nel momento del commiato, uno
schiaffo al lutto, per il De profundis sembrerebbe più adatto un De
Santis anche se a sua volta, al suo interno contiene tracce pericolose di fresche
cittadinanze onorarie. La Juve è squattrinata e la Fiorentina non vuota
le cantine a nessuno, questa in sintesi la situazione sul fronte
Jovetic, di Matri ci interessa più la Nargi eventualmente, e se proprio
vogliamo mettere una velina nel motore meglio comunque la Satta di
Boateng. Intanto è tornato Benitez spinto dal desiderio di De Laurentis
di sostituire Mazzarri con un allenatore vincente e di nome, quel Benitez
che somiglia tanto a un ippopotamo, e così voglio rappresentarlo, sospinto
a riprovare con più fortuna la sua avventura in Italia, a riemergere
insomma da un fallimento professionale che ancora brucia. Rimangono aperti i
fronti delle panchine del Milan e della Roma, mentre spifferi cileni
sembrano portarci i buoni ripensamenti di Pizarro, non sarebbe male
tenere il metronomo sopra al pianoforte di Montella, del resto
nell’opera d’arte creata dai Maestri del mercato Pradè e Macia lo scorso
anno tutte le pennellate sono state messe al posto giusto, nessun
tweet fuori posto come quello di Osvaldo, tutto deve rimanere
armoniosamente dentro alla cornice, che comprende anche quella di un
pubblico nuovamente innamorato, non vogliamo uscire dalle righe, o dalla
cornice, non ci abbassiamo a nessun volere, ne a quello di jovetic se
non ci porta il malloppo pattuito ne a quello di Pizarro se non vuole
rimanere in tribuna, possiamo uscire solo a prendere un caffè, e
chinarci solo se è troppo basso, come da foto, anche se personalmente lo preferisco
normale e senza zucchero.
lunedì 27 maggio 2013
Non una semplice pera
E’
toccato a Lotito suonare al campanello di Trigoria, altro che ufficiale
e gentiluomo, ufficiale giudiziario mezz’omo, lì a decretare in latino
il fallimento della stagione giallorossa. Pignorato il sogno americano,
ora al popolo romanista non rimane che il suicidio per mezzo di
puncicata di massa in una rivisitazione dolorosa del più classico “
scambiatevi il segno della pace”, trasformato dalla disperazione del
momento, ma con la fede incrollabile giallorossa, in un più cruento “la
puncicata sia con te e con li mortacci tua” diretto al gluteo o alla
faccia a gluteo tipica del popolo romanista. La finale di Coppa Italia
regala un primo tempo meno brutto solo del tempo brutto di sabato, il
secondo si “rischiara” un po’ con le squadre che si allungano come la
distanza dalla Fiorentina, con il gioco che rimane comunque il grande
assente, e si rischiara ma solo fino alla grandinata finale sulla
stagione della Roma, con il gol di Lulic che per certi versi sembra più
un meteorite. E così anche la “maggica” ripartirà molto indietro, se
ripartirà, visto che probabilmente la disfatta ad opera laziale si
porterà dietro furibondi strascichi, difficile per Allegri ritirare su
la baracca, ancora di più del lavoro sporco che attende Mazzarri alla
pinetina. Intanto, perso il Siena riguadagniamo subito un’altra
trasferta comoda, Livorno o Empoli, avremo comunque ancora del buon
vicinato disposto a farci pasteggiare a cacciucco oppure con la bistecca
del Bianconi, basterà prendere la FiPiLi per prendere anche i tre
punti, e senza pagare nemmeno il pedaggio oppure il dazio di un derby
toscano. Tornando invece a quanto di succulento è successo ieri
all’Olimpico, la Lazio fa in tempo a rimettere in sesto una stagione che
l’aveva vista naufragare nel girone di ritorno dopo una prima parte
invece scintillante, che l’aveva vista addirittura sgomitare nella lotta
per il primo posto. La Roma no, ne esce con le ossa rotte, la Bice mi
segnala una mostra di arte contemporanea post match di un Maestro di
fede giallorossa che mostra le due opere create nella notte passata tra
lo studio e il water, nella prima l’artista ci mostra come dopo la pera
di Lulic si sia spenta la luce su una stagione terrificante, fatta di
esoneri, di litigi in allenamento, e che oggi la vede fuori dalle coppe e
con il torsolo della pera di Lulic in mano, che a Roma è molto più di un
innoquo torsolo, e infatti nasce la seconda opera creata nella notte
passata tra lo studio e il water, che rappresenta quel torsolo che nella
capitale deflagra come una bomba. L’artista poi, tra uno strizzone e
l’altro ha spiegato alla Bice che le due opere vivono prima da sole, di
un loro preciso significato che è quello che ci ha già spiegato, ma
subito dopo vanno lette come un dittico che racchiude invece un
significato univoco, quello che l’artista prima di congedarsi ha voluto
esprimere sostenendo che il progetto americano è già alla frutta.
