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giovedì 31 maggio 2012

Culo


Sappiamo per interposta persona messa lì in quanto tale da Moratti, che il problema vero alla fine dei giochi (calcio e non) non è tanto il bere, quanto il ribere,  quando invece si parla del culo di una persona alla Posta messa lì in quanto tale perché raccomandata, il problema non è tanto il culo, quanto il rinculo. E poi con il mercato che impazza e con tutti i nomi che fanno senza sapere una mazza, manca solo pinco pallo, e il problema vero alla fine non è tanto pinco o pallo, quanto il rimpallo, che improvviso e ingestibile, nel calcio diventa favorevole o sfavorevole, a seconda appunto, del culo. Se poi ragioni con il culo invece che con la testa puoi anche dare aria a pensieri aerografati con la maestria di chi fa arte con l'aerofagia, un talento di idee che degenera in emorragia, una sorta di aorta da dove fuoriesce copiosa ogni cosa che non si sopporta, e su tutte, quella di pensare di fare il tifo contro, e il problema vero alla fine non è tanto essere contro, quanto il riscontro che si genera quando sei costretto ad aprire le finestre per fare uscire la puzza dei tuoi pensieri. E' ora di smettere di essere contro qualcuno, la guerra deve finire anche se il tarlo dellavalliano ti sta riducendo in trucioli il cervello. Purtroppo, nel bilancio negativo della stagione, rimane tristemente appiccicato addosso anche questo disfattismo a quattro mani, il disfattismo dei petomani, che nasce da un argomentazione capziosa e fallace, un po’ Oriana e un po’ Storace, apparentemente valida ma fondata su errori logici formali, un sofisma che per tutta la stagione si è impilato fino a diventare risma, aria, diamo aria alla stanza dove si è scureggiato il tifo intestino che avanza, e ripartiamo senza più lo scisma, basta divisioni e preconcetti nelle argomentazioni, unità di intenti per non ridurre il tifo ad una vita di stenti. Direi un time out nel quale radunare idee e forze per correggere e ripartire, azzeriamo le polemiche, chiudiamo fuori dalla porta quello che è stato e ripartiamo, magicamente, mettiamo un Arbre Magique al profumo di viola nell’abitacolo della nostra passione. Basta con le guerre, che siano isolate o del parterre, basta con i tifosi “anti” al Quadrado, basta con i tifosi brodi di dado. Oppure, siccome ci sono ancora Cognigni e Mencucci bisogna aspettarsi che qualche scienziato del tifo, qualche tifoso proiettato al Vuturo, vada a contestare la squadra e il mondo cinico e baro durante il ritiro. Sennò vado avanti, tanto niente mi costa perché sfrutto il pensiero di Paolo Costa “La carne salata fa bere e ribere; ma il bere e ribere estingue la sete; dunque la carne salata estingue la sete. Lo stesso vizio è nella logica di “ la mano tocca la penna; la penna tocca la carta; dunque la mano tocca la carta, ma se fosse veramente così allora “ la mano tocca il monitor; il monitor tocca il culo; la mano di Deyna tocca il culo di copertina. Magari, ma non è così perché sennò allora “il giornalista dice che la società è asina perché sceglie prima l’allenatore del Direttore Sportivo; ma invece arriva prima il Direttore Sportivo dell’allenatore; allora il giornalista è asino. Anno zero amore vero, e il problema vero non è chi arriva e chi parte, ma il nuovo ciclo che riparte, e chi può aiutarlo se non chi lo ha a cuore, a meno che l'amore per la Fiorentina è un amore nano, di quello che è carogna di sicuro perché ha il cuore viola troppo vicino al buco del culo. Il culo appunto, un ennesimo culo come buon auspicio per una nuova e finalmente grande stagione, riavvolgiamo il nastro dove sono incise tutte le polemiche, e in quanto tifosi innamorati facciamo un doveroso scatto in avanti, perché questa volta non c'è nessun problema nello scatto e ne tanto meno nel riscatto, naturalmente quello di Cassani e della Fiorentina.

