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giovedì 31 dicembre 2015

Tra ricordi, propositi, raccomandazioni, anticipazioni e auguri

Per stasera io e la Rita ci abbiamo pensato molto prima di decidere il menù. Poi l’illuminazione. Per sfruttare il successo di Star Wars abbiamo deciso di non fare il secondo, ma il remake del primo. Fine anno è tempo di bilanci, e ogni volta che ne finisce uno non solo tiro le somme, a proposito di film mi riguardo sempre con un velo di nostalgia quello della mia infanzia. Quando giocavo spensierato con le fibre di amianto del vecchio Das, e non contento costruivo la casa sull’albero con il tetto in eternit. Penso anche che dell'amore mi sono sempre piaciuti i finestrini dell'auto appannati. Poi penso alle persone che non ci sono più, come il babbo, penso allora a quanto siano terapeutiche le risate. E in quei ricordi che non ce ne danno l'occasione ho imparato a ridere di me. Comunque, 2015 se vuoi possiamo rimanere amici. Poi i propositi e le raccomandazioni che ci stanno sempre bene, un po’ come i crostini di fegato. Per l’anno nuovo ci tengo a dire a Dio che non serve farci perdere lo scudetto, bastano già i mandarini con i semi. Ultimo selfie dell’anno con il Bambi per festeggiare la fine degli avanzi di Natale (Se vi sembra strano l’abbigliamento per il periodo, dovete considerare che tiene il riscaldamento a palla, e a vedere la sua ultima bolletta sembra quasi che il riscaldamento globale lo stiano facendo pagare a lui). Non l’ho invitato a cena solo perché so che l’ultimo dell’anno lo vuole vivere in ritiro spirituale con se stesso, e quando succede che qualcuno gli chiede se a Capodanno vuole unirsi a loro, sparisce dentro i vestiti, tipo tartaruga, sbirciando fuori ogni tanto. Sperando che vadano via. Soffre perché le feste sono il periodo dell'anno che mette più a dura prova la pulizia del touchscreen. E prima che me lo dimentichi è anche ora delle anticipazioni per il 2016, 1 anno che avrà: 12 mesi. 52 settimane. 365 giorni. 8.766 ore. 525.948 minuti. 31.556.925 secondi. 1 scudetto. Unica nota negativa ci saranno 52 lunedì. Misteri ancora irrisolti del 2015? Perché non hanno assegnato il gol a Kalinic contro l’Udinese, e chissà se poi Nicola era veramente Di Bari. Mi raccomando le lenticchie stasera, mangiatele perché portano ricchezza, e non fate caso a chi mangia il caviale. Sono solo quelli che hanno mangiato le lenticchie lo scorso anno. Dopo i ricordi, i propositi, le anticipazioni e le raccomandazioni, è arrivato il momento degli auguri. Per il prossimo anno vi auguro di passare a miglior vita senza però morire. Ma ora devo uscire a comprare il pigiama per il cenone

