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lunedì 30 settembre 2013

Il fuorigioco non è uguale per tutti, così come le poppe

Conte dietro dettatura di Braschi finalmente ammette l’ennesimo errore arbitrale a proprio favore, studiate attentamente le parole, grazie anche al contributo di Nicchi che ha cercato di far trapelare equilibrio introducendo un’adeguata punteggiatura atta a depistare l’attenzione dei tifosi dall’ennesima porcata. Tono sereno, mentre il volto del calcio era a serio rischio di essere sfigurato, ma per evitare l’acido, questa volta si sono mossi loro, hanno concertato l’alibi e così Conte si è presentato in sala stampa: “ Ogni ingiustizia ci offende quando non ci procuri direttamente alcun profitto “. Sembra che il sindacato dei tifosi a tinta unita abbia rilasciato un comunicato di risposta a Conte, subito censurato: “ Prima o poi ti accetterò. Si', con l'accetta “. Mi sento in quanto blog di dire la mia pubblicamente, un pensiero anche un po’ influenzato da una giornata piovosa e dalla grande ammirazione che ho sempre avuto per un comico metereologo che però vuole mantenere l’anonimato, e come diceva lui dico anch’io “ Siamo uomini o temporali? ”. E visto che le bombe carta ci procurano solo la squalifica del campo, una bella bomba d’acqua su chi gestisce il calcio sarebbe una soluzione naturale ed ecosostenibile. E’ ricominciata com’era finita, errori marchiani sempre a vantaggio delle solite, e allora mi pongo delle domande per non darmi delle risposte che potrebbero essere affrettate e affettate dall’amarezza, e se l'otto marzo l'avessero inventato per smaltire le mimose? E se si scoprisse che il milite ignoto e' una donna? E se il giorno del matrimonio, invece che "... finché morte non vi separi" ci dicessero: "Andate, e speriamo che duri". Ma a parte le riflessioni profonde, il gol di Pogba ci dice che bisogna fare qualcosa, subito, io ho pensato a qualcosa di clamoroso ma per metterlo in atto ho bisogno di complici vispi, il mio piano è quello di uccidere Braschi e poi nascondere il cadavere colandoci sopra del gesso, quando la Polizia scoprirà il manufatto e mi chiederà cos’è, gli dirò “ Una scultura” La Polizia la compra e ne ordina altre due, e così ammazzerò anche Nicchi e De Marco. E poi ditemi che non faccio niente per il calcio. I pensieri mi frullano in testa come una lavatrice, mi viene in mente come mai gli arbitri non muoiono mai per overdose, come invece è successo ad Elvis Presley, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Jim Morrison, tutti i grandi del rock erano fatti quando incidevano quei grandi dischi. Così come gli arbitri incidono sul risultato con quei grandi errori. Presley è morto imbottito di eccitanti, l'altro giorno hanno riesumato il corpo e gli restano ancora sei mesi di vita, così come il gol annullato a Cagliari nell’82 è ancora lì bello vivo nelle nostre menti eccitate. Comunque il messaggio deve essere chiaro, no alle droghe, no ad Agricola, si all’agricoltura biologica senza pesticidi. Si ai pestaggi degli arbitri, si alla salsa verde. Non ce ne frega niente se il calcio non riesce a recepire in tempo questi messaggi, del resto non tutti sono come Mozart che era un genio, già a tre anni riusciva a concepire intere partiture orchestrali in un solo lampo mentale. Scrisse moltissimo, ma la sua produzione fu limitata dall'impossibilità pratica di scrivere la sua musica tanto velocemente quanto velocemente la pensava. E così, in breve tempo, le sue opere scritte cominciarono a restare indietro rispetto alle sue composizioni mentali, tanto che al termine della sua breve vita, mentre le opere pubblicate erano ancora saldamente legate alla tradizione classica, Mozart un giorno venne udito distintamente mentre passava nel Prater di Vienna canticchiando "Motocicletta / dieci accapì". Un po’ come De Marco che ha già fischiato il prossimo rigore per il Milan. Ho due fotografie rarissime, una raffigura Houdini mentre chiude in macchina le chiavi della macchina, l'altra è una rara immagine di Conte e Mazzarri che esprimono simpatia. Di tutto quello che ho scritto però non me ne frega niente, mi accingo a vedere la partita con tanta speranza dentro, si, anche quella che l’arbitro ci fischi un rigore inventato a favore, pur di vincere. No alla cultura della sconfitta, si all’ignoranza della vittoria.

domenica 29 settembre 2013

Sono troppo devoto al Sangiovese

Il bello del calcio è che da a tutti la possibilità di parlarne, si, anche a me o al Calamai, ognuno può dire le sue cazzate in libertà facendole passare per riflessioni intelligenti, come fa anche Baconi, un esempio di democrazia molto deleteria, perché c’è chi se ne approfitta e in un eccesso di autostima ingiustificato ci ha fatto pure un blog. In Cina non sarebbe mai successo. Certe volte sarebbe più utile un regime totanitario per quelli come me che gli dai un dito e si prendono un braccio di mare sul quale costruiranno abusivamente un ecomostro. Quelli come me che gli dai un calamaro e si prendono tutta la frittura, e leggete bene prima di sobbalzare sulla sedia, regime totanitario, cioè un regime di paranza. Il calcio in questo senso è peggio di un diploma raccattato alla Scuola Radio Elettra, c’è gente come me che vede del movimento in campo e si prende la briga di interpretarlo, ognuno vede una cosa diversa, nascono i forum, giornate di discussioni mentre le aziende che pagano gli stipendi a quelli impegnati nelle discussioni intanto chiudono perché nessuno produce più niente. Il calcio rovina l’Italia, i blog usurpano le forze lavoro di aziende su aziende, succhiamo le risorse del Paese, siamo buchi neri, e niente a che vedere con quelli della foto. Nel mio caso non c’è nessuna legittimità a scrivere di Fiorentina, un giorno mi alzo, giro per San Frediano ancora annebbiato della sera prima, inquinato dalle proteine animali della Chianina, ancora offuscato dall’eccesso di religione, da quella dedizione al Sangiovese che poi ti spinge a vedere un 4-3-3 quando non c’è, oppure peggio, a fare una denuncia per poi ritirarla. Come può uno così scrivere, perché poi trova pure qualcuno che ci crede e che lo segue. L’altro giorno con il santino del Sangiovese che mi cerchiava ancora la testa come una corona di spine, dopo che i cannellini con tanto pepe mi avevano messo un’arsura domata solo con tanta preghiera, raccomandandomi appunto al mio Santo preferito, sono entrato in macchina e ho scoperto che nella notte mi avevano rubato il cruscotto, il volante, la leva del cambio e tutti e tre i pedali. In San Frediano non si fa più vita, ho aggiunto sdegnato all’appuntato di piazza Cestello. Poi una volta diminuito l’afflato religioso e migliorato persino il fiato, ho dovuto telefonare al Commissariato d’Oltrarno per dire di lasciare stare perché  per sbaglio mi ero seduto sul sedile posteriore. Posso essere uno che ha un blog in mano e può dire e offendere tutti? Ma chi vigila? Chi vi protegge? Io che uso il corpo della donna, una bieca strategia che poi è la stessa utilizzata da Dior per vendere le sue fragranze utilizzando “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin. Sono immorale da non confondere con Immobile. Perché quello che semini raccogli, ieri mi sono incontrato con una che ci legge ma non scrive, una che mi ha voluto conoscere, ho sfruttato l’occasione, avevo bisogno di soldi per pagare il conto dal pizzicagnolo, mi sono detto gli piace quello che scrivo, mi ha voluto incontrare, ne approfitto. Non ho messo tempo in mezzo, e dopo avergli guardato nello scollo gli avrei voluto chiedere se le dispiaceva…? Non mi ha lasciato nemmeno finire: “A letto? Ma certo”. Mi ha risposto senza esitazione. “No, no, volevo solo chiederti 100 euro” O un s’è incazzata, mi ha risposto tutta risentita: “Ma sei matto? Ti conosco appena”. Ho un rigurgito di coscienza, so di fare dei danni se continuo a scrivere ancora, mi sento come Bersani, devo chiudere questo blog delle grandi intese, non ha più senso, un po’ come l’Ufficio di Collocamento che serve solo a dare lavoro agli impiegati dell’Ufficio di Collocamento. Mi sento di fare nuove esperienze, nella vita voglio provare di tutto. Anche a pensare.

