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venerdì 29 settembre 2017

Baku non è Firenze


Scoperto il perché Pairetto non ha concesso il rigore su Astori malgrado il VAR, il figlio d’arte ha voluto reinterpretare il regolamento del calcio dopo aver mangiato una cacio e pepe al mango e rigatoni con chevice. Folgorato quindi da una rivisitazione della pasta avrebbe deciso di diventare un arbitro (co)stellato di sputi. Ha ripreso tutto dal padre, e certi insegnamenti sono serviti anche a me che ho fatto mie le raccomandazioni di mia madre, anche io con qualche reinterpretazione stellata, così ho dato confidenza solo agli sconosciuti con le poppe. Gli assistenti al Var mi hanno ricordato invece Tommaso quando da piccolo giocava a nascondino mettendo la testa sotto un asciughino. La Champion intanto ci ha detto che la bellezza dello stadio di Baku non è sufficiente a superare quella dell’Artemio Franchi perché noi siamo Firenze. Se poi vogliamo continuare a giustificare Babacar potremo sempre dire che la sua indolenza è dovuta al cambiamento climatico. Quando è lui il primo a confessare che la vita ha un modo tutto suo di far sbagliare il controllo davanti al portiere esattamente come deve. E con la morte di Hugh Hefner la smetteranno anche quelli del Fronte Gobbo Interno di cercare sempre il pelo di fica nell’uovo. Non si potranno incazzare più quando scopriranno che l’obiettivo di quest’anno è di non avere obiettivi. Oltretutto già raggiunto.

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