mercoledì 30 dicembre 2015

Più tempo a tavola

Vi chiederete come ho fatto a credere allo scudetto fin da subito. Tutto nasce una sera di agosto davanti all'apparente capienza limitata del piattino dell'aperitivo. Si, quel piattino mi ha insegnato che nella vita niente è impossibile. Per quanto riguarda il bilancio dei regali natalizi mi reputo soddisfatto, come spero lo siano anche coloro che hanno ricevuto i miei. Del resto Il bello di avere amici alcolizzati è che sai sempre cosa regalargli. Forse solo una nota polemica mi è sembrato di averla percepita dal fratello più piccolo della Rita, che si è dichiarato contentissimo di aver ricevuto in regalo quel profumo che impacchettato sembrava la scatola dell’iPhone 6s. La mancanza di calcio ci ha permesso di passare finalmente più tempo a tavola dove solitamente ci stiamo lo stretto necessario, per rifugiarsi il prima possibile ognuno nelle proprie anomalie. E stare più a lungo a tavola, oltre a farci ingrassare, ci ha sorpresi a parlare della vita. Per Santo Stefano a casa del Bambi, davanti a una bistecca alla fiorentina di un chilo e cento, ci siamo detti quanto sono sfortunati quei vegani che si privano del piacere di prendere a morsi un bel culo. Anche se il Bambi ha confessato che diventa improvvisamente vegano tutte le volte che non riesce ad andare di corpo. Poi mi ha fatto riflettere su quello che consideravo essere un mio grande cruccio, sostenendo che non è vero che soffro di eiaculazione precoce, ma è solo che quando ti diverti il tempo vola. Abbiamo parlato anche di politica, e a un certo punto ci siamo detti che lo Stato dovrebbe fare di più per i senzatette. E’ anche vero che Paolo Fox dice una cosa, Matteo Renzi ne dice un'altra, e alla fine non sai più a cosa credere. Forse solo a Cognigni sul rinnovo di Alonso. Poi grazie alla conferenza stampa del commissario Tronca, siamo venuti a conoscenza che Fiorella Mannoia è stata esclusa dal concerto di capodanno solo perché ha la targa dispari. Mentre il problema delle targhe alterne ce l’hanno soprattutto a Napoli quando uno esce di casa e si deve preoccupare di quale mettere. Abbiamo suggellato la splendida giornata di Santo Stefano con un selfie, non ho resistito, una foto mia insieme al Bambi per il blog, anche per ringraziare la Rita e mostrare la splendida tutta che mi ha regalato per Natale. E proprio con lei abbiamo trovato magicamente l’accordo per guardare un film domani, qualsiasi, l’importante è che sia su Italia Uno. Questo ci permetterà di preparare il cenone di Capodanno durante la pubblicità. Nuovo anno, nuovo atteggiamento verso gli altri, basta nutrire rancori, che non fanno altro che intossicare l’anima, più ancora dei fichi secchi e dei datteri. Inutile avercela sempre coi DV, Cognigni, e Pasqual quando il cross s’infrange sull’avversario. Il rischio alla fine è maggiore di quello delle obbligazioni subordinate, il rischio cioè di sedersi sulla riva del fiume aspettando il cadavere di Neto passare, per accorgersi di essere al lago di Bilancino. E poi Neto non può passare perché è sempre a sedere in panchina. E’ vero che sono molto accondiscendente con tutto ciò che fa Cogngini, ma lo stare a tavola per ore mi ha aiutato. Mi sono confessato certe intolleranze che hanno spazzato via quell’alone da finto buono che mi ero costruito nel tempo. E che mi pesava sulla coscienza come un programma di Saviano. Mentendo a me stesso. Oggi sono libero di urlare le mie intolleranze affrontando il giudizio altrui. Non sopporto i balbuzienti, per esempio, perché sono troppo impaziente (Di vincere lo scudetto e di alzarmi da tavola).