domenica 26 maggio 2013
Qui gatta ci Covi
Anche
a Londra va in scena la solita commedia del calcio all’italiana, e
visto che c’è di mezzo Dante, possiamo azzardare per certi versi persino
divina, almeno per il Bayern, perché Rizzoli non lascia speranza a voi
che entrate nel mondo del calcio e della sudditanza di casa nostra. Un
inferno. E se il poema è diviso in tre parti, il calcio invece in due
tempi, 33 canti per parte contro 45 minuti per tempo, e con l’arbitro
italiano che sta sempre dalla parte del più potente, che sia un tempo,
due tempi, i tempi supplementari, comunque dalla parte giusta e dalla
notte dei tempi. Le terzine incatenate di Dante sono oggi sostituite da
più ruvidi, pelosi, muscolosi e zazzeruti Danti, non più terzine ma
terzini, bassi o alti non importa mentre noi dovremo pensare solo a
incatenarci davanti alla Lega per protestare contro questa commedia
messa in scena della classe arbitrale italiana, quest’anno addirittura
degenerata in farsa con l’epilogo di Siena. Alla vittoria del Bayern in
Champion, caratterizzata dalla mancata espulsione di Dante, è mancato
solo il commento a cazzo di cane di Oliviero Behatrice, che come
Virgilio, Zazzeroni, Civoli, Liguori, Varriale, ci accompagnano senza
vergogna nell’inferno delle nostre domeniche della commedia, nelle quali
gli anelli numerati e sempre più stretti dell’Inferno di Dante, non
sono altro che le giornate di campionato, che ci raccontano come se
avessimo gli anelli al naso, numerati o no, larghi o stretti, comunque
Galliani come Lucifero, e davanti alla Stige ci sono loro, gli iracondi
della pontellizzazione, della smoblitazione, gli autolesionisti, i
pervertiti tutunciani, puniti in acque fangose che oggi equivalgono al
navigare nella propria merda. E stasera come se non bastasse c’è la finale di Coppa Italia dove se non c’è stata buona comunicazione tra Nicchi e Braschi c'è da
aspettarsi soprattutto un rigore per il Milan, anche se il derby è romano, c'è da aspettarsi la
sagra delle puncicate lungotevere, poi la solita porcata arbitrale dentro a
una rosetta come se fosse porchetta, direbbe Liguori che parla con la bocca
piena e che rutta considerazioni come fosse un fiume in piena, fangoso
e pieno di merda come gli iracondi antidellavalliani. Ci aspettiamo che
nevichi o almeno grandini visto l'arrivo dell'inverno, come del resto è successo quest’anno su chi a Firenze si aspettava la disfatta marchigiana, tutti quelli che avevano
finanziato il container di parrucche e nasi finti comprati in Corea a un
prezzaccio per sferrare la contestazione finale, gli amanti di
Zamparini e Preziosi hanno dovuto ripiegare, sono rinculati nelle
retrovie, sono stati inculati, e solo il fiuto da giornalista d’assalto
della Bice poteva scovarli intenti a pianificare nuove peripezie. La
nostra inviata è infatti riuscita a fotografare il Vuturo che ha
presentato il nuovo volto della contestazione di Moena, quello della
nuova stagione, questa volta più raffinato grazie allo sponsor tecnico
che sarà il Covi, per spurgare meglio le proprie frustrazioni, e dopo aver constatato che i nasi e le parrucche finte si erano
dimostrati inefficaci.
sabato 25 maggio 2013
Una bella Mona
Sono
bastati i primi movimenti di mercato per scoprire le carte, sono
arrivati improvvisi come le folate di vento che hanno scoperto le mele
della Walravens a Cannes, folate oscene in luogo pubblico, loro, lei una
gran bella Mona di nome e di fatto, non solo in Veneto. Tempestivi,
ficcanti, chirurgici, onnivori, così gli uomini di mercato hanno
scoperto il loro piano B, quello in risposta al campionato farlocco
appena finito, che prevedeva il Milan in Champion, che ha sanato con i
rigori di un piano regolatore ad personam l’abusivismo con il quale si
era costruita una baracca di squadra sull’argine dell’indecenza.. E
adesso il sorpasso a più non posso, operazioni mirate a go go mentre
molte delle aspiranti al titolo sono ancora nella corsia d’emergenza a
cambiare il ruotino, non sono proprio senza mutande come la Mona, ma
molte sono ancora senza allenatore, senza soldi, senza idee, e senza
nasconderci dietro a una folata di vento di Cannes, libidinosa quanto si
vuole, possiamo affermare che sono nella merda, tanto che al massimo si
potranno litigare Marrone, l’unico giocatore tono su tono per
situazioni di cacca. I tifosi del Milan di Champion da indulto, anche se
condonati alla viva il parroco sono già sul piede di guerra, sono lì a
contestare un presunto allenatore, abituati come sono a presunti rigori o
a giocatori presunti come Montolivo. Stramaccioni che a inizio stagione
era stato accomunato a Montella tra i giovani allenatori più
promettenti è già stato triturato nell’immondezzaio di Moratti che dopo
aver pontellizzato sta pensando di vendere al Tutunci indonesiano.
Mazzarri sembra essere una garanzia ma il lavoro da fare sembra comunque
immane anche per lui, si muove bene la Juve, ma tre scudetti
consecutivi sono contronatura come un lancio smarcante di Montolivo, o
l’entusiasmo su Fi.it dopo una vittoria Viola, almeno una tra Roma e
Lazio deve ancora fare i conti con il dramma di una sconfitta di Coppa
Italia che vuol dire fallimento della stagione senza se e senza ma, e
dal quale sarà dura rialzarsi, e l’altra partirà comunque molto indietro
in campionato, il Napoli di Benitez riparte per un nuovo ciclo con
tutte le incognite che si porterà dietro l’addio di Mazzarri, anche se
con la vendita di Cavani e i proventi Champion potrebbero avere a
disposizione un centinaio di milioni per fare mercato. Comunque
opereranno le altre è certo che noi daremo fastidio, molto, perché
intanto siamo già in vantaggio, schizzati via come una lepre verso
Moena, dove Montella potrà avere la squadra al completo dal primo
giorno. E se tanto mi da tanto, con una squadra che già si conosce, con
l’allenatore che potrà lavorare con più tempo e inserire così i nuovi
su un telaio rodato, con le pernici che da impagliate son diventate una
lepre che schizza via veloce verso obiettivi importanti, del resto è noto da
sempre quanto sia difficile catturare una lepre, molto più che afferrare
delle pernici imbalzamate.
venerdì 24 maggio 2013
Volta & Gabbana
Montella
è sereno, ritira premi a destra & a manca, ne fa incetta mentre non
è affatto incerta la sua panchina, ribadita più volte la sua voglia di
Viola, a destra & a manca, e manca invece quel fastidioso eccesso in
tutto quello che dice, quello tipico sempre presente nel calcio, come in
quello che fanno nella moda Dolce & Gabbana. Parla di terzo posto a
ribadire la sua ambizione e tranquillità malgrado le parole eccessive
del procuratore di un Pizarro schifato dal calcio italiano, un giocatore
ferito nella sua anima più nobile e che per questo sceglie di andare a
curarsi nella Nazionale del suo paese, cambiando ancora idea in
perfetto stile Volta & Gabbana. C’era una volta la gratitudine,
storia di un Volta & Gabbana su se stesso, come le sue fatidiche
piroette, ripescato dall’oblio della sua carriera, e che oggi senza
tante piroette di parole vorrebbe volgarmente mettere a frutto
l’occasione che gli ha concesso proprio la bellissima Fiorentina di
Montella, per andare a guadagnare cifre importanti in campionati
moralmente più consoni alla sua statura morale, che per fortuna è
superiore a quella fisica. Il Pek senza tanti salamelecchi e senza soprattutto il
coraggio di comunicarci direttamente le sua volontà, probabilmente perché non degni, ci
dimostra una sensibilità pari alla mancanza di riconoscenza. Una nota
stonata quella del Pek, sgradevole quanto inattesa, ci ricordiamo,
invece, quanto la Fiorentina sia stata comprensiva nella tragica
circostanza della scomparsa della sorella, oggi bisognerebbe esserlo un
po’ meno, se serve un adeguamento va bene, non certo le cifre che
sembrano essergli state offerte da campionati meno malati del nostro,
altrimenti c’è un contratto, c’è la sua età, si tiene i 700.000 euro
intorno ai quali potrà piroettare ingrugnito quanto vuole, e ci servirà
come esempio curativo per le nuove generazioni di un calcio senza più
riconoscenza. La squadra è forte, l’ambiente è sereno e motivato, c’è
ambizione, entusiasmo e competenza, soprattutto questa, saremo più forti
malgrado il peso del Volta & Gabbana sulle spalle, un fulmine a
ciel sereno come ha detto Montella, che ha aggiunto però che se ne andrà
comunque in ferie molto tranquillo pensando al terzo posto, non sarà
certo l’ingrato a sciuparcele, e per una volta tanto adotterei strategie
meno morbide, offrirei senz’altro un adeguamento che sarebbe stato
riconosciuto anche senza i modi sgradevoli scelti per comunicarci il suo
addio, altrimenti gli ricorderei che c’è un contratto ancora in essere,
e mal di pancia o no questa volta non farei l’educanda ma l’educatore,
comprerei un’alternativa e offrirei una sorta di aperitivo dimostrativo
durante il quale apparecchierei un bel buffet come al solito sempre
molto generoso, dove però servirei oneri e onori, ambizioni, puntualità
nei pagamenti, grande vetrina, ma al posto del ghiaccio un avvertimento,
chi non rispetta le regole e i contratti sono cazzi suoi.
