E’
proprio una vera genialata quella di farci giocare l’ultima in casa con i
crostini di fegato in mano, diciamo non certo l’ideale per festeggiare
adeguatamente la stagione della Fiorentina senza il rischio di
sporcarsi il colletto della camicia dopo aver esultato al gol
improvviso di Cuadrado verso un quarto all’una, e con chi magari è ancora alle prese
con la difficile gestione dell’arroganza del prosecco sempre troppo gassato, una sveltina
insomma, tra le transenne del Giro d’Italia e i cocci di vetro di un
calcio che taglia ormai qualsiasi logica. Se ci fosse stata la
possibilità di sparare la neve con i cannoni dell’Abetone avrebbero
scelto anche quella, e così magari si sarebbe potuto festeggiare la
festa della mamma con il pallone arancione, che è da sempre quello
televisivamente più accattivante. E magari perché no, anche con il
concerto di Fred Buongusto al palazzetto, così adiacente e comodo da
raggiungere a piedi, per rendere merito al primo che aveva davvero
pensato alle rotonde come soluzione ai problemi della viabilità quando
ancora la Comunità Europea non incentivava la loro realizzazione con
fiumi di denaro. Ma noi sapremo rispondere lo stesso a chi vuole fare le
cose così affrettate, e forse per non mangiare l’uovo in culo alla
gallina sarebbe il caso di pensare a una coreografia dove l’uovo venga
fatto uscire adeguatamente da quel culo e mangiato bello fresco, alla
faccia degli eiaculatori precoci della Lega, un tuorlo che possa
simulare in qualche modo anche l’arancione del pallone da neve. E così
la Bice, sempre così reattiva, fertile e creativa, per quest’ultima
giornata ha pensato di lanciare l’idea di uno stadio non affrittellato
ai voleri del palazzo, pronto invece a gustarsi comunque le emozioni
fresche di penultima giornata. Anche se quelle di Zamparini sono già
sode e pronte a un mercato di serie B, noi quest’ultima passerella Viola
ce la vogliamo godere comunque, ce la beviamo bella fresca e tutta d’un
fiato, ringraziando la squadra e la società per le tante emozioni che
ci ha regalato, per l’attaccamento alla maglia, sicuri che la gallina di
domani sarà ancora meglio dell’uovo di oggi, e con la fortuna vista la
stagione, che chi non lo ama crudo potrà mangiarlo in camicia.