martedì 29 dicembre 2015

La modernità innata di certi anziani


Chissà quanti di voi, sazi di dolci, scambierebbero oggi l'intera torta pur di avere la ciliegina. Da Mascherano a Zafferano. Il colombiano Fax.. Forse un nuovo Dybalaustra. Non è ancora finito l’anno, ma già ieri mattina al bar si respirava un’altra aria, o forse era dovuto solo alla contemporanea presenza di tante persone con la sciarpa nuova. Mentre mi dispiace quando vedo persone disperate che cercano il suicidio già di mattina presto con la nebbia. Disperati travestiti da ciclisti. E poi ci sono un paio di cose che non mi tornano, una è l'app del meteo che ha sempre tutto chiaro, mentre fuori non si vede una sega dalla nebbia. Devo avere la finestra guasta. L’altra è che non capisco cosa ci faccia un lunedì tra le feste natalizie. E in questi giorni di non notizie Viola ce n’è una che in prospettiva potrebbe darmi parecchio fastidio. Una sorta di concorrenza sleale. Bondi dice addio alla politica, adesso temo che possa aprire un blog per far finta di parlare di qualcosa come faccio io con la Fiorentina. Mentre in mancanza di polemiche su Cognigni, sui Della Valle, su Pradè e sugli acquisti da pezzenti, a proposito di polemiche mi chiedo se a qualcuno non è venuto il dubbio che la Mannoia non sia stata invitata solo per non far addormentare gli spettatori prima di mezzanotte. Gli abitudinari come me, e non solo perché tifo Viola da quando son nato, hanno un vantaggio in questi giorni, avere già pronta la lista dei buoni propositi per il 2016. Da almeno dieci anni. In questi giorni un po’ più spirituali ho avuto modo di fare anche delle riflessioni più profonde del solito, di quando cioè mi limito a guardare la classifica. Mi sono reso conto cioè di essere stato abbandonato da molte persone, e non mi riferisco a chi se ne è andato dal blog, ma a quelli che quando ero piccolo mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande. Ora che sono grande sono tutti spariti, manco una telefonata. Per parlare di cose meno tristi, bella invece l’intervista a Kalinic che pur di venire a Firenze si è ridotto l’ingaggio, mi viene da pensare a Montolivo e a quanto sia stato sfortunato. Uno che amava così tanto la nebbia da far scadere il contratto pur di andare a Milano. E ora a Firenze c’è più nebbia che a Milano. Stesso triste destino di Neto, dal quale è stato tratto il film “Natale con il Boss”. In quel caso è stato rifatto il volto come Peppino di Capri, invece che come di Caprio, per ricordare l’errore di chi ha capito “Scaldare” (La panchina) invece di “Saldare (Un patto tra gentiluomini, lui e Marotta, per far scadere il contratto). Poi ho avuto modo di riflettere anche sul ruolo dell’allenatore, sempre così precario nei nostri cuori, tanto da non permetterci di affezionarci più di tanto. Riconosciuti i grandi meriti di Paulo Sousa, ma visti i precedenti che mi hanno visto adoratore prima di Prandelli e poi di Montella, per non ricadere nello stesso errore anche con Paulo, ho deciso di entrare in una setta di tipo diverso, questa volta di adoratori del caffè. Mi affezionerò così a soggetti slegati alla logica della panchina. E il primo papa sarà Tullio Solenghi. Poi ci hanno pensato un bel po’ di ricordi ad immalinconirmi questi giorni di parenti, mi è tornata in mente nonna Zaira, e i tempi di quando le dicevo che andavo con gli amici a giocare a calcio alle Scuderie e ci preparava 11 panini. A testa. Nonna che è stata sempre la più moderna in famiglia, una modernità che faceva parte del suo DNA. Quando andavamo a mangiare da qualche parte e dimenticava la dentiera, ciucciava la coscia di pollo come un Chupa Chups.




