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martedì 31 ottobre 2017

Pensate anche all'orologio della macchina



Mi viene in mente che questa impellenza di vedere in campo chi non c’è, di volere giocatori che calciano punizioni vincenti altrove, questa eccessiva clorofillizzazione dell’erba del vicino sia dovuta all’effetto delle scie chimiche che ci fottono gli ormoni. Nuvole chimiche di bario e polvere di alluminio riflettono quel forte elettromagnetismo che alla fine ci costringerà a svuotare la lavatrice dopo il fischio finale. Non solo Pioli detta formazioni che dobbiamo subire, anche la mia Bosch crede di poter dare degli ordini. Penso di essere immune alle scie chimiche perché io dopo tre vittorie consecutive tutta questa logica di far giocare altri non la condivido. Personalmente al tramonto della Fiorentina preferisco l’alba di un nuovo ciclo per via dell’erezione. Intanto Brosio si è inginocchiato davanti a un utente del blog che ha usato tutte le chiavi di lettura del senno di poi, scambiandolo per San Pietro. Quello che vi chiedo è di non essere così prodighi di consigli nei confronti del Mister a scapito della vostra vita privata, per non ritrovarvi i prossimi sei mesi con l’orologio della macchina un’ora avanti. Comunque anche io delle volte mi sono fatto trasportare da certe convinzioni e ho pensato di aver fatto godere come una pazza una donna, per scoprire quasi vent’anni dopo che quella volta famosa la Nicoletta si contorceva per via di un crampo al polpaccio. Tante le soluzioni, tanti i nomi e cognomi per correggere carenze superabili con accortezze tattiche, io allora resto sul vago perché qualcuno deve pur farlo.

lunedì 30 ottobre 2017

Senza piagnucolare


L’ora di buio in più se l’è presa tutta la Fiorentina a Crotone, circostanza che non aiuta nemmeno la Dea che già ha l’handicap della benda, luce che in trasparenza consente sempre di vedere qualcosa quando si vuole intravedere per aiutare. E così sulla traversa di Chiesa si stampa una sconfitta inaspettata. Un’ora in più di notte fonda che pesa sull’economia del gioco come per chi soffre di insonnia. Ma siccome ci contraddistingue la continua ricerca del lato positivo, da questa sconfitta potranno ritrovare smalto tutti coloro che non apprezzano Pioli. Non amo scrutinare il giorno dopo una sconfitta perché è più facile proporre la bocciatura del tecnico e di chi commette errori, mi è sufficiente la sconfitta in se stessa, quindi se avete qualcosa da dirmi menzionatemi quando andate a letto, direttamente in sogno. Oppure dopo una vittoria. Olivera, Chiesa e Benassi gli unici miei sufficienti, in un primo tempo pessimo con il solo guizzo di Benassi, poi un secondo tempo volitivo e arruffato. Di più straziante ho visto un ciclista che saliva il San Gaggio nel tardo pomeriggio. Altro lato positivo, sembra che se non hai una storia lacrimevole come questa sconfitta Viola non vali niente, perché vanno di moda i perdenti. Ho capito che per alcuni la vittoria è troppo solare, e così come l’ora è preferibile cambiarla con una sconfitta per poter finalmente bubare. Al triplice fischio dell’arbitro, quando l’immaginazione aveva appena smesso di gesticolare, mi sono comunque tirato su da questa sconfitta senza piagnucolare. Con dignità. Perché mentre c’è chi canalizza la delusione trovando il conforto nelle proprie convinzioni, a quelle che ho già mi si sommano le rughe da disappunto.

domenica 29 ottobre 2017

Per un mondo meno puntiglioso



In questo momento nel mondo ci sono meno persone che fanno sesso di quelle che lo stanno guardando. Un altro modo forse per raccontare tatticamente la sconfitta del Milan. Aggiungo solo che Montella come sempre si è dimostrato avanti, per lui ha fatto buio ancora prima di mettere le lancette un’ora indietro. Così come penso che questo blog abbia salvato molti muri da frasi violente tipo “Hagi in campo”. Io stesso avrei scritto “NO al tifo a compartimenti stagni”. Per dire che a furia di sottolineare si finisce per mettere in ombra l’unica cosa che valesse la pena di evidenziare; le tre vittorie consecutive della Viola. Sicuramente a qualcuno sarà rimasta una fetta di dramma da consumare entro stasera. Il sabato non porta solo la sconfitta del Milan, dimostra che anche i poeti maledetti fanno la spesa. Più fischi al Milan oppure a Renzi? Il Bambi intanto mi chiede come fa a piacermi Pioli, non lo so ma più persone me ne parlano male e più parte avvantaggiato. Succede che a certe considerazioni stavo per rispondere “grazie al cazzo” poi mi sono accorto che era la bozza dell’editoriale. Alla fine sono giunto alla conclusione che bisogna essere meno puntigliosi per rendere l’ambiente meno rumoroso, fare piano insomma, chissà se alla fine la felicità arriva zitta zitta da Crotone. Mi lascio un rimpianto in ultimo, concedetemelo, e scusatemi se non è riferito alla formazione che scenderà oggi in campo, perché inizia la stagione in cui non si capisce dove inizia la donna e dove finisce la sciarpa.

sabato 28 ottobre 2017

Dubbi sul turnover e non solo


Un Bambi stranamente mattiniero mi ha fatto pensare alla caccia, no impossibile, allora ai funghi, conoscendolo sapevo che non poteva essere. E’ stato lui stesso a sgombrare il campo da ogni possibile dubbio; stava semplicemente andando a cercare il sonno di quelli che se lo sono perduto per colpa di Pioli. Quelli che cercano di trovare una spiegazione all’esclusione di Hagi proprio quando si stanno mettendo il pigiama. Ed è già vigilia di Fiorentina. Non sono certo meglio di Lotito perché anche a me mentre andiamo incontro alla quarta vittoria consecutiva m’è scappato un “famo sta sceneggiata”. E poi dire ad alta voce “La Fiorentina è una bella squadra” fa meno paura. Le olive rendono meno, la raccolta delle mele risente delle gelate, solo la passione Viola rimane inalterata. Cambiano i giocatori, gli allenatori e forse la proprietà, ma l’entusiasmo dopo un filotto di vittorie risale come una peperonata. Mode, stili di vita, auto, alimentazione, cambiano usi e costumi tanto che tra un po’ del seitan non si butterà via niente, ma la felicità per un gol della Fiorentina rimane immutata. Cosa ce ne frega se va via un giocatore a cui eravamo affezionati, o se viene un allenatore che non ci piace, non può farci paura niente con quella maglia nel cuore. Figuriamoci una rivoluzione, un nuovo ciclo, l’autofinanziamento, la chiusura al traffico senza un Euro 6 in garage. Meglio Biraghi o le polveri Sottil? Se poi vuoi che vada sempre tutto liscio devi essere gobbo o andare in una balera. Ma capisco anche chi aspetta il primo minuto giocato di Hagi con la stessa trepidazione di quelli del Benevento che aspettano il primo punto. Quindi vorrei chiedere ai tifosi più intransigenti di disprezzare moderatamente. Rimangono dubbi sul turnover e non solo, per questo chiedo ai più attenti tatticamente, non escludendo naturalmente gli istruiti e i maestri di vita, qual è il corrispettivo femminile del termine segaiolo?


