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sabato 30 settembre 2017

Le case senza Wi-Fi


La carriera dei giocatori si allunga, l’aspettativa di vita si allunga, “Enlarge your penis” è solo l’ultima frontiera dell’allungamento. E grazie a questo slittamento in avanti c’è più tempo per capire che alla fine la bellezza non conta. Ci sono infatti delle mie foto di 20 anni fa dove ero molto più figo di adesso, ma trombavo poco lo stesso. In questo caso l’allungamento del pene sembrerebbe una risorsa male allocata, se non fosse che l’aumento dei super poveri e quello dei super ricchi, ci costringe ad attaccarci sempre di più al super cazzo. Tutto questo tempo in aumento in compenso ci aiuta a respirare più aria inquinata, ad essere più esposti alle onde elettromagnetiche, a ingerire più tofu, a smaltire più capsule per il caffè, mentre la Bialetti e le sue guarnizioni da cambiare rimane in uso ormai solo in quelle case dove si continua a comprare il giornale. Le case senza Wi-Fi per intendersi. Se vivessimo di meno faremo anche meno danni insomma. Pairetto insegna. E a chi fa l’arbitro dovrebbe essere preclusa la possibilità di donare il seme. Più tempo più dialogo, e con Pioli ce n’è veramente di più, di dialogo, lo dicono i giocatori, così come con l’arrivo dell’autunno c’è n’è di più anche in San Frediano. Lo dicono il Bambi e gli altri allupati dei suoi amici. Questa estate infatti le bariste di piazza San Felice indossavano gli shorts, con i jeans c’è più rumore perché la gente adesso finalmente parla mentre loro, di spalle, preparano il caffè. Già, il tempo, un contenitore sempre più grande di recriminazioni, per colpa dei Della Valle e della prevenzione, del Fair Play Finanziario e della medicina, dell’autofinanziamento e della genetica. E per colpa della vita che si allunga si appannano sempre di più anche i ricordi delle vittorie. L’unica cosa immutata rimane la bacheca dei trofei. Ma se c’è da riempire un contenitore e non una bacheca, allora il gioco sta nell’arrivare alla fine e avere più ricordi belli di quelli brutti. Facile no?

venerdì 29 settembre 2017

Baku non è Firenze


Scoperto il perché Pairetto non ha concesso il rigore su Astori malgrado il VAR, il figlio d’arte ha voluto reinterpretare il regolamento del calcio dopo aver mangiato una cacio e pepe al mango e rigatoni con chevice. Folgorato quindi da una rivisitazione della pasta avrebbe deciso di diventare un arbitro (co)stellato di sputi. Ha ripreso tutto dal padre, e certi insegnamenti sono serviti anche a me che ho fatto mie le raccomandazioni di mia madre, anche io con qualche reinterpretazione stellata, così ho dato confidenza solo agli sconosciuti con le poppe. Gli assistenti al Var mi hanno ricordato invece Tommaso quando da piccolo giocava a nascondino mettendo la testa sotto un asciughino. La Champion intanto ci ha detto che la bellezza dello stadio di Baku non è sufficiente a superare quella dell’Artemio Franchi perché noi siamo Firenze. Se poi vogliamo continuare a giustificare Babacar potremo sempre dire che la sua indolenza è dovuta al cambiamento climatico. Quando è lui il primo a confessare che la vita ha un modo tutto suo di far sbagliare il controllo davanti al portiere esattamente come deve. E con la morte di Hugh Hefner la smetteranno anche quelli del Fronte Gobbo Interno di cercare sempre il pelo di fica nell’uovo. Non si potranno incazzare più quando scopriranno che l’obiettivo di quest’anno è di non avere obiettivi. Oltretutto già raggiunto.

giovedì 28 settembre 2017

L'uomo Conad, la donna Conlospacco



Ripensando ancora al mancato successo con l’Atalanta, forse per consolarmi, non so, ma a un certo punto mi son detto che il vero successo non è battere una squadra di Bergamo, quanto invece essere stato sulla copertina della Settimana Enigmistica. Così come vorrei tranquillizzare Simeone impegnato a combattere le sue difficoltà di ambientamento, gli dico che non è importante quanto è lungo il digiuno dal gol, è importante come lo si usa. Passiamo all’allenatore che è per antonomasia il bersaglio preferito del tifoso, si perché è lui che decide la formazione, è lui che attraverso le sue scelte decide la qualità delle nostre giornate. Un filtro antiparticolato che rende più particolari i nostri lunedì. A questo proposito vorrei far notare che è più importante l’uomo Conad al quale invece non diciamo mai niente, mentre è lui che decide di volta in volta le offerte, e così facendo è lui che decide cosa mangiamo a cena. Più importante che decidere di tenere Hagi in tribuna. E poi adoro troppo la gente per criticare, specie quella provvista di gonna con lo spacco. Così per non pensare più a Pairetto e togliermi finalmente dalla mente quella gente che accavalla deliziosamente le gambe in treno, questa settimana mi sono consolato con la cioccolata fondente al 75%. Svizzera come Freuler. Si fa il nome di Gallazzi, si dai, non facciamo tanto gli schizzinosi, il tifoso non ne può più dei Della Valle e non può continuare a passare tutta la giornata insonne. Alternative a Gallazzi? Forse la vera svolta sarebbe andare in letargo e risvegliarsi dopo il rientro di Saponara.

mercoledì 27 settembre 2017

Il VAR come l'Istat


C’è sempre un perché visto che a seguito delle polemiche sulla sua conduzione, una ex di Pairetto ha raccontato, che così come è successo per le decisioni prese, a conferma del suo essere irremovibile, di quella volta che era sicuro di averlo infilato nel posto giusto e invece continuava a spingere tra coscia e mutandina. Torno dal Brennero smentendo ogni buon proposito, torno a riappropriarmi della mia passione. Ma perché sono così attirato dal calcio, ci sono domande alle quali è difficile trovare una risposta. Come quando la Nicoletta, che ha un piercing sulla lingua, si sentiva attirata dal “pacco” del Bambi. Lui che a quei tempi girava con una grossa calamita nelle mutande. Non il calcio. La Fiorentina. Del resto mangio la minestrina in brodo solo per il formaggio grattugiato che si scioglie dentro. Dopo il Var di Fiorentina-Atalanta il calcio non è più calcio, e “senza olio di palma” è scritto ormai anche sulle bottiglie di olio di palma. Il Var come l’Istat che da i numeri a caso. Tra tanti sport ho scelto te, ma non potevo farmi i cazzi miei. Forse non volevo una vita facile, volevo solo una vita con Saponara infortunato e Hagi non convocato. Non so, forse il calcio mi piace perché è strano proprio come la vita dove la gente prima si odia, poi fa gol Chiesa, tutti si abbracciano e si vogliono bene. Ed è per questo che io e la Fiorentina saremo sempre amanti (foto).

