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venerdì 25 maggio 2012

Una scelta Cozzamara


Incassato anche il no di Woody Allen, la società, spalle al muro dopo la lettera di Vuturo, ha virato velocemente intorno alla boa del rilancio, un boa che ha stritolato l’idea positiva del futuro, per cercare solo il recupero di un consenso ruffiano, e quindi non più con un nuovo progetto tecnico che guarda avanti con la visuale libera di chi vuole veramente affacciarsi al domani investendo, non più quindi una società capace di salire sulla balaustra di un nuovo ciclo, ma attraverso un operazione nostalgia che ha il sapore rancido di un programma di Carlo Conti. Troppi i no incassati, e troppo dolorosi per chi è abituato a sguazzare tra i brand del lusso, tramortiti di fronte alle proposte declinate dal top management di grandi menti, nel senso di bazze, da Oriali a Sebino Nela, da Bruno Giordano a Mariannella, da Cesari fino alla su’ sorella, che sarebbe dovuta diventare addetta stampa, o meglio addetta alla stampa come Photocopier Manager, che ricalca lo stesso schema del Team e del Club Manager, unico schema rimasto in eredità dall'esperienza di Delio Rossi giustiziere della notte fonda, mentre l’ex arbitro al carbonio avrebbe dovuto allenare gli arbitri del proprio destino. Si, si è scelto solo per tamponare il più rapidamente possibile la falla dei no, e da un possibile nuovo ciclo si è passati a un ciclo emostatico per fermare l'emorragia di appeal, per sedare il malcontento e drenare il pus di una tifoseria costretta al bus, sul quale far salire ambizioni povere, pigiate, in piedi e sempre in ritardo, ammesso che passino, un po' come il 23 A che va a Sorgane. Si, il dado è tratto, non sarà Moggi e nemmeno Maggi cuore del sapore wuaam, solo perché i marchigiani fanno le cose senza cuore, e forse anche perché di brodi e non solo di dado ce ne sono anche troppi a Firenze per aggiungerci quelli vegetali, quelli che vegetano tra le polemiche, a proposito dei quali ce n'è uno eletto capo tifoso dalla falsità di Ulisse che si spaccia per quello che non è con Polifemo, e che ha la giusta pretesa di fermare il mondo e di chiedere confronti come preventivi assicurativi online. Un brav’uomo certamente, che lo fa in buona fede perché distratto dalla centrifuga della lavatrice che frulla come la tempesta di idee di Cognigni, si insomma, il tifoso che ha a cuore il cuore del sapore e del problema, e anche per fare una bella figura da brodo, ha sentito la pubblicità di Fiat Professional con Abatantuono, che dice “so Dieco ti spieco” e l'ha scambiata per l’intervista orientale del Patron, e s’è incazzato come il povero Cozzamara, anche se a lui gli avevano ucciso solo la moglie per sbaglio, e non certo i sogni di una Fiorentina vincente. La società ha scelto troppo velocemente proprio perché sferzata dal vento delle pressioni, le stesse che non vollero più Sinisa per quel Delio Rossi che ha aggiunto un buon numero di cazzotti ai numeri di Tiberio Fossi, e hanno scelto qualcuno non certo per le sue doti professionali, e neanche per spendere meno, perché come sanno bene gli analisti in analisi, la società spende volutamente di più per ridurre il proprio valore, e quindi no a Zeman che costa poco lui e poco costerebbe il suo progetto, e si magari a Ranieri che costa decisamente di più. La figura che è stata scelta al posto di Woody Allen ha il solo scopo di riscaldare i ricordi, di ricreare quell'atmosfera tipica della Vecchia Romagna Etichetta Nera, un Direttore Generale scelto per assonanza, per dolcissima e amichevole assonanza, solo per una somiglianza sfruttata indebitamente, un crisantemo di plastica che eviti di andare a Trespiano tutte le settimane, una scelta di quelle complici come un tu confidenziale, forse anche due piccioni con una fava, si insomma s'è preso Prandè che potrebbe fare anche l’allenatore.