sabato 28 settembre 2013

Il futuro è viola

Mazzarri è antipatico, per spiegare da dove nasce la speranza che un giorno si possa vedere un uomo in camicia, sudata, con il cronometro in mano, correre così tanto a zig zag, ed evitando di farsi troppe domande su quello strano incedere, sparare. Perché con Mazzarri l’umanità fa un passo indietro, un doloroso ritorno verso il calcio paleolitico, per questo va abbattuto, per dare ancora un senso al patentino di Coverciano. Per crescere poi, bisogna saper accettare anche una sconfitta quando è maturata all’interno di un disegno che ci vedrà presto vincitori, a niente serve stare lì a recriminare, è pensare anti-calcio fino all’osteoporosi continuare a vedere la propria dimensione legata al ripetersi congenito della mancanza di rincorsa sulla pedana dell’ultimo salto. E’ di fatto una visione perdente quella del sostenere che tutte le volte che arriviamo lì succede sempre qualcosa, mi ricorda un po’ l’atteggiamento che avevo io quando mi interrogava la prof di fisica, quando facevo la fava per mascherare il fatto che non ero preparato, mentre chi continua a ragionare così è una fava e basta. Mi ricordo che alla lavagna la prof mi scrisse “Cosa succede quando un corpo si mmerge nell'acqua?". Non lo sapevo, non avevo studiato e allora scrissi “Suona il telefono”. Nella vita ci vuole anche il fattore K, che sta per culo, e c’è chi appunto come Mazzari scrive addirittura usando sempre e solo la K, tanto che nella casa nuova ha messo anche il Kamino, e alla domanda del giornalista che faceva presente l’errore, lui ha risposto che non si è mai visto un camino senza cappa. Io sto con Montella, no al calcio sparagnino di mascella stretta Mazzarri, no alle vittorie provinciali, si al Rinascimento del gioco, alla bellezza e all’equilibrio delle forme, Montella mago, Mazzarri trsite come il magone, poi mi si potrà dire che l’Inter è a 13 punti e noi a 10, ma io guardo oltre la siepe, mi tengo la prestazione investendo su un futuro ormai prossimo, mi tengo stretta questa mia opinione, e la difendo con forza, perché secondo me è un parere che peraltro condivido. Mi sembra che ci siamo fissati  un po’ con quelli che sono i luoghi comuni del calcio, li cavalchiamo insieme alla spuma che ribolle sulle onde dell’amarezza, perché le partite così le perdono anche le grandi squadre, si chiama sfortuna, ma anche infortuni, è la personalità dimostrata sul campo che ci dice che la Fiorentina è una grande squadra, non gli episodi singoli sfavorevoli, altrimenti diventa un analisi che mi sembra quel grande trionfo dell’ovvio che peraltro conosco bene perché è lo stesso che metto in scena con la Rita quando ci confrontiamo sul tema delle telenovelas, quando cioè chiedo conto sul perché la gente passa tutto il tempo a guardare le telenovelas, e lei mi risponde perché i personaggi fanno una vita che assomiglia molto a quella della gente reale, ma a me non non mi torna come a voi non torna che siamo una grande squadra, e infatti la inchiodo contestando quella visione, perché se fosse vero allora i personaggi delle telenovelas dovrebbero passare il loro tempo a guardare le telenovelas. A me viene da pensare, per esempio, che se decidiamo di definire Montella una tecnico importante, poi non si possa suggerirgli di far giocare Rebic considerandolo un deficente, visto che lui lo vede tutti i giorni, e noi che invece non lo vediamo mai lo faremmo giocare eccome, perché allora non ci facciamo delle domande semplici semplici, non lo fa giocare per masochismo oppure perché ritiene al momento di avere soluzioni che danno maggiori garanzie? La logica suggerirebbe di fidarsi di uno che riteniamo bravo e che ha tutti gli elementi per decidere, a differenza nostra, e magari farci altre domande del tipo “Ma cosa mangiano le formiche quando non facciamo i picnic?”. Certo, anche Montella può sbagliare, come le formiche mangiano anche quando non facciamo i picnic. Capisco che bisogna dare sfogo ad una delusione cocente, uno scenario che ci ha visti in paradiso per poi precipitare nell’inferno di un risultato bugiardo, però bisogna guardare oltre a quel risultato, una sconfitta non è sempre la stessa sconfitta, un po’ come gli sci, e mi sembra che dopo questa sconfitta alcuni si siano messi degli sci d’acqua cercando di trovare un lago in discesa. Sarà dura. Anche gli sci non sono sempre li stessi.

venerdì 27 settembre 2013

Un grande Fiorentina

Non riesco ad essere arrabbiato, la Fiorentina mi ha riempito talmente gli occhi, troppo più forte dell’Inter, la squadra di Mazzarri a un certo punto non ci ha capito più niente, dominata per 70 minuti anche senza Gomez, Cuadrado e Pizarro, con loro sarebbe stata una mattanza. Grande personalità, perde ma non lo merita, il pari sarebbe stato addirittura stretto. Io mi tengo la prestazione e guardo avanti. Gonzalo mi è sembrato un gigante, bene anche Savic, non male nemmeno Alonso e Tomovic, mentre l’inter rinculava aspettando il colpo di culo. Grande possesso palla con qualche episodio sfortunato, Aquilani perde una palla a centrocampo che si trasforma in una mischia piena di rimpalli, Mati non trova il tempo dell’intervento sul secondo gol dopo che Ranocchia rischia quattro volte di perdere palla, Ambrosini che ha la palla del pari, Ilicic quella del 2 a 0. Borja solita grande partita. Pepito si abbassa bene e tiene in ansia da solo la retroguardia, Joaquin in crescita, scambia bene con Rossi, si procura il rigore, si presenta davanti al portiere, prova convincente anche se cala nel finale. L’Inter vince ma non regge il confronto sul piano del gioco. C’è tanto tempo per recuperare i punti di questa sconfitta surreale, semmai rimane il rammarico di non essersi potuti presentare al gran completo. E come si calcola l’assenza di Gomez? Facile. Una risorsa non utilizzata al 100% è sprecata, perché la si è pagata per il 100% del suo prezzo, ma la si utilizza per meno del 100% delle sue potenzialità. D'altro canto, arrivare ad utilizzare appieno una risorsa vuol dire semplicemente che si è a corto di quella risorsa, e se ne deve reperire un’altra. Che verra' pagata per il 100% del suo prezzo, ma usata per meno, a meno di non esserne a corto e di doverne quindi reperire ancora. Quello che midispiace è vedere il tifoso medioman e anche un po’ medium, pur consapevole che  i fantasmi sono invisibil, capace dopo una beffa come questa di riuscire a vedere lo spettro di Ljajic, quello di Cerci e quello classico di Prandelli. Ho letto commenti troppo negativi, ingenerosi, dettati dall’amarezza, ma poco lucidi. Quello che racconta questa partita è che la Fiorentina sarà candidata a lottare per il vertice. Ma visto che l’amarezza ha preso il sopravvento preferisco alleggerire la tensione, sdrammatizzare, pensare veramente alle disgrazie del calcio, a Balotelli per esempio, a Zamparini che per fortuna non ha comprato la Fiorentina come invece qualcuno aveva sperato. Sdrammatizziamo vi prego, non fatevi rovinare la giornata da Mazzarri che tanto arriverà dietro, pensiamo per esempio a Rino Gattuso, il 26° cacciato dal presidente rosanero, quello è il calcio da cui stare lontani, non il nostro, invece bellissimo, fatto di supremazia assoluta di gioco, davanti a una squadra che in casa propria si rintana come una provinciale qualsiasi. Non cambierei la vittoria del’Inter con le prospettive del nostro campionato. Ci toglieremo le nostre belle soddisfazioni come se l’è tolte pure Rino Gattuso prima di imbattersi nella sua sconfitta chiamata Palermo, e se l’è tolte partendo da una terra povera come la Calabria, partendo da una storia personale difficile,  cosa volete che sia una sconfitta immeritata al Meazza, il futuro è nostro. Rino ancora non era affermato, non aveva nemmeno la macchina e già usciva comunque con l'autoradio. Non aveva la ragazza e già dicevano che era un cornuto. Stava bene a Reggio Calabria. Era biondo con gli occhi azzurri.Si, biondo con gli occhi azzurri. Certo, dopo dieci anni a Milano, con lo smog si è scurito. E voi vi buttate giù dopo aver avuto la conferma di fare il tifo per una grande squadra, prendete esempio da Rino, bisogna crederci fino in fondo anche nei momenti difficili dove si ha a che fare con Zamparini o con la sconfitta più immeritata della storia del calcio, si, anche quando esci dal campo cornuto e mazziato, quando ti rimane i mano solo un’autoradio dalla quale il Guetta racconta, impietrito, il gol di Jonathan.

giovedì 26 settembre 2013

Un capitolo ispirato a De Marco

Ci siamo, l’occasione è ghiotta, matura come una professionista che garantisce prestazioni affidabili. Come una Golf. Le acque sono quelle tranquille di un porto sicuro, un po’ come le cosce della professionista, accoglienti e avvolgenti. Come i sedili della Golf. Prendiamoci questi tre punti e mettiamo il sogno al riparo, e visti Mazzarri e i Della Valle mi viene subito in mente Mazzara del Vallo, tra l'altro l’unico porto al mondo che ancora non ha chiesto di smantellare la Concordia. Insomma, facciamo che la Fiorentina diventi la squadra dell'anno 2013. Come la Golf 7. Fiorentina che è più forte dell’Inter e che a Bergamo ha dimostrato di essere cresciuta come la disoccupazione, deve solo mettere la prua in direzione del tricolore. Non vedo problemi a meno che in tribuna non appaia Jessica Fletcher, perché come porta sfiga quella non ce n’è, ovunque vada ci scappa il morto. E’ peggio di De Marco, che per i tifosi fumatori è peggio persino dell’aumento del prezzo delle sigarette, perché lui compie misfatti su commissione e non ti da scampo, mentre per colpa dell’aumento, ai fumatori ammalarsi di cancro oggi costerà di più, ma c'è sempre la chemio. La Fiorentina gioca meglio della squadra di Mazzarri, un allenatore che ha avuto il merito di raddrizzare la baracca nerazzurra che comunque ha sempre il tetto di Eternit, non ci può fare paura neanche se il Bianconez è in restauro e la sua spalla ideale ha ancora problemi alla spalla. E’ bene o male la stessa squadra di Stramaccioni con un Campagnaro in più e un Milito convalescente, non si può paragonarla alla Fiorentina, sarebbe un errore di concetto organizzativo grave, diciamo che sarebbe come pensare a un congresso medico su bulimia ed anoressia. Sarebbe un disastro, i bulimici si mangerebbero gli anoressici. Noi siamo più forti e vinceremo! L’unico problema che potrebbe nascere sta nel fatto che la Fiorentina di Montella esprime un bel gioco a differenza di quello brutto espresso dalla squadra di Mazzarri, perché purtroppo sono i brutti a fare andare avanti il mondo, anche se i belli vivono meglio. Se Gomez sta fermo in piedi sulla spiaggia, con lo sguardo rivolto verso il mare, lui sta contemplando l'orizzonte. Se lo fa Montolivo, "Guarda quello scemo, ha lo sguardo perso nel vuoto". E quando dico che sono i brutti a mandare avanti il mondo, penso a Dante, aveva un naso che sembrava un aspirapolvere, per sniffare la coca si faceva una pista della Polystil. Lorenzo il Magnifico sarà stato un Magnifico cesso, forse, e Einstein con quei capelli tutto è relativo. Non si offenderà Mazzarri se definisco un’azione dell’Inter elegante quanto un rutto, con la differenza che un rutto dà più soddisfazione. Per noi che Montella è un Dio come per altri Cesare era un Santo, chiediamo due cose, la prima, battere l’Inter, poi, in quanto Dio, salvare la Regina, almeno su un file. Visto l’ennesimo scempio di De Marco che seguirà il giusto riconoscimento di Braschi, mi sono rifugiato nella poesia con la quale mi posso permettere di mandarli affanculo entrambi facendolo passare per una licenza poetica, e già che c’ero ho scritto, prima tre leggi dell’Universo in posticipo infrasettimanale  (1)  Niente nell'universo conosciuto viaggia più angolato di un pallone calciato dal sinistro di Pepito Rossi (2)  Le squadre di Mazzarri giocano male ma fanno punti tranne stasera. (3)  Ci sono due tipi di sporco: il tipo scuro che è attratto da oggetti chiari, ed il tipo chiaro che è attratto da oggetti scuri. Braschi e De Marco c’hanno il culo sporco che attrae al loro interno oggetti turgidi sia di pelle chiara che di pellle scura. Poi, per quanto riguarda la Roma e il Napoli ho scritto una poesia propiziatoria dal titolo: "Profondo sub" - L'estate sta finendo; controllate l'ossigeno. E con il Napoli ha già cominciato a funzionare. Per De Marco invece ho scritto "Schianto antico" - L'albero cui tendevi la pargoletta mano ti è caduto addosso e ti abbiam soccorso invano. Ho finito finalmente anche il primo capitolo di un libro che è da tanto che volevo scrivere ma non trovavo mai il tempo.