mercoledì 30 maggio 2012

Cassani come un pesce


Mattia Cassani chiude la stagione con la Fiorentina per volare verso la sua destinazione definitiva, ricordo che il giocatore è un cittadino di una nazione che nel calcio si chiama comproprietà. Quando atterra all’aeroporto John Fitzgerald Kennesodovegiocheròsunday scopre che nella sua nazione è avvenuta la tanto annunciata rivoluzione Fiorentina, feroce come un colpo di stato, dove ci si sbuccia come in una repubblica delle banane, un vero colpo di stato, anzi di capo, come quello rotolato a terra di Corvino, e come quello dei tifosi Viola che sbattono sul muro ogni volta che gli si ricorda che il giocatore verrà riscattato. Tale ferocia, riscontrata solo nella durezza della gente della Cappadocia, lo costringe a sostare nell’aeroporto John Fitzgerald Kennesodovegiocheròsunday con un contratto ormai privo di validità, scaduto come un passaporto, Mattia si vede negato il visto d’entrata nella sua destinazione definitiva e anche la possibilità di far ritorno a Firenze, dovendo quindi restare all’interno del terminal dedicato ai sogni internazionali, senza la possibilità di varcare la frontiera, un incredibile destino, se si ripensa oggi alle parole dei genitori che dichiararono di averlo concepito durante una puntata di “Giochi senza frontiere”. Mattia comincia a scoprire così il mondo del terminal del calcio, pieno di personaggi originali, e mi viene in mente quello stravagante, come si è dimostrato alla fine Maxi Lopez nel venire in visita in un città come Firenze, come Vuturo che visita Prandelli, e come la Polizia che visita Coverciano, per non parlare  di Vargas che fa la visita alla playmate Tilsa da non confondersi con un playmaker di centrocampo che gli fa male la milza. C’è anche del divertimento in questa sua esperienza, ad esempio la geniale soluzione trovata da Ceccarelli, che per rilanciare la notizia del suo riscatto in tutti gli aeroporti del mondo, in maniera puntuale, ogni ora, stringe un accordo strategico con la Seiko e la fa inserire vocalmente in una riedizione speciale di un cucù da terminal aeroportuale, che uscirà fuori dalla sua finestrella con la comproprietà nel becco a mo’ di ramoscello, come a costruirsi il nido definitivamente a Firenze. C’è anche un certo romanticismo, in questa esperienza di prima maternità maschile del proprio contratto, se si pensa, che costretto a questo limbo di solitudine, con l’aiuto dell’iPad e della navigazione sulla Riblogghita riscopre attraverso i culi di Deyna, anche il tenero autoerotismo adolescenziale. Insomma, si sviluppa la storia di un giocatore che si adatta a vivere in un nonluogo di lavoro, dove gli altri calciatori sono solo di passaggio, impara le lingue, con particolare abilità per la parola riscatto, che alla fine riuscirà a tradurre in dodici idiomi, si, il famoso dodicesimo in campo, che nel calcio viene considerato il pubblico, quando però non è ne idioma e neanche idiota. Intanto Mattia riesce a farsi accettare nel terminal, stringe amicizia anche con un nastro trasportatore, con la speranza, che una volta entrato nella lobby di quell’affascinante mondo del tapirulan, venga agevolato e quindi riportato anche sul nastro d’Argento dell’Arno, tappando finalmente il becco al cucù di Ceccarelli, e trova l’amore per una dolce hostess, anche se non rappresenta la compagnia di bandiera della comproprietà, ma invece quella di una multiproprietà a Livigno. La storia è ispirata al film di Spielberg che si era ispirato alla storia vera di un rifugiato iraniano, arrivato all’aeroporto di Parigi dopo essersi visto rifiutare il visto d’ingresso dall’Inghilterra a seguito del furto del suo passaporto, le opportunità offerte dalle autorità francesi furono due: il rimpatrio o la permanenza in Francia. Alla fine rimase al “Terminal 1” dal 1998 fino all’agosto del 2006. L’esperienza  ci insegna quindi che per Cassani si profila una lunga permanenza all’aeroporto John Fitzgerald Kennesodovegiocheròsunday, e allora il Cecca sembra essersi deciso a dare mandato a un marmista di Trespiano, e scrivere la notizia del riscatto su una lapide di bianco di Carrara da scoprire durante l’inaugurazione della nuova pista dell’aeroporto di Firenze.