giovedì 23 maggio 2013
Mestruazioni
C’è
già un certo checchisterismo radente a giro, vola basso come l’uccello
padulo ed è arrivato prima della bella stagione ridente, e quel po’ di
ottimismo raggranellato a fatica è esondato come il Po, sono bastati
gli ultimi cinque minuti di campionato e le dichiarazioni del
procuratore di Pizarro per scatenare l’inferno. Tutti in piedi sul
divano, non per Rossi o Lorenzo (De Silvestri) però, ma per non
macchiarlo, perché un flusso mestruale di preoccupazione potrebbe
macchiare il rivestimento che contiene invece una stagione fantastica. E il flusso si sa che incide anche sull’umore e non solo sul fesso, allora anche il Moment Rosa sembra diventare impotente di fronte al dolore per la
paura dello smantellamento, per le difficoltà dei rinnovi, insufficiente a spegnere
il bruciore generato dal timore che avvenga la fuga di massa da
Alcatraz, e diventa impotente anche l’Alkatraz Seltzer, come il pompelmo rosa di
fronte al depauperamento della rosa, come inopportuna e sproporzionata ci sembra la chiusura di Villa la Massa
solo perché è scappato un cliente senza pagare il conto, anche se si chiama Clint Eastwood, impotente anche di fronte
alla realtà di un monte ingaggi più basso del Monte Rosa. Sembra che ci
abbiano tagliato le ali un istante prima di spiccare il volo, no, non è
così, è solo un flusso quello mestruale, abbondante, che non può essere
arginato nei primi giorni di mercato semplicemente con il Lines seta
ali. Le mestruazioni copiose vanno gestite anche psicologicamente, del
resto la Fiorentina sta molto meglio di Inter, Roma, Lazio, il Milan che
ha dimostrato di non meritare il terzo posto non è certo superiore a
chi invece quel posto se lo meritava, il fair play finanziario ci vede in
vantaggio, ci vede coperti e allineati, il Napoli è alla fine di un ciclo
e un’altro dovrà riaprirsi con tutte le incognite che si porta dietro
un cambiamento di questo tipo, la Juve è quella più avanti di tutte ma
molto meno di quello che ha raccontato la classifica. Godiamoci la
determinazione e la volontà della Società di alzare l’asticella, idee
chiare, ambizioni e competenza, entusiasmo, notevole vantaggio su molte
delle squadre con le quali dovremo misurarci. La Fiorentina ha già
pianificato tutto, in largo anticipo, e alla fine sarà una squadra
ancora più divertente perché sarà migliorata e perché è già un anno che
si conosce. Capisco la delusione per un terzo posto che sfuma con la
stessa volatilità del cognac quando si sfuma la penna con gli scampi, peraltro
senza lasciare nemmeno quel gradevole aroma nell’aria, capisco la
preoccupazione per le parole inattese del procuratore di Pizarro,
inattese come sul piatto le penne passate di cottura, ma noi siamo la squadra più
bella e divertente del calcio italiano, e una delle più belle del
panorama europeo. Questo è il punto di partenza che ci deve lasciare
sereni, insieme alla consapevolezza di avere una proprietà che ha già
rilanciato, il resto sono solo mestuazioni di dimensioni importanti, un
disagio passeggero al quale voglio dedicare le parole disincantate ma concrete di
Leonardo Pieraccioni che a proposito di flusso molto abbondante ha
scritto un pensiero che può aiutare chi mensilmente o sporadicamente
viene colto da tale copioso disagio. “Il
ciclone, quando arriva, 'un t'avverte. Passa, piglia e porta via. E a
te 'un ti resta che rimanere lì, bono bono a guardare e a capire che se
'un fosse passato, sarebbe stato parecchio, ma parecchio peggio”.