martedì 26 settembre 2017

Libertà di parola



Sono scappato a Vipiteno perché a Firenze se sei triste per colpa di quel coglione di Pairetto dovresti ridere per superare l’amarezza. Se ridi, ma cosa c’è da ridere dopo un’inculata di questa portata. E non riuscendo ad assumere l’espressione di Monna Lisa ho preferito andarmene. Vi aspettate che adesso dica una cosa intelligente sull’accaduto, ma in testa ho soltanto “L’importante è la salute”. Francamente mi sono rotto di questo calcio dei veleni, del Fronte Gobbo Interno, e di Babacar in panchina, si, così ho preso la mia sfera emotiva e non gioco più. Tutto questo mentre oggi si scopre che anche tutti quei professori che truccavano i concorsi usavano il VAR. Dopo Pairetto e Hagi ancora troppo lontano dal Camp Nou per sentirsi veramente a casa, non ci resta che togliere il David e tenerci il monumento alla merda. Come mi consolo nell’Alta Valle dell’Isarco? Pensando che la mia vita non è perfetta per colpa di quei maledetti gol incassati allo scadere, ma ho vissuto alcuni momenti perfetti, e casualmente in tutti quelli c’era sempre il lampredotto. Sbollire la rabbia lontano dal luogo del fattaccio per evitare un giorno di raccontare la propria vendetta a Franca Leosini. Io non li ammazzo tutti insomma, qualche mostro me lo tengo, per promemoria, ma anche per farmi compagnia quando sono in Alto Adige. E ogni tanto dovremmo ricordarci che la libertà di parola è una grande conquista, e che è un peccato usarla solo per dire “Arbitro merda”.

lunedì 25 settembre 2017

La grande amarezza


Una beffa solo perché il pareggio arriva all’ultimo secondo, ma l’Atalanta lo merita. Anche se senza la complicità dell’arbitro e di Babacar non l’avrebbe conquistato. Chiesa si consacra con un altro gol splendido, Sportiello para tutto tranne l’ultimo respiro di uno svizzero, i due rigori a favore e quello inesistente contro dimostrano definitivamente che il Var è una cagata pazzesca. Di due centravanti non se ne fa uno (per ora), e Gil Dias è morbido come un gorgonzola al cucchiaio. Mentre a puzzare è invece solo la conduzione arbitrale di Pairetto. Non è cambiato niente nel calcio malgrado la tecnologia, così come il Bambi che vive da 20 anni nella solita casa e quando vuole accendere la luce pigia tutti gli interruttori meno quello giusto. E’ difficile parlare della solita Fiorentina tenace, sempre molto fisica, generosa ma anche sterile, penso che morirò senza sapere perché il Var non ha visto la trattenuta su Astori, che di buono però ha almeno la funzione benefica di sostituire, e quindi liberarmi da un altro dilemma; perché i vegani vogliono le verdure a forma di hamburger. E’ stata una domenica che mi ha spinto a riflettere sulla vastità dell’universo e del culo di Spalletti. Una giornata amara di quelle che allontanano dal calcio, e se non fosse per una maturità conclamata potrei buttarmi su altro. Sulla politica per esempio, e puntare tutto sul centrodestra perché va bene il lavoro, l’economia ecc, ma la fica deve restare la stella cometa. Tornare ad apprezzare l’intimità di certe emozioni, bella la luce che filtra dalla finestra, un nuovo giorno che si risveglia, si insomma viva la fica. Se non fosse che l’erezione assume un ruolo di deterrente, come un autovelox che placa i bollenti spiriti alla guida. Ma sì, chi se ne frega di Pairetto e anche della fica, che bello quando hai voglia di salame del Chini, che poi si trasforma in voglia di maritozzo alla panna, che poi si trasforma in voglia di pizza e poi di panino col lampredotto. Una partita in crescendo avrei detto prima della grande amarezza. Forse il Bambi già sapeva perché subito dopo il pareggio mi ha telefonato per dirmi “Io questo lo ammazzo, tanto non ho più nulla da perdere”. Si era infatti venduto tutto quando era stata annunciata la fine del mondo nel 2012.

domenica 24 settembre 2017

I canti gregoriani del Bambi


La leggenda narra che una volta un ex giocatore Viola non venne rimpianto. E il Bambi a questo proposito si è svegliato preoccupato per il sinistro di Ilicic. Mentre a proposito di quello che dicevo ieri circa la passione per la scultura, si è detto entusiasta per il monumento alla merda installato in piazza Signoria (entusiasta perché non è finito in Santo Spirito). Non avendo Sky, il venerdì su TV8 la compagna lo costringe a vedere la puntata del giorno prima di XFactor, che lui soffre enormemente, ma a cui lei tiene molto. Allora quando la noia prende il sopravvento e lei ci rimane male, è costretto a negare che quelli sono sbadigli sostenendo invece che sono canti gregoriani, ma che non sono il genere adatto per quel talent show. Intanto è molto preoccupato perché oggi è partita maledettamente seria, tosta, importante, scomoda. Questo ci siamo detti. Tre sconfitte e due vittorie ci vedono in ritardo, la pressione cresce e il risultato diventa fondamentale. Non ci resta che vincere. Ma siccome lui tutta questa tensione la usa per alimentare l’odio nei confronti dei Della Valle ho cercato di svicolare parlando di altro. Non è stato facile distoglierlo anche perché le dichiarazioni di Cognigni l’hanno irritato più della mancanza di vino. Gli ho parlato dei miei nonni, di Gastone che mi ha insegnato ad amare la poesia, e di Zaira che ha contribuito alla passione per le poppe. Il nonno chiamava l’una dopo mezzogiorno “il tocco”. “Si mangia al Tocco” diceva, e mi è sembrata subito poesia. La nonna era una di quelle donne antiche le cui gambe non si sono mai viste, in più usava enormi tovaglie per coprire anche quelle del tavolo. Così nella vita ho imparato a non accontentarmi mai e a guardare più in alto.

sabato 23 settembre 2017

Ora che torna il freddo


Dopo ogni sconfitta l’aria s’impregna di umidità, arriva la mattina dopo e trovi la macchina tutta bagnata. Sul parabrezza qualcuno ha scritto “Via i Della Valle da Firenze”. Anche se la macchina è posteggiata a Tavarnuzze. Il Bambi dopo le sconfitte riscopre magicamente la passione per la scultura, ed è lì al bar di piazza San Felice che rilancia la sua idea di fare una statua di Diego e allo stesso tempo farsi piccione. Poi i tifosi partono per andare a lavorare percorrendo strade a doppio senso, forse senza averle capite. Strade che portano all’autunno, mentre la condensa si posa tra loro e i Della Valle. Andare avanti, farsene una ragione, loro esistono come il lunedì, come le bollette da pagare, come il vino che sa di tappo, oppure andare al caldo per fregare l’autunno. Delusi dai Della Valle, e forse quelli che mi leggono ce l’avranno anche con me, illusi perché quella volta ho scritto un bell’editoriale. Questo rapporto d'insofferenza misto brina mi ricorda quelle recensioni da un pallino su TripAdvisor, dove il ruolo si ribalta, il tifoso così come il proprietario del locale s’incazza con chi gli fa la recensione (il cliente). Non è che a me va sempre tutto bene, è solo che sono miope e il mio malumore vola più basso, dalle cantine alluvionate all’uomo della strada perso nella maleducazione. Ogni volta che lascio passare qualcuno pur avendo la precedenza, e quello non ringrazia, capisco che le mamme maiale non sono poche. Mentre succede tutto questo, quando il sole è già alto, la brina si è sciolta, quando la ragazza di tutti i giorni si mette l’elastico che tiene al polso per legarsi i capelli e mangiare il panino col lampredotto, che intanto sgocciola, io un po’ m’innamoro. E ora che torna il freddo mi verrà in mente Cecchi Gori.