martedì 29 maggio 2012

Cremona


Dall’inchiesta di Raul Cremona è partito il blitz della Polizia a Coverciano, e diciamo subito anche in ritardo di un giorno buono, visto che la Polizia sarebbe dovuta intervenire il giorno prima durante la visita parenti, di quelle visite solo a titolo personale, insomma. E così a Coverciano, da oggi,  oltre ai trofei sarà esposto anche un bell’avviso di garanzia, a garanzia che il calcio italiano è cresciuto, anzi Criscito. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi evidentemente, Raul da Cremona non fa altro che sfruttare bene quella mancanza nella fornitura alberghiera, e quando si parla di diavolo non si intende il Milan ma Milanetto, d’altra parte il mago Oronzo non poteva che cogliere con le mani nella marmellata, chi pur con tutti i privilegi del calcio, dimostra di essere nient’altro che uno stronzo. Che fine ha fatto il nostro amato calcio, quello che un tempo era per noi la Bibbia, oggi è finito a Rebibbia, e si va verso l’Europeo con qualche dubbio di natura tattica, il 4-4-3 o il 41-bis, le sovrapposizioni o le perquisizioni, si userà da parte della terna arbitrale il buon senso di darti un avviso prima dell’ammonizione, o si passerà direttamente all’avviso di garanzia. E’ veramente un calcio allo sbando, e basta pensare al Corvo, che una volta uscito dalla Fiorentina è andato a rubare le lettere dalla scrivania del Papa pensando così di far sparire la clausola rescissoria dal contratto di Papa Waigo. E mentre a Prandelli la formazione gliela farà sicuramente Raul Cremona, i numeri ai Della Valle glieli fa invece Matteino Renzi, illustrando le potenzialità dell’area Mercafir, certo, Renzi è un politico abituato con le parole a dare i numeri, fa un po’ strano che li voglia dare proprio a chi fa impresa come i Della Valle, che di numeri se ne intende, di  quelli veri naturalmente, e non il gioco delle tre carte della politica, vedremo. Quei numeri che oggi sono comunque un vero giulebbe, sono bagliori nella notte, anzi Baglioni con “mille giorni di me e di te”, oppure una bomba di felicità, anzi una Mina con “ le mille bolle blu”, o un fischiettare povero ma felice di “se potessi avere mille lire al mese”, e poi anche la musica di Glen Miller naturalmente per accompagnare lo sbarco dei mille, d’altra parte era anche prevedibile avendo un Colonnello come il nostro, e con lo sponsor Tim che un po’ ci aiuta economicamente. E così oggi milludo di raggiungere le vette del sitone, millumino d’mmenso con i numeri dell’incenso, e millanto, si millanto come dice il Delfino, numeri inventati, e lo fo con l’arroganza di chi gli sembra di fare anche una cosa ganza, e allora voglio fare proprio come Fi.it e vi ringrazio in neretto perché ieri abbiamo sfondato il muro dei mille ah ah ah.