mercoledì 22 maggio 2013
Il Mulino Bianco e quello rossonero
Ancora
non si è freddata la salma di una stagione freddata a colpi di biscotti
con la lupara di chi perde i peli dalla testa ma non il vizio, e già
il procuratore del Pek perde la calma, poi riguardo alla stagione dei
biscotti, la Bice ci mostra in esclusiva una foto verità che ritrae il
divano di Galliani, luogo sacro all’inciucio. Galliani comodo che
accomoda è lo spot del calcio italiano, il dirigente rossonero meglio di
Banderas che ormai parla solo con le Macine e con le galline, e allora
viene da chiedersi se è meglio un Moggi oggi o un Galliani domani. Ieri
intanto è stato dato l’ultimo saluto a Carlo Monni e per l’occasione è
stato dato anche un rigore al Mlan. E adesso parte la ridda di voci, la
sarabanda dei rinnovi, dei ritocchi, dei rintocchi delle campane che
hanno salutato Bozzone, e delle sirene dei grandi club, ma la società ci
lascia sereni, da una parte grazie al rilancio delle ambizioni,
dall’altra grazie alla capacità di Pradè e Macia, Firenze è diventata
una piazza molto appetibile, e infatti ADV, con il campionato ancora
caldo, subito dopo l’assassinio già parla di Champion, ferito
nell’orgoglio fa capire che non ci sta, e questa volta non ci sta
partendo da una grande base, dalla quale c’è solo da devitalizzare il
nervo scoperto della rabbia, perché una volta tolto il dente Jovetic ci
si rifarà la bocca ancora più bella di prima. E secondo me ADV adesso ci
serve del foie gras sul vassoio delle ambizioni solo per distrarci da
quello che sarà il vero obiettivo, perché dietro alla schiena nasconde
goffamente una bottiglia di Chateau d’Yquem messo da parte per
festeggiare qualcosa di più della Champion. E anche Montella mira a
quella bottiglia, ambizioso com’è, usano il foie gras come diversivo,
come cavallo di Troia per combattere i figli di troia del calcio, depistano
preparando il palato adeguatamente, e ci penseranno loro a convincere il
Pek turbato dall’AD rossonero che ormai fa i biscotti anche meglio del
Mulino Bianco. Faranno una squadra antiarbitri, antivento,
antitagliavento, questa volta non aspetteremo l’ultima partita
disarmati, mangeremo l’uovo in culo a Galliani, in parole povere gli
andremo nel culo costruendo una squadra ancora più grande, e mai come
adesso la famiglia DV è stata così motivata, e in un calcio infeltrito
dalla crisi, la partenza di Jovetic sarà l’aggravante della
premeditazione, perché grazie alla sua cessione sarà dato il via al
piano perfetto che la Bice ha prontamente scovato nel cassetto di Pradè e
in copia conoscenza anche in quello di Macia, e vorrei farvi notare il
numero delle candeline sul piano perfetto, un numero che non lascia
dubbi e svela il vero obiettivo Viola per il prossimo campionato. Ratti
rossoneri, Moratti, Marotta, e gli uomini di Fuorigrotta sono tutti
avvertiti.
martedì 21 maggio 2013
Orgoglio e caffè macchiato di Robiglio
Si
leva alto lo sdegno, non a caso Archimede pronunciò parole amare come
“datemi una leva e vi solleverò un mondo di sdegno”, appena appena più
giovane di Andreotti aveva già capito che a pensare male si pone a
giusta distanza il fulcro del discorso, diciamo tra potenza economica e
resistenza ai due pesi e alle due misure, ai doppi giochi, ai doppi
Sensi padre e figlia, alle doppie punte, al pelo sullo stomaco insomma, e
così è possibile ottenere qualsiasi rigore con il minimo sforzo,
Balotelli cade addirittura senza nemmeno quello, cade in mancanza di
contatto, in assenza di fallo, cade per una sorta di razzismo
dell’equilibrio. La mancanza di gravità degli interventi avversari è
lunare. Si, facendo leva sulla sudditanza si superano anche i rigori
dell’inverno, fino ad ottenere i rigori del girone di ritorno. Archimede
ha omesso solo una cosa, la stessa che Andreotti si è portato nella
tomba insieme ad altre cosucce tipo la verità su Montolivo, e cioè, che
oltre ad un certo sforzo, la leva si potrebbe flettere o rompere, come
la corda, qualcuno sforzandosi troppo a nascondere le malefatte del
sistema calcio potrebbe persino cacarsi addosso, come Cucci che in
quanto Italo, rischia che l’omonimo convoglio ferroviario lo travolga,
l’unico modo rimasto per far si che la sua alta velocità di pensiero
trovi la giusta trazione, insieme a tutti quelli che fanno finta di
niente pur di mantenersi poltrone Frau-dolente. E così poi c’è chi tra i
tifosi più sanguigni non trova pace e chi invece come me non trova più
le mezze stagioni, tra rovesci d’acqua e stagioni intere arbitrali dove
fischiano alla rovescia, malgrado tutto ciò nessuno però può toglierci
di dosso l’orgoglio tipico fiorentino, quello che ci preserva proprio
dal vociare, orgoglio che se riscaldato dal continuo fabbisogno,
migliora, s’insaporisce come la ribollita. Quello che ci regala il gusto
della battuta. Non serve a niente abbandonare le buone maniere, le
buone battute, non serve accantonare l’ironia per gridare e mostrare il
peggio, il lato più brutto, come se fossimo colti dalla sindrome di
Stendardo, è antiestetico tarantolarsi come se un petardo ci frastornasse
il buonsenso disorientatndoci dallo spirito fiorentino. No, non baratto
il panino con il lampredotto con il cibo/spazzatura dal quale tracima
ketchup, come la voce alta che serve solo all’arrotino. Mi tengo caro il
modello di questa Fiorentina, serenità, equilibrio e sobria eleganza,
contro i cortei sindacali che oggi vorrebbero rivendicare il diritto a
urlare la propria rabbia, la stessa, sguaiata, che solo ieri veniva
usata contro i Della Valle. No, li aspettiamo tutti con il sorriso sulla
bocca, senza bisogno dei nasi finti e delle parrucche, gamba
accavallata all’ombra della Cupola del Brunelleschi, che a differenza di
quella di Galliani, è autoportante e non portatrice di virus che
uccidono il calcio, tanto sono lì a dividersi ormai uno degli ultimi
ossi, poi gli arbitri non basteranno più, sono alla frutta, il futuro è
nostro e non c’è bisogno di alzare la voce, basta alzare la qualità del
gioco. Si al fair play e al bel calcio, via le
barriere dal campo, no ai capannelli intorno all’arbitro che puzza, il
calcio bello si esprime con i toni bassi, come il pallone, sempre a
terra. E noi siamo il bello, anche le colline sono dolci, i biscotti li inzuppiamo nel Vin Santo, la bava alla bocca, la rabbia scomposta, il
berciare è modo rozzo, crudo, mentre l’unica cosa a crudo che ammettiamo
è l’olio sul pinzimonio. No al proliferare del sushi. Non baratto il
modello Fiorentina con la volgarità e la violenza presente oggi nel
calcio, a tutti i livelli, un modello il nostro che per qualcuno è
addirittura troppo poco moderato, e penso al povero Failla che trema di
paura ritenendo il nostro un fair play inaudito, e allora per lui ma non
solo, via alla seconda fase, un giro di vite alle buone maniere, via al
fair plaid per chi trema di paura davanti all’ironia. Il calcio che
pratichiamo noi è quello bello come la gioia di Vittiglio sullo zero a
cinque, Vittiglio dentro e il caffè macchiato di Robiglio fuori dal
campo. Sempre. Un esplosione di bellezza. E per la prossima stagione già sono
lì che stendo il mio nuovo striscione “Viola Club Stendhal”.
