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sabato 11 maggio 2013

Un vecchio cuore Toro che non ce l'ha fatta

Ieri ho cercato di raccontare in pillole il bello del campionato Viola, una stagione che ha lasciato anche delle scorie, oggi tocca a quello che non ci è piaciuto, a quello che continua a minare questa nostra passione, tutti gli anni sempre di più, tra arbitraggi sospetti, interessi da tutelare, televisioni, partite aggiustate, Liguori e Civoli. E per raccontare meglio questo disagio trasversale che per qualcuno è diventato insopportabile, scelgo la lettera di un tifoso del Toro che non ce l’ha fatta e alla fine ha mollato.

“TORO, ti abbraccio, ma ti devo salutare. E devo chiedere scusa ai tifosi del Palermo, a nome di di tutta la sana, onesta tifoseria granata. Stasera ho capito che la mia storia con il calcio e' finita. Non lo seguiro' più, avevo già la nausea prima, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e' stato aver visto una partita giocata per finta da 22 ricconi in calzoncini che prendevano in giro 30.000 spettatori. Tra questi molti bambini, venuti allo stadio per vedere i loro eroi ma anche per imparare i valori dello sport. Il calcio può rappresentare per noi uomini una metafora della vita, e' la possibilità di lottare attraverso il gioco di squadra con un'avversario, ma imparando a rispettarlo innanzitutto, e cercando di vincere, di affermarsi in modo pulito, leale. Il toro, squadra romantica, sanguigna e letteraria, puro pensiero di resistenza, contro la sorte, contro la sconfitta, puro desiderio eterno e giocoso di rinascita, era per me il massimo da questo punto di vista. Era. Stasera ho visto un illecito sportivo materializzarsi davanti a me, ed è stato troppo. Lascio spazio alle generazioni bianconere, fiere di educare i propri figli con slogan filosofico-educative tipo"vincere e' l'unica cosa che conta", simbolo dei tempi tristi in cui stiamo navigando, gli auguro buona fortuna per le prime sconfitte, perché chi educa cosi nel calcio, lo stesso fa nella vita. Lascio alle grandi squadre, Inter, Milan, Roma, le champions league sfavillanti, i titoli dei giornali, le chiacchiere dei talk show... Mi tengo il ricordo della maratona, cuore pulsante di emozioni ma anche di valori, che anche stasera ha dato lezione di sport a tutti, fischiando e insultando i suoi giocatori che si sono venduti una partita, invece di gioire per la permanenza in serie a appena conquistata. Mi tengo i ricordi,se posso scegliere di leo junior, del Filadelfia, di superga, di martin vazquez, fusi, policano, giacomo ferri, marchegiani, muzzi, ma anche di Rolando bianchi, l'ultimo simbolo che infatti se ne sta andando. E sono fiero di non aver fatto entrare mio figlio in questo mondo che poco ha a che fare ormai con lo sport. Ho capito che non ho più bisogno di andare allo stadio o vedere il colore granata in tv. Il toro e' riuscito nell'impresa più grande, si è fatto virus, valore, sangue mio. Il toro e i suoi valori ormai me li porto io, dentro. Se le regole del calcio sono queste, finchè non cambierà, se lo spettacolo che le mille tv ci offrono ogni settimana è questo, lo lascio ad altri, Il calcio e' forse solo un gioco, 4 amici e un pallone in un parco, non serve ad altro. È' questo che racconterò a mio figlio.”