venerdì 22 settembre 2017

La betoniera



Laurini prima deriso perché ritenuto un acquisto troppo low cost, poi rimpianto come il salvatore della patria quando è stato sostituito da Gaspar. E quando di colpo fa un freddo cane chi è che ti salva? Quella maglia orrenda abbandonata in fondo all’armadio nell’ultimo cambio di stagione. Laurini orrenda maglia. Il Bambi ha persino sognato Kim Jong Un scoprendo che era un uomo sensibile, sentendosi poi in colpa al risveglio per aver pensato che invece fosse solo un coglione. Come se non fosse già abbastanza aver pensato che anche Laurini lo fosse. Forse proprio i giocatori ritenuti scarsi potrebbero diventare la soluzione per chi una volta finita l’ultima edizione del GFVip si sentirà di nuovo solo. Ma non è un problema solo di noi umani non sempre in grado di capire il vero valore degli altri umani, penso che in una società evoluta, anche il semaforo dovrebbe capire quando uno ha veramente fretta. Il Centi, tra i più scettici d’Oltrarno, è andato oltre il ragionevole dubbio sul valore dei giocatori pagati poco, è voluto andare più a fondo e ha scoperto che per il riscaldamento si pagano un sacco di soldi di gasolio, ma nel termosifone gira solo acqua che uno potrebbe prendere liberamente dal proprio rubinetto. Se n’è accorto l'altro giorno sfiatando il termosifone. Dubbi ne abbiamo tutti, anche chi sapeva il vero valore di Laurini ma si è chiesto cos’è più difficile, per Pioli scegliere la linea dei quattro, o per lui scegliere tra Berlusconi, Renzi, Di Maio e Salvini? Io rinuncio a capire il talento che si nasconde dietro a un giocatore d’una squadra di provincia, magari anche retrocessa, rinuncio perché anche per giudicare i Della Valle bisognerebbe entrare in una betoniera e guardare il mondo da un’oblò. Girando riesci a vedere meglio da tutti i punti di vista, ma io una betoniera non ce l’ho. Quindi mi rimane più facile scoprire tutto il talento che c’è in un culo tondo.

giovedì 21 settembre 2017

Il Gronchi rosa


Coraggiosa e tignosa se l’è andata a giocare. E ha continuato a farlo anche quando è rimasta in dieci. Nel primo tempo senza nemmeno concedere niente, cancellando Dybala, disinnescando Higuain e Mandzukic. Tosta, anche se con qualche errore di precisione nella gestione di alcune ripartenze importanti. Diciamo una Viola soffocante, che toglie alla Juve la capacità di giocare, nel finale di partita riuscendo persino a nascondere di essere rimasta in dieci. Rimane l’equivoco Benassi, la difficoltà a creare azioni pericolose, il cambio Laurini-Gaspar (problemi per Laurini). Occorreva la partita perfetta, non è stato così, ma rimane la buona personalità che avevamo già intravisto, e quel finale con l’occasione di Gil Dias, il successivo corner con Simeone che anticipa la difesa, e la Juve che sembra non proprio a suo agio nel gestire il vantaggio di misura. Bene la difesa in blocco nel primo tempo, Pezzella e Astori non sbagliano niente, di Gaspar abbiamo detto, nella ripresa Biraghi soffre troppo Cuadrado che diventa decisivo. Centrocampo bene nella fase d’interdizione e meno in quella di costruzione, bene Veretout, male Benassi, ingenuo Badelj. Davanti manca incisività. Squadra orgogliosa che malgrado la sconfitta lascia sul campo la sensazione di aver compiuto un altro passo avanti in questo nuovo percorso. Rarità assoluta come un Gronchi rosa aver visto un rigore assegnato e poi tolto alla Juve. Oppure come ai semafori trovare ancora qualcuno interessato al verde e non a mandare messaggi. Come aver trovato stranamente interessante il Bambi, addirittura irresistibile mentre fissava il cielo, prima di accorgermi che aveva in mano il collirio. Rimane il fatto che per avere grandi sogni bisogna avere tanti soldi per la droga, non solo per il monte ingaggi. E racconto questo mentre scaldo le polpette perché è bello scrivere di una squadra che mi è piaciuta, ma le sconfitte comunque non saziano.

mercoledì 20 settembre 2017

Dov'è il match winner?


Siccome tutti noi abbiamo tre vite, di quella che vivo e di quella che vorrei vivere già so, spero che in quella che gli altri inventano per me senza sapere un cazzo sia previsto che stasera dopo la partita mi faccia le seghe in albergo. Quelli che si laureano in sceneggiatura della vita altrui, sono quelli che si accompagnano con donne superbe, dalle vanità celate dietro ad atteggiamenti umili. E quando dicono di non essere delle maiale si vede benissimo che è per falsa modestia. Donne che fanno le salutiste con il culo delle altre, e che invece del burro usano la vaselina. Mentre un pensiero va a tutte le persone che a Vipiteno in questi giorni mi hanno chiesto indicazioni stradali. Comunque non perdiamo le speranze per stasera perché a volte se desideri veramente una cosa e hai i soldi per comprarla, come per magia quel desiderio si avvera. Naturalmente bisogna prepararsi anche al peggio, e la mia filosofia è sempre stata quella di affrontare una delusione sostituendola con una delusione più grande. Ricordo quella volta a Cesena, ancora piegato in due dal dramma per una rimonta della squadra di casa dopo aver depauperato un vantaggio di tre gol, e la Luisona conosciuta poco prima in una piadineria, che mi disse di aver voglia di trombare e poi di sarde a beccafico, aggiungendo non necessariamente in quell’ordine. Non sapendo dove andare a trovare le sarde, lei si sdegnò e così non volle nemmeno più  trombare, ma quella delusione mi fece dimenticare l’altra. Insomma ci sono i giorni si e i giorni no. Poi ci sono i giorni forse andrà bene, forse sarò felice, e lo saprai solo dopo il triplice fischio dell’arbitro. Del resto la sconfitta e la vittoria viste dalla parte del tifoso le ha raccontate Dalla come meglio non si poteva “Io che sto morendo e tu che mangi il gelato”.

martedì 19 settembre 2017

Acqua di Giò-rdan


La vigilia è anche il momento delle sensazioni, ed è qui che il mio ottimismo fa capolino circospetto tra il pessimismo dilagante. Per certi versi non sbaglia mai chi vede sempre nero perché il nero sta bene su tutto. E visti i mostri che abitano in quelli del Fronte Gobbo Interno, il responsabile della comunicazione lancia un allarme proprio alla vigilia della partita contro la Juve invitando i propri affiliati a bussare prima di entrare. Ma non chiedetemi perché sono così ottimista perché non sono più abituato a rispondere senza consultare Wikipedia. E in questo caso non penso che potrebbe aiutarmi nemmeno un’enciclopedia online. Forse una risposta posso anche tentarla se considero che la  pioggia e l’umidità non fanno certo bene ai capelli delle donne, ma vuoi mettere ai capezzoli. E se mi si fa presente che con la Juve si perde spesso, vi ricordo che passano gli anni ma continuiamo ad essere sempre in fila sui viali. E se devo dire cosa mi ricorda il Fronte Gobbo Interno che annusa la probabile sconfitta in casa Juve, mi viene in mente l’altoparlante che mi sveglia in treno quando invita ad abbassare la suoneria del telefono per non disturbare gli altri viaggiatori. Allora voglio andare anche oltre l’ottimismo e indicare Veretout come uomo partita, perché se è vero che siamo fatti del 70% di acqua, nel suo caso è acqua di Giò-rdan. A chi fa di tutto per farmi notare che Dybala è difficile da affrontare in questo momento, rispondo che non lo cambierei con Saponara perché lo juventino è talmente brutto dentro che ha bisogno di farsi tristemente notare. Il nostro manco gioca da quanto è invece una bella persona. Si va bene, ma se dopo tutti questi discorsi il risultato sarà negativo come spesso accade a Torino? Anche le sconfitte sono migliori se le sfumiamo col vino. Non vi piace la nota alcolica? Allora non resta che guardare tutto come se non l’avessimo mai visto.