mercoledì 25 settembre 2013

Tornare sempre al frigorifero non cambia le cose

Mentre a sottovalutare le qualità di Pepito Rossi è solo qualcuno, sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione, e non mi riferisco solo a Montolivo o a chi ha premiato De Marco con la designazione di oggi, ma a tutti quei tifosi Viola che non riescono più a gioire delle vittorie della squadra. E’ ormai evidente come alcuni fruiscono della passione in maniera compulsiva, tanto da far sballare tutti i valori umorali, morali, l’ex sindaco Morales, ma mai una bella mora, perché ormai tutto fa capo al ceppo del virus marchigiano, purtroppo la collera è diventata per qualcuno il colesterolo dell'anima. D’accordo, a Cesare quel che è di Cesare, 23 pugnalate. Trovo che le lenti dei Ray-Ban siano sempre le migliori, quindi per una visione più serena del futuro mi sento di consigliare dei buoni occhiali da sole, con loro il mondo assume una colorazione diversa e l’erba del vicino è verde come la nostra a meno che non si usino lenti differenti. Se gli occhiali sono troppo fashion e al colesterolo si volessero aggiungere anche altri valori sopra la norma, se alla trans agonistica di un tifo un po’ trans si volessero sballare anche i valori delle transaminasi, il consiglio di Robert De Niro rimane sempre uno dei più validi, forse troppo americano ma comunque funzionale, lui sostiene infatti che basta una birra a colazione, e le ragnatele se ne vanno, la voce ti si alza di due ottave e ti sorge un bel sole dentro. Insomma, andiamo a vincere a Milano in modo che quel cazzo di cassetto venga finalmente aperto, aria ai sogni, diamo aria ai rutti dopo la birra di De Niro, cogliamo l’attimo perché l’attimo fugge, e a proposito, che altro può fare un attimo? Seghiamo le gambe a Mazzarri e all’Inter, godiamo e poi se uno proprio non riesce a esternare la propria gioia perché gli ritorna sempre in mente Prandelli può anche tenere un profilo basso, anzi, per certi versi è anche consigliato a tenerlo così, specialmente con le donne, perché a loro piacciono gli uomini taciturni. Credono che ascoltino. Quindi, dopo la vittoria di Milano se qualcuno come Foco si vuole trombare la cameriera si tenga pure dentro la gioia, poi quando sarà il momento, la potrà tirare tranquillamente fuori mascherandola all’interno dell’orgasmo. Insomma, per chi è nostalgico, invece di pensare sempre a Prandelli oggi metto una foto di Nadia Cassini del 72 sperando di distrarli. Perché si è venuta a creare una situazione molto strana che si porta dietro del gran regresso, sentimenti, rancori che non permettono a certi tifosi di resettare la propria passione, di riallinearsi con una gestione meno farraginosa dell’essere tifoso. Del resto Firenze è una citta' strana.  A luglio, ci trovi ormai fissi anche i venditori di caldarroste. Ci sono quaranta gradi, ma vengono vendute proprio per questo tipo di masochisti del tifo. Le caldarroste, quelle con cui i nostri nonni ci facevano un pasto, si riunivano davanti al caminetto, le caldarroste tenevano unita la famiglia.  Oggi comprano le caldarroste per strada, le pagano 5 euro, e gli danno un sacchettino. Farci un pasto? Gliene danno 3, la prima è cruda, la seconda c'ha il verme, la terza gli cade su una merda di cane, la raccolgono, la puliscono e se la mangiano, del resto l'hanno pagata 5 euro. Si, come tutti ho anche io ho un amico che non riesce più a tifare serenamente, era già andato in crisi quando gli tolsero i cigni dalla vasca di Boboli, poi dopo l’addio di Prandelli ha smesso persino di mangiare i coccoli, ha provato a impiccarsi, ma non ce l'ha fatta perché ogni volta che ci ha provato si è sempre sentito soffocare. C’è da considerare anche un’altra strana usanza di questo tipo di tifosi Viola, quella che normalmente avviene durante la ricerca di uno snack, ritornare cioè costantemente al frigorifero nella speranza che qualcosa di nuovo si sia materializzato. Loro cercano Prandelli ovunque, anche nei distributori automatici, mentre adesso il problema è di riuscire a pronunciare la parola scudetto in maniera fluida, senza tentennamenti, e io mentre Montella allena la squadra al 4-3-3, al 4-2-31, al 4-4-2, a non lasciare il difensore nell’1 contro 1, io mi alleno con la pronuncia: tre tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tigri tre tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tigri re tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tigri tre tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tigri re tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tre tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tigri re tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tre tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre tigri re tigri contro tre tigri tre tigri contro tigri tre. Provate anche voi.

martedì 24 settembre 2013

Roma città esterna. A Firenze.

I Romani che vengono ricordati in questo blog solo per quel sorriso ebete come Abete che hanno stampato in faccia dal giorno in cui è arrivato Ljajic, in realtà se proprio devono essere ricordati, lo dovrebbero per la pajata o al limite per aver inventato i font di caratteri che tuttora il “Times” adopera, anche se usavano le lettere indistintamente per le parole e peri numeri, e ciò ha creato qualche casino. I libri di cucina riportano che la ricetta originale vuole che l'intestino venga lavato, ma non privato del chimo in modo tale che, una volta cucinato, possa dar forma ad una salsa di sapore acre e forte, normalmente ottenuta utilizzando anche pomodoro. I libri di storia riportano invece la triste vicenda del proprietario della biga targata MI-150, a cui un centurione della stradale fece una multa di cento sesterzi, avendola interpretata come 1001-CL, e cioè una targa dispari nei giorni di circolazione delle sole targhe pari. Adem intanto ha preso casa in via della Scrofa, ma non per questo per lui sarà per forza maiala a Roma. Sempre da Roma, città eterna anche per le smargiassate, c’è chi dopo il 3 a 0 di Ljajic si è lasciato prendere troppo dall’entusiasmo e in sala stampa ha rivelato che Little Tony avrà un figlio da una giovane infermiera. Il concepimento è stato reso possibile da una nuova tecnica di fecondazione in atto solo nella Capitale, la fecondazione sarà possibile grazie all’autista di Little Tony. Sempre sti fraciconi zozzoni, dopo il derby vittorioso e tanto vino de li Castelli hanno presentato sotto la tribuna Monte Mario un nuovo contraccettivo. Si chiama `Arabona', ispirato alla finta di Mati Fernadez, ed è una spirale appunto molto potente, una volta collocata dentro  l’utero, rilascia un ormone lentamente, in modo da garantire l'infertilita' per più di 200 anni. Oppure per 5 anni, ma estesa all'intera provincia compreso tutto il raccordo anulare. Garcia che dopo Falcao, Ljajic e la benedizione di Totti Francesco nonché Papa, è diventato il nuovo Re de Roma, ha voluto incontrare Papa Francesco Totti negli spogliatoi per raccontare che gli è apparso Bersellini nel sonno e che gli avrebbe fatto delle clamorose rivelazioni, non tanto su come rendere più efficaci le ripartenze in modo che le possa capire anche Baconi, ma sulla Sacra Sindone. Garcia sostiene, senza neanche essere passato da li Castelli, che in realtà la Sindone è una polaroid. Diciamocelo, Roma piace perché è una città piena di sorprese, a Marrazzo sono sempre piaciute tanto certe sorprese romane, meno ai giapponesi, ce n’è stato uno infatti che ha avvistato Totti in un negozio di antiquariato e ha cercato di comprarlo scambiandolo per un busto di  Muzio Scevola. Roma è stata definita città eterna non a caso, città nella quale infatti oggi non scorre più il Tevere ma un antitarlo, nominata città ideale 2013 per evitare eventuali attacchi dei marziani sempre che non ci si metta Della Valle a rompere i coglioni con i restauri, perché così com’è i marziani non la toccherebbero mai, le darebbero un'occhiata e penserebbero che è già distrutta. Non a caso Alemanno e la Polverini sono stati messi lì apposta per tenere lontani i marziani. Da Roma partono verso la Milano delle sfilate i nuovi playboy della Dolce Vita, una nuova scuola quella romana che è nata sulle macerie di un vecchio forno dove si cucinava di nascosto la porchetta di Ariccia, ai nuovi latin lover che sanno ancora di finocchietto viene insegnato come si rimorchia una top model portandola a cena e vomitando insieme. Perché dopo una vittoria bella come quella di Bergamo, Deyna e Ludwigzaller sentono il bisogno di parlare della Maggica? Perché gli adulti in fondo non sono altro che dei bambini con un impiego. Io per esempio sono un bambino così provinciale che gioco solo a Boboli, e allora vi chiederete cosa centra Roma oggi prima di una partita importante come quella di Milano, così, tanto per scappare dai mondiali di ciclismo. E poi io parto solo per il gusto di tornare. Comunque ho come la sensazione che in tutta questa discussione su Ljajic, su Roma, sui mondiali di ciclismo, Dio c'e', ma forse non vuol essere coinvolto. Oppure Dio è uno tra Ludwigzaller e Deyna.