lunedì 20 maggio 2013
La dieta adesso è di rigore
E’
un cantiere tricolore quello che ha chiuso la stagione a Pescara, una
magnifica squadra come non si ricorda, gioco, gol fatti, vittorie in
trasferta, tutti numeri che non devono lasciare spazio al rammarico, in
sostanza un grandissimo campionato. La tripletta di Ljajic è il bello
del calcio, quello che è successo a Siena, il brutto, e il problema non è
tanto il rigore di Ambrosini non fischiato al Siena, o quello fischiato al Milan come defibrillatore, il problema rimane la
credibilità del calcio italiano, che noi invece abbiamo onorato
esprimendo il gioco migliore. Questo Milan del resto non va da nessuna
parte e il problema sarà il ranking europeo, mentre l’innesto di Pepito
Rossi su una grande squadra come si è dimostrata la Fiorentina apre a
scenari ambiziosi, così come anche quel Mati Fernandez che ha aspettato i
titoli di coda per mostrare filamenti di classe cristallina. Montella,
la società e i giocatori hanno compiuto un autentico miracolo, pochi
mesi e una rivoluzione per diventare una delle più belle realtà europee,
adesso va terminato il lavoro per trasformarlo in un capolavoro, e ci sono
tutti i presupposti. La bellezza del nostro campionato non potrà certo
essere macchiata da quello che è successo a Siena, e con un finale di
questo tipo, oggi si capiscono meglio anche certe scelte, adesso trovo
molto più naturale anche quella di Montolivo, stessa pasta, malaffare,
mezzucci, scorrettezze. E malgrado il degrado del palazzo ci siamo
comunque divertiti, speriamo ora di regalare le stesse
emozioni anche in Europa così da arrivare fino in fondo e prenderci
quella coppa che potrebbe risarcirci dello scippo subito ad opera di
Galliani su un motorino rubato e senza nemmeno il casco, un furto
riconoscibilissimo. Ma in casa non ci ha potuto rubare niente però, e c’è
rimasto ancora tanto da vedere, Vecino e Wolski per esempio, che ad
occhio e croce sono molto più delizia che croce. E va a finire che ci
siamo ritrovati in casa forse anche un futuro top player, Adem Ljajic
che il Milan si sogna e che sarà difficile per tutti trovare su un
mercato senza soldi, e la sua tripletta sembra essere stata prescritta
dal destino per rendere meno dolorosa l’eventuale partenza di Jovetic,
come un po’ meno dolorosa appare la truffa di Siena dopo la battuta di
Montella a Sky, che riconosce al Milan il merito di esserci finito
davanti grazie alla capacità di saper battere meglio i rigori, che poi è
anche un po’ vero se si pensa a quello sbagliato da Jovetic a Parma,
Balotelli del resto è molto bravo e non sbaglia mai. Il dischetto è di
gesso come sono rimasti tutti quelli che amano il calcio pulito, ed è bianco il dischetto tanto amico, a
dimostrazione che e non c’è razzismo verso Balotelli. E malgrado tutto
il colestorolo che tracima dal palazzo, la Fiorentina è arrivata a 5
minuti dalla qualificazione Champion, che se da un lato non toglie
niente alla bellezza del suo campionato, dall’altro mostra ormai
l’affanno di un calcio pieno di grassi nel sangue, interessi che lo
hanno appesantito, e che quindi, forse, non saranno più sufficienti a
tenere dietro i valori snelli che ha saputo esprimere la Fiorentina fuori e
dentro al campo. Il vecchio calcio italiano, grasso e malato, ancora ce
la fa a rinviare il proprio modello fatto d’interessi da spartire al di
là della metà campo, ma ormai non rientra più nessuno, è una squadra
allungata, tanto che non rientra più nemmeno negli occhi di chi anche
ieri non ha potuto fare a meno d’indignarsi, in maniera trasversale, un
calcio che ha sempre più bisogno di squadre e di società come la
Fiorentina, per un alimentazione più sana, per evitare l’infarto e così
anche il prossimo furto.
domenica 19 maggio 2013
Aglio, olio e peperoncino
Mentre
scorrono i titoli di coda, che a Roma saranno alla vaccinara, nella
speranza che il Milan, invece, lo prenda sotto la coda, oggi vi
suggerisco quella che è la religione della cucina. Se fatta bene. Una
sfida che sarà dura come quella di stasera. Tanto per dare sfogo anche
all’altra anima del blog, in attesa che smetta di piovere, che si
conosca il verdetto, che si sappia se tenersi libero il giovedì, una
giornata quella di oggi che sarà lunga e nella quale risuona ancora il
rumore sordo della capocciata di De Silvestri, un gol che sembra essere
una flebile luce in fondo al tunnel, perché se fa gol lui allora c’è
speranza per tutti. Anche di uscire dalla crisi, di non generare più
figure raccapriccianti mezze Kabobo e mezze Cossiga. Purtroppo il
maltempo non aiuta, soprattutto a chi prepara i TG, perché la crisi
intanto si porta via le file ai caselli e non si potrà riciclare più la
solita intervista in coda, non si potrà parlare di partenze intelligenti
come Vargas, bollini rossi su delio Rossi, salta così anche il solito
filmato sulla siccità, sul pianeta che si surriscalda come gli animi
dopo Fiorentina-Roma, dovranno produrre nuovi servizi come quello sui
Viola in coppa, quale, ve lo dico dopo avervi suggerito un must in
cucina, facile solo apparentemente, ma se fatta bene meglio anche della
sconfitta della Juve. Aglio, olio e peperoncino va fatta con poco olio,
intanto, un cucchiaio raso a testa, non è quello che darà il sapore, uno
spicchio d’aglio che va tagliato a metà e privato del germe interno,
che se novello è quasi impalpabile, l’aglio non va imbiondito, se avete
un libro che dice questo buttatelo via come la speranza di vedere
Wolski, l’olio deve andare pianissimo, diciamo sulla fiamma più bassa
possibile, l’olio non si deve denaturare, il peperoncino fresco
calabrese va privato dei semi e dei filamenti perché poi dovrà profumare
e non aggredire il palato, appena l’olio comincia a sfrigolare va
allungato con l’ acqua di cottura della pasta, che intanto, dopo tre
minuti, quando sarà appena piegata dovrà essere risottata in padella, in
poche parole va fatta un’emulsione di questo olio che profuma di aglio e
peperoncino, ma con l’acqua di cottura, che così renderà lo spaghetto
viscoso, che in bocca vi scivola, è l’emulsione che la fa da padrone, se
lo fate così mangerete spesso e volentieri aglio, olio e peperoncino e
sarà molto più digeribile, come appunto il risultato del campionato che
sta arrivando sul piatto. E uno spaghetto così è da campioni. Questa è
la risposta che vi dovevo.