lunedì 18 settembre 2017

Nel comparto aziendale c'è anche il comparco macchine


Napoli-Benevento come copertina di un campionato spaccato in due, lacerato, due gol di Kalinic, tre gol di Dybala, Verstappen, una domenica peggio che cercare il dialogo con uno davanti a una slot. Poi ci sarebbe anche un Aglianico del Vulture. Almeno la domenica del Bambi oggi è finalmente tranquilla con la sua nuova compagna, prima invece era difficile da interpretare perché girava in maniera caotica per San Frediano, a suo dire per aumentare le possibilità di essere intercettato da quelle che la danno al primo che passa. Rimanendo in tema, ma proiettandoci alla partita di mercoledì voglio dare retta al mio uccello che a volte la mattina sembra anche troppo ottimista. Una squadra così giovane ci porterà ad alti e bassi, con l’aggravante che il tifoso non potrà più essere incoerente in santa pace, tutti cambieranno idea perché sono intelligenti. Tra i bassi del Bambi, quando non riusciva a incrociare le benefattrici che camminavano sullo stesso marciapiede, lo stimolavo ad andare dove lo portava il cuore, non se lo faceva dire due volte ed andava dal vinaio. Tra i bassi c’è naturalmente anche il Carrefour che è aperto h24 e la Guardia Medica no. E gli alti? Personalmente quando il caos prende il sopravvento e lo stress mi marca stretto come Jordan quello buono, vengo qui con centinaia di commenti per sentirmi un po’ solo. A niente è valso lo striscione dei giallorossi campani che nel derby col Napoli ricordava a San Gennaro di essere nato a Benevento. “Uno di passaggio” mi ha fatto presente che parte della plusvalenza di Bernardeschi è stata utilizzata per mettere a bilancio una Maserati all’altezza del funerale che alla Fiorentina in molti hanno previsto di prossima celebrazione. Non a caso ieri Diego parlava di avvoltoi. Insomma, nel comparco macchine c’è anche un carro funebre del lusso e del Made in Italy. Non pensate poi che sia così superficiale, capisco benissimo chi punta tutto su Hagi, da piccolo pensavo che gli indiani fossero cattivi e i preti tutti buoni, è solo che non pensavo di avere utenti così giovani.

domenica 17 settembre 2017

Quel poco che mi basta


Ho aspettato divertito questa seconda vittoria consecutiva come quando in treno due ragazzi si affrettarono a sistemare il bagaglio della Beatrice dalle poppe grosse mentre io osservavo ghignando. E chi non riesce ancora a godere di questa Viola perché sempre lì a rimuginare sulla dismissione, il consiglio è di riguardarla domani con calma. Ma come è buona la pizza riscaldata il giorno dopo per colazione? In un periodo dell’anno dove se non hai un bambino da portare a scuola non sei nessuno, mi sono vissuto le mie belle emozioni con questa Fiorentina tutto muscoli, talento e impegno. Una grande giocata per tempo; il coast to coast di Federico nel primo, il gran gol di Enrico nel secondo. Gil Dias che fa da Idrolitina alla manovra regalando bollicine d’imprevedibilità, mentre Pezzella che fa da da match winner con la supervisione del “Caudillo”. La squadra non si disunisce neanche dopo il pari di Palacio, dentro a una partita complicata da un Bologna tutto arroccato dietro la linea della palla. Poi Pioli mette Hugo al posto di Cirillo abbassando pericolosamente l’assetto come a certe muscle car americane. E il finale si fa sofferenza almeno per me che sono troppo sensibile anche solo per pulire il filtro della lavastoviglie. Ancora una volta troppe simulazioni, in un calcio falso dove basta un minimo contatto per causare urlacci e tuffi inverosimili, del genere allora preferisco alla grande il tuffo della sonda Cassini su Saturno. Quando ero più giovane preferivo invece il culo della Cassini. A tutti coloro che stanno ponzando per l’impiego di Hagi, dico di non desistere e di pensare alle proprie nonne, altro che Pioli, visto che non c’è peggior sordo di una nonna a cui dici di non aver più fame. Dietro compenso ascolto storie tristi di tutti quelli che non hanno avuto nonne sorde. Se è previsto un bonus posso anche fingere una sorta di coinvolgimento. Pensando alla partita di mercoledì contro la Juve, se parliamo di cose marginali come rimpalli favorevoli, errori di appoggio degli avversari, svarioni difensivi, un doppio cartellino giallo, insomma quel poco che mi basta lo voglio in dosi massicce.

sabato 16 settembre 2017

Storie di San Frediano in attesa della partita



Le prime volte che mi beccava a fissargli le poppe, per uscirne bene e per risultare persona interessante, non arrapata, le raccontavo che in realtà il mio sguardo andava oltre la dimensione fisica, che la scrutavo controluce per leggere la malinconia che traspariva da “quella sua maglietta fina”, come a quei tempi sosteneva anche Baglioni. Una malinconia soda quella della Beatrice che per questo motivo tendevo a trattare come un pranoterapeuta, una volta che si era convinta delle mie speciali virtù nel leggere i suoi sentimenti. Quando facevo tardi agli appuntamenti, anche in quel caso cercavo di rigirarla col fascino tipico del parolaio sanfredianino, facendole presente che la strada che porta alla felicità è sempre piena di bar. Quando invece era lei a venire da me e si metteva a sfogliare quei pochi libri che mi avevano regalato incautamente, osservando come non sembrassero stati mai sfogliati, rispondevo che il libro deve rimanere intonso, niente sottolineature, orecchie e note a margine. Mi ergevo a difensore dell’anima dei libri per non passare da somaro. Così parlavo anche del mio impegno sociale, e in riferimento ai casi difficili come quello del Bambi, esponevo la proposta di uno sconto della pena per i ladri d’appartamento che prima di andarsene rimettono tutto a posto. Per contestualizzare meglio la personalità sfaccettata e sfacciatamente criminale del soggetto, la misi a conoscenza di quando il Bambi fece arrestare la nonna sorpresa con un chilo di hashish nello scaldino, istruendola preventivamente a rilasciare dichiarazioni ai Carabinieri nelle quali seminasse la confessione di attenuanti generiche come il fatto che la droga costasse meno delle caramelle di quel ladro del Torcini, e che il nipote la preferiva. Morì ancora agli arresti domiciliari e così il funerale venne celebrato in cantina. Tornando alla Beatrice, dei suoi capezzoli turgidi apprezzavo la sensibilità tipica femminile. Purtroppo capì troppo presto che l’uomo sbagliato non desiste. Si, perché continuavo ad andare a trovarla solo per rivisitarne la malinconia da tutti i punti di vista, poi mangiavo e bevevo, e specie la mattina mi irritavo facilmente perché non volevo rovinarmi la colazione dividendo i biscotti con altri, dopodiché sparivo senza più considerarla fino alla volta dopo. La crisi scoppiò definitivamente quando dalla malinconia volli passare all’introspezione di un altro suo buco esistenziale. Ed eccoci arrivati alla partita, Pioli avrà sicuramente sciolto i suoi dubbi di formazione in una soluzione acida. E a quelli del Fronte Gobbo Interno saranno cominciati a girare i coglioni qualche ora prima di individuare il perché. La Fiorentina infatti vincerà solo verso l’ora di cena.