venerdì 27 ottobre 2017

Sono i segreti a tenerci vivi



Karsdorp è sfortunato soprattutto perché il chirurgo dovrà rovinargli il tatuaggio. Mentre dopo il terzo successo consecutivo si racconta che quelli del Fronte Gobbo Interno a cui faceva riferimento Furio Valcareggi, stavano quasi addormentandosi quando una pecora si è schiantata sulla staccionata. Subito dopo sono arrivati i palombari per andare a recuperare l’umore. Mi sarebbe piaciuto un po' più tatto nei confronti di Biraghi e Laurini, come quando un amico si fidanza con una bruttona, ma per non ferirlo la definiamo “intrigante”. Lo so che io al contrario non sono credibile perché per me chi indossa la maglia Viola è sempre il più forte, il mio con la Viola è un legame indissolubile come il venerdì e lo sciopero degli autobus. Leggere però il diario di Anna Frank a quelli del Marasma no, non si può, allora preferisco far sentire una canzone di Boy George a Rocco Siffredi. E se fossero i segreti a tenerci vivi? Tipo Hagi non gioca perché non se lo merita. Dopo il bellissimo gol di mercoledì speriamo che questo campionato diventi un paese per Giova(n)i. Un posto dove ogni tanto si scopre di aver esultato più volte anche per lo stesso gol. L’unico rammarico dopo queste tre vittorie consecutive è che scrivo e cancello editoriali, ma non rimane niente, come invece quando si scrive sulla carta e poi si accartoccia la pallina per lanciarla alla ricerca del canestro spettacolare dentro al cestino.

giovedì 26 ottobre 2017

Le verdure bollite



Se oltre ad essere bella è anche fortunata allora l’antipiolismo non può competere con il secondo tre a zero e la terza vittoria consecutiva. Però non mi fido delle persone sane di mente perché so che stanno solo fingendo di godere per questa bella Fiorentina. Migliore in campo contro la sua ex squadra, Benassi. Bidone come tutti sappiamo, un piatto che non può andare nella lavastoviglie ma che Pioli evidentemente sta aiutando a superare i suoi limiti. Disicuro tra le cose più sopravvalutate di questo mio ottobre c’è la Fiorentina e le poppe. Io però non faccio testo perché quando non avevo il Telepass ringraziavo persino il casellante. Non è facile ripartire dopo una rivoluzione, quando i giocatori più rappresentativi se ne sono andati,e  l’età media si abbassa, ma la fiducia non è mai mancata perché ho sempre pensato che di complicato c’è soprattutto mangiare con le posate di plastica. E questo gruppo non è di plastica. I figli, le responsabilità, il Fronte Gobbo Interno, insomma non mi sento ancora pronto per entrare nel Fronte Gobbo Interno. Proprio il giorno che mi sono stati offerti 10 centesimi per scrivere un secondo editoriale giornaliero esce fuori la notizia che due appunti di Einstein piuttosto banali sono stati comprati a 1,56 milioni, non possiamo arrivare almeno a 10 euro? E se proprio devo recriminare non penso ad Hagi, ma con l’inverno che avanza penso piuttosto che si vedranno meno leggings ginecologici. Diamo fiducia a questa squadra malgrado Laurini, e se non ce la facciamo perché è più forte di noi pensiamo di farlo con lo stesso spirito di quando finiamo la pasta giusto per non buttarla. Quando vedo la squadra girare, il gruppo così compatto che non si vedeva da tempo, e penso che certe qualità le avevo persino intraviste, mi torna in mente quella volta che sono riuscito a fare un’operazione a tre cifre a mente, e a quel quattro al liceo che non meritavo. La Fiorentina di Pioli non è una donna senza curve, non è la pasta liscia. Anche se a Firenze c’è chi butta il grasso del prosciutto. C’è una soluzione però anche per chi non ci ha creduto e adesso non può lasciarsi andare del tutto, le verdure bollite e non condite non sono solo quello che sembrano. Sono anche un modo per pulirsi la coscienza.

mercoledì 25 ottobre 2017

La metafisica del tifo


Prima vogliono Hagi poi magari lo metti e cominciano gli starnuti, mal di gola, e allora giù insulti a chi invocava la pioggia per l’agricoltura. Riconosco però che anche capire quello che non si vuole (Pioli) è un gran passo avanti. Il turno infrasettimanale da una parte ci carica, dall’altro carica di elettricità l’ambiente familiare, con le nostre compagne sempre più spesso indispettite da questo crescendo d’offerta calcio. Allora ho cercato di stemperare il clima cucinando una bella cenetta alla Rita, così sono andato a vedermi un video di bondage e ho potuto legare perfettamente l’arrosto. Oggi sono libero anche psicologicamente di guardare la Viola, mi sento a posto con la coscienza come quando mi chiedono la prima cosa che guardo in una donna e per non mentire spudoratamente rispondo che per prima cosa guardo la quarta. Così li disoriento. Si è parlato molto dei laziali in riferimento alla foto di Anna Frank con la maglia della Roma, ma secondo me la cosa più eclatante successa a Roma in questi giorni è stato l’albero che è riuscito a trovare un taxi. E speriamo che Kalinic continui anche stasera a fare la differenza spostando gli equilibri del Milan sulla parte destra della classifica. Questo atteggiamento così metafisico dei tifosi che assegnano poteri paranormali a chi non gioca, mi ricorda quando la Burbassi nei momenti di solitudine mi confessava di aver tanto bisogno di uno sconosciuto profumato da abbracciare. Lo dico da tifoso medio che come Cracco a casa sua si sente “semplicemente Carlo”. Io a chi non gioca non affiderei mai le mie speranze, bisogna scegliere con più cura le persone a cui affidare la frittura delle melanzane alla parmigiana.