sabato 18 maggio 2013
Non mi somiglia per niente
Ci
sono cose che si somigliano nel calcio, penso a un campo sintetico e ai
capelli di Conte, penso a una ripartenza e a un contropiede, ad un
terzino e ad un esterno basso, un’ala e un esterno alto, a prescindere
dal terzino che in realtà potrebbe essere anche più alto di un’ala, e mi
viene in mente Ribéry, e poi le interviste, quasi sempre uguali a se
stesse, da un anno a un altro. Le maglie a strisce si somigliano, i
favori riservati a quelli che indossano le maglie a strisce sono sempre
molto simili, i colori si somigliano come gli arbitri da sempre cornuti,
oggi più cornuti ancora ma solo perché c’è n’è un pullman a partita. I
dirigenti che si susseguono si somigliano per inadeguatezza, quando non
sono proprio gli stessi, come nella politica che viaggia trasversale tra
la prima, seconda e terza repubblica, meglio riassunta nella repubblica
delle banane. I giocatori si somigliano, tatuaggi, creste, cuffie,
belle auto, simulazioni, si somigliano quelli che hanno i palcoscenici
più grandi, quelli per intendersi con i maxischermi, quelli che guardano
lo schermo per cogliere l’attimo dell’inquadratura. Ci sono cose che si
somigliano nel calcio, da sempre, come la mancanza di riconoscenza,
vedi Montolivo, le belle donne che stanno con i calciatori brutti per
fare la bella vita, vedi la donna di Montolivo, ci sono i
sopravvalutati, vedi sempre Montolivo, i giornalisti si somigliano nel
formulare domande insulse, nel provocare risposte risentite, nel non
saper leggere una partita neanche se già scritta perché finita. Ci sono
le partite aggiustate che si somigliano, gli scandali, l’arroganza,
l’ignoranza, come anche la bellezza del gioco più bello del mondo, della
sua imprevedibilità, si somiglia la passione che da sempre produce
migliaia di discussioni che si somigliano, trasmissioni televisive,
giornali e blog. Civoli che invecchia dicendo cazzate, Galeazzi che
ingrassa dicendo cazzate, Varriale che dice cazzate, invecchia, ingrassa
e fa incazzare quasi tutti quelli che intervista, Massimo Mauro che
rappresenta invece la testa di cazzo tipica che nel calcio c’è sempre
stata. Gli stadi sempre scoperti, la pioggia che continua a bagnare quei
tifosi che frequentano ancora gli stadi scoperti. Il pallone, che anche
se è vero che ha traiettorie diverse si somiglia comunque perché bene o male è
sempre tondo, faccia attenzione quindi il Mlan domenica a Siena. I gol
fatti e quelli subiti, gli autogol, le cazzate dei portieri, i rigori
sbagliati, alla fine si somigliano tutti. Ci sono cose che si somigliano
nel calcio tranne però la Fiorentina, con la Maratona, il Viola della
sua maglia, e la bellezza del suo gioco.
L'autore della foto in bianco e nero è Stefano Mallus.
http://1x.com/photo/85916/ all:user:261311".
L'autore della foto in bianco e nero è Stefano Mallus.
http://1x.com/photo/85916/
venerdì 17 maggio 2013
Naso
Più
che cercare fondi di orgoglio nel Siena già abbondantemente depredato
da Mussari, oggi città di serie B e in un Monte dei Paschi di guai,
dovremmo semmai guardare al disagio del Milan che proprio contro il
Siena potrebbe tentare il suicidio. Se i rossoneri non riuscissero più
ad accettare che Montolivo è rimasta la luce fioca del loro centrocampo,
lui il faro dello zero a quattro di Barcellona, potrebbero davvero
farla finita, si, il DNA di squadra più titolata potrebbe ribellarsi e
mandare al cervello input autodistrutivi. Il senso, più in generale, è
quello di volere un mondo in cui Santanchè sia, al più, un errore di
ortografia. Montolivo un saldo comprato perché non c’è più un soldo.Non
bisogna sperare nel Siena ma nel Milan, vincere, chiudere a 70 punti e
andare alla cassa a riscuotere, male che vada, sempre se il Milan
riuscirà a trovare dentro di se dei sussulti di conservazione della
specie, ce ne andremo comunque a fare un tour europeo con l’arrivo a
Torino che è un extra bonus non da poco. E’ comunque stato un bellissimo campionato, certo, che se il Milan
sbandasse sull’Autopalio sarebbe addirittura un manicomio, del resto
loro non hanno fatto altro che litigare tutti i giorni in questa
settimana, tradendo eccessi di serenità che oggi venerdì 17 potrebbe
addirittura tracimare come i fiumi di questa primavera balorda. Chissà.
Forse oggi si cimenteranno in una rissa da saloon mentre noi sprizziamo armonia da tutti i pori e ottimismo per il futuro, il calciatore da
queste parti ormai si offre, mentre chi se ne deve andare soffre, non
come Robinho che sono mesi che tenta la disperata fuga dal faro Montolivo. E poi c’è la
credibilità del campionato in ballo che si contrappone ai poteri forti,
agli interessi, perché il terzo posto della Fiorentina riabiliterebbe il
calcio agli occhi degli scettici, azzererebbe come d’incanto lo
scenario del tutto già stabilito, una pubblicità progresso, una flebo,
una scossa. Se così fosse allora manderanno un Prezzoleni anche a Siena,
il primo sicario del bene a salvare il campionato dalla perdita di
credibilità. La nostra fervida fantasia ha il naso fine, così buono da
sentire l’odore delle crocchette, anzi deibiscotti al contrario.