lunedì 28 maggio 2012

La maison Pradà


Buona la prima, anche se in sala stampa si è sentito forte l'odore maschio del muschio, di un sottobosco di pubblicità subliminale che qualcuno ha ordito alle spalle del Patron distratto da occhi e latte di mandorle, riproducendolo a pro suo all'interno del Franchi. Rocca delle Macìe a rappresentare la casa vinicola di Castellina in Chianti e Pradà invece, a spiegare le vele di Luciano Luna Rossa, e di fatto la Fiorentina snobberà la Tim Cup a favore dell'America's Cup. Macia e Pradè, tant'è, ci è piaciuta proprio la prima manche della combinata, bene anche Andrea che si è smarcato dagli impegni orientali per preparare la pista dove si correrà il prossimo futuro. Aspettiamo fiduciosi la scelta dell'allenatore, anche con un certo ritrovato sorriso, per come almeno i giornalisti fiorentini, malgrado una certa ernia iatale, siano riusciti a dare giudizi positivi, e così l'ottimismo sale. Intanto Giorgio Masala è andato a trovare un amico a Sollicciano, e dopo che la società ha mostrato un certo nervosismo, ha precisato di averlo fatto solo a titolo personale, Maxi Lopez grande amico del Masala, a Firenze per salutarlo, visto che era andato a Sollicciano senza aspettarlo, si è innervosito come la società, tale e quale, e allora per darsi tutti una bella calmata potrebbero aver deciso di firmare un armistizio di tre anni con opzione sul quarto, perché Lopez è un nome e una garanzia, da Jennifer a Ufarte, come anche Aquilani una volta verificato che lo chassis non sia in legno marcio come quello di una Morgan marcia come il cantante. Mentre per la panchina bisognerà aspettare ancora un po’, almeno che venga deciso finalmente come fare la nuova pista dell'aeroporto, perché adesso sembrerebbe prevalere la soluzione parallela-convergente all'autostrada, ma c'è sempre il comitato della Piana che spinge per farla passare da Campo di Marte ortogonale alla panchina della squadra locale, mentre c'è qualche fenomeno riportato dalla piena che ha avanzato l'ipotesi di toglierla e fare atterrare solo Sea Harrier a decollo verticale. Lo stesso, che evidentemente appassionato di aerei, in riferimento al nuovo tecnico, aspetta a gloria l'aeroplanino Montella per farlo atterrare a Campo di Marte, facendo quindi un tifo della Madonna per il comitato della Piana. La conferenza stampa sembra comunque avere riportato un po' di fiducia, Kawasaki Rocca delle Macia gode di ottima reputazione e cilindri per viaggiare veloce verso le nuove scelte, e Pradà potrebbe veleggiare con maestria nel mare agitato dello spogliatoio, visto che ha annunciato colloqui conoscitivi per cazzare la randa in testa a qualche cazzone. La prima mossa non sarà certo Messi, ma una massa di aria calda ed entusiasmo sembra arrivare lo stesso in città, alta pressione e passione, è in arrivo una nuova stagione, e per un nuovo ciclo ci vuole un anticiclone, che porti via il pessimismo, il basso modo di fare tifo e giornalismo, via la bassa passione. E' attesa a ore la scelta, e per la maison Pradà non può essere che una grande firma la sua prima firma sul futuro Viola, (comincia il gioco) e tra nomi che fanno parte delle tante balle, tra le tante rotture di palle, e di chi invece ci ha voltato le spalle, metti il tuo nell'anagramma dei sogni, è facile. 

