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martedì 26 settembre 2017

Libertà di parola



Sono scappato a Vipiteno perché a Firenze se sei triste per colpa di quel coglione di Pairetto dovresti ridere per superare l’amarezza. Se ridi, ma cosa c’è da ridere dopo un’inculata di questa portata. E non riuscendo ad assumere l’espressione di Monna Lisa ho preferito andarmene. Vi aspettate che adesso dica una cosa intelligente sull’accaduto, ma in testa ho soltanto “L’importante è la salute”. Francamente mi sono rotto di questo calcio dei veleni, del Fronte Gobbo Interno, e di Babacar in panchina, si, così ho preso la mia sfera emotiva e non gioco più. Tutto questo mentre oggi si scopre che anche tutti quei professori che truccavano i concorsi usavano il VAR. Dopo Pairetto e Hagi ancora troppo lontano dal Camp Nou per sentirsi veramente a casa, non ci resta che togliere il David e tenerci il monumento alla merda. Come mi consolo nell’Alta Valle dell’Isarco? Pensando che la mia vita non è perfetta per colpa di quei maledetti gol incassati allo scadere, ma ho vissuto alcuni momenti perfetti, e casualmente in tutti quelli c’era sempre il lampredotto. Sbollire la rabbia lontano dal luogo del fattaccio per evitare un giorno di raccontare la propria vendetta a Franca Leosini. Io non li ammazzo tutti insomma, qualche mostro me lo tengo, per promemoria, ma anche per farmi compagnia quando sono in Alto Adige. E ogni tanto dovremmo ricordarci che la libertà di parola è una grande conquista, e che è un peccato usarla solo per dire “Arbitro merda”.

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