lunedì 28 dicembre 2015

Il primo calciomercato lo fecero gli indiani



Considerato che lo sventolio di scontrini ha generato un’enorme ressa di gente a cambiare i regali, va preso atto che molti di noi hanno amici con gusti di merda. Comunque vuol dire che mancano davvero pochi giorni e poi ci lasceremo alle spalle anche il 2015. Ultime possibilità per rinnovare progetti sempre rimandati e formularne di nuovi. Anche se distratti dalla lotta per lo scudetto io e il Bambi non abbiamo certo dimenticato il progetto di riesumare la salma di Maramao. Resta vivo in noi il desiderio di fare un'autopsia che dia finalmente risposta ai dubbi che ci tormentano da anni. Dubbi sul futuro della Viola invece non ne ho, e anche se li avessi non ascolterei certo l’angelus di Paolo Fox, perché i cambiamenti importanti arriveranno in un arco temporale più lungo di quello che è possibile prevedere attraverso gli astri. Un po’ come il meteo che non va oltre i tre giorni per essere credibile. Studi, e non oroscopi, evidenziano come tra i tifosi Viola delle prossime generazioni ci sarà un imponente afflusso di appassionati orientali. Il Marasma introdurrà nei suoi famosi striscioni anche il pittogramma. Tutto questo è stato calcolato dopo che in Cina si potrà avere un secondo figlio ma dovrà trasferirsi a Prato. E da lì a diventare tifoso Viola è un attimo. Comunque ho scelto il cristianesimo all’oroscopo di Paolo Fox. Ad Orrico e a Massimo Mauro vorrei far presente che hanno ancora pochi giorni per essere ricordati tra le persone che ci hanno lasciato nel 2015. Oggi si ricomincia a lavorare, la Fiorentina inizia a preparare la trasferta di Palermo dopo 7 giorni di totale riposo. Che non sono poi neanche così pochi se si pensa che già al terzo giorno gli avanzi a casa mia si erano già ribellati. Non solo per Natale quindi, si parla di riciclare anche per il mercato di gennaio, con molte squadre che prima di fare nuovi acquisti saranno costrette a sbolognare i giocatori non graditi. In questo caso non sarà così facile come lo è stato per coloro che hanno potuto mostrare lo scontrino. Il riciclo mostra da sempre più difficoltà dello scambio di prestiti per esempio. Io per dirla tutta ho portato a far leggere in farmacia anche il biglietto di auguri di un mio zio dottore, e mi hanno dato uno sciroppo per la tosse. E' emerso dopo queste feste soprattutto la necessità di cambiamento di certi costumi alimentari, dovrei decidermi una volta per tutte a diventare vegano, perché mi sono reso conto che nella mia cucina non c'è un piatto sano. Tutti sbeccati. E a chi mi ha chiesto cosa avrei voluto cambiare di questo 2015 ho risposto che toglierei Higuain al Napoli o il vino ai sacerdoti durante la messa per vedere come se la caverebbero. Ultima considerazione sulle voci notoriamente infondate del calciomercato, che in questo periodo fanno il paio con le notizie al quale non frega un cazzo a nessuno della separazione di Belen. Perché il bello è che i vari Pedullà, Di Marzio, Alfonso Signorini si considerano pure degli esperti, coloro che sfruculiano prima degli altri nella notizia, quando invece arrivano dopo i “fochi”, come si dice a Firenze, i primi impiccioni della storia furono infatti gli indiani che appoggiavano l'orecchio per terra per sentire i cazzi degli altri.