domenica 27 maggio 2012

La nuova Sabbioneta


Sabbia. Non c'era verso di mangiare nemmeno più il panino con il lampredotto, quando tirava vento, la sentivi scricchiolare sotto i denti, specie con la tramontana, e allora era facile rinfacciare al trippaio tutto il proprio disagio e nervosismo “che c'hai messo le vongole?” Alla fine il futuro tanto atteso era arrivato vestito di bianco, con tanto di codazzo, Della Valle del resto era rimasto molto colpito dalla lettera del Vuturo, che non sapendo più a chi rivolgersi aveva deciso di scriverne una anche a Babbo Natale, l'ultima, chiedendogli il Subbuteo con tanto di spettatori e tribune per riempire di nuovo lo stadio e sentirsi finalmente lui il presidente della Fiorentina. Con il bioadesivo e il Domopak lo aveva anche intitolato “Vuturo Arena”, e Diego si era messo una mano sulla coscienza, aveva finalmente venduto. Sabbia. Era diventato necessario indossare occhiali da saldatore, e a ridere sguaiatamente ti si impastava la bocca, d'altronde era un piccolo prezzo da pagare, infinitamente piccolo, proprio come quei granelli che si infilavano dappertutto, il prezzo della liberazione dai marchigiani che avevano desertificato la passione, anche se così a prima vista sembrava più deserto adesso, comunque tempo al tempo, questo ha i soldi veri, ci farà sognare, e qualche stravaganza è pur sempre accettabile, Firenze del resto è città tollerante visto che ha messo una penna in mano al Vuturo. Sabbia. Non si poteva neanche più dire sei fastidioso come la sabbia nelle mutande, perché tutto era diventato fastidioso, e intanto qualcuno le mutande se le era dovute togliere suo malgrado. Cassani sembrava in imminente riscatto a sorpresa, nonostante Ceccarelli fosse sempre pronto ad affermare il contrario, e intanto il giocatore si era dovuto tagliare la barba perché gli si riempiva come un estintore, ma chi se ne frega, finalmente i Della Valle avevano venduto e al Vuturo gli era stato regalato un cammello, anche se non riusciva a starci seduto comodamente. La trattativa era durata poco perché Diego era ormai sfiancato dalla tanta, troppa corrispondenza, ultimo episodio, a Casette d'Ete si era presentato il postino di “C'è posta per te”, e così il Patron si era ritrovato in studio dietro alla busta, con Maria De Filippi che gli chiedeva se poteva aprirla, e provate a indovinare chi c'era dall'altra parte. Basta, aveva detto basta e aveva chiuso la trattativa velocemente, la Fiorentina aveva una nuova proprietà, e la città aveva liberato la propria gioia con gli stessi caroselli di quando si vince qualcosa di importante, tutta la notte. Da quel giorno Firenze aveva trovato finalmente il suo sceicco, i suoi sogni di gloria, e ora si sentiva pronta a conquistare l'Europa del calcio, a togliersi la sete con la sabbia, insomma. Non fece in tempo però neanche a fare la prima operazione di mercato, che la tristezza lo travolse, e quando la depressione coglie uno sceicco, tutto può succedere, anche che possa saltare il riscatto di Cassani atteso dalla piazza con trepidazione, ma ci pensò lui, come sempre, anche perché facilitato dal fatto che non aveva più bisogno di scrivere lettere, oggi era in grande sintonia con la proprietà, grandissima, e andava a Palazzo come al bar, portando con se sempre del burro, stranezze di un personaggio eccentrico si pensava, gusti di una persona lontana dai nostri gusti, e per il tifoso era fatica vera tenere certi rapporti, tanto che ne usciva sempre un po' provato, come spossato. Si insomma, per farla breve lo sceicco aveva la saudade come Edmundo, Firenze era si una city, ma troppo poco Kuwait, e allora era caduto in depressione, non si sarebbe aspettato mai tutta quella pietra serena, ma con l'aiuto del capo tifoso, che aveva superato argomentando brillantemente, le forti resistenze di Renzi, si era cercato di ricreare l'atmosfera della sua terra ricoprendo interamente Firenze di sabbia. Pochi acquisti, anzi ancora nessuno, ma tanti disagi in compenso, più che a Donoratico, fino a quando, un giorno, lo sceicco omosessuale se ne andò come era venuto, con il suo harem di finocchi, lasciandoci tanta rabbia e sabbia, anche con un capo tifoso in meno, sì, perché nel frattempo si era innamorato e fidanzato proprio con lui, e alla fine invece di Cassani aveva scelto di riscattare solo l'ultrà. Oggi ci arrivano le sue lettere, copiose come sempre, ma non chiedono più nessun confronto, ma solo conforto, si sa che una volta diventato capo tifoso dell'harem qualche problema possa essere sopraggiunto nel soddisfare la depressione dello sceicco, e la sabbia fa attrito, e di certo non aiuta.  