lunedì 23 settembre 2013

Sgattaiolati

Adesso sono sistemati anche quei tifosi a gettone che avevano aspettato per mesi le prime piogge prima di uscire fuori dai seminterrati, era bastato un pareggio con il Cagliari, ci volevano i legamenti di Gomez che saltassero come loro di gioia sulla sedia, per spiegarci quanto fosse stata fallimentare la campagna acquisti, e riborda contro i Della Valle incapaci di garantire una rosa all’altezza, colpevoli di non aver permesso a Prandelli di gestire a proprio piacimento una loro società. Insomma, bello l’esordio di Wolski, bella la prova di Mati, gigantesca quella di Aquilani e Borja Valero, il sinistro di Pepito Rossi è ormai  l’unico vero rimasto in Italia dopo la morte di Berlinguer. Neto prodigioso nella respinta ravvicinata su Denis che tiene il punteggio al sicuro, alla faccia di Calamai che tra l’altro aveva confessato di cacarsi addosso di fronte alla partita di Bergamo. Aveva sentore di grandi difficoltà per la Fiorentina, aveva sentore che Neto fosse un grande problema, aveva sentore che Jovetic andasse alla Juve, anzi quello lo suggeriva proprio, lo caldeggiava, insomma, quando parla Calamai ormai la gente si tocca le palle. Fiorentina che per adesso digerisce le partite di coppa come fossero semolino, diciamo pure che questa partita conferma le qualità della squadra mostrandoci finalmente giocatori tenuti sotto vuoto come Wolski e Mati per conservarne tutto l‘aroma, e con i rientri di Cuadrado, Pizarro e Gomez, ribadiamo che questa è una squadra che può lottare anche per lo scudetto, vincere l’EL e la Coppa Italia, alimentando sempre meno le estomporanee apparizioni degli abitanti più sfigati e sotterranei della città. Certo, l’Atalanta non è l’avversario più probante per testare la squadra di fronte ad assenze così pesanti, comunque ruvido, ma se non perderemo troppo terreno prima del rientro di Gomez e Cuadrado potremo dire la nostra. La settima vittoria consecutiva in trasferta in gare ufficiali dovrebbe tappare definitivamente la bocca a chi invece straparla, a chi è proiettato per indole a guardare l’erba del vicino e a fumarsi la propria, le finte di Wolski oggi dovrebbero aver fatto saltare i loro di legamenti, “scherzati” mentre gufavano per avere a disposizione la camera mortuaria di una disgrazia ancora calda come ideale palcoscenico. E’ una delle più belle Fiorentine degli ultimi anni, sicura, matura, cinica, autorevole, piena di qualità e con Montella che mette in mostra anche un coraggio che hanno solo i predestinati. La terza partenza migliore della sua storia, e lo sottolineo perché magari i gufi disorientati dalle finte di Wolski escono dai buchi con qualche cazzata delle loro, anche solo per confermare che sono vivi, disperatamente, prima che anche il rientro di Ilicic suoni come una sorta di derattizzazione. A questo punto, dopo una bella vittoria come questa, mi sento di aiutarle queste persone che soffrono quando non possono sputare veleno, e allora li consiglierei, per essere sicuri di colpire un bersaglio sempre più difficile, prima tirare e poi, qualunque cosa venga colpita, di chiamarla bersaglio, in modo da evitare la figura di merda di critiche come quelle espresse dopo il pareggio con il Cagliari. Oppure di bere molto per rendere i Della Valle ai loro occhi delle persone interessanti. Del resto a proposito del caos che imperversava in San Frediano ci fu un tempo in cui non esisteva nemmeno la scrittura, e le popolazioni dei rancorosi si tramandavano la conoscenza prandelliana come oggi si scambiano la mononucleosi: per via orale.  Era quella che Freud chiamo' "fase orale" della letteratura. Ma a loro non bastava.  Cosi' iniziarono a pitturare le caverne con scritte del tipo “Della Valle pezzi di merda”, da cui la locuzione "galleria d'arte". Ma alle loro donne non bastava, iniziarono a pitturarsi anche la faccia,  ma agli sponsor non bastava.  Loro, gli sponsor, volevano non solo il logo, tipico quello a forma di bufalo o altra preda di caccia, ma interi slogan pubblicitari diffusi un po' ovunque, e loro, per accontentarli inventarono la scrittura dei post da mandare a Fi.it, dove inventavano di tutto pur di buttare merda sulla Fiorentina. Dove caldeggiavvano persino l'arrivo di Tutunci. I secoli correvano veloci, la scrittura meno, perché affidata principalmente alla mano certosina di quei gufi professionisti, iscritti all'albo degli scriba con la tessera della “gheba”. Ma a loro tutto ciò ancora non bastava, non era divertente andare la domenica al Franchi con parrucche e nasi finti a vedere i leoni che scannavano qualche schiavo, se poi non ne si poteva leggere la cronaca sulla "Gazzetta dello Sport'' il giorno dopo, con le pagelle dei vincitori e le budelle dei vinti che non fossero quelle dei Della Valle, o come minimo qualche legamento del ginocchio di Gomez in allegato. Con la stampa a grande tiratura comparve la carta moneta, che andò rapidamente a sostituire le pesanti ed ingombranti monete in metallo prezioso. Questa fu una grande innovazione, appunto, in quanto, i gufi in mancanza di soddisfazioni migliori sfruttarono questa circostanza per mettersi a fare gli scippatori visto che così erano piu' leggeri e veloci a sgattaiolare via. Alla stessa maniera di quando vince la Fiorentina.


domenica 22 settembre 2013

In principio San Frediano era il caos

San Frediano ti attrae come uno spacciatore, ti attira a se come un bagarino prima di Fiorentina-Juve, la sua bellezza ti circuisce, vogliosa, ti calamita tra le sue strade, case, pavimenti, è posto insomma in cui i piedi nudi magnetizzano gli oggetti metallici affilati in modo che, sul pavimento, puntino verso l'alto, specialmente al buio. Delle volte certe urla non nascondono affatto la capacità di arrivare al punto G senza passare dal varco elettronico di via Romana, e nemmeno un gol di Gomez. che vale tre punti. Semplicemente nascondono una puntina. Luogo lascivo, fatto di fantasia e poca voglia di lavorare, un mio amico proprio sulla scorta di un modo di essere che ricorda molto la ruota di scorta il cui ruolo è solo quello, eventualmente, di subentrare, ha inventato un gioco che sta imperversando in piazza Santo Spirito tutte le sere, i giocatori stanno in circolo, il primo che fa qualcosa ha perso, non a caso lo chiamiamo “Burocrazia”. E’ cosi San Frediano, Viola abbestia, variegata come un gelato all’amarena, un quartiere culturalmente sotto la media, e che nel ‘66 lo ha visto parzialmente anche sotto l’Arno, si beve anche per dimenticare che si beve molto da queste parti, e grazie a un “bianchetto” di troppo l’altro giorno il “Fude” che lavora al Commissariato d’Oltrarno, si è lasciato andare e mi ha raccontato di un’interrogatorio nel quale chiedeva alla persona che stava sporgendo denuncia “cosa avvenne poi?”, questa persona ancora scossa, bianca come la Berlinguer, raccontava singhiozzando: “Lui mi disse: "Devo ucciderti perché mi puoi identificare". Ero eccitato da quel racconto, dal fatto di avere la possibilità di conoscere un po’ di quel noir che fa parte del sottobosco di quartiere che non viene mai a galla, e allora lui “E la uccise?” Risposta secca “No”. Il “Fude” è una testa di cazzo anche quando non beve. Poi c’è la Piera che ha adottato un figlio di colore, mi incrocia e mi dice che I bambini adottati sono un gran pensiero perché devi insegnar loro come assomigliarti, e il suo pensiero più grosso adesso è rivolto al fatto che il marito ha l’uccello già più piccolo di quello del bambino, e non potrà mai assomigliargli. Insomma, esci di casa ed è come se entrassi in una centrifuga pur senza arrivare in piazza Cestello, il Bambi sembra sempre più vecchio, delle volte lo scambio col padre, non prende più neanche il metadone, dice che beve solo latte di riso e che l’ipocondria è l’unica malattia che non ha. Insomma, in principio San Frediano era il caos.  Il casino. Praticamente Porta Romana subito dopo un incidente. E il Verbo era presso Dio. Avverbi, preposizioni e compagnia erano rimasti bloccati a Porta Romana, Dio disse: "Sia fatta la tramvia". Qualcuno capi' "Via la merda da Firenze. Via", e ci volle il Big Bang! Lo Yab! Un pub! Comparvero l'universo, l’Universale, lo spazio, il tempo, Raffaello Paloscia. Passò qualche miliardo di anni, e qualche scarichetta elettrica su De Marco produsse i primi amminoacidi.  La carenza di ossigeno favorì la loro evoluzione da brodo primordiale di trippa a minestra, poi a zuppa di plancton, a ribollita, a nutrimento macrobiotico, e cosi' via fino a via dell’Orto dove le verdure erano a km zero. Arrivarono le piante in Boboli, la clorofilla sul viale dei Colli, l'ossigeno dei tre punti a Bergamo, e quindi gli animali. Prima Galliani, Braschi, Nicchi, Abete... Gli anfibi lasciarono l’Arno e si trasferirono permanentemente in San Frediano, diventando chi calzature di tendenza e chi mezzi dei Vigili del Fuoco, e, per evoluzioni successive, dai rettili come Montolivo si arrivò ai retti (in piedi), ovvero all'uomo. E proprio dal primo animale ritenuto autocosciente (o autoincosciente, se pirata della strada) ci siamo ritrovati in rosa Juan Manuel Vargas. E se la partita di oggi non sarà troppo evoluta da un punto di vista tattico potrebbe addirittura giocare. Il bello di San Frediano è anche questo, c’è persino qualcuno che pensa che possa giocare Vargas. Il bello di San Frediano comunque rimane sempre il culo della Beatrice.