martedì 24 ottobre 2017

Le polpette avanzate


Ai più attenti e allo stesso tempo critici non sarà sfuggito che da domenica prossima potremo cominciare a contestare la formazione di Pioli un’ora prima. Per questo vi invito a mandare un SMS con 10 € per la ricerca a favore di "Un posto in squadra for Hagi", al mio numero. Dopo il volontariato un consiglio ‘sta volta senza SMS, se volete evitare certe delusioni dovete iniziare a credere nei sogni degli altri. Di quelli come me che vorrebbero un mondo senza più caffè decaffeinato e tè deteinato. Un mondo pieno di con, basta scale senza pioli. Il Bambi intanto ha avuto un’idea e ha cambiato tutte le password dei suoi dispositivi in modo da inserire "Ianis Hagi" almeno in quel campo. Io sono più preoccupato per quel 46% che è favorevole agli insetti a tavola da gennaio. A parte le diverse vedute sul modulo e sulla formazione, sui cambi e sugli emarginati, esiste un momento della domenica, verso le 23:30, quello dei risultati alla Domenica Sportiva dopo che hai vinto tre a zero fuori casa, in cui alcune cose ti sembrano recuperabili, e quello è il momento esatto di andare a letto. Per coloro che non hanno pace e malgrado la vittoria esterna pensano alle cose ancora da risolvere, ci sono sempre le polpette avanzate. A volte vorrei ritornare a quando ci buttavamo nella nostra passione liberi da Internet, per rivedermi oggi seduto di fronte all’altro me sulla tramvia. Adesso col telefonino a commentare le lacrime di Borja Valero, mentre giovane, là davanti, con la Belstaff nera e le lacrime per i fumogeni accesi contro l’Anderlecht. Come quei paracadutisti della seconda guerra mondiale seduti di fronte a se stessi, sull’aereo dal quale si lanciarono in Normandia nel 1944.

lunedì 23 ottobre 2017

Le ciotoline per l'insalata


In onore di Clemente il migliore in campo lo chiameremo Pestella, mentre per non far torto alla legge dei grandi numeri che i gufi avevano sollecitato a gran voce, visto che il Benevento ha continuato a non far punti, proprio per tale legge ci proverò con tutte. Un tre a zero esterno non dovrebbe lasciare rimpianti, ma io, così come Borja Valero, non ci ho dormito la notte per il mancato utilizzo di Hagi. Avendo però più sensibilità di Pioli almeno io gli faccio vedere il pallone della partita. Mentre il povero Simeone partita dopo partita mi ricorda sempre di più le ciotoline per l’insalata che ti portano al ristorante, quelle che quando la mescoli esce tutto. Per ora il dopo Kalinic ci sta un po’ stretto. Maturo invece l’approccio della squadra che non dà per scontata la vittoria contro l’ultima della classe, contento per l’esordio di Lo Faso e per il primo gol di Benassi (ottima la sponda del Cholito). Ottimo anche il primo tempo intero con gol disputato da Babacar. Anche oggi come era già successo con il gol annullato ad Astori, un po’ di fortuna sul palo di Biraghi aiuta il sonno dei suoi critici. Mi sarei aspettato che dopo la seconda vittoria consecutiva si fosse almeno dato un 6 politico alla squadra e poi magari rivolto le proprie critiche alle sorelle Parodi. Chi oggi critica Pioli per il mancato impiego di Hagi secondo me uscirebbe anche con donne senza senso dell’umorismo. A questo punto auguro che la vittoria di ieri venga apprezzata meglio oggi, visto che di quanto sia bello il sabato ce ne accorgiamo la domenica.

domenica 22 ottobre 2017

Maledetti bike sharing e fair play finanziario


La Rita sono due giorni che ha un abbassamento di voce, poi la vittoria della Fiorentina a Benevento, e così dovrò stare attento perché il genio mi concede solo un altro desiderio. La storia che in Svezia espongono un vascello affondato subito dopo il varo, cioè un museo per celebrare una figura di merda mi ha fatto venire l’idea di aprire il Museo Joshua Brillante. Le ultime notizie di cronaca prima delle formazioni mi hanno invece fatto pensare che tenere i conti in regola, abbassare il monte ingaggi, l’autofinanziamento insomma, vale anche per il terrorismo che attacca in bicicletta. Maledetti bike sharing e fair play finanziario. Di contro c’è che si è parlato finalmente di sfida al vertice senza che ci sia la Juve di mezzo. Poi il pari premierà proprio i bianconeri. Magari oggi vedremo dei giocatori del Benevento che domani sogneremo di volere in maglia Viola, guardando quel muro dove incontra l'asfalto mi è venuto in mente che l’erba del vicino è sempre più verde anche quando non è proprio così vicino. Perché pur nascendo in una città dove l’arte è tanta, che c’è pure il rischio che ti caschi in testa e t'ammazzi, malgrado quindi tutti i capolavori che si possono vedere, posti splendidi tipo San Frediano, letto libri ambientati Diladdarno, visto film girati tra strade e piazze pregne di storia, niente però può essere paragonata a una bella passera, fosse anche di Benevento. Così andò il mio ultimo pensiero, era ottobre, e l’inverno era alle porte.

sabato 21 ottobre 2017

Dammi tre parole



Volevo dire alla cavalletta immobile da mezz'ora a fissare il muro del terrazzo che se mi soffermo a pensare a Chiesa falso nueve un po’ la capisco. Non vorrei però che le soluzioni tattiche che vengono suggerite generosamente a Pioli siano come i rimedi di Cannavacciuolo, perché prima ho visto “Cucine da incubo”, poi sono andato su TripAdvisor e ho scoperto che il ristorante ha chiuso. Probabilmente Pioli con le sue scelte sta facendo soffrire qualcuno, l’importante secondo me è che non sia comunque sua intenzione. Il difendere Simeone e attaccare Pioli un po’ mi ricorda quei genitori che fanno ricorso al Tar quando il figlio viene bocciato. Desolati rincorso nel viale dei Mille mi ricorda invece quei genitori che facevano ricorso allo zoccolo. Volere tutto e subito, non volere aspettare i tempi giusti per un inserimento, o per registrare la squadra dopo la rivoluzione estiva, perché il tempo concesso è sempre pochissimo, da qui “a pranzo un panino al volo e adesso non ci vedo più dalla fame”. Non se nel panino c’è il lampredotto, sale, pepe, salsa verde, piccante e due bicchieri di vino. Di buono c’è che se Pioli vi fa girare le palle si sta parlando di energia pulita. Dammi tre parole: Fiorentina, Poppegrosse, Bruciate. Mentre al Fronte Gobbo Interno lascio volentieri Case, Auto, Libri, Fogli di giornale. Se solo accettassimo quello che siamo, senza trucco e senza inganno (e per rendere meglio il concetto mi aiuto con la foto senza make-up di Merilyn). Come quando la Nicoletta che aveva un bel culo, ma lo chiamava sedere.

