.

.

domenica 3 settembre 2017

Il terrore di salutare le persone con disinvoltura



Mi innamorai della Beatrice dalle poppe grosse la volta in cui la vidi cadere, quando proprio grazie alle sue belle poppe si rialzò come i giocatori dell’amato Subbuteo che compravo dal Dreoni. Subito dopo volli allora imparare a suonare la chitarra convinto che poi avrei saputo sgrillettarla meglio. Ho avuto più difficoltà con la matematica, e infatti oggi quando dicono che i costi per i tesserati della Fiorentina sono stati dimezzati mi rimangono gli stessi forti dubbi di quando viene pubblicizzato il più che metà prezzo di “poltronesofà”. Capisco bene invece questa nuova ondata di striscioni, perché a settembre non c’è più spazio per noi ottimisti, comandano loro. E chi non si è mai lamentato del caldo estivo oggi ha tutti i diritti di lamentarsi dei Della Valle. O forse quella dei lenzuoli è solo malinconia preventiva per difendersi dalla pioggia. C’è da fare i conti anche con la rabbia del Bambi che a quella traiettoria cadente a illuminare la notte di San Lorenzo aveva creduto. Ma loro ci sono ancora, i cinesi hanno chiuso i rubinetti e Sundas è andato a rifarsi le meches. I predatori dei corredi di famiglia, un tempo con naso e parrucche finte, oggi presentano un look che tradisce una certa nostalgia dello zafferano.  Ma sul muro che hanno tirato su i Della Valle chi vuole può sempre portarci a pisciare il cane. A me questo allontanamento di Andrea fa male perché riporta a galla una mia paura che ho cercato di curare senza successo anche con la psicoanalisi, ho il terrore di salutare le persone con disinvoltura senza sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta. Allora mi lascio andare ai bei ricordi, tipo quando avevo la forfora. Pensa te poi che sfiga se il treno che passa una volta sola nella vita è per l’appunto Italo.

Nessun commento:

Posta un commento