sabato 21 settembre 2013

Oltrarno sperimentale

L'elettricità che scorre in San Frediano è fatta di particelle estremamente piccole chiamate elettroni Diladdarno, piccole proprio per farle parcheggiare anche nei suoi vicoli più caratteristici e stretti, particelle che non si possono vedere ad occhio nudo a meno che non si sia passati dal vinaino di via Sant’Onofrio e ci si sia rimasti parecchio tempo a svuotare i bicchieri mezzi pieni. Gli elettroni viaggiano alla velocità della luce, che nella maggior parte delle case d’Oltrarno è 220 volt(e) all'ora. Quindi sono velocissimi. Nel tempo che si impiega a leggere questa frase fino a qui, un elettrone potrebbe aver attraversato tutte le strade da Piazza del Carmine fino a Soffiano, sebbene solo Dio sappia perché avrebbe voluto farlo. Forse perché a Soffiano c’è Giorgio e la sua famosa schiacciata alla fiorentina ripiena di chantilly. I cinque principali tipi di elettricità sono la corrente alternata, la corrente continua, quella dei fulmini, quella statica e quella americana. La maggior parte delle case di San Frediano hanno la corrente alternata, che significa che l'elettricità va in direzione del Ponte Vecchio per un po', e poi va nella direzione di Porta Romana. A questa maniera si evitano intasamenti nocivi di elettroni nei cavi specie nella settimana del mondiale di ciclismo. Immagino che Foco, invece, a Terni abbia quella americana che non è in volt ma in cl, 3 cl di Campari, 3 cl di vermut rosso e una spruzzata di soda. Ma perché parlo degli elettroni di San Frediano? Diciamo che dopo le ultime designazioni arbitrali il quartiere spinge per un semplice esperimento che insegnerà un'importante lezione sull'elettricità a De Marco, Braschi, Nicchi e a Galliani come persona informata dei fatti. Lo stesso comitato che non vuole più gli autobus rossi a due piani dei turisti per le strade di San Frediano, non vuole nemmeno che un arbitro invece di essere fermato per una conduzione scadente venga addirittura premiato inviandolo ad arbitrare uno dei match più importanti. Un comitato che sceglie come manifesto della crociata uno scatto che ne esprime la sua anima più scenti-fica. L’esperimento quindi: in una giornata fredda e secca, il popolo d’Oltrarno vorrebbe strofinare i piedi su un tappeto, quindi con la mano raggiungere la bocca di uno dei nostri invitati e toccargli una delle sue otturazioni dentarie. In modo da notare come il nostro amico di turno si contragga violentemente urlando per il dolore. Questo ci insegna che l'elettricità può essere una forza molto potente, ma non dobbiamo mai usarla per far soffrire gli altri, a meno che non abbiamo bisogno di imparare un'importante lezione sull'elettricità, in modo che poi assegnino i rigori a tutti e non solo a Balotelli e che questo bagno di elettricità li porti ad una ripartizione più equa dei cartellini rossi. Questo esperimento tipico popolare fiorentino che caratterizza da sempre il nostro quartiere ci insegna allo stesso tempo come funziona un circuito elettrico.  Quando si strofinano i piedi, si raccolgono degli elettroni, i quali sono piccolissimi oggetti che i fabbricanti tessono nei loro tappeti per attirare la sporcizia. Gli elettroni viaggiano attraverso il sangue e si raccolgono poi sul dito, dove formano una scintilla che balza sulle otturazioni di De Marco, Nicchi, Braschi e soprattutto Galliani, e poi viaggia in giù verso i suoi piedi e ritorna al tappeto, chiudendo il circuito. Un fatto elettronico divertente: se ci strofinassimo i piedi abbastanza a lungo senza toccare niente, raccoglieremmo così tanti elettroni che il nostro dito esploderebbe!  Ma non c'e' nulla di cui preoccuparsi, sempre che non abbiamo la moquette. Una San Frediano sperimentale quella che avanza un dilemma elettrotecnico, un Oltrarno diventato anche laboratorio di Blatter, la tensione di rete è alternata sinusoidale a 50 Hz. Pertanto, per 100 volte al secondo, il suo valore è zero mentre la tensione del popolo Viola è sempre conitnua, tifosi che chiedono a gran voce di far mettere le dita dei vari De Marco nella presa abbastanza velocemente, solamente quando la tensione passa per lo zero, per poi chiedersi se De Marco si becca la scossa. La speranza di questo popolo fiero e orgoglioso è quella che tutti i soggetti scelti per questo tipo di esperimento alla fine non abbiano avuto la possibilità di rispondere.

venerdì 20 settembre 2013

Il videostriscione

Avevamo parlato di una partita nella quale la Fiorentina avrebbe potuto presentare anche qualche nuovo prototipo, svelando così alcuni modelli di giocatore studiati nella galleria del vanto di ogni tifoso, dall’altra parte un’occasione unica per qualche giovane di buona volontà, Matos però ha esagerato, ci ha messo solo 26 secondi per raccogliere, e in tempi di vendemmia e olio nuovo questo ha spostato gli equilibri anche nel Chiantishire. La copertina è quindi per lui, mentre l’azione del terzo gol conclusa con la chirurgia estetica  del sinistro di Rossi ci restituisce il sorriso dopo una settimana di veleni, e per qualche tratto della partita ci restituisce anche la Fiorentina che conoscevamo di più.  Montella deve essere soddisfatto delle risposte, della porta inviolata di Neto, di un arbitro che fischia quando c’è una punizione, della mancanza di Braschi in tribuna, dell’assenza di una qualsiasi dichiarazione di Galliani del quale penso che nella vita abbia provato tutto, ad eccezione forse dell’incesto e della bomba atomica. Finalmente una partita che regala sorrisi, perché in questi giorni ho incontrato donne che avevano un diavolo per capezzolo, mentre io per dimenticare De Marco mi sono buttato sulla “Ragazza di Pube”, che ho divorato in una bella edizione del quale mostro la quarta di copertina. Andiamo verso la Val Seriana con qualche buona sensazione e con la speranza che Ilicic recuperi prima o poi perché la sua fisionomia ci lascia tranquilli sul fatto che il giocatore possa risultare all’altezza, questa bella vittoria poi la voglio dedicare a un mio amico di via dell’Ardiglione che si è lasciato morire giusto per umiliare il proprio dottore milanista. E’ sempre bella la sensazione della partita in notturna, anche se in questo caso per non farcela godere del tutto ce l’hanno fatta giocare alle 19, ma la partita crepuscolare non potrà toglierci quel certo fascino anche se non è la Champion, e personalmente ho sempre amato la fotosintesi proprio perché di giorno, permette alle piante di crearsi il cibo.  Di notte, invece, devono ordinare una pizza, come tutti noi dopo la partita. So che non c’entra niente con la partita di ieri  e neanche con la Fiorentina in genere, ma visto che spesso uso quarte di copertina di un certo tipo vorrei sensibilizzarvi sul problema della violenza sulle donne anche quando non arriva ad essere catalogata come femminicidio, visto che la Cassazione ha assolto un muratore di Palermo che in un raptus di gelosia aveva preso a sberle la moglie.  Un precedente gravissimo e preoccupante.  D'ora in poi, per picchiare una donna, bisognerà pure sposarla. Ieri intanto la curva Fiesole ha risposto in qualche modo al videomessaggio di Silvio Berlusconi, certo erano meno truccati ma comunque profondi allo stesso modo, hanno voluto precisare che il problema non è affatto la magistratura e lo si è potuto leggere chiaramente su un videostriscione accompagnato poi dai cori: “In Italia non abbiamo la pena di morte. Abbiamo la Lega Italiana Gioco calcio”.