venerdì 20 ottobre 2017

Gli studi del Bar Bianchi


Un recente studio del Bar Bianchi di piazza San Felice ha dimostrato che l’87% dei problemi sentimentali delle nuove generazioni fiorentine sono da ricondurre alla carenza di terzini. Il 13% che guarda video sull’uso alternativo delle forchette risente invece del non utilizzo di Hagi. Da dopo Ujfalusi si è cominciato a parlare anche di nuovi disturbi alimentari come l’ortoressia. E a proposito di cibo, le cene le ha comunque sempre offerte Weinstein. La signora in bici gode di ottima salute e ancora impenna perché è stata a letto con Ardico Magnini. Chi va a letto con Gaspar sarà sicuramente soggetto alla rottura del femore. E quando in strada incrocio qualcuno con la Uno Turbo mi viene subito in mente Torricelli. Il Bar Bianchi di piazza San Felice ha finanziato anche altri studi per dimostrare che non c’è nessuna attinenza tra gli illesi in incidenti automobilistici e la calamita “Gesù proteggimi”, a differenza proprio della carenza di terzini che sta dietro a questi nuovi disturbi alimentari. Quando si dice che la Fiorentina ha un futuro roseo davanti, dietro un po’ meno. Intanto i terzini Viola degli ultimi anni hanno lo stesso appeal delle penne lisce. Perché mi amava la Betarice dalle poppe grosse, perché mentre gli altri portavano rancore per Ugolini e Pontello io le portavo le brioche. Di contro mi sono sempre compiaciuto che la sua crescita personale si fosse manifestata nelle poppe. Poi si dice che Hagi dovrebbe giocare grazie a una stagione priva di obiettivi, analisi che non condivido perché non è vero che gli obiettivi sono assenti. Sono in modalità risciacquo. Nei giorni di nebbia mattutina ho apprezzato proprio il fascino di questa condizione che ti nasconde gli obiettivi facendoteli solo percepire. Chiudo parlando dei mal di testa che spesso curiamo con i farmaci, mentre il più delle volte sono solo quelle fissazioni sui terzini che cercano di uscire.

giovedì 19 ottobre 2017

Superpoteri



Si legge sempre più spesso dei Della Valle e se ne auspica un riavvicinamento, ma se malgrado i ripetuti appelli loro non rispondono significa che sono due dei Corinzi. E se proprio il desiderio è irrefrenabile, qualcuno può sempre aprire un sito d’incontri. Idea che ho rubato dalla tesina della Rita per riaccoppiare i calzini. Purtroppo secondo me dormono benissimo lo stesso anche senza tornare allo stadio, belli unti come se dormissero tra due guanciali. Capisco benissimo chi ce l’ha con loro e non può certo essere soddisfatto solo perché non sono presenti. Sarebbe come quello che non ama le cipolle, gli fai una zuppa di cipolla e poi gli dici che tanto non si sentono. Lo dico perché i nonni di quelli del Fronte Gobbo Interno sono già stati malissimo quando i nipoti merde gli hanno rivelato che quelli di Forum sono tutti attori. Uno degli autori più apprezzati di questi che contestano sempre sta girando un corto in cui si vede il Megadirettore Galattico Duca Conte Maria Balabam che urla a Pioli “lei è una merdaccia” ogni volta che non convoca Hagi. A chi si rammarica perché nell’era dei Della Valle non abbiamo vinto niente dico che potremo comunque prenderci una sorta di rivincita goliardica confondendo gli archeologi del futuro. Il mio piano è quello di seppellire una Coppa Italia falsa ma identica a quella persa nella finale con il Napoli, scrivendoci il nostro nome come se l’avessimo vinta noi. Se poi arriva un altro Sundas a volerci regalare serate Champion ma loro non se ne vogliono andare lo stesso, ho un’altra idea meravigliosa. Ho pensato a uno dei nostri pochi veri superpoteri oltre al senno di poi naturalmente; quello di scomparire nel vapore del bagno. Attacchiamoli riempiendo tutti la vasca con l’acqua bollente al mio via.

mercoledì 18 ottobre 2017

La magia dei terzini



Invidio chi può pagare lo stipendio di Paul Breitner al posto di quello di Max Olivera per alimentare il sogno di una grande Fiorentina, perché io mi ritrovo a decidere se comprare le castagne o montare le gomme invernali. Comunque dal terzo bicchiere di vino in poi inizio a dare ragione anche ai detrattori di Astori. Senza alcol rimango invece solo un povero tifoso che crede ancora nella linea a quattro dietro, innocente come una bambina che cammina inconsapevole su terrapeni. Mi dispiace solo per Hagi che è finito nel dimenticatoio come la Catalogna. A chi mi accusa di essere troppo spensierato malgrado Laurini voglio dire che bevo sempre e solo dopo aver inghiottito il boccone ed essermi pulito la bocca. Come posso essere spensierato? E quanto mi eccita l’educazione, per questo capisco i Della Valle che vorrebbero tenere fuori la mamma dai pensieri di chi lancia i cori. Vista la tendenza del mercato del lavoro tra un po’ a fare i terzini nella Fiorentina ci verranno solo gli immigrati. E’ un lavoro che gli italiani non vogliono più fare. Anche Montale ha scritto una poesia dedicata a quel ruolo ormai dimenticato soprattutto nella culla del Rinascimento “Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia”. Non sono ottimista, sono solo un tifoso mite come la temperatura dopo pranzo di un’ottobrata fiorentina. C’è un segreto senza il quale non possiamo più vivere con la passione di un tempo (quando ancora c’era Galdiolo) il ruolo di tifoso speranzoso. E’ come riuscire a trovare le contromisure per mantenere l’equilibrio malgrado il rollio o il beccheggio di un’imbarcazione. Ci vuole quel lento, ritmico, cadenzato, malinconico imparare a fare a meno dei terzini.

martedì 17 ottobre 2017

La scala antincendio



Non so voi ma io ogni tanto mi esercito allo specchio nel saluto reale, voglio essere pronto con la manina quando se ne andranno i Della Valle. Intanto il derby della Madonnina ci aiuta a capire meglio perché Icardi guadagni 4,5 e Bonucci 7,5. Per fortuna il lunedì è passato, ci sono quei giorni in cui vorresti mandare affanculo il primo che passa, e per l’appunto Astori è sempre tra i coglioni. Visto che spesso sul blog si tende a sottolineare una certa disgustosa carenza sugli esterni, potreste sempre fare come ho fatto io domenica sera che per non vedere la fascia di Borini e Nagatomo ho messo una striscia di scotch da pacchi sulla televisione. Il Bambi sostiene che da quando hanno fatto capitano Astori non piangono più nemmeno le Madonne. Vi ho già suggerito di comprare la licenza di uno stanco James Bond per fare quel lavoretto di ricambio societario, ma capisco che qualcuno possa essere arrivato tardi e ci sia rimasto male. Quindi il consiglio di oggi è quello di prendere la licenza di Travis visto che Diego è stato visto in città. Lo dico perché so che non si vive di solo calcio, e parlando di tifo Viola mai completamente soddisfatto, con il linguaggio del cinema altrettanto amato da queste parti, penso che il film icona del Fronte Gobbo Interno possa essere “Beatiful mai”. E’ così che anche il lato positivo di quei 70 minuti contro l’Udinese si girò dall’altra parte. E quando la Fiorentina vince c’è sempre la scala antincendio.