giovedì 16 maggio 2013
Per chi dice cazzate
E’
stata una stagione di grande calcio che potrebbe ancora regalare il suo
meglio, un anno abitato da entusiasmo e divertimento, crivellato dal
ritorno della passione, un fatto così efferato dopo il lutto reiterato,
che si è portato via anche il vuturismo che ristagnava maleodorante da
queste parti, si è smesso insomma di portare i gladioli sulla tomba del 4
4 2 e si è ricominciato ad amare il calcio senza più giubbotti. Una
stagione che ha messo in evidenza la maniacale bravura di Montella,
insieme alla sua serenità e al suo equilibrio, un atteggiamento che dopo
i comportamenti disassociati di Delio Rossi ci è sembrato un miraggio. E
tra le palme e i ruscelli di questa oasi fiorentina ci sono apparsi
figure come Borja Valero, Cuadrado, Pizarro, è esploso Ljajic, partito
come un tappo di Champagne che ha distrutto il lampadario e la
pontellizzazione. Insomma, una stagione che non era stata prevista
nemmeno dal calendario di Frate Indovino, o da qualche indovino di
rinterzo che aveva previsto Tutunci nelle nostre giornate più buie. Un
anno con qualche nota stonata, parole fuori posto come quelle di Massimo
Mauro, di Liguori, Civoli, Zazzeroni, di Marotta, di Galliani, meglio
allora Montolivo che almeno s’è risparmiato le interviste tanto
minacciate. Ma per tutto questo oggi ci viene in soccorso la Cina, non
solo quindi pomodori taroccati, oggi c’è fantasia anche in Oriente, non
solo contraffazione, ci sono idee che fanno al caso nostro come il
silenziatore per scorregge. Fart Silencer è l'invenzione di un uomo
soprannominato “Big Chicken Mushroom”, residente a WuHan, in Cina. Il
silenziatore per scorregge è un tubicino in plastica studiato
appositamente per essere inserito dentro l'ano. Lo stesso principio dei
silenziatori per armi da fuoco è stato utilizzato per questa geniale
invenzione, per cui, in un'estremità il tubo è completamente aperto
mentre dall'altra ci sono tanti piccoli fori che servono da sfiatatoio
eliminando i rumori. Se poi persistessero ancora preoccupazioni come il
cattivo odore è sempre possibile inserire all'interno del tubo un
batuffolo di cotone imbevuto dell'aroma preferito, per diffondere
nell'aria anche un meraviglioso profumo. Ecco, per chi dice cazzate si
può pensare al Fart Silencer usato per bocca, come fosse una sigaretta
elettronica, e con il batuffolo di cotone sarnno risolti anche i
problemi dell’alito cattivo.
mercoledì 15 maggio 2013
Eccessi
Ma
a proposito della nuova maglia del Milan, dei capelli di Balotelli e di
quelli di Boateng, tutto così tono su tono, che oggi non c’è nemmeno
più bisogno di certe rilevazioni scioccanti, perché finalmente sappiamo che
le ambizioni di Montolivo erano quelle di far parte dei Village People
visto che i Centocelle Nightmare non l’hanno voluto neanche a paramtero
zero, mentre quelle di Galliani erano di rivalutare i Rockets. Ma come è
possibile che nel Milan ci sia un così variegato campionario di cattivo
gusto, che del resto è possibile solo grazie alla manica larga di un permissivismo
raccapricciante, tanto che non sembra più neanche una squadra di calcio
ma un cast del Grande Fratello, si è visto addirittura El Sharawi alla
fine di un primo tempo di pioggia ripresentarsi nel secondo con
l’acconciatura rifatta. Ma vi sembra possibile che nel momento in cui la
squadra si raccoglie per discutere su quello che è successo magari per cercare di apportare
modifiche tattiche o contromisure sull’avversario, uno tira fuori il
phon e tutti i prodotti più cementificanti per ritirare su l’upupa sulla
testa precedentemente abbattuta dal maltempo. Il giocatore pensa solo a
ripresentarsi davanti alle telecamere con la giusta erezione sulla
testa, pensa insomma all’inquadratura come fosse su un set e la società
glielo permette pure. Per fortuna che a Firenze di tutto questo non c’è
traccia, non c’è una virgola fuori posto, non c’è un eccesso, non c’è
neanche un Morganella qualsiasi, gli unici eccessi riscontrati
quest’anno sono stati quelli degli arbitri, magari nell’ammonire
Pizarro, oppure nell’espellere Tomovic, addirittura nella banale
interpretazione di considerare il braccio di De Rossi attaccato al corpo
come se gli altri le braccia le avessero attaccate a un chiodo prima di
smettere definitivamente di commettere falli di mano in area. La Fiorentina
come squadra invece degli eccessi li ha mostrati, nel farci divertire
prima di tutto, nel numero dei giocatori mandati in gol, nel numero
delle vittorie e dei punti fatti, nell’eccesso di velocità di Cuadrado, e
alla fine della stagione ha chiuso per eccesso di rialzo delle
quotazioni, quando fino a qualche mese prima era solo una società
spernacchiata e da rottamare. Comunque noi siamo provincia, siamo dei
poveracci, senza oro e stelle sulla maglia, non siamo gli sceriffi del
campionato, siamo senza Metro mentre Milano è più aperta, una città che
non guarda certo il capello, e così per l’ultima di campionato, per
festeggiare la qualificazione Champion anche Montolivo e signora
sfoggeranno per l’occasione la loro acconciatura perfettamente a favore
di telecamera. Quindi tanto di cappello a lui per il capello e per il suo comportamento, mentre
dell’esperienza di lei a Milano come si vede non si butta via niente.
martedì 14 maggio 2013
Sogno di strada
A
Firenze si sta troppo bene, altro che storie e non solo perché con la
tramvia si va in centro in dieci minuti, tra l’altro i Della Valle
girano a piedi, viaggiano cioè con le proprie gambe perché vogliono lasciare
un’impronta in città, diciamo pure quella classica a pallini del loro
marchio di frabbrica, e Andrea ce n’ha uno in testa di pallini che non è
solo il lampredotto anche se fa rima, vuole condire la sua esperienza
da queste parti con una salsa che al verde classico tipico da bollito
saranno aggiunti il prossimo anno anche i colori dell’ambizione e della
solidità economica. Siamo più vicini di quanto si possa pensare a certi
tricolori, e infatti anche chi se ne voleva andare oggi ha più di
qualche ripensamento, i risultati del resto sono figli di uomini che
hanno non solo la visione del Piazzale Michelanglelo, vanno oltre anche a
certe asticelle, ci sono parole importanti che girano dentro allo
spogliatoio Viola, parole e valori, ci sono per fortuna soprattutto
uomini che hanno caratterizzato questa stagione. Forse Jovetic, poi se
ne andrà solo chi vorrà la società, e chi rimarrà non lo farà perché trattenuo dal
contratto, ma perchè pochi sono gli scenari più appetitosi e non solo
per via della chianina o per Via de’ Serragli che mi ha dato i natali,
per Gonzalo e non per Natali. Firenze è diventata una delle piazze
indiscutibilmente più ambite, è difficile che un giocatore non di
primissima fascia possa dire no a Firenze, e il problema di trattenere i
giocatori ce l’hanno gli altri, saranno i giocatori a offrirsi
attraverso i propri procuratori e già venerdì e sabato le prime
avvisaglie, a Firenze ci sarà “Wine Town” una manifestazione che porterà
anche le prime offerte internazionali, cibo di strada come i panini al
lampredotto di Luca Cai, gli hamburgher di chianina IGP di Simone
Fracassi, la focaccia di Recco al formaggio del Consorzio Focaccia di
Recco, le empanadas argentine di Francisca Frias, le bombette di Martina
Franca e molti altri, e chi se ne va se non Montolivo che mette il
formaggino dentro alla minestra. Perché non c’è solo il “grano” c’è
molto di più a Firenze, c’è tutto questo ben di Dio sotto la Loggia del
Grano e in Piazza Pitti a proposito di piazze ambiziose. Cibo e sogno
dell’uomo di strada, agenti Fifa che girano tra i banchi, perché la fifa
ce la devono avere gli altri, le bombette di Martina Franca da una
parte e la Fiorentina come mina vagante del prossimo campionato
dall’altra, e mai come adesso la Fiorentina è stata così vicino al
vertice, Andrea è determinato, lo staff è ambizioso e competente, son
cazzi amari ma per gli altri. Siamo ormai una bellissima realtà, e chi
non lo vede è solo perché ha i capelli davanti agli occhi. Io che non ho
di questi problemi ci vedo benissimo, e addento il sogno di strada.