giovedì 19 settembre 2013

Le mosche non temono l'HD

Ora che finalmente si sono potuti rimettere in discussione i Della Valle e dare il merito a Prandelli anche della messa in asse della Concordia, pura ingegneria tattica bresciana, possiamo pensare all’Europa League certi che la rosa a disposizione di Montella sarà in grado di dare le risposte che ci attendiamo. Così intanto si smorzano anche gli echi delle ultime polemiche nelle quali si è rinfacciato ai marchigiani del lusso di curare di più la qualità dei lacci delle Tod’s che non la solidità dei legamenti di Gomez. Sappiamo bene che molti tifosi divisi tra vecchi sentimenti e Orzinuovi sentimenti considerano i Della Valle solo degli sprovveduti ai quali imboccare suggerimenti con lo stesso imbuto usato a suo tempo per l’olio di ricino, un atteggiamento che sembra arrogante, ma che invece nasconde qualcosa dentro la manica, gente la cui morale sembra sposare perfettamente il motto di Canada Bill Jones, ovvero che è moralmente sbagliato lasciare che i pollastri si tengano i loro soldi. Noi siamo certi che oltre a rimarcare la mancanza del sostituto di Gomez, questi tifosi siano convinti anche che una Colt valga più di un poker d’assi. Tifosi Bari, insomma, del resto Firenze non è Lecce. Possiamo ragionevolmente dire che il gol di Pinilla ha riportato alla ribalta un aspetto sociale tipico fiorentino riguardo ai propri problemi, dei quali la gente è sempre molto conservatrice, mentre riguardo a quelli degli altri  è invece sempre molto liberale. Adesso guardando alla partita ci piace pensare ad un giovane che possa cogliere l’opportunità di stupire, uno scenario che appaga la nostra voglia di vedere una promessa emergere, una delle situazioni che più ci affascina come tifoseria, l’esplosione del giovane che passa così dall’essere considerato un ragazzo, o meglio, un rumore ricoperto di sporco, ad essere un nuovo fenomeno di cui innamorarsi. Che sia Rebic o Matos, insomma, le fin troppe note assenze apriranno questo tipo di prospettive già a cominciare da oggi, percorsi lastricati di difficoltà ma anche pieni di chance che dovranno essere colte da chi solitamente è ballerino di seconda fila. In questo clima di ritrovato assetto psicologico, indispensabile per affrontare al meglio la partita di stasera, diciamo di ritrovata Concordia anche tra quei tifosi che odiano la crema fritta e le olive ascolane, così come di ritrovata asse visto il gol del Cagliari, il vero asso nella manica di una domenica diventata interessante solo al novantesimo, vorrei fare un punto su un aspetto secondo me più interessante della differenza tra avere Prandelli o no, argomento che riguarda invece la differenza tra la pelle degli uomini e quella delle donne. Quella degli uomini è solitamente più grande e vi sono tatuati più serpenti. Inoltre, se esaminiamo la pelle di una donna molto da vicino, centimetro per centimetro, a partire dalle caviglie ben proporzionate, descrivendo poi dolcemente l’esile curva delle sue gambe, salendo quindi fino... si, fino alla foto ...finché insomma alla fine non ci ritroveremo lì, a giacere esausti ed a fumare una sigaretta, i geni la pipa, e all'improvviso a pensare che la pelle umana è fatta veramente di miliardi di minuscole unità di protoplasma, chiamate cellule. E, cosa ancora più interessante, quelle sul lato esterno stanno morendo. E' un fatto. La pelle è come un moderno ed aggressivo sindacato, dove le cellule veterane più vecchie, che hanno fatto carriera fino alla cima ed ottenuto gli uffici con la vista più bella, sono costantemente buttate fuori dalla finestra, senza neanche una misera pensione, dalle cellule rampanti più giovani che salgono da sotto. Diciamo che la cosa migliore del diventare vecchi è che ci vuole molto tempo. Per la loro personale guerra contro i Della Valle che li tiene costantemente lontani dal soggetto della foto, certi tifosi si meriterebbero proprio la maglia mimetica del Napoli, per la maglia nera della trasmissione della partita siamo invece messi molto bene, siamo finiti addirittura su Italia 2 perché Italia1 poteva sembrare che non fosse di per se già un’indicazione troppo periferica. Comunque quest’anno il tifoso Viola ha già risposto con gli abbonamenti alla minaccia seria delle televisioni di svuotare gli stadi, il fiorentino non vuole abbandonare, anzi, alcuni pur di non darla vinta ai vari Murdoch, se non possono andare allo stadio preferiscono addirittura leggere la cronaca della partita sulla Nazione, gli ultimi veri partigiani rimasti a difendere il giornale anche dal proliferare senza controllo dei vari blog o siti Internet, e non solo, sono dell'opinione che la televisione non sorpasserà mai del tutto la stampa. Forse l’ho anche già detto e allora lo ribadisco, ma non si è mai visto nessuno provare ad ammazzare una mosca con un televisore.

mercoledì 18 settembre 2013

I tifosi con la pipa

Per combattere i fumi di scarico di una partita inquinata dalla sfortuna come quella di domenica, bisogna tirare fuori risposte positive, penso per esempio alla forza di reazione di un gruppo sano che vuole dimostrare di avere qualità che vanno oltre alle assenze di Gomez, Cuadrado e Pizarro, e penso a quanto possa fare bene a livello di autostima passare il collaudo con la sonda della marmitta ancora dentro alle chiappe strette per la paura di aver compromesso un stagione appena nata, del resto checché ne dicano i riapparsi dalle brume prandelliane, i valori ci sono eccome, ci aspettiamo che la squadra trovi una nuova connotazione tattica, che sopperisca cioè alle assenze dando risalto a tutte le risorse in proprio possesso. E’ un momento critico questo dal quale però sversano anche delle positività, e nel quale ci si butta a fare i fanghi una certa parte della tifoseria legata ancora a Prandelli, e contro i Della Valle rei di averlo intercettato senza biglietto su un treno tutto bianconero a parlare amabilmente con Bettega, una tifoseria che ci sguazza e dimostra che una pipa dà al saggio tempo per riflettere e all'idiota invece solo qualcosa da mettere in bocca. Dopo il gol del Cagliari sono in tanti quelli che hanno ricominciato a fumare, sembrava avessero acceso addirittura il barbecue. Oggi gli amanti sconsolati di Prandelli, quelli con la pipa, ci dicono che non abbiamo un sostituto all’altezza di Gomez, proprio dei geni con la pipa, mi verrebbe da rispondere per le rime, con le solite banalità, con la pipa, ricordando che Il modo migliore per accendere un fuoco con due bastoni è assicurarsi che uno dei due sia un fiammifero. Tra le cose positive, invece, bisogna annoverare come ha lucidamente sottolineato “Foco”, il fatto che alcuni di questi tifosi hanno diminuito drasticamente l’assunzione di Viagra, la settimana è stata caratterizzata finalmente da erezioni naturali. Foco richiama giustamente i poco inclini all’erezione spontanea, a non gettare però le medicine dal finestrino perché gli serviranno anche quest’anno, mentre io li esorto a farsi domande più semplici di quelle che normalmente si fanno per capire se la vita ha ancora un senso senza Prandelli, io gli suggerisco una domanda terra terra, ne scelgo una che non possa essere utilizzata come Balotelli, per far pensare cioè a una sorta di discriminazione a cazzo di cane, una di quelle che valgono sia per un ricco che per un povero, alla quale possono rispondere senza farsi gonfiare il fegato dalla rabbia, e senza nemmeno riaccendere la pipa, tipo che cosa mangio oggi? A tutti coloro che sono stati colti da erezione indiscriminata dopo la parziale lesione del legamento destro di Gomez, vorrei frenare l’eccitazione repressa per così tanto tempo proprio per non renderla vana con un’inopportuna eiaculazione precoce che la comprometterebbe in maniera definitiva, insomma, tolto Gomez, Pizarro, ma anche Cuadrado, non vorrei che dopo i nasi e le parrucche finte si prodigassero ad andare in giro in cerca di chi costruisce quadrati sull’ipotenusa. Visto che poi anche i giocatori fanno yoga posturale, ovvero si cercano metodologie per rilassare il corpo e la mente, mi sento in dovere in quanto scampato al dramma post-prandelliano, di dare un consiglio agli amici in difficoltà, costretti loro malgrado a ringalluzzirsi per un gol di Pinilla, è molto semplice, li esorto a liberare la loro mente come anche il loro corpo. Io lo faccio una volta il giorno. Ho anche una speranza, e da una parte però anche una preoccupazione, visto che c’è gente che è stata tanto tempo a studiare l’inquadratura migliore per scattare la fotografia di una Fiorentina Dellavalliana sbagliata dalle fondamenta, Pinilla insomma gli ha regalato un fremito grandangolare, ecco, ora non vorrei, anzi vorrei, che un Rebic qualsiasi, o un ciondolante Ilicic rovinasse tutto. Mi spiego, potrebbe succedere che dopo la fatica per ottenere delle buone inquadrature, queste venissero rovinate appunto da un Rebic preso all’ultimo minuto o chi per lui, che inavvertitamente aprisse la porta della camera oscura e tutta l'oscurità uscisse fuori. A Firenze è ormai noto che esiste una patologia precisa, anche le cause sono chiare e riconducono all’addio di Prandelli, il tutto è documentato grazie ad una ricerca nella quale sono stati incrociati tutti i dati dei pazienti affetti da tale patologia in tutta la provincia. I sintomi sono sempre gli stessi, strani e complessi, anche pieni di retaggi della prima repubblica, il malato disteso sul lettino racconta “Questa notte ho sognato un principe azzurro che aveva le sembianze a tratti di Diego Della Valle, e a tratti di Craxi, veniva giù dal Colfiorito su uno splendido destriero bianco e mi portava via. Tutto. Si, quando era Della Valle, anche la Fiorentina.