lunedì 16 ottobre 2017

Messi prende casa in via dell'Ardiglione tanto paga Pantalone


Bene per 70 minuti, per gli altri 20 solidarietà piena a Pioli, così come ho fatto per Asia Argento andando a vedere “Dracula” diretto del padre. So perfettamente che per sognare è ancora troppo poco, ma quello che posso fare è suggerire di buttare giù un paio di Tavor. Io sono felice e basta quando vince la Fiorentina, forse perché sono cornuto e inconsapevole. Altrimenti me la rifarei con Biraghi o con Pioli. In un mondo dove i tifosi non riescono a godersi appieno la vittoria, voglio pensare che la causa non siano quei 20 minuti di affanno finale, ma piuttosto il fatto che a metà ottobre ancora ci sono le zanzare. E menomale che è stato annullato il gol ad Astori altrimenti sarebbe stato proprio un lunedì di merda. A me sembra che non ci si voglia rendere conto che anche un uomo possa parcheggiare male. Insomma, si può essere tifoso maschio della Fiorentina senza bisogno per forza di comprare gli assorbenti. Oppure c’è chi vive in un mondo dove la colonna di destra del menù non esiste, e se ne fotte di quanto si spende. Insomma, alla fine l’Atalanta ne ha presi tre da quelli che ne hanno presi quattro da quei brodi contro i quali abbiamo vinto ieri. Tra un po’ pur di dare contro arriveremo anche a compiangere il povero Weinsten per essere stato sfruttato troppo. E se le mie considerazioni sono irricevibili, se ciò che sostengo è privo di fondamento, pensate che da quando ho comprato la smart tv sono diventato il quarto più intelligente della casa. Perché per me è Thereau il miglior acquisto, Simeone è acerbo, con la speranza che diventi un frutto mangiabile, mentre Babacar non ha solo le infradito di Naomo, ha anche il pareo e la camicia Oxford con le iniziali. Lo so che il mondo ideale sarebbe quello dove la Fiorentina è sempre la più forte, dove Messi prende casa in via dell’Ardiglione, dove nel mondo dello spettacolo contano solo i curricula. Se tutto fosse così facile ci avrebbero però scoperti subito come eravamo a letto, sarebbe bastato guardare lo stile con cui le davamo le spinte sull’altalena. E magari non trombavamo più dal campionato ‘68 - ’69.

domenica 15 ottobre 2017

L'editoriale corto pensando a Delneri



Una mia zona erogena è il lampredottaio in piazza dell’Isolotto. Del resto io ho gli editoriali lunghi, altri l’uccello. Ma oggi lo scrivo corto, volutamente, pensando a Delneri e alla sua squadra. Ieri intanto Diego è passato in città, qualcuno potrebbe sfruttare la stanchezza di James Bond, stufo della direttiva Bolkestein, e così cogliere l’occasione per comprare la sua licenza. Non mi meraviglio del malumore nei confronti dei Della Valle perché sono 20 anni che a ottobre si protesta contro la riforma scolastica, a prescindere da Biraghi. Poi una domanda tratta dal Tg2 Costume & Società; sfilata di Gucci a Milano dal titolo “La gioia”, oppure i più modaioli del Fronte Gobbo Interno che si avviano verso lo stadio con lo spirito giusto? Per la partita del lunch time l’augurio che posso fare è che le lasagne siano sempre con voi. Non temporeggiate davanti al piatto come invece fa l’autunno d’ottobre.

sabato 14 ottobre 2017

Il Principe ex Azzurro



A chi nel calcio giudica negativamente coloro che non provengono specificatamente da quello stesso mondo, come possono essere il più disprezzato dei ragionieri o dei semplici ciabattini, ricordo l’incredibile pizzaiolo napoletano di X Factor. Così come non è vero che è bello solo quando uno piange di gioia, faccio notare come certe lacrime dei formaggi non le batte nessuno. Chi l’ha fatta la differenza poi, Fabio Grosso dal dischetto nel 2006 oppure Baggio nel ‘94? Non si può andare sempre a cercare i difetti altrimenti si fa come quelli che giudicano ogni imperfezione femminile, e loro piuttosto che dargliela la devolvono a qualche Onlus. Era meglio quando non si poteva scrivere di calcio su Internet e i tifosi scrivevano le frasi col dito sulla schiena mentre l’altro doveva indovinare. Così magari se capiva male era anche meglio. Oggi vorrei riportarvi là dove sorridevate, aveva appena fatto gol Tomovic all'Inter che così fissava il risultato sul 3 a 0. In panchina c’era ancora Montella. O ancora più indietro quando c’erano le cartine pieghevoli, quelle che dovevi tenere a favore di vento, e che non riuscivi più a piegare bene. Ho come la sensazione che la rabbia contro i Della Valle sia dovuta al fatto che se avete demolito tutti i castelli in aria, adesso è colpa loro se siete costretti a convivere con i draghi, le streghe e gli orchi. Con la paura che mentre dormite vi viene a baciare un  principe ex azzurro di nome Saponara.

venerdì 13 ottobre 2017

Dal parrucchiere


Ora che si riparte, per rendere il campionato più avvincente bisognerebbe fare come dal parrucchiere dove tutte hanno un mantello addosso ed è oggettivamente difficile sapere chi è superiore e chi no. Cara Asia Argento come ti capiamo, anche noi siamo stati molestati da Vittorio Cecchi Gori una quindicina di anni fa. Si, era tutto più bello quando esisteva ancora la classe media. E senza il mantello della parrucchiera penso a quanta enorme soddisfazione possono regalare le camicie strette che faticano ad allacciarsi sulle poppe di quelle che ce l’hanno piccole. Forse il campionato è fatto proprio per deluderti un po’, in modo che sia impossibile che non succeda, e così non ci rimani male. Alla fine è proprio la mattina presto del lunedì che ti svegli perché stanno svuotando la campana dei sogni infranti. La fortuna però è che almeno non ci possiamo sbagliare, siamo quelli che non vinciamo e non potremo mai indossare la maglia della Juve.

