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domenica 27 maggio 2012

La nuova Sabbioneta


Sabbia. Non c'era verso di mangiare nemmeno più il panino con il lampredotto, quando tirava vento, la sentivi scricchiolare sotto i denti, specie con la tramontana, e allora era facile rinfacciare al trippaio tutto il proprio disagio e nervosismo “che c'hai messo le vongole?” Alla fine il futuro tanto atteso era arrivato vestito di bianco, con tanto di codazzo, Della Valle del resto era rimasto molto colpito dalla lettera del Vuturo, che non sapendo più a chi rivolgersi aveva deciso di scriverne una anche a Babbo Natale, l'ultima, chiedendogli il Subbuteo con tanto di spettatori e tribune per riempire di nuovo lo stadio e sentirsi finalmente lui il presidente della Fiorentina. Con il bioadesivo e il Domopak lo aveva anche intitolato “Vuturo Arena”, e Diego si era messo una mano sulla coscienza, aveva finalmente venduto. Sabbia. Era diventato necessario indossare occhiali da saldatore, e a ridere sguaiatamente ti si impastava la bocca, d'altronde era un piccolo prezzo da pagare, infinitamente piccolo, proprio come quei granelli che si infilavano dappertutto, il prezzo della liberazione dai marchigiani che avevano desertificato la passione, anche se così a prima vista sembrava più deserto adesso, comunque tempo al tempo, questo ha i soldi veri, ci farà sognare, e qualche stravaganza è pur sempre accettabile, Firenze del resto è città tollerante visto che ha messo una penna in mano al Vuturo. Sabbia. Non si poteva neanche più dire sei fastidioso come la sabbia nelle mutande, perché tutto era diventato fastidioso, e intanto qualcuno le mutande se le era dovute togliere suo malgrado. Cassani sembrava in imminente riscatto a sorpresa, nonostante Ceccarelli fosse sempre pronto ad affermare il contrario, e intanto il giocatore si era dovuto tagliare la barba perché gli si riempiva come un estintore, ma chi se ne frega, finalmente i Della Valle avevano venduto e al Vuturo gli era stato regalato un cammello, anche se non riusciva a starci seduto comodamente. La trattativa era durata poco perché Diego era ormai sfiancato dalla tanta, troppa corrispondenza, ultimo episodio, a Casette d'Ete si era presentato il postino di “C'è posta per te”, e così il Patron si era ritrovato in studio dietro alla busta, con Maria De Filippi che gli chiedeva se poteva aprirla, e provate a indovinare chi c'era dall'altra parte. Basta, aveva detto basta e aveva chiuso la trattativa velocemente, la Fiorentina aveva una nuova proprietà, e la città aveva liberato la propria gioia con gli stessi caroselli di quando si vince qualcosa di importante, tutta la notte. Da quel giorno Firenze aveva trovato finalmente il suo sceicco, i suoi sogni di gloria, e ora si sentiva pronta a conquistare l'Europa del calcio, a togliersi la sete con la sabbia, insomma. Non fece in tempo però neanche a fare la prima operazione di mercato, che la tristezza lo travolse, e quando la depressione coglie uno sceicco, tutto può succedere, anche che possa saltare il riscatto di Cassani atteso dalla piazza con trepidazione, ma ci pensò lui, come sempre, anche perché facilitato dal fatto che non aveva più bisogno di scrivere lettere, oggi era in grande sintonia con la proprietà, grandissima, e andava a Palazzo come al bar, portando con se sempre del burro, stranezze di un personaggio eccentrico si pensava, gusti di una persona lontana dai nostri gusti, e per il tifoso era fatica vera tenere certi rapporti, tanto che ne usciva sempre un po' provato, come spossato. Si insomma, per farla breve lo sceicco aveva la saudade come Edmundo, Firenze era si una city, ma troppo poco Kuwait, e allora era caduto in depressione, non si sarebbe aspettato mai tutta quella pietra serena, ma con l'aiuto del capo tifoso, che aveva superato argomentando brillantemente, le forti resistenze di Renzi, si era cercato di ricreare l'atmosfera della sua terra ricoprendo interamente Firenze di sabbia. Pochi acquisti, anzi ancora nessuno, ma tanti disagi in compenso, più che a Donoratico, fino a quando, un giorno, lo sceicco omosessuale se ne andò come era venuto, con il suo harem di finocchi, lasciandoci tanta rabbia e sabbia, anche con un capo tifoso in meno, sì, perché nel frattempo si era innamorato e fidanzato proprio con lui, e alla fine invece di Cassani aveva scelto di riscattare solo l'ultrà. Oggi ci arrivano le sue lettere, copiose come sempre, ma non chiedono più nessun confronto, ma solo conforto, si sa che una volta diventato capo tifoso dell'harem qualche problema possa essere sopraggiunto nel soddisfare la depressione dello sceicco, e la sabbia fa attrito, e di certo non aiuta.