domenica 27 dicembre 2015

Santo Stefano a pranzo dal Bambi

E siamo ancora a tavola, dove andremo a finire di questo pasto? Il Bambi dopo avermi chiesto “Lo finisci quel colesterolo lì?” mi ha spiegato che Stefano diventò Santo quando andò a pranzo da sua nonna e riprese tutto almeno 2 volte. Ma prima di cominciare aveva premesso che sarebbe bastato non frapporsi tra lui ed il Cardenal Mendoza e tutto sarebbe andato bene. Ci sono stati solo due momenti di panico, uno quando non si trovava lo schiaccianoci, l’altro quando a un certo punto si è accorto che erano terminati tutti i coltelli puliti. E' stato allora che per aprire l'ultimo torrone ha vestito i panni di Steven Seagal e l'ha spezzato a colpi di karate. Il momento più romantico è stato invece quando ci ha raccontato la prima volta che si sono baciati con la sua nuova compagna. E’ stato in piazza dei Cimatori alla Birreria Centrale. Lui le ha chiesto cosa poteva offrirle, e lei giocando sull’equivoco ha cominciato ad elencare: lealtà, niente promesse, leggerezza, risate, un pizzico di follia e fedeltà a loro stessi. Così lui ha ordinato una doppio malto. Mentre l’unica delusione di queste feste è che ho sperato fossero più motivanti, e invece mi toccherà aspettare che si sposi qualcuno presto perché è un sacco di tempo che non lavo la macchina. Adesso che i giochi sono fatti voglio abbracciare tutte le donne che hanno ricevuto, dal marito, un elettrodomestico e hanno fatto finta di esserne felici come quando segna Kalinic. Il Bambi che ama il calcio e vive seguendo strettamente le sue regole, mi ha raccontato che per far capire ai parenti che se ne dovevano andare dopo il pranzo di Natale, è stato sufficiente fare il triplice fischio. Ieri mattina devo confessare che non sono andato a correre solo per paura di incontrare quelli di Studio Aperto, ed evitare domande scomode tipo “Cos'ha mangiato ieri?”. Poi 10 minuti dopo che la Rita aveva finito una telefonata di auguri di 35 minuti con sua sorella Daniela siamo usciti per andare da sua sorella Daniela. Prima di uscire però giusto il tempo dei saluti e di qualche recriminazione da parte del Bambi nei confronti di Babbo Natale che secondo lui già che c'era poteva portar via la spazzatura, mentre quando serve è sempre a bere in Santo Spirito. O forse era solo una scusa per entrare in argomento e così mollarmela a me visto che stavo giustappunto scendendo. C’è anche da dire che prima ancora dei saldi sono partite ufficialmente le colazioni a base di panettoni, pandori ed avanzi vari. Si concluderanno a Pasqua, con l'arrivo delle colombe e la Fiorentina saldamente in testa. E intanto ieri sera anche la luna era piena in San Frediano.



sabato 26 dicembre 2015

Natale in San Frediano


I postumi del pranzo di Natale quest’anno sono stati sostanzialmente solo un forte dolore retrosternale, meglio conosciuto come Falanghina Pectoris. Usata in quantità industriale per accompagnare il pesce. E pensare che avevo fatto prevenzione lanciando l’idea dell’aperiplasil. Comunque, smaltito il vetro delle bottiglie, a breve ci saranno da affrontare i postumi ben più seri del passaggio al nuovo anno. Stesse problematiche di quando si pensa di cambiare modulo per inserire una seconda punta. Succederà che fino a maggio continuerò a scrivere "2015" per poi correggerlo. Tipo Mario Suarez titolare contro l’Empoli, e poi sostituito alla fine del primo tempo. Data la popolarità di Papa Francesco che causa la sosta di campionato ha superato anche quella dei Della Valle, abbiamo puntato tutto su un pranzo più evangelico che sparagnino, dove fosse insomma ben chiaro il "Prendete e mangiatene tutti almeno 3 piatti". E per ribadire le tradizioni di famiglia, il pranzo di Natale alla fine avrà fatto ingrassare come il matrimonio. Mentre per fingermi esperto non solo di calcio anche a Natale, alla trentaduesima portata ho esclamato “Marò”, per dare un tocco di politica internazionale alla discussione. Adesso mentre c’è la corsa sfrenata ai pre-saldi, e mentre il conto alla rovescia per la partita contro il Palermo è già stato avviato con l’apertura di un Franciacorta, mi rimangono pochi giorni per controllare di aver sputtanato tutti i propositi per il 2015 ed eventualmente rimediare. Inconvenienti pochi. A casa del Bambi hanno dovuto gestire la crisi della nonna che ha minacciato di darsi fuoco per il dispiacere, dopo che lui le aveva risposto “No grazie sono pieno”. Poi c’è chi si è impegnato il cellulare per comprare sei cartelle della tombola e tentare il tutto per tutto. Noi in famiglia ci prendiamo anche dei momenti per pensare a quelli più sfortunati, e dedichiamo dei pensieri affettuosi per esempio a tutti quelli bloccati in case in cui lo zio ha appena proposto "Ma un Mercante in Fiera?". Come sempre abbiamo vietato il gioco per evitare il fenomeno di quelli che ti fanno le buste e poi se le riprendono giocando a carte. Vietati anche i racconti del pompiere in famiglia, che per rallegrare il pranzo di Natale racconta di quando durante le alluvioni raccoglieva i morti nei torrenti. E poi ti rendi conto di essere invecchiato quando i pacchetti regalo per te sotto l'albero di Natale sono tutti morbidi. Spero che frequentandomi abbiate almeno imparato a prendere il lato positivo anche del Natale, va bene la Fiorentina seconda a un punto, ma non solo. Perché il nostro Natale in San Frediano non è come quello al sud dove la vera difficoltà è prendere compresse da assumersi a stomaco vuoto.