sabato 26 maggio 2012

Piazza Cestello, pazza piazza


Sono contro come un frontale, faccio tifo contro e ho sempre in tasca i gettoni dell'autoscontro, dopo il no di Woody Allen, dico che con il nuovo Direttore Generale, e lo dico con lo stesso malanimo di un tifoso medio da ridimensionamento, dico che dopo Corvino siamo caduti dalla Pradella nella brace. E allora pace se volete la guerra, perché se la società continua a fare scelte solo per indispettire, il carosello del tifoso che non vede mai il bello, il frastuono di chi non vede mai niente di buono, si sposterà svolazzante come un avvoltoio, sulla ridda di voci, che fredda, alimenta la rabbia per una proprietà che non accontenta. Ora tocca all'allenatore, e chiunque arriverà, è bene essere subito chiari, sarà prima di tutto una grande testa di cazzo, e lo sarà una volta per il parterre e un’altra per chi vuol far da zavorre, e non dico solo di Ranieri, perché c'è sempre qualcuno distratto dalla centrifuga della lavatrice che è belle lì a scrivere lettere magari per confrontarsi con Emanuele Filiberto, pensando alla scelta scriteriata della società di lanciare nel Principato di Monaco il brand Fiorentina, e a niente gli saranno valsi i richiami alla calma degli infermieri che “non è quella Monaco lì e neanche Lo Monaco”, peggio mi sento, perché partiranno le raccomandate alla Merkel chiedendo la testa di Ovrebo e Klose. Montella invece è inviso al curvino perché inizia per Montolivo, Mazzarri è antipatico, si chiama Walter come Schachner e Firenze non è Cesena, poi c’è sempre quel qualcuno che soffre del raptus del bucato, che insieme alla centrifuga parte anche il solito casino di corrispondenza selvaggia, una centrifuga che fa troppo casino, e così tra l'odio per Mazzarri e quello per i Della Valle chiederà un confronto anche con la marineria di Mazara del Vallo. Pioli siccome è stato già confermato, allora era “bono” solo lui, ma noi si dorme, non si spende e si sbaglia se si attende, e poi Bologna non è Lecce. Il fascino dell’allenatore straniero non attacca almeno che non sia Guardiola perché ha cognome italiano, perché tiene cuore italiano come Depardieu, per il resto che vadano tutti a Fan Gaal. Intanto Maxi Lopez è stato avvistato a Firenze, Pinilla a Venezia e Matri a Roma, e così per il piacere di fare un giro in gondola con la moglie, il cileno sembra essere proprio il turista più sfigato, a Venezia infatti c'è già qualche giornalista che in questo momento lo sta presentando come il nuovo centravanti. Ormai a Firenze siamo in piena bagarre, si è fatto passare da bischeri per settimane chi avrebbe scelto prima l'allenatore del Ds e i fatti alla fine gli hanno dato ragione, ma è un po' tutta la città che ha perso smalto, e non solo i giornalisti o gli imbianchini, c'è per esempio il prete di Cestello che non solo non suona più le campane a favore di una senz'altro più comoda diffusione audio che ne replica perfettamente il suono, se non fosse che invece delle campane, ogni ora, con la voce presa in prestito da un muezzin esodato, ci ricorda a squarciagola che Cassani verrà riscattato. Al povero Guetta invece, che lo fanno incazzare, gli è toccato tirare fuori un Guccini dalla fondina dei ricordi per difendersi, che con le merde che girano, è come andare a fare una rapina armato solo di pazienza e con la R moscia, come per facilitare il cassiere a rilasciare dichiarazioni del tipo “a me dalla voce è sembrato quello che fa le radiocronache della Fiorentina”. Siamo fuori controllo ormai, Della Valle come un male da estirpare, è di queste ore l'allarme lanciato dalla questura sulla possibilità concreta che in città si riaffacci il fenomeno dei sequestri dopo quello fortunatamente ormai lontano di Belardinelli, le anticipazioni di Di Marzio raccontano di un inchiesta che nasce dopo che agli inquirenti era sembrato sospetto proprio il comportamento del muezzin di Piazza Cestello, fino a quando non hanno intercettato il Ceccarelli che consegnava furtivamente un foglietto all'incaricato di salmodiare, e a quel punto i sospetti sono diventati certezze, anche se il biglietto recuperato aveva una sola parola leggibile, riscatto, che poi sia quello di Cassani o quello dopo due anni di delusioni, probabilmente lo leggeremo su qualche lettera al prossimo bucato.

