Il campionato rasoterra della Fiorentina si
chiude alla stessa altitudine della bella parata a terra di Neto, come terra
terra si dimostrano ancora certe contestazioni scalcinate, mentre le sensazioni
soffiano via insieme al vento e alla pioggia, folate di malinconia per la
solita partita, in uno stadio sottovuoto spinto dal desiderio che fosse finita
il prima possibile, e raffiche di tristezza per avamposti di tifoseria sgangherata
che fa i conti con un ricambio generazionale frustrato dai luccichii dell’era
Prandelli. Questa potrebbe essere la settimana della nicotina, e comunque,
speriamo non quella dei ritorni di ex di vent'anni fa che fanno tanto tristezza,
giriamoci intorno a questo rischio e scappiamo via veloci, e se è vero che il
fumo uccide e vogliamo evitare qualsiasi rischio, facciamo un rapido slalom
intorno a Ranieri girando intorno ai Pioli della mia seconda scelta. Lo Monaco,
Macia, Guerini e Zeman potrebbero essere loro i writer scelti ad esprimere creatività
sul tessuto urbano della Fiorentina, sfigurato da due anni di vandalismo,
connotandolo, invece, con una firma di stile proprio che si distingua dalle
altre, che profumi di sfida, di rottura, e perché no, fino a cercare di vincere
qualcosa come una Tim Cup, per non vedere più Andrea Della Valle reagire piccato
alle offese degli esodati dal tifo, ma festeggiare magari con gli stessi
occhiali bianchi di Lapo. Sennò venga chi deve venire, ma che si ricominci a
correre in campo e dietro a qualche sogno, che si ricominci a riempire lo
stadio e ad essere uniti, a innamorarsi di qualche giocatore invece che correre
dietro alle voci del gossip, via i giocatori indegni ma anche i Fabrizio Corona
dell'informazione fiorentina, perché la corona la vorremmo mettere solo al
mercato della società, se si sarà dimostrata capace di ridisegnare i ruoli
scoperti riportando stimoli, entusiasmo e obiettivi chiari, che non rimangano
strozzati alle sole intenzioni. A me piacerebbe una squadra di mezza montagna,
giovani e non, aria fresca e appetito, gente motivata, martelli e mirtilli,
mentre le more ce le metteremo noi, abbiamo voglia di rivedere lo spirito
giusto, in modo da prendere le gioie e metterle sotto spirito per gustarle
davanti al caminetto alimentato nuovamente con la passione per una Fiorentina
orgogliosa e non appassita. Ripartiamo dai ragazzi della difesa, da JoJo, da
Cerci, da Boruc che terrei se vuole rimanere, De Silvestri e poco altro, c'è
tanto lavoro da fare come speriamo anche per le ruspe dentro alla Mercafir,
sarebbe un'altra scarica di adrenalina per scuotere un ambiente tramortito da
due stagioni al veleno, e chissà se proprio dal veleno del fumo Boemo ripartirà
il cantiere delle grandi opere di casa Fiorentina, che si presenterà faccia a
faccia con un campionato probabilmente sfigurato dal calcio scommesse, e chissà
se la nostra alla fine sarà una scommessa vinta, che sia comunque coraggiosa
come Firenze si merita, e ama, perché se sarà così la città saprà rispondere
con affetto. Lasciamoci alle spalle questa stagione iniziata di mattina presto con
le contestazioni a Cortina e finita per far tardi con quelle becere ad Andrea
Della Valle, come se l’invito in curva al giustiziere della notte fonda Viola,
non fosse bastato, e sperando che non ne arrivi un altro come lui di Charles
Brodonson a sputtanarci per mezzo mondo, che anche la curva trovi la sua pace sociale,
basta con le figure di Merkel, perché ci siamo stufati di perdere consensi
ovunque, in campo e fuori, nell’area Euro e in quella Mercafir. Monti parla di
forti tensioni sociali, anche se non lo fa riferendosi alla situazione in casa
Viola, è comunque vero che la nostra tensione, ha prodotto troppe poche gioie e
tante, troppe delusioni, e allora speriamo in una maggiore Equitalia di emozioni nel prossimo campionato, in
modo da evitare che ci buttino altre bombe molotov sulla passione.