venerdì 15 settembre 2017

Fino all'incontinenza

Il Fronte Gobbo Interno non può nascondersi dietro a uno spiccato “spirito critico”, sono dei rompicoglioni e basta. E se non possono permettersi dell’ironia gliene sarà assegnata una d’ufficio. Quella che non manca certo al Bambi che ha attaccato l’adesivo “Maria a bordo” sul lunotto posteriore del vecchio Kangoo giallo, ma lui non ha figli. Così come non gioca a biliardino solo perché gli dicono che non può rullare. I Della Valle hanno fatto tanto questa estate per dare la percezione del ridimensionamento, poi arriva uno a rivendicare l’identità di Pontellizzazione. E’ proprio vero che ci sono persone capaci di distruggerti il lavoro di un’intera campagna acquisti con una sola parola. E girano a piede libero. Pontello fa il ganzo come quando l’amico è alla seconda puntata di una serie e lui alla nona, e così si atteggia a vecchio saggio che sa tante cose che succederanno. Io ho altri problemi comunque, quando ti accorgi che un acquisto risulta un bidone (vedi Alonso) ti viene subito da chiederti se ti hanno venduto un altro al posto suo, poi c’è il problema del multinickismo, qui invece dello scambio c’è il problema della moltiplicazione. Ma c’è anche un altro problema serio, quello di chi usa foto false nei propri profili social. Lo scambio di giocatori porta a una minusvalenza (vedi Alonso), il multinickismo alla ridondanza dei propri concetti fino all'incontinenza (un eco bieco), le foto false prestano il fianco ad incontri inaspettati (vedi il lupo al posto della nonna). Per quanto nelle mie possibilità, i multinick li combatto con i tornelli, mentre all’ultima della foto ho detto di essere disposto ad incontrarla solo se porta la  modella a cui ha rubato la foto. Per i giocatori bidoni che generano minusvalenze si parla giustappunto di pontellizzazione. Io mi tengo strette le pizze, e non le persone che non valgono, e per non perdere più tempo in discussioni inutili con persone non ritenute valide come invece quella della foto, ho imparato a dialogare con lo sguardo. Ieri ho incrociato una ragazza non proprio desiderabile in piazza Tasso, e quando mi ha guardato con lo sguardo supplichevole tipico “per favore non mi stuprare”, gli ho risposto con lo sguardo altrettanto tipico “Tranquilla, non mi sono fatto il bidet”.

giovedì 14 settembre 2017

Beata ingenuità

E’ talmente tanta la voglia del Bambi di mandare via i Della Valle che è deciso a credere a tutti i costi anche alla cordata Sundas. La disperazione e l'ignoranza hanno fatto arricchire Wanna Marchi vendendo sale grosso a peso d’oro, bisogna stare molti attenti. Monitorare gli amici in difficoltà. Per scuoterlo e quindi cercare di non farlo cadere nella trappola dei millantatori con le meches, gli ho raccontato la storia di mia sorella che da piccola mi rubava le riviste porno e aveva maturato la convinzione che quegli uccelli enormi esistessero davvero. Oggi lo ricorda con tenerezza sospirando “Beata ingenuità”. Disincantata com’è davanti ai pisellini quotidiani, per consolarsi è persino arrivata ad apprezzare gli scatti di anzianità in busta paga. Soprattutto è amareggiata perché le troppe chiacchiere dei tifosi tolgono spazio al cunnilingus. Intanto il vantaggio dei Della Valle nei confronti di quelli del Fronte Gobbo Interno si allunga, mi riferisco ai rispettivi motivi d’incazzatura gli uni verso gli altri, perché sfogarsi in dialetto stretto con gli amici fa bene. E mentre godevo per la sconfitta della Juve contro il Barca, sempre mia sorella mi faceva presente che ai suoi amici gobbi aveva mostrato il lato positivo di quella sconfitta, sostiene infatti che l’unico modo per non perdere la finale di Champion è di non arrivarci. Frequentate prima le suore di via dei Serragli, poi l’oratorio della chiesa di Serumido prova enorme disagio quando sente augurare il male ai Della Valle, allora suggerisce di augurare un trasloco l’anno per tutta la vita. Poi è arrivata la sera e invece del Napoli mi sono visto “4 Ristoranti” con Alessandro Borghese. Perché quella dei tifosi è la guerra dei poveri, quelle dei giocatori sono le simulazioni dei ricchi, il “Morirete tutti” è invece il primo striscione di Dio. Mettiamoci pure il menefreghismo dei gatti, non solo nei confronti degli striscioni di Dio (ce ne vorrebbero comunque almeno 6). Ma anche una bella bottiglia di vino rosso.

mercoledì 13 settembre 2017

Come una meridiana


Il meccanismo psicologico del tifoso maschio quando la sua squadra perde è molto semplice, se quel panchinaro avesse giocato le cose sarebbero andate meglio. E l’allenatore che ne confina le potenzialità non capisce niente. Chi non gioca è sempre meglio, anche della Soluzione Schoum. La donna ha meccanismi psicologici più complicati, diciamo come un orologio, mentre quelli del Fronte Gobbo Interno, come una meridiana. Poi sempre tra questi tifosi ci sono quelli grossi e duri che mentre inveiscono contro l’allenatore, improvvisamente vengono chiamati con un nomignolo grazioso dalle proprie compagne, e di colpo saltano le coperture. La mia idea è che a prendersi troppo sul serio nel calcio si rimpicciolisca l’orizzonte. Nel frattempo il tifoso che trova modo di incazzarsi anche nelle vittorie, usa la pioggia incessante di questi giorni come scusa per straripare. Ma se da una parte le donne comprendono meglio le scelte degli allenatori, è anche vero che gli uomini non pretendono l’anestesia totale per farsi la ceretta all’inguine. Devo dire che io sono molto facilitato perché non facendo la ceretta e non capendo niente di calcio non ho neanche la pretesa di individuare soluzioni migliori di quelle dell’allenatore o dell'estetista. Per me la lavagnetta tattica è tabù come quando guardo certi video di ricette di dolci in due minuti, mi concentro per cercare di memorizzare ingredienti e dosi, poi vado in cucina e mi mangio un pacchetto di “digestive”. No, davvero, io ho dubbi anche quando vedo uno correre come un pazzo sotto lo pioggia, e mi domando se corre perché è in ritardo o perché piove. Figuriamoci suggerire una sostituzione. Volevo parlare invece di Baudelaire ma la situazione di Babacar mi distrae. C’è sempre da controllare poi che tutte le preghiere dette perché giochi quello piuttosto di quell’altro non vadano a finire nella cartella “spam”. In una piazza dalle divisioni e dalle polemiche accese dai piromani del tifo, se riusciamo a spegnerle sul nascere la Fiorentina potrebbe anche stupire quest’anno, come il mare di settembre che non deve dimostrare più niente, e che può permettersi di dare il suo meglio.