venerdì 25 maggio 2012

Una scelta Cozzamara


Incassato anche il no di Woody Allen, la società, spalle al muro dopo la lettera di Vuturo, ha virato velocemente intorno alla boa del rilancio, un boa che ha stritolato l’idea positiva del futuro, per cercare solo il recupero di un consenso ruffiano, e quindi non più con un nuovo progetto tecnico che guarda avanti con la visuale libera di chi vuole veramente affacciarsi al domani investendo, non più quindi una società capace di salire sulla balaustra di un nuovo ciclo, ma attraverso un operazione nostalgia che ha il sapore rancido di un programma di Carlo Conti. Troppi i no incassati, e troppo dolorosi per chi è abituato a sguazzare tra i brand del lusso, tramortiti di fronte alle proposte declinate dal top management di grandi menti, nel senso di bazze, da Oriali a Sebino Nela, da Bruno Giordano a Mariannella, da Cesari fino alla su’ sorella, che sarebbe dovuta diventare addetta stampa, o meglio addetta alla stampa come Photocopier Manager, che ricalca lo stesso schema del Team e del Club Manager, unico schema rimasto in eredità dall'esperienza di Delio Rossi giustiziere della notte fonda, mentre l’ex arbitro al carbonio avrebbe dovuto allenare gli arbitri del proprio destino. Si, si è scelto solo per tamponare il più rapidamente possibile la falla dei no, e da un possibile nuovo ciclo si è passati a un ciclo emostatico per fermare l'emorragia di appeal, per sedare il malcontento e drenare il pus di una tifoseria costretta al bus, sul quale far salire ambizioni povere, pigiate, in piedi e sempre in ritardo, ammesso che passino, un po' come il 23 A che va a Sorgane. Si, il dado è tratto, non sarà Moggi e nemmeno Maggi cuore del sapore wuaam, solo perché i marchigiani fanno le cose senza cuore, e forse anche perché di brodi e non solo di dado ce ne sono anche troppi a Firenze per aggiungerci quelli vegetali, quelli che vegetano tra le polemiche, a proposito dei quali ce n'è uno eletto capo tifoso dalla falsità di Ulisse che si spaccia per quello che non è con Polifemo, e che ha la giusta pretesa di fermare il mondo e di chiedere confronti come preventivi assicurativi online. Un brav’uomo certamente, che lo fa in buona fede perché distratto dalla centrifuga della lavatrice che frulla come la tempesta di idee di Cognigni, si insomma, il tifoso che ha a cuore il cuore del sapore e del problema, e anche per fare una bella figura da brodo, ha sentito la pubblicità di Fiat Professional con Abatantuono, che dice “so Dieco ti spieco” e l'ha scambiata per l’intervista orientale del Patron, e s’è incazzato come il povero Cozzamara, anche se a lui gli avevano ucciso solo la moglie per sbaglio, e non certo i sogni di una Fiorentina vincente. La società ha scelto troppo velocemente proprio perché sferzata dal vento delle pressioni, le stesse che non vollero più Sinisa per quel Delio Rossi che ha aggiunto un buon numero di cazzotti ai numeri di Tiberio Fossi, e hanno scelto qualcuno non certo per le sue doti professionali, e neanche per spendere meno, perché come sanno bene gli analisti in analisi, la società spende volutamente di più per ridurre il proprio valore, e quindi no a Zeman che costa poco lui e poco costerebbe il suo progetto, e si magari a Ranieri che costa decisamente di più. La figura che è stata scelta al posto di Woody Allen ha il solo scopo di riscaldare i ricordi, di ricreare quell'atmosfera tipica della Vecchia Romagna Etichetta Nera, un Direttore Generale scelto per assonanza, per dolcissima e amichevole assonanza, solo per una somiglianza sfruttata indebitamente, un crisantemo di plastica che eviti di andare a Trespiano tutte le settimane, una scelta di quelle complici come un tu confidenziale, forse anche due piccioni con una fava, si insomma s'è preso Prandè che potrebbe fare anche l’allenatore.