venerdì 25 dicembre 2015

Auguri a tutti (Anche a Cognigni)

Per combattere le contraddizioni di un mondo dove non spicca solo la Fiorentina in lotta per lo scudetto, ma anche quella di un Natale dove si parla sempre più di ecologia e poi si scartano i canditi, mi sono ricoperto di cioccolata. Per essere più buono. Per non pensare all’Isis. Per non pensare a tutti quelli che ascoltano Jingle Bells al contrario, perché hanno scoperto che si sente Babbo Natale imprecare per aver pestato una merda di renna. Per gli amici di Tommaso che amano il Natale solo perché mancano 6 mesi all’estate. Finalmente Natale. Lo dico perché ho sofferto tanto, tutte le volte che sono stato costretto a domandare "Si può mangiare questo? O è per Natale?", una volta aperto il frigo. E che si rivaluti una volta per tutte anche la tombola come si merita, un gioco di abilità e non di fortuna, dove vince chi rimane sveglio fino alla fine. E poi mi sono fatto glassare perché le ragazze buone ricevono i pacchi da Babbo Natale, mentre per quelle cattive c'è il mio di pacco. Ma per Natale non si può parlare di sesso, unica eccezione la confessione che ho fatto alla Rita sulla mia posizione preferita, solo perché è quella a capotavola. Oggi che saremo tutti più moderni, e che dopo il pranzo di Natale tutte le famiglie diventeranno allargate. La Rita che invece è legata alle tradizioni, per onorare al meglio la festa mi ha costretto a lavarmi le orecchie, perché sostiene che ho sempre quella cosa lì in testa. Mentre le note di Narciso Parigi sul cotton-fioc dimostrano che non è vero. E adesso che ci sento di nuovo bene, liberato da un fruscio di labari Viola che garriscono al vento, faccio un appello alle autorità perché non è smog ma sono i fritti. Mettete le ganasce ai fornelli, e non le targhe alterne. Non ci sarà la neve che fa tanto Natale, ma in compenso Firenze è talmente inquinata che i bambini di San Frediano fanno i pupazzi con le polveri sottili. Inquinamento a parte, il vero inconveniente di questo Natale è stato  il dover spiegare ad un agente della stradale che quello sul sedile posteriore non era un pacco bomba, convincerlo insomma che non so incartare i regali. Adesso devo proprio andare perché ho una fame tale che vorrei avere il prosciutto davanti agli occhi. Per non vedere più tutto il male che c’è nel mondo. E non intendo solo Cognigni. Cosciente che a fine pranzo la madre dei caffè “deca” è sempre incinta, passo agli auguri. Di cuore a tutti voi. E auguri alle donne voltate che voglio guardargli il cuore da dietro. Soprattutto auguri a chi è in strada. A chi non mangerà niente. A chi avrà freddo, e a chi sarà solo.



giovedì 24 dicembre 2015

Attenti a Pepito di Capri

A volte, penso, ma poi passa. E quando mi succede tendo a tranquillizzare il prossimo. Come quando ho detto a Miss Colombia che l'avrei consolata io. Poi penso a Hemingway quando diceva che la cosa più rara che conosceva era la felicità nelle persone intelligenti. Penso cioè che anche noi scemi non siamo felicissimi se non vince la Fiorentina. E così un giorno forse capiremo anche perché se indossano il berretto gli altri sembrano Beckham mentre tu diventi Joe Pesci in “Mamma ho perso l'aereo