martedì 12 settembre 2017

Una spettacolare giornata triste


L’estate passa dal caldo torrido duro da sopportare come solo Gano il duro di San Frediano, direttamente all’uraGano. Il tifoso passa dalla catastrofe ambientale della sconfitta al paradiso fiscale della vittoria, stato idilliaco quest’ultimo non senza qualche riflessione amara. E’ come quando si disdice un abbonamento perché stufi, e venti minuti dopo ci chiamano offrendoci forti sconti per abbonarsi di nuovo. E’ lì che ci si chiede per quanti anni c’hanno inculato. Questa pioggia però a qualcosa serve, a lavare via dalla memoria il ricordo bruciante di questa torrida estate, e quello della cessione di Borja Valero. Eravamo così preparati all’uragano in Florida che ci siamo dimenticati della bomba d’acqua a Livorno, e come se non bastasse, con l’autunno rieccoti l’accasciarsi con enfasi di Callejon, che di fatto anticipa la caduta dei capelli. Ci rimangono ancora i grandi dubbi: da dove veniamo? Dove andiamo? Diego Della Valle o Diego Dalla Valle? Per i tifosi del Fronte Gobbo Interno intanto la vittoria della Fiorentina è sempre una spettacolare giornata triste. Ma anche loro hanno diritto a una seconda possibilità, ad una seconda vittoria consecutiva, a una seconda colazione, e per le loro donne ad almeno una seconda di reggiseno. Ha fatto bene l’altro giorno Franco a segnalarci il Premio Campiello a Donatella Di Pietrantonio per “L’Arminuta”, perché sennò sembra che gli abruzzesi siano solo Cirilli, la Cipriani e Bruno Vespa. E visti i complimenti che ha fatto al blog, sono stato costretto a farmi un bidet di umiltà per dare l’esempio a Théréau, Laurini, Veretout ed Eysseric. Qui si è detto che Corvino avrebbe sparato un sacco di cazzate durante la conferenza stampa di fine mercato, imbeccato dai due mandanti di sangue. Trovo molto più gravi le cazzate che diciamo noi non imbeccati da nessuno e persino gratuitamente, quando per convincerci che niente potrà influire sul nostro peso forma, sosteniamo con forza che d’estate non s’ingrassa perché col caldo si mangia di meno. Chiudo col contratto del Baba che è pari pari al mio tema d’italiano che la maestra Bianco volle leggere per forza a tutti gli altri bambini. Da quel giorno mi odiarono, e quello fu il mio alibi per una carriera scolastica mediocre.

lunedì 11 settembre 2017

Che cos'è che ci pesa di più?


Oggi sembro un po’ meno scemo di quando nel bel mezzo della mareggiata degli amareggiati la definivo una squadra molto interessante. Certe caratteristiche si erano viste anche dentro a quelle due sconfitte. Il Verona non è il test più probante, ma basterà comunque per trasformare la casa del Fronte Gobbo Interno in quel posto dove nessuno oggi risponde al telefono, ma poi tutti vogliono sapere chi era (lo 0-5 invita alla latitanza). Mettiamoci che Astori va pure in gol di esterno e che Hagi questa volta non risulta decisivo, per dare ragione al meteo circa certi rovesci della polemica. Con me appaiono meno scemi anche Corvino e Pioli perché in effetti, malgrado la dismissione e la bolognizzazione, c’è entusiasmo, fluidità di manovra, giuste distanze tra i reparti, divertimento in campo. Unica situazione inaccettabile, e qui ci vorrebbe davvero uno striscione di contestazione; la maglia dei Rossi. Anche perché i giocatori arrivati, e quelli rimasti, sono veramente orgogliosi di indossarla. Tra le tante barzellette create per raccontare con ironia la rivoluzione di un mercato alla meno, non cito quella sulla lotta per la retrocessione, rimpiango invece quella sui Carabinieri, bei tempi insomma quando erano solo stupidi. A questo proposito però l’Unonoveduesei ha voluto dire la sua sul sogno erotico delle ragazze americane “Sesso sullo zerbino con il Caramba fiorentino”. E se sulla Florida si è abbattuto l’uragano “Irma”, su Montella si è abbattuto l’uragano “Soralella”. Poi c’è chi tira su le barriere per punirti con il silenzio (vedi i Della Valle) e chi invece tira sopra le barriere per punirti (vedi Veretout). Per chi vuole sparare ancora ad alzo zero su squadra e Società il consiglio è di usare più cartucce possibili in questa settimana, prima cioè che un’eventuale nuova vittoria contro il Bologna possa portare troppo entusiasmo e disinnescare il malcontento. Io faccio lo stesso con i ghiaccioli che ho in frigo e che tendo a finire velocemente prima che arrivi il freddo. In mancanza delle coppe adesso abbiamo una settimana intera per capire se ci pesano di più i 15 anni senza Vittorio Cecchi Gori oppure i 19 senza Lucio Battisti.

domenica 10 settembre 2017

Coscienza civica



Comunque quando davano la colpa ai draghi invece che ai Della Valle era tutto più poetico. E il rammarico cresce nelle donne dei lenzuolai che hanno anche una perdita di sangue mensile (che macchia i lenzuoli) per un evidente errore di progettazione da addebitare a Corvino. Non c’è spazio per il perdono dopo 15 anni di stenti, e se tu mi lanci la pietra dello scandalo della bolognizzazione, io solo perché sono poeta ti lancio un fiore (ma senza togliere il vaso di terracotta). Mentre per molti i Della Valle sono diventati una vescica pienissima nel bel mezzo di un sogno fantastico, per me il cocomero a cena è dai tempi di Gubbio che è stato bandito. Mentre per molti è necessario ammazzare il tempo prima che gli dia ragione, per me è impossibile ammazzarlo perché non arriverebbe più il tempo delle castagne. Per fortuna ci arriva in soccorso il campo (maltempo permettendo), e almeno fino a quando non ci sarà, se ci sarà, di nuovo la delusione a farci recriminare ancora sul rientro di capitali che ci ha costretti a vivere nelle baraccopoli cresciute alla periferia del calcio che conta, possiamo pensare solo al pallone che rotola. Prendiamoci una pausa come Barbie Menopausa. Mercato finito, “Uno di passaggio” sparito con la cassa piena di quei numeri che tanto hanno fatto incazzare il popolo Viola, il mio appello è quello di mollare la polemica per stare vicino alla squadra, qualcosa bisogna pur farlo nel tentativo di evitare di alimentare il malcontento che certo non fa bene alla causa. In questo senso ricordo la grande sensibilità della Mila, quando con la bellezza abbagliante dei suoi vent'anni (faceva girare la testa anche ai primi portatori di tutore post tamponamento). Abitava nel rientro quasi in fondo a via dei Serragli, poco prima di piazza della Calza, una grandissima passera senza precedenti, che però cosciente del suo essere fica da turbamenti, a volte, quando si sentiva ancora più sexy del solito decideva di rimanere a letto proprio per non creare ingorghi. Quella che si chiama coscienza civica, e che manca invece al Fronte Gobbo Interno.

sabato 9 settembre 2017

Il grasso del prosciutto



Questo è diventato un mondo difficile per chi cerca di capire quanto alla fine rimanga realmente dell’attivo di bilancio, prima di giudicare. E ognuno esprime l’amore per la Viola alla sua maniera, chi cerca di alimentare la passione attraverso i bilanci, chi usa le lenzuola in maniera non proprio convenzionale, e io che per dire di amarla con parole mie dico “Poppe”. Mentre a chi trova difficoltà a comprendere di cosa si parla quando si fa riferimento al comparto aziendale, l’invito è quello di fare un’attenta riflessione in merito quando dopo le vacanze avrà ricevuto l’estratto conto della carta di credito. Un sospetto intanto cresce in me se penso a quelli che ce l’hanno tanto con i Della Valle, mi sto convincendo che anche con i vicini di casa non dovrebbero avere un rapporto così idilliaco. Intanto con la sua saggezza rozza Il Bambi mi ha fatto comprendere l’opportunismo dei Della Valle, maestri nel far coincidere la dismissione con la contestazione dei tifosi. Come avrà fatto il Bambi a farmi capire un concetto così articolato, lui incapace di argomentare anche solo sulla Rificolona dell’altra sera; l’ha fatto sfruttando un tuono per scorreggiare in pubblico. Io che non capisco niente di numeri, oltre che di calcio, mi astengo e non intervengo nel merito come invece fanno la totalità dei siti Viola, probabilmente convinti che dopo anni passati a togliere il grasso dal prosciutto siano in grado di effettuare un’angioplastica a occhi chiusi. E quindi dopo il fortissimo terremoto in Messico, magnitudo 8.5, Pestuggia e Loreto temono un ulteriore crollo del monte ingaggi. Come sempre la differenza sta tutta nella fonte, quella della Treccani o di quei tre cani che scrivono di Fiorentina. In quanto però esperto di gallerie vi posso assicurare che non c’è solo la luce in fondo al tunnel, dove c’è buio pesto c’è anche un gran profumo di basilico.