giovedì 24 maggio 2012

Midnight in Paris


Se fosse Woody Allen il nuovo Direttore Generale della Fiorentina sarebbe tutto più facile, perché a quei tifosi stanchi di una proprietà di incompetenti  basterebbe aspettare la mezzanotte davanti allo Scheggi, e come nel film, apparirebbe la macchina di Vittorio Cecchi Gori che se li porterebbe via risucchiandoli nel periodo della nostalgia canaglia. Tutti i giorni davanti allo Scheggi a mezzanotte equivarrebbe a rivivere i fasti della competenza, e come nella Parigi dei ruggenti anni venti della sceneggiatura originaria, i tifosi, invece di ritrovarsi con scrittori come Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald, si ritroverebbero con chi ha scritto la storia della Fiorentina. Invece di Picasso e Matisse ritroverebbero chi dipinse il nostro futuro, quello del nostro periodo più ricercato, che non è blu e neanche rosa, ma nero, quello più nero, da Salvador Dalì al nostro salvatore cicciottello, da lì in poi, invece e purtroppo, sarebbe cominciato il nostro presente marchigiano, del quale, come il protagonista del film di Allen, il tifoso è ormai stanco. Forse è meglio raccontare molto velocemente la trama del film per rendere comprensibili i miei tortuosi e già di solito poco comprensibili tornanti dialettici. Il protagonista è uno scrittore in vacanza a Parigi, stanco della vita e del mondo di Hollywood, girellando a piedi nella notte parigina, allo scoccare della mezzanotte viene invitato a salire a bordo di un auto degli anni venti, portandolo di fatto proprio in quell'epoca da lui preferita e nella quale conoscerà tra gli altri anche alcuni degli artisti che ho già citato. Poi si innamora di Adriana che non è la versione femminile di Galliani, ma bensì la compagna di Picasso e di Modigliani, e poi Cole Porter che non gioca in porter, Man Ray che non gioca in porta e non è nemmeno Frey. Il protagonista vive tutte le sue notti parigine, da mezzanotte in poi, in quella che considera l’età dell’oro, e che noi possiamo equiparare per la Fiorentina a quella Cecchigoriana, innamorato di Adriana che potrebbe essere Rita Rusic, quando i due subiscono lo stesso incanto e si ritrovano proiettati nel Maxim’s della Belle Epoque, l’epoca questa volta vagheggiata da Adriana, dove incontreranno Toulouse-Lautrec, Gauguin e Degas, che ancora più indietro nel tempo riportano il nostro tifoso fino ai Pontello e ai suoi scenari impressionisti, appunto, che ci impressionarono soprattutto per la cessione di Baggio. E qui il protagonista tifoso scopre che il vagheggiamento di “un glorioso passato perduto” è un aspirazione ricorrente nell’animo umano, da sempre, quando si preferisce guardare nostalgicamente a un romantico passato (di fallimenti) piuttosto che accettare la banalità e l’insoddisfazione del presente e guardare con incertezza al futuro. Adriana è decisa a rimanere nella Belle Epoque come molti tifosi, il protagonista invece, come me preferisce tornare al presente, si insomma, scarpe diem, e guardare con fiducia all’oggi e al futuro, nel film Gil reincontra una ragazza parigina conosciuta al mercatino delle pulci, e la scoperta del comune amore per le notti parigine gli farà abbandonare il vagheggiamento per il passato, accettando finalmente il suo presente. E se il film ha vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale con Woody Allen, il variegato mondo che gira intorno alla Fiorentina, concorre invece a quello per la miglior sceneggiata dopo le parole orientali di Della V-Allen.