martedì 17 settembre 2013

Nuove forme espressive

Il mondo non finisce certo dopo gli infortuni di Gomez e Cuadrado, almeno non quello dei  tifosi Viola sani, e allora, anche per reagire a una domenica infame, guardiamo con fiducia alle soluzioni tattiche che Montella sarà capace di trovare, e anche alla qualità della rosa, certi che la squadra saprà sopperire alle assenze importanti. Del resto proprio di questo ci siamo vantati fino ad oggi,  della capacità di Montella di variare l’assetto tattico della squadra, e della qualità dell’organico, cartatteristiche che sono quanto ci serve in questo momento. Caliamo invece un velo pietoso sugli usurai del tifo che alzano il tasso della loro stupidità apparecchiando sulle disgrazie. Oscar Wilde avrebbe detto “Perché sono nato con tali contemporanei?”. Adesso ci spiegheranno che tutto va male, domani sarà peggio, quando piove diluvia, c’è sempre un modo migliore, quando il modo migliore ci sta davanti agli occhi, specialmente per lunghi periodi, non lo vediamo. Quando tutto va bene, qualcosa andrà male, quando non può andar peggio di cosi', lo farà, e se le cose sembrano andar meglio, c'e' qualcosa di cui non stiamo tenendo conto. Qualsiasi cosa vada male, avrà probabilmente l'aria di andare benissimo, quando si trova e si corregge un errore, si vedrà che andava meglio prima. Quando si capisce che la correzione era sbagliata, sarà troppo tardi per tornare indietro. Qualunque sia adesso l’esperimento tattico di Montella, ci sara' sempre qualcuno pronto a: (a)  fraintenderlo (b)  falsificarlo (c)  credere che si sia prodotto in virtù della sua teoria preferita. Insomma, con i Della Valle 1.  Non puoi vincere. 2.  Non puoi pareggiare. 3.  Non puoi nemmeno abbandonare. Nasi e parrucche finte messi all’aria per levargli l’odore della naftalina. Tutto suda. L’altra coda va più veloce. Se il proprio treno è in ritardo, la coincidenza partirà in perfetto orario, a bridge la colpa è sempre del compagno, il mal di denti tende a cominciare di venerdì sera. Io sostengo che il cervello funziona meglio se si inserisce la spina, un po’ come succede anche per il tostapane. E a proposito dei tifosi che appaiono solo davanti alla camera mortuaria penso che le circostanze possono forzare un incompetente generalizzato a diventare incompetente in un campo specifico. C’è sempre una burocrazia da dover combattere, e l'organizzazione di ogni burocrazia è molto simile ad una cloaca, i pezzi più grossi emergono sempre, specie quando si pareggia in casa contro il Cagliari e si fanno male Cuadrado e Gomez.. Ma io ho a cuore il problema degli anziani, anzi, conosco la loro situazione economica, so quant'è dura tirare avanti con quella misera pensione. Per questo avrei inventato la "Dentiera ad Ore".  Mi spiego meglio, la dentiera costa parecchio; ma quanto mi mastichi al giorno? Due ore? Forse anche meno.  E' antieconomico, è uno spreco tenere inutilizzata 22 ore su 24 una cosa cosi' costosa! E allora, ecco l'idea: durante i pasti, gli anziani tifosi antidellavalliani si riuniscono a piccoli gruppi, ed ogni gruppo usa una ed una sola dentiera, passandosela a turno.  Così si risparmia, e l'anziano ha anche modo di fare nuove conoscenze, di vincere quella condizione di solitudine che lo opprime...Delle volte dagli infortuni gravi, da un pareggio interno al novantesimo, nascono nuove opportunità, e così esce fuori anche il desiderio di misurarsi in nuove forme espressive, infatti, nel circolo degli antidellavalliani inaugurato subito dopo la lesione del legamento del ginocchio di Gomez, qualcuno ha dipinto il loro manifesto “Natura morta marcia, con pera (quella di Pinilla).

lunedì 16 settembre 2013

De Marco non sta molto bene

Peggio di così c’è solo un programma di Carlo Conti, in un colpo solo l’infortunio del bomber, quello di Cuadrado, gol al novantesimo, rigore negato ed espulsione per successiva indignazione. Così era finita la scorsa stagione e così è ricominciata, con Montella imbufalito non tanto perché la Joma non ha voluto fare la maglia a strisce, ma perché subito dopo il fischio di chiusura, De Marco gli ha rivelato che era appena stato scoperto che la ricerca causa il cancro nei ratti. E’ chiaro come la difformità di giudizio che per finire in bellezza, oggi dopo la risonanza magnetica a Gomez, ci aspettiamo il gol di Ljajic. Da quando ho preso lezioni di lettura veloce sono capace di leggere non solo Guerra e Pace in venti minuti, e se questo mi permette di dire che parla della Russia, dopo aver letto quanto successo ieri al Franchi posso riassumere il tutto in una partita di merda. Opaca, macchinosa e poco incisiva, comunque in grado, prima di andare in vantaggio, e dopo la frittata su palla alta, in grado di procurarsi comunque un rigore, ma si sa gli arbitri sono come le donne: non puoi vivere con loro, non puoi vivere senza di loro, e De Marco sta alle donne come un diabetico sta alla meringata. Un arbitro che per certi versi ha diretto persino con personalità dimostrando di non farsi influenzare dalla squadra più forte e nemmeno dal fattore campo, fosse per me gli dedicherei addirittura un francobollo, anche se la Lega si è subito preoccupata di far sapere che non è possibile se la persona non è ancora deceduta. Il mio consiglio a De Marco è che cada morto stecchito. Le mie parole sono dettate dallo sconforto, si è passati dalla possibile gioia per il primo gol di Gomez a Firenze che stava battendo a rete dopo aver scartato il portiere, a vederlo in barella, e non ci può essere alternativa a Gomez, l’amarezza è tanta che mi viene da pensare a quanto sia inutile partecipare a questo teatrino. Investimenti importanti, progetti, poi è sempre la solita storia, mi è addirittura scappato detto a Tommaso che è tutto inutile come studiare la geografia a memoria, basta con i nomi dei fiumi, coi nomi degli affluenti, che poi, chissà perché vanno sempre tutti a finire nel Mar Ionio, come i rigori vanno sempre a finire a Balotelli. Mi volevo buttare dalla finestra ma poi mi sono ricordato che sotto avevo posteggiato la macchina, una giornata terribile di quelle dove non si fuma,  non si beve, si  mangiano cibi naturali e  si dorme molto.  Così, anche se non vivremo tanto a lungo come dicono ci sembrerà un'eternità. Non ho più niente da dire, mi rimbombano in testa solo le parole di De Marco a Montella che gli chiedeva conto dell’espulsione di Pizarro: " Dio è morto, Marx pure e anch'io non sto molto bene".

domenica 15 settembre 2013

Calamai, Fiorentina sempre

La piena consapevolezza nei sui mezzi è scattata nella testa di Neto dopo le parole di Montella: “Non dare retta a Luca Calamai perché nessuno può farti sentire inferiore a Sommer senza il tuo consenso”. Intelligente Montella, inferiore non a Sommer ma alla media, invece Calamai. Vincenzo del resto sa sempre cosa dire, quando e come, se oggi Neto ha la forza per difendere la porta della Fiorentina lo deve al lavoro psicologico del suo allenatore che ha saputo toccare i tasti giusti: “Mungere una vacca è un'operazione che richiede un talento speciale, che è posseduto solo dai contadini, e nessuno nato in una grande città potrà mai sperare di acquisirlo”. Ecco, Calamai non sa mungere neanche una vacca. La vendetta di Neto è stata poi quella di chiedere a Calamai che colore assume un camaleonte su uno specchio, e lui è rimasto lì, inebetito, a farsi aria nel limbo di un ventaglio di risposte, a chiedersi come mai quando va ai mercati generali nessuno vuole vendergli niente di specifico. Neto per il Calamai prima della cateterizzazione non era solo il pericoloso portiere della Fiorentina, era soprattutto una fastidiosa presenza, un intruso che se fosse rimasto avrebbe testimoniato la sua attività di giornalista, tesa a indirizzare operazioni, e che come nella vicenda Jovetic alla Juve, alla fine si era ritrovato solo con il catetere. Come una sorta di Robin Hood del giornalismo dei poveri, Calamai ha girato per un po’ con il catetere dentro l’uretra invece che dentro la faretra, le frecce al suo arco intanto erano finite, rimaneva Neto alla Fiorentina e la cannula di gomma introdotta nella sua cavità per favorire il drenaggio del contenuto dei suoi articoli. La cateterizzazione cardiaca umana fu introdotta da Werner Forssman nel 1929. Ignorando il suo capo di dipartimento, e legando il suo assistente ad un tavolo operatorio per evitare sue interferenze, egli si mise un catetere uretrale in una vena del braccio, facendolo avanzare fino all'atrio destro del suo cuore, e quindi salì a piedi le scale fino in radiologia, dove prese la lastra a raggi X che confermava il fatto. Letto questo, d’accordo con Rialti e Tenerani abbiamo legato Calamai a un palo della porta di Neto e introdotto un bel clistere per liberare anche l’ultimo tratto dell’intestino dai suoi articoli. Una volta ripulito il giornalista dai suoi contenuti osceni, si sono presentati pochi momenti d’imbarazzo tipici, nei quali il paziente svuotato dice cose finalmente di senso compiuto a differenza di prima quando era ancora marcio, a quel punto dire di avere necessità di un altro portiere al posto di Neto non è solo una credenza popolare ma anche un armadio economico, e dissentire sulla scelta del portiere non è più come poteva apparire prima, adesso sappiamo che si era ammalato di dissenteria. In un recente articolo del Calamai, dopo che è stato rovesciato tutto come un calzino, drenato e ripulito dagli interessi della Gazzetta, ritroviamo il giornalista pulito di un tempo, la sua vena è tornata ad essere quella limpida come l'Arno, ho apprezzato la sua analisi con la quale indicava i motivi per i quali bisogna puntare sui giocatori africani, quelli che secondo lui hanno più fame di tutti, mentre sono da scansare i più fortunati che lavorando alle Poste possono leccare i francobolli. Si, il Calamai ripulito è un piacere sentirlo disquisire sulle qualità del Cagliari, ascoltare le sue considerazioni, non tanto sulla pericolosità del suo attacco, perchè quelle le può fare anche Michel Isler, la sua è invece un’analisi precisa e intelligente su cosa evitare, e mentre Tenerani ha puntato il suo editoriale sulla gestione tattica per non prendere le ripartenze, il Luca post cateterizzazione ha messo l’accento su febbraio. Febbraio ha solo 28 giorni, e ciò significa che se tu prendi in affitto una camera, paghi per tre giornate piene che non hai usato. Il suo appello è stato quello di cercare di evitare i febbrai quando possibile, più ancora delle ripartenze. Intanto Inter, Juve e Milan pareggiano, il Napoli deve interrompere sul più bello il suo turnover per battere l’Atalanta, di fatto rinnegandolo, il solito rigore di Balotelli spinge la popolazione del calcio all’arte della diplomazia. Il tifoso diplomatico è una persona che riesce a dire agli arbitri che danno rigori e recuperi ingiustificati, di andare all'inferno in maniera tale che non vedano l'ora di partire. Adesso andiamo a scalare la classifica. Che montagne!