venerdì 8 settembre 2017

A vita alta



Parlo di fica e di libri, entità a me ignote, per distrarmi dagli attivi di bilancio ai più invece molto noti (nella foto 6 tifosi in pausa pranzo, sulla lavagna del menù di un bar di Soffiano stanno tentando di calcolare i bonus di Lo Faso). Un libro che lascia il lettore come prima di leggerlo è un libro paga. Giocatore che costa scelta più tosta? No, perché poppe grosse non è sinonimo di poppe belle. Anni e anni di Bruno Vespa e adesso il problema sono i Della Valle. E’ sempre più in uso acquistare il giocatore spalmando il costo del suo cartellino in più stagioni sportive, così anche Corvino pagherà a rate tutte le stronzate che ha fatto nell’ultimo mercato. E quando piove mi diverto a osservare quei tifosi incazzati con la Proprietà, impugnano gli ombrelli come fossero manganelli della Celere. A Pioli il compito di trasformare i prospetti interessanti in plusvalenze così come il Bambi ha trasformato quattro sacchi di terriccio universale da 80 litri in un’ernia del disco. Il nuovo corso Viola incasso 100 e compro per 75 tenendomi il 25 % è stato ripreso dal modello INPS che piace perché versiamo per 40 anni e ci paga per 15. Tantissima solidarietà a tutti quei tifosi Viola che hanno messo il broncio per via dell’attivo di mercato e lo tengono per giorni e giorni cercando di farsi notare ma non li considera nessuno. E allora si ammazzano di Kinder cereali. Quelli che non vogliono credere con tutte le forze che non c’è un disegno di dismissione sostengono che i tempi migliori devono aver avuto un contrattempo. E la vita alta dei pantaloni di molti tifosi non ha evitato intanto la bassa classifica.

giovedì 7 settembre 2017

Una volta c'era tutta campagna


Almeno per la malaria non ci vuole Sky, le zanzare la trasmettono in chiaro. Per assurdo è Deyna con lo streaming quello che rischia meno di tutti prendendosi solo qualche virus comunque meno dannoso. I soliti lenzuolai intanto hanno esposto le prime anticipazioni autunno-inverno: “E allora noi che abbiamo preso la peste bubbonica per colpa del Colfiorito?”, e l’altro subito dopo una vittoria “Il peggio è passato, è andato a chiedere i rinforzi”. Riduzione del monte ingaggi, autofinanziamento feroce, mancanza di top player, ambizioni al minimo storico, cambiamenti che ci destabilizzano un po’, ma che alla fine non sono molto diversi da quello che ci succedeva le prime volte che sfilavamo le mutandine a una ragazza e la trovavamo completamente depilata mentre ci aspettavamo che ci fosse ancora la campagna come una volta. Se i Della Valle fanno male alla salute allora l’augurio è che facciano meno male delle sigarette a Camilleri che con i suoi 92 anni è andato in culo a parecchi di quelli non fumatori che avrebbero dovuto vivere più a lungo. Io di bilanci non so un cazzo, di tattica non so un cazzo, di calcio non so un cazzo, come faccio allora a scrivere tutti i giorni? Seguo il mio istinto e poi lo incolpo di tutto. Mi piace quando vi accendete grazie alle notizie di miriadi di compratori, la stessa felicità dei bambini che ti chiedono fino allo sfinimento un gesto o una frase che li ha divertiti. Siamo passati da una mancanza assoluta di appeal a diventare appetibili geograficamente ormai in tutti i continenti, tranne naturalmente che per i bottegai di San Frediano. Ressa di compratori internazionali patrimonio dell’Unesco.

mercoledì 6 settembre 2017

Andrea tornerà presto


Kate ha le nausee al mattino, o è incinta o legge i bilanci di “Uno che da un passaggio” a “Marco Marino”. Mentre un amico romagnolo sostiene che la Fiorentina senza i Della Valle non è una bella cosa, come chi dalle sue parti pubblicizza la piadina senza strutto. Comunque non vi dovete preoccupare per la loro assenza, Bucchioni ha detto che Andrea tornerà presto (come da foto). Ma poi dove è scritto che i Della Valle ci dovevano giurare amore eterno? Piuttosto ci giurino che non ci stalkeranno e non ci ammazzeranno se saremo noi invece a lasciarli per l’intraprendente Sundas. Poi bisogna fare tesoro delle storie vissute, io grazie alla Beatrice dalle poppe grosse ho imparato ad amare la Pop Art. Ma anche loro hanno capito di aver bisogno di qualcuno del Fronte Gobbo Interno che a qualsiasi ora della notte li sveglia e gli sussurra nell’orecchio “hai chiuso bene la porta?”. E dopo di loro? Ho visto il vuoto che ci fissava fumandosi una sigaretta. Mentre i brontoloni del web sono più fiduciosi di me perché per loro chi viene viene, non importa chi, insomma, quello che conta è che se ne vadano via e basta. Una volta avvenuto il cambio di proprietà, come in tutte le favole potremo scrivere che i lenzuolai vissero felici e contenti fino a quando non scopriranno che al Principe Azzurro non piaceva leccare la passera.

martedì 5 settembre 2017

Il nuovo tatuaggio di Théréau


Sarà il nuovo tatuaggio di Théréau che di fatto sposa le considerazioni di Sportiello in merito ai brontoloni che si fanno di web. Un tatuaggio multi-significato perché può valere anche per le parole di Salica e il veleno di Sousa che negli ultimi tre mesi avrebbe intossicato l’ambiente. Tatuaggi, messaggi, comunicati, striscioni; l’Unonoveduesei ha già preparato il lenzuolo per rispondere alla vittoria scaccia crisi di Verona. “La crisi è alle nostre spalle, ci sta per doppiare”. Sempre per difendermi dal web il problema è apparso da quando ho installato il nuovo antispam, da quel momento sembra che tutte le ragazze single di San Frediano abbiano improvvisamente perso interesse nei miei confronti. Sono cominciati intanto anche i primi disturbi da VAR, ieri il Bambi ha visto cadere un’anziana che usciva dalla Chiesa di Serumido, ma invece di aiutarla ha aspettato di rivedere il replay. Brontoloni del web, rompicoglioni del Fronte Gobbo Interno, avvelenatori di pozzi, giocatori che fanno flanella, procuratori a caccia di parcelle milionarie, i Guelfi e i Ghibellini erano dei principianti a confronto. Difficile difendersi perché molte soluzioni hanno problemi peggiori. Per non parlare delle compagne dei calciatori, Wanda Nara su tutte, ma anche quelle che sembrano le più tranquille possono romperti i coglioni in fase di rinnovo con richieste del cazzo. Prendi la tipica Biancaneve ai tempi nostri, con la strega Cognigni che gli offre la mela come bonus, e lei che chiede “E’ una Golden, una Pink Lady, una Granny Smith, oppure una Annurca? Per questo ho smesso di sognare trofei prestigiosi, campionati da record, ormai per me le tre di notte sono fatte solo per sognare di avere in cucina tutti gli ingredienti per un toast e un maggiordomo che te lo prepari.