lunedì 13 maggio 2013
Ferrari Rocher
La
coreografia che non ti aspetti arriva a sacchettate, dall’alto, e
trasforma il Franchi in un parco giochi acquatico dove si diverte solo
la Fiorentina, mentre Civoli sconvolto dalla matematica che non promuove
in Champion la squadra del suo padrone, getta ombre sui Viola
sostenendo che Cuadrado va a velocità doppia perché usa le pinne. Piove
anche dove non piove, dentro a certe teste, goccioloni, grandine,
pozze, umidità che esce fuori increspando di rabbia le domande di
mercato che risentono del disagio tipico di chi si ritrova in mezzo
all’acquazzone provocato dalla Fiorentina in un campionato scialbo,
arido di bel gioco, e nei pensieri di chi vede i Viola come un alluvione
su interessi già spartiti. Piove a dirotto soprattutto sul Palermo che
va giù, su Zamparini che va in cortocircuito, un uomo che ai tempi di un
vuturismo neanche troppo lontano era stato scelto alle primarie della
pontellizzazione del tifo come il salvatore, mentre da queste parti di
Salvatore c’è solo Ferragamo. Piove su Fi.it, troppe vittorie fanno
male, alla fine allontanano anche il Giannelli, mentre Marco Siena in
settimana non ce l’ha fatta e ha mollato, piove anche sul posticipo e
sul povero Zazzeroni che vista la maglia del Milan si sente Ambrogio, lo
chaffeur della Ferrari Rocher che gira per lo studio della DS coi
trampoli per l’acqua alta e le protesi al seno per galleggiare in caso
d’inondazioni della Fiorentina in Champion. E piove anche sui
festeggiamenti di Andrea Della Valle e Montella, ma è un’acqua che fa
crescere le ambizioni, che annaffia le speranze, che irriga i sogni, e
la Fiorentina in tutto questo nubifragio non perde una goccia, vince
ancora per gli Ultrà, mentre unica nota stonata il ritorno dell’Alcool
Campi salutato con tutta quest’acqua, che non è sembrata proprio una
bella cosa. Adesso caccia ai 70 punti e poi sarà mercato, si, e
quest’anno ci divertiremo anche lì, perché Andrea è scatenato e il duo
dimercato sarà sguinzagliato proprio per riportare a casa della
selvaggina pregiata. La congiuntura astrale è favorevole e non risente
affatto dell’umidità che invece da noia alle congiunture di società
costrette a tirare i remi in barca, per di più la finale di Europa
League sarà a Torino e sembrerebbe davvero una mancanza di sensibilità
non andare a festeggiare una competizione europea nello stadio della
Juve. Piove sul calcio italiano ma non sulla Fiorentina, una delle poche
squadre al riparo dal temporale che sembra aver scatenato gli elementi
anche su chi portava a casa il triplete, tempi d’oro che sembrano così
lontani, visibili a Mlano oggi solo grazie al Milan e all’incarto della
sua nuova maglia, che è l’unica cosa che brilla in città. E adesso via,
dopo Pescara andiamo a fare la spesa, andiamo a riempire il carrello di
sogni, un campionato il prossimo che sembra già volerci accogliere a
braccia aperte, e forse non solo con quelle aperte.
domenica 12 maggio 2013
Emozioni fresche di giornata
E’
proprio una vera genialata quella di farci giocare l’ultima in casa con i
crostini di fegato in mano, diciamo non certo l’ideale per festeggiare
adeguatamente la stagione della Fiorentina senza il rischio di
sporcarsi il colletto della camicia dopo aver esultato al gol
improvviso di Cuadrado verso un quarto all’una, e con chi magari è ancora alle prese
con la difficile gestione dell’arroganza del prosecco sempre troppo gassato, una sveltina
insomma, tra le transenne del Giro d’Italia e i cocci di vetro di un
calcio che taglia ormai qualsiasi logica. Se ci fosse stata la
possibilità di sparare la neve con i cannoni dell’Abetone avrebbero
scelto anche quella, e così magari si sarebbe potuto festeggiare la
festa della mamma con il pallone arancione, che è da sempre quello
televisivamente più accattivante. E magari perché no, anche con il
concerto di Fred Buongusto al palazzetto, così adiacente e comodo da
raggiungere a piedi, per rendere merito al primo che aveva davvero
pensato alle rotonde come soluzione ai problemi della viabilità quando
ancora la Comunità Europea non incentivava la loro realizzazione con
fiumi di denaro. Ma noi sapremo rispondere lo stesso a chi vuole fare le
cose così affrettate, e forse per non mangiare l’uovo in culo alla
gallina sarebbe il caso di pensare a una coreografia dove l’uovo venga
fatto uscire adeguatamente da quel culo e mangiato bello fresco, alla
faccia degli eiaculatori precoci della Lega, un tuorlo che possa
simulare in qualche modo anche l’arancione del pallone da neve. E così
la Bice, sempre così reattiva, fertile e creativa, per quest’ultima
giornata ha pensato di lanciare l’idea di uno stadio non affrittellato
ai voleri del palazzo, pronto invece a gustarsi comunque le emozioni
fresche di penultima giornata. Anche se quelle di Zamparini sono già
sode e pronte a un mercato di serie B, noi quest’ultima passerella Viola
ce la vogliamo godere comunque, ce la beviamo bella fresca e tutta d’un
fiato, ringraziando la squadra e la società per le tante emozioni che
ci ha regalato, per l’attaccamento alla maglia, sicuri che la gallina di
domani sarà ancora meglio dell’uovo di oggi, e con la fortuna vista la
stagione, che chi non lo ama crudo potrà mangiarlo in camicia.
Iscriviti a:
Post (Atom)