sabato 14 settembre 2013

La forza espressiva di Kozak

Sono di corsa. Non ho tempo di scrivere le solite cazzate. Solo di rivalutare il gesto di Kozak e le sue conseguenze, prima di andare alla Conad. A Pasqual poteva andare anche molto peggio, solo se la sua fronte fosse finita sotto le mani di Dalì invece che di quelle del Prof. Castellacci. Oggi ce l’avrebbe scritto in fronte che è una testa di cazzo. Kozak  per fortuna è un’informale e non certo un surrealista con degli strani baffetti, uno che bada al sodo, e la fronte è superficie soda, è un giocatore serio che non accenna a nessuna metafora sulla fronte di nessuno, solo semplici ferite lacero-contuse, che se proprio vogliamo dargli un’interpretazione, al limite ricordano gli strappi sulla tela di Fontana, non spaccia certo la sua forza espressiva del gomito come Arte vicina a quella di Picasso. O meglio di Picazzo. Mi auguro che Pasqual non giochi e venga lasciato spazio ad Alonso, penso al caschetto protettivo, ma penso anche che se fosse stato affrontato da un centravanti surrealista, domani sarebbe dovuto scendere in campo con un preservativo in testa.

venerdì 13 settembre 2013

Ceres c'è

Si parlava di Vargas e così Kozak ha aperto la fronte a Pasqual e la strada al peruviano, una scorciatoia che passa però da Alonso e che riporta d’attualità il tentativo disperato di recupero del giocatore da parte della Fiorentina. Si dice che la gomitata sia stata commissionata da un certo cugino a bordo di una Porsche ammaccata, uno strano intrigo internazionale che va ad accrescere la fama non certo limpida del giocatore. Da una parte provo anche simpatia per Vargas, lo sento vicino per quella sua irrequietezza di fondo, perché la mania di fare ragazzate è ereditaria. La puoi prendere dai tuoi figli. Tommaso infatti mi ha raccontato le ultime bravate che ha studiato in Boboli per non fare i compiti, Vargas è ancora più avanti perché non ha bisogno nemmeno delle scuse per dimostrare di non essere un professionista visto che per rimarcarlo si fa addirittura aiutare dal cugino. Comunque Tommaso mi ha chiesto 50 euro come tassa di successione per passarmi le sue ultime tre scuse: (1)  Prof, non ho potuto fare i compiti, perché sono morto. (2)  Prof, io i compiti li ho fatti, ma la mia è una famiglia molto povera: non abbiamo i soldi per comprare la carta igienica, e mio padre ha la diarrea. (3) Prof, ho studiato, ma mentre ero in viaggio il nostro aereo ha avuto un incidente, e si è schiantato sulle Ande, e per sopravvivere ho dovuto mangiare i compiti. Non raccomanderei certo sesso, droga o ragazzate a nessuno, ma con me e con Vargas hanno sempre funzionato. Che fermento intanto c’è per la prossima partita, neanche nelle cantine di Antinori, c’è una voglia matta di Fiorentina che porterà, si dice, 30.000 persone sugli spalti, un gol di Gomez e viene giù lo stadio, mentre il gol di Pepito Rossi troverà le difficoltà tipiche di chi dovrà farsi largo tra le macerie dello stadio venuto giù dopo il gol di Gomez, a quel puto un gol del Cagliari sarà tecnicamente impossibile visto il cantiere scudetto, anche se Sau è molto bravo e non rinnega le sue origini a partire dal cognome. Adrenalina, tanta, insieme agli acidi urici insiti in una popolazione che fa della bistecca un suo segno distintivo, anche se il terrore non è solo quello per le abitudini alimentari insane come vengono considerate da Antoine, no la bistecca è un incubo anche quando viene considerata un reiterato errore da parte di un soprano. A Firenze c’è anche chi preferisce la carne di cavallo, tra questi, i più esigenti cercano il cavallo da tiro sostenendo che ha una carne che ricorda molto quell’altra cosa il cui pelo tira più di un carro di buoi, i vegani, invece, considerano il cavallo da tiro semplicemente un equino di precisione. Sono un cane sciolto, tifo per la Fiorentina ma non riesco a fare gruppo, a suo tempo ho provato a diventare buddista per fare piacere a Baggio ma loro non avuto piacere che lo diventassi, vorrei beneficiare della filosofia alimentare di Antoine, ma non ho mai studiato filosofia, del resto ho provato anche con la nostra religione, ma anche lì sono stato di fatto impossibilitato da un’anomalia di fondo, perché non si capisce che vantaggio c'è ad avere qualcuno che può camminare sulle acque se tu non puoi seguirne le orme. Secondo il mio modesto parere, a Vargas sono mancati alcuni riferimenti precisi, forse i nonni, che sono solitamente la figura che più di tutte risulterà come la maggiore inibitrice della voglia di luppolo, coloro cioè che con l’affetto e soprattutto le filastrocche eviteranno quelle carenze che poi nell’adulto sfoceranno spesso nell’alcolismo. Mi viene in mente Gastone che mi diceva “Giro giro tondo”, una filastrocca probabilmente introdotta durante una delle due guerre mondiali, utile per insegnare ai bambini che, quando c’è un bombardamento (casca il mondo casca la terra), conviene ripararsi nel sottosuolo (tutti giù per terra). Insomma, a Vargas non è stato fatto leggere nemmeno il minimo indispensabile per la serenità di un bambino, ma soprattutto per l’equilibrio di un futuro uomo, nessuno che gli abbia mai fatto leggere scritte importanti come “Dio c’è”, ma inopinatamente altre tipo “Ceres c’è”. Oggi paghi le conseguenze, soprattutto Della Valle. Noi tifosi siamo pronti anche a passare sopra al modo poco professionale con il quale Vargas ha dimostrato di non rispettare gli impegni presi, lui sa però che non può più sbagliare, perché errare è umano, perseguire è magistrato.


giovedì 12 settembre 2013

Prendo le mie responsabilità e le rivendo su eBay

Questo non vuole essere affatto uno spazio nel quale si da il buon esempio, e mi riferisco alla recente emorragia di utenti costretti ad andarsene per manifesta incapacità del moderatore nella gestione delle offese, ecologisti più che utenti in realtà, scossi perché sensibili di fronte alla mancanza di tutela del mondo che gira tutto intorno a loro. No, ribadisco con forza al fuoriuscito moralista che un buon esempio è qualcosa che un uomo dà quando è troppo vecchio per dare un cattivo esempio. Ma vi giuro che cercherò in tutte le maniere d’invecchiare per cercare di recuperarvi e chiedervi scusa. Vi dovevo delle risposte e risposte vi darò. A chi oggi mi accusa di essere troppo permissivo vorrei porre una domanda scientifica: “Cos’è l’elettricità?”, in modo che possa avvalermi di così tanta saggezza e capire finalmente dove va dopo aver lasciato il tostapane. So che la mia troppa permissività viene percepita dai dissidenti come un segno di debolezza, come un atto di estrema gravità nei confronti di persone non presenti, argomento quello della gravità che mi sta a cuore, invece, perché so benissimo che mantenendo l’attuale tasso di consumo la scorta di gravità della Terra verrà esaurita prima del 24° secolo. Quindi mentre gli altri si limitano ad andarsene sdegnati dal blog per scoprire alternative che abbiano meno gravità, io chiedo anche a loro l’aiuto necessario a conservare la gravità. E soprattutto a loro chiedo di seguire dei semplici suggerimenti: (1)  Camminare con passo leggero.  Portare con se palloni di elio, se possibile. (2)  Usare nastro, magneti o colla al posto dei fermacarte. (3)  Rinunciare a sci e paracadutismo in favore di sport più orizzontali, come l'hockey. (4)  Evitare la doccia e fare invece un bagno. (5) Non appendere tutti i vestiti nell'armadio, ma ammucchiarli uno sull'altro. (6) Smettere di sbattere frittelle. C’è chi si si danna l’anima per comprendere il mio comportamento, mi si danno consigli per inserire delle regole, mi si vuole cioè comprimere dentro al proprio modo di pensare, con la solita minaccia stantia di andarsene. Allora vorrei tranquillizzare tutti nel senso che ho preso in considerazione i loro suggerimenti, ho valutato, fino a confrontarmi con persone affidabili e quindi ho scritto a Gesù Bambino: “Caro Gesù Bambino, con la storia del cammello che deve passare nella cruna di un ago, ho capito che già ai tuoi tempi ci si dannava sugli algoritmi di compressione”, ma ancora non mi ha risposto. Questa esperienza del blog mi è servita comunque per rilevare che le due cose più comuni nell'universo sono l'idrogeno e la stupidità. Visto che sono stato sommerso di suggerimenti tra i quali anche il Codice Penale, vorrei per una volta darne uno io a che mi giudica e si da tanto da fare per apparire meglio di quello che è, può fare tutti gli sforzi che vuole ma tanto non sarà mai l'uomo che fu sua madre. No, perché delle volte si da troppo peso alle beghe di condominio, come difendere l’onore di un nick su un blog e non si guarda a cose ben più importanti, oltretutto di interesse comune, invece di pensare ai criteri diversi di moderazione si pensasse che c'è cosi' tanta sabbia in Nord Africa che, se fosse sparsa, coprirebbe completamente il Deserto del Sahara. Detto che i meglio come sempre sono quelli che se ne vanno per primi, sul blog rimangono parecchi alcolisti con almeno una certezza però, che sono cioè persone che bevono più del loro psicanalista. Visto che è argomento dibattuto, giornaliero, ricorrente, e che potrebbe fare comodo anche al Delfino per tenersi alla larga da Jordan, vi dico che ci sono tre modi per perdere denaro: vino, donne, ed ingegneri. I primi due sono i più piacevoli, mentre il terzo è il più certo. Chiudo questo mio spazio dedicato ai fuoriusciti, rivolgendomi ai disperati che invece sono rimasti, per dire che mentre gli altri si sono salvati, rimanere significa sprecare tempo che è una parte importante del vivere. Per gli amanti del genere vendo le mie piccole responsabilità di pizzo su eBay. Usate. L’asta è aperta e bella dritta.