lunedì 4 settembre 2017

Impertinenza, insofferenza, plusvalenza


Senza nessuna nuova sconfitta di cui preoccuparci, questa è la settimana giusta per pensare un po’ anche alla bambina del Buondì Motta che è rimasta senza la mamma. Vista la stagione, anche settimana dei saluti per strada tra gente in canottiera e gente con i giubbotti. A Ventura va invece dato il merito di aver fatto di tutto per evitarci un’altra figura di merda ai mondiali. Da un recente studio emerge che grazie a questo mercato il tifoso Viola è risultato quello più in forma di tutti essendosi alienato tutta l’estate. Mentre a me se c’è un’impertinenza alla quale non resisto non è quella di Corvino in sala stampa, ma quella delle poppe. Poi c’è tanta insofferenza, spesso reciproca, quella verso i Della Valle, e quella del mare che non ne poteva più. Eccessivi gli articoli post mercato a evidenziarne l’attivo quando anche i tuoni non sempre mantengono le promesse. C’è troppa confusione tra lordo e netto, c’è chi non calcola l’ammortamento e chi i bonus, chi non considera i costi dell’area tecnica e chi quelli per i procuratori. C’è veramente chi s’improvvisa revisore dei conti dopo aver passato una vita intera a confondere l’interruttore della luce delle scale con il campanello del vicino. Forse è perché le giornate si stanno accorciando che la gente ha cominciato a bere prima. Mentre quelli che senza auricolari parlano da soli per strada fanno i conti in tasca alla proprietà. E un giorno quando ci diranno “E voi non avete mosso un dito” potremo sempre rispondere “Come no, l’abbiamo puntato contro i Della Valle”. Ricordatevi che per le donne gli uomini che non sanno un cazzo di auto e di plusvalenze sono sexy.

domenica 3 settembre 2017

Il terrore di salutare le persone con disinvoltura



Mi innamorai della Beatrice dalle poppe grosse la volta in cui la vidi cadere, quando proprio grazie alle sue belle poppe si rialzò come i giocatori dell’amato Subbuteo che compravo dal Dreoni. Subito dopo volli allora imparare a suonare la chitarra convinto che poi avrei saputo sgrillettarla meglio. Ho avuto più difficoltà con la matematica, e infatti oggi quando dicono che i costi per i tesserati della Fiorentina sono stati dimezzati mi rimangono gli stessi forti dubbi di quando viene pubblicizzato il più che metà prezzo di “poltronesofà”. Capisco bene invece questa nuova ondata di striscioni, perché a settembre non c’è più spazio per noi ottimisti, comandano loro. E chi non si è mai lamentato del caldo estivo oggi ha tutti i diritti di lamentarsi dei Della Valle. O forse quella dei lenzuoli è solo malinconia preventiva per difendersi dalla pioggia. C’è da fare i conti anche con la rabbia del Bambi che a quella traiettoria cadente a illuminare la notte di San Lorenzo aveva creduto. Ma loro ci sono ancora, i cinesi hanno chiuso i rubinetti e Sundas è andato a rifarsi le meches. I predatori dei corredi di famiglia, un tempo con naso e parrucche finte, oggi presentano un look che tradisce una certa nostalgia dello zafferano.  Ma sul muro che hanno tirato su i Della Valle chi vuole può sempre portarci a pisciare il cane. A me questo allontanamento di Andrea fa male perché riporta a galla una mia paura che ho cercato di curare senza successo anche con la psicoanalisi, ho il terrore di salutare le persone con disinvoltura senza sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta. Allora mi lascio andare ai bei ricordi, tipo quando avevo la forfora. Pensa te poi che sfiga se il treno che passa una volta sola nella vita è per l’appunto Italo.

sabato 2 settembre 2017

Quando bastava un cenno



Alla conferenza stampa di Corvino mi è piaciuto soprattutto Mario Tenerani, capace di emozionarsi ancora a 53 anni dopo che il collega accanto a lui gli aveva fatto i complimenti per l’ottima domanda. Dalla giornata di ieri emerge che non è diminuito solo il monte ingaggi, ma anche la temperatura. Di poco entrambi comunque dopo le ultime verifiche. Altra cosa positiva che è emersa, la conferma che siamo in un paese libero vista la libertà del beneficio del dubbio su quel 25% accantonato per finanziare il comparto aziendale. Poi abbiamo ricominciato a prendere in considerazione anche la felpa. Certo, invece di prendere atto che non lotteremo per lo scudetto nemmeno quest’anno, sarebbero state meglio quelle belle passere che il sabato sera ti suonano al citofono sussurrandoti “Dai esci ti prego, ti porto a cena e poi ti trombo”. Io non ho capito che cos’è il comparto aziendale, del resto i tempi cambiano, ricordo che il nonno indicava la grattugia con il mento e la nonna si precipitava a grattugiargli il formaggio nella minestra. Quelli erano i tempi in cui ci si capiva ancora con un cenno a quale comparto aziendale ci si riferiva. E non c’erano le percentuali. Questa stagione ci servirà per ricordarci chi siamo, così come chi si mette a fare le melanzane sott’olio per ricordare a se stesso di essere terrone. Del resto qualcuno che mette un freno alle spese ci vuole, hai voglia a dare sempre contro a Cognigni, poi succede che c’è l’emergenza stupri proprio per il caro mignotte. Ho seguito con un po’ di apprensione il modo di fare i conti in tasca alla Fiorentina di Pestuggia, sono preoccupato perché non sono così certo che abbia un quadro finanziario chiaro della situazione, intanto si è dimenticato la restituzione di un paio di prestiti concessi dai Della Valle, e di circa 25 milioni di spese di condomino. Così come sono convinto che quando gli capita di andare al duty-free a comprare roba che costa il triplo che altrove, sia comunque felice perché non ci paga l’IVA.

venerdì 1 settembre 2017

Le conferme della vita


Appena chiuso il mercato mi ha chiamato il Bambi per fare una considerazione sugar-free. Per uno come lui che non ha mai avuto problemi con le caramelle (with sugar) dagli sconosciuti, anzi, il problema è venuto fuori con il saldo positivo di mercato da persone che pensava di conoscere. E come se non bastasse sostiene anche che dalla Girella Motta hanno tolto almeno un giro. Infine ha chiuso la telefonata dicendo che da Mammana in poi è come quando non ti aspetti più nulla e non arriva nulla. Le conferme della vita. Ha detto che non ascolterà nemmeno Corvino oggi nella mitica conferenza stampa post mercato perché gli fa lo stesso effetto dello spot di “poltronesofà”; una gran voglia di stare in piedi. A mia discolpa posso dire che non intenzionalmente nel 2014 ho fatto anche un’analisi seria del mercato appena concluso. Finiscono le ferie, finisce il mercato, finisce il caldo, lato positivo? Arrivano le cioccolate nuove. Ieri nella confusione della chiusura delle trattative, molti tifosi fuori dallo stadio nel tentativo di vedere qualche giocatore nuovo entrare in sede, hanno scambiato il figliolo del Centi per un terzino destro. La stessa cosa che capitò anni fa anche a Tomovic. Se parlate di Lo Faso e di Thereau mentre io rispondo con la Romanina e la povera Carlotta ci sarà un motivo. Era la fine degli anni settanta inizio ottanta, fu proprio in quegli anni che la Perfetti (come i Della Valle) chiamò Daniela Goggi a fare da testimonial. E il motivo è che faccio parte di quella generazione che gonfiava le Big Babol e se le faceva scoppiare in faccia.