giovedì 12 ottobre 2017

Non c'è solo lo yogurt a Vipiteno


Il VAR è ancora troppo macchinoso, ci sono voluti ben 5 minuti da quando la Catalogna si è dichiarata indipendente per cambiare la decisione. Tornando a noi se c’è la frattura al dito del piede di Dias c’è però anche una storia a liete fine; Amazon ha consegnato un giorno prima. Mentre Antinori in California per la prima volta produrrà il vin brulè 2017. Così ho pensato che ho creato questo spazio dove scrivo di tutto ma sono l’unico che non fa mai un analisi tattica, ma è possibile? Effettivamente no di fronte a centinaia di migliaia di disquisizioni, e allora ho ripensato alle partite fin qui disputate e ai punti in classifica, tanto per fare un primo bilancio della stagione. Su sette partite disputate; 4 perse, 2 vinte e 1 pareggiata, quella in cui la squadra si è dimostrata più equilibrata è stata quella con l’Atalanta. Al primo gol di Chiesa ha rimediato con la cazzata del gol subito al 5° di recupero. Sono comunque convinto che anche un ragionamento tattico più intelligente, competente e complesso del mio può essere vanificato da una semplice erezione. Sul report medico non si parla di tempi di recupero, voglio sperare però che per saldare la frattura di Gil Dias ci vogliano meno dei 270 giorni dell’attesa media per vedersi saldare una fattura. Non è del tutto attinente con la disposizione in campo della squadra, tema certamente più appassionante, ma quando guardo Tommaso mi accorgo che le nuove generazioni hanno un modo incosciente e impulsivo di disporre le pentole nella lavastoviglie. Il vantaggio di frequentare Vipiteno dove fa più freddo che a Firenze, a parte lo yogurt, è avere a che fare con donne dal carattere duro che più si abbassa la temperatura e più hanno un diavolo per capezzolo.

mercoledì 11 ottobre 2017

Lascio?


Questo tempo mi spinge verso il mare, torno dal Brennero e sabato prima di andare a Pianetti chiederò a Vivaldi il riconteggio delle stagioni. Magari con il VAR. Mentre a quelle che si truccano in macchina perché hanno fatto tardi dico che così fanno fare tardi anche a noi. Alle more con i capelli lisci tendo invece a dare la precedenza. Ieri che era San Daniele ho pensato alle fette sugli occhi di Pioli che non vede Hagi. Ma anche al titolo dell’editoriale; “Lascio?”. Se vado al mare sabato, domenica a pranzo posso vedere la Fiorentina, e soprattutto, io che ho una visione eroica e romantica della vita, evito il sabato di andare a fare la spesa. “Forse è meglio la frittura alla Locanda Oceano Mare domenica a pranzo”, mi ha detto il Bambi che per la partita contro l’Udinese ha le stesse aspettative di una strada stretta, con il passaggio a livello e campi arati tutto intorno. Ma anche se fosse vero conosco un vecchio trucco che si chiama sorridere. Pensate con sconforto all’autofinanziamento? Biraghi vi sembra troppo poco? A volte pranzo con due fette di pane, pomodoro, olio, origano, mi lecco le dita e bevo vino. E nel dubbio se giocare a tre o a quattro dietro, mangiate fette di pane e pomodoro. Parlare così è uno dei vantaggi dell’essere asino, anzi portatore sano dell’asino che sono. Adesso però vado che l’alba è sotto la doccia.

martedì 10 ottobre 2017

La rimpatriata


Mi sono sempre astenuto perché la chiarezza è una cosa seria, e una delucidazione non vorrei certo sprecarla per sapere sempre la stessa storia sull’autofinanziamento, vorrei averla invece da quel popolo di automobilisti che fanno lunghe code per pagare il pedaggio. Perché? Lasceremo un mondo con la gente in coda ai caselli malgrado il Telepass, la Fiorentina ancora ai Della Valle, e i giovani del futuro avranno nonne vegane. Meglio il presente o il futuro? Al presente degli Azzurri che vanno agli spareggi da teste di serie, alla Fiorentina dei giovani che vogliono spaccare il mondo, a noi che a pancia piena progettiamo diete, pieni di buoni propositi, e a pancia vuota svuotiamo il frigo? Noi che siamo così multitasking che quando scendiamo a compromessi ci chiedono di comprargli le sigarette. Ma chi ce lo chiede? Perché gli assassini finisce sempre che erano educati, tranquilli, “salutava sempre”. Almeno io non ho il coraggio di guardare troppo avanti, e per fortuna le case automobilistiche hanno ovviato con la frenata d’emergenza assistita a queste paure. Anzi, tendo più volentieri a girarmi indietro, con l’aiuto di vecchie foto e della telecamera posteriore quando parcheggio. Mi tornano in mente episodi, mi sembra ancora di sentire il tuo sapore, vorrei assaggiarti ancora, ma prima devo dirlo alla Rita. Perché mia suocera non fa più il tiramisù? Non solo frenate assistite, sensori parcheggio, telecamere e controlli elettronici di stabilità, ci sono anche i Social che aiutano a farci incontrare di nuovo, a fare il remake dei nostri ricordi, "Blade Runner 2049", i compagni della maturità. Vecchi amori come "Loving Vincent". La rimpatriata insomma, ma in tempi di referendum per l’indipendenza.

lunedì 9 ottobre 2017

Il kit per le emergenze


“Passami il mio kit per le emergenze”, al Bambi che ieri è passato a trovarmi, e che poi non riusciva a identificarlo, “è lì sul ripiano”, un attimo di disorientamento e poi mi ha detto “ma questa è una bottiglia di cognac”. Non so se può essere utile anche a voi quando la domenica ti rendi conto che c’è la sosta per la Nazionale. Lo stesso malessere che ho cominciato a provare il giorno del mio cinquantacinquesimo compleanno, non più come l’anno prima quando la cameriera poteva ancora avere un dubbio su come mettere le candeline e mi chiese se ne avevo 45 o 54. Meglio rimanere in casa e contare sul kit che uscire e dover affrontare territori sconosciuti, ritrovarsi a fare i conti con l’imprevisto che è sempre dietro l’angolo. Come quella volta che immalinconito da una domenica senza la Viola me ne andai al Luna Park ed entrai nella stanza degli specchi, dalla malinconia passai subito alla spiacevole sensazione di essere circondato da imbecilli. L’unica cosa di calcio è stata la morte di Biscardi, ed è dovuta intervenire la goal line technology per confermare che è aldilà. Dapprima avevo pensato che ci vuole coraggio per affrontare una domenica senza calcio, poi mi sono persuaso che il coraggio è piuttosto la grazia delle nostre donne sotto pressione. Quella della nostra passione per il calcio.

domenica 8 ottobre 2017

Esagerazioni


Non c’è solo Ventura, c’è anche la pizza piccola, in UK hanno attaccato il nostro pesto, e lo sciopero della fame a staffetta. Ma quelli che chiedevano chiarezza ai Della Valle, alla fine poi l’hanno saputo se per preparare il ragù usano il prezzemolo a Casette d’Ete? Forse no altrimenti avrebbero scritto un altro di quegli striscioni banali come l’incenso alla vaniglia. Oppure continuano a chiederla perché sono duri di comprendonio come il mio specchio che non smette di dirmi che sono bello. L’ho capito. E chi se ne frega se poi non ci classifichiamo per il mondiale, potremo sempre fare un torneo con Olanda, Argentina e Catalogna. Sono invece più preoccupato di sentirmi vecchio che d’invecchiare, di sentirmi fragile a tal punto che mi si rompa un femore. Mentre il giornalismo sportivo fiorentino è il generico del Tavor. Cambiano gli allenatori, presto la proprietà, il nuovo stadio, la cucina molecolare, solo la grafica del Televideo non cambia mai. Anche la Curva Fiesole tende a rimanere fedele alla propria linea, e alla ripresa del campionato vorrebbe contestare la dirigenza anche in senso più generale, disapprovando cioè quella società in cui è previsto che per togliere il sangue s’inserisca un ago in vena senza averti fatto fare colazione. Esagerazioni come quella del Bambi nell’uso del filtro seppia per fotografare la sua nuova compagna.

sabato 7 ottobre 2017

La pasta con le sarde



Vorrei precisare prima di passare per quello che fa del corpo femminile solo oggetto sessuale, che la parte migliore della donna è il cervello. Purtroppo in foto non viene bene come le poppe. Alcune di quelle con un bel culo mi hanno fatto rivalutare la solitudine, quando in bagno pensavo a quelle con un bel culo, per esempio. Senza contare quelle a cui chiedi quanto manca per partorire ma non sono incinta. Ricordo quando alla Betarice, la cui intelligenza mi aveva stordito, chiesi di dimostrarla tutta senza dire niente, e la invitai a tirare fuori le poppe. Intanto è bastato distrarsi un attimo parlando d’immigrati e Pioli, che ci siamo ritrovati invasi dalle biciclette di metallo grigio con i cerchi arancioni. Per fortuna però non ho intolleranze, mi piace la pasta con le sarde ma anche con le siciliane. Così come non ho visto la Nazionale (in questi giorni ho avuto un po’ di cene di lavoro e mi sono perso X Factor) per vedere la replica su TV 8, ma i bootcamp mi fanno venire più ansia di un’allerta meteo. Viaggiando in macchina ascolto spesso Isoradio, e ti accorgi che da una parte è utile perché fornisce informazioni sul traffico, è inaccettabile quando passa le canzoni di un assassino arrestato in fuga verso la Bolivia. Se poi ripenso a quando facevamo il 12 della SIP per sapere l’ora esatta, mi piacerebbe sentire “tu tu tu è l’ora di Hagi”. Ma non sempre trovi i funghi quando vai nel bosco. Così mentre aspetto l’Udinese e l’olio nuovo metto i calzettoni antiscivolo.

venerdì 6 ottobre 2017

Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna



L'arte mi era sempre piaciuta. L’avevo studiata e imparata qua e là, anche se non sono mai riuscito a metterla da parte per colpa dei ricettatori di via Maggio. Una volta tentai di staccarla dalla parete, suonò l'allarme e presi 18 mesi. Due gravidanze senza nemmeno trombare. Quel giorno a Palazzo Strozzi mi sentivo bene, attirato da un quadro di Andrea del Sarto sullo sfondo. Una volta davanti però si appannò tutto e cominciarono a sudarmi le mani. Mi girava la testa. Mentre cadevo mi resi conto di aver dimenticato a casa l’Amuchina. Un operatore museale avanzò zoppicando come Saponara, e parlò subito di Sindrome di Stendhal. Cercai di spiegargli che non poteva essere perché quel quadro faceva cacare. Quando mi ripresi riuscì a dirgli che ero rimasto impressionato dalla sua collega sulla porta. La severità, ma soprattutto la somiglianza impressionante mi avevano ricordato la Burbassi di via del Campuccio. Una che quando veniva gemeva in francese, ma non per amore degli impressionisti come scoprì solo più tardi. “Oui, oui, oui Michel”, era fissata con Platini. "Mi chiamo Gianni troia".

giovedì 5 ottobre 2017

Viva le trattorie e abbasso i sushi bar



Ogni volta che vado a mangiare il lampredotto ho come la sensazione che mi stessero aspettando, evidentemente la mia fame mi precede. Così è anche per chi va a puttane. Tutto per dire che c’è chi ancora non si capacita di come siamo passati da Sousa a Pioli mentre io mi domando come abbiamo fatto a passare dal panino col lampredotto alla pausa pranzo con insalatina di soia bio integrale. Come se non bastasse la quinoa, state passando questa sosta di campionato a fare quadri della situazione in casa Viola e avete finito il nero. Per certi articoli vi consiglio lo Zecchi in via dello Studio. Oggi intanto esce “Blade Runner 2049”, e forse domenica dopo il derby di Milano torna anche Ancelotti. La mia proposta adesso è di convogliare tutta la rabbia in qualcosa di costruttivo in modo da coniare nuove bestemmie per la prossima punizione alle stelle di Biraghi. E se tutto è sbagliato, se tutto è da rifare, mercato di merda, allenatore di merda, proprietà di merda, anche se tutto biologico, facciamo come fece la compagna del Bambi, quella che definiva le proprie rughe un eccesso di autocritica per aver scelto lui, si insomma, una volta trovò un piccolo scarafaggio in salotto e decise di dormire in macchina prima di mettere in vendita la casa. E poi leggo nomi su nomi tutto l’anno, come giocatori di serra, senza più nessuna stagionalità, chi segnala un esterno basso di grande avvenire, chi invece centrocampisti dal futuro certo, e ancora mediani, todocampisti, punte, portieri. Tutto ciò mi rimanda agli amici di “Noicompriamoauto.it”, ai quali, dopo averle comprate tutte, vorrei chiedere che cazzo se ne fanno. Brutto poi quando ti accorgi che pur avendo tanti soldi non puoi comprare quel campione che vorresti perché non te lo vendono. Bruttissimo quando non hai neanche i soldi. Così alla fine, davanti a una tazza di tè verde con miele di castagno mi ritrovo a chiedermi quante volte ancora posso innamorarmi della Fiorentina come fosse la prima volta.

mercoledì 4 ottobre 2017

L'amore ai tempi dello zabaione


A chi sta sul culo Pioli perché non fa giocare Hagi, a causa di Bergoglio potrebbe non sopportare più nemmeno il modo di parlare di Belen. E se non attacco il mercato della Fiorentina non è che non lo faccio perché non ho un’opinione nel merito, nel 2012 ho mangiato un gelato sulla Rambla e potrei dimostrare di essere anche un esperto in indipendentismo catalano. Chissà se anche Piero e Alberto Angela, loro che sanno sempre tutto, sanno anche che se avessimo Dybala le punizioni non le tirerebbe Biraghi. E poi perché tutti gli altri giocatori Viola che sono nettamente più forti di Biraghi gliele lasciano battere a lui le punizioni? Forse sono d’accordo? Sono tutti deficienti? Non sono d’accordo ma sono terrorizzati perché lui è uno che graffia le Porsche? Ma capisco che ci sono pensieri che non riusciamo a confessare neanche a noi stessi. La vita è proprio strana, ci sono tanti ritardi nel ciclo e nessun fidanzato da far cacare sotto perché i papabili sono tutti allo stadio a pensare al ritardo di preparazione di Saponara. E poi il Fronte Gobbo Interno era stato ampiamente annunciato già nel 500 da Rabelais, che per loro coniò il termine “Agelasta”. Sono altresì convinto che da quando c’è Pioli per qualcuno anche la pioggia non cade più come una volta. Dietro la collina non c'è più nessuno, solo aghi di pino e silenzio e funghi. E se tutto va a puttane io un po’ lo invidio, come chi va a castagne. O a more. Ah le more, già, mi ricordano tanto la Beatrice dalle poppe grosse, quando non c’erano i Social e non c’era nemmeno lo streaming, quando il nostro amore era ancora in chiaro, palese, così che tutto ruotava intorno al sesso, e per farle lo zabaione le mettevo l’uovo in bocca e poi la sbattevo.

martedì 3 ottobre 2017

Il VAR racconta una verità schiacciata



Certi risultati vanno cancellati dalla memoria il prima possibile. Come fossero voli Rayanair. Come i giocatori dai Social. Sarò stato influenzato dalla Catalogna, ma anche io vorrei l’indipendenza dal Fronte Gobbo Interno e dai pessimisti, per i quali ci vorrebbero terapeuti di coppia per Paesi, e per tifoserie depresse. Di questi tempi va rivalutata anche la sveglia che certe volte ci libera dall’incubo del VAR. Le immagini sono immagini si diceva, poi però vengono vivisezionate da occhi che sono come i miei che guardano il culo di quella tipa dentro al bar appoggiata alla vetrina, glielo guardo ma lo vedo schiacciato. Il VAR racconta una verità schiacciata. Senza nemmeno tutto quell’olio che c’è su quella del Pugi. Il lunedì poi, il giorno del senno di poi, quando il tifoso è lì che pensa alle punizioni di Paulo Dybala, le confronta con quelle di Cristiano Biraghi e sfoglia un libro di Edgar Allan Poi, mentre aspetta il 23 e poi il 10 per andare al Centro Tecnico di Coverciano a spiegare come si tirano. E so che la sua agenda è già incasinata perché c’è da organizzare il calendario delle preoccupazioni. Colui che sa a posteriori lo pagherà il biglietto, o è sempre quello che usava la tattica del non richiamare una donna per farsi richiamare, e che funzionava solo con la mamma? Ma non tutto è male di questo inizio ottobre, perché ottobre è anche il ritorno della Trinità al femminile; capelli lunghi, camicia bianca, giubbotto di pelle. A me non è che non piace criticare l’allenatore, questione di preferenze. Le bruciate, altro che sushi. In merito alle dichiarazioni dei giocatori dai ritiri delle Nazionali ritengo che sia buona educazione andare affanculo quando uno ce li manda.

lunedì 2 ottobre 2017

Effetto troione dell'Est


Mi è rimasta impressa la precisione nel tiro da fuori, soprattutto Badelj e Biraghi su punizione hanno dimostrato quanto la palla può uscire di un niente. Occasioni sfumate di pochissimo che avrebbero dato un altro significato alla partita. Mi viene in mente il rossetto, basta uscire un po’ fuori dai bordi e l’effetto troione dell’Est è servito. Una partita andata letteralmente a puttana. Un infortunio di Biraghi nel primo tempo e un gran gol di Castro nella ripresa hanno trasformato il profumo del caffè nell’odore di plastica bruciata del manico della moka. E come diceva Bukowsky non dobbiamo nemmeno chiedere la felicità a Pioli, solo un po’ di dolore in meno. Quello che avrà sofferto Munch in un Chievo-Fiorentina tutto norvegese e che oggi è più chiaro anche a chi si rifiuta di capire l’arte moderna. A me quando è sembrato che facessimo fatica a rincorrere gli avversari mi è venuta in mente la Beatrice dalle poppe grosse mentre cercava di prendermi. Solo che i nostri giocatori non hanno le poppe così pesanti. Diciamo che ci siamo presentati a Verona già ottobrati. Il problema di molti tifosi adesso è quello di non domandarsi dove ha sbagliato la squadra se non si è disposti ad ascoltare risposte lunghe e articolate. E se continuiamo così ci toccherà apprezzare solo la mattina come una giornata serena in miniatura. Il resto sarà tutto un predisporre paratie e fissare assi alle finestre. Non bisogna far finta di tifare per una squadra normale insomma. Diciamo che non tutti possono seguire i propri sogni, i tifosi Viola devono lavorare. Così diventeremo forti contro la nostra volontà. E ieri sera per addormentarmi ho fatto finta di dormire già.

domenica 1 ottobre 2017

La suocera



Bisognava ragionare come gli eschimesi, e così a mente fredda penso alla mancata convocazione di Hagi e a quelli che lo ritengono il migliore, penso cioè che per loro la vita è una merda e che Pioli esagera  perché è come se chiedesse loro pure di godersela. Quei tifosi che sanno sempre chi deve giocare e al posto di chi sono come il vino rosso che sa benissimo quando c’è la tovaglia bianca. Sono maestri nella mise en place. Mentre Hagi è troppo sottovalutato come gli orsetti gommosi bianchi. Se la Corea del Nord è un problema, per qualcuno anche Pioli non scherza. O forse chi non gioca mai è solo perché non è pronto, ma lo dico io che invece già lo sono, intendo pronto ad appassionarmi al giardinaggio, a piacermi la panda, la minestrina, mentre i cantieri mi sono sempre piaciuti. Comunque ammiro lo spirito nell’esaltare uno che spesso non viene neanche convocato. Così come di buono c’è che se oggi non andrà bene sappiamo su chi recriminare. Malgrado l’assenza inspiegabile del pibe de alloro voglio continuare a sognare come se fossi un collaudatore di materassi. Perché se Sandro Giacobbe ci ha raccontato di voler trombare la suocera allora tutto è possibile, anche una Fiorentina con la maglia verde. E con Saponara che occupa abusivamente la casa dell’anziana signora ricoverata all’ospedale. Degli allenatori no, ma delle donne spesso ci innamoriamo delle loro imperfezioni. Non resta che mettere in panchina una donna che mette in panchina Hagi. Conosco gente che usa gli alcolici per scaldarsi il cuore dalle scelte sbagliate di un Mister uomo. Il mio consiglio è di non farsi tanti film mentali, ma solo cartoni animati. Anche ottobre inizia senza Hagi, non ci resta che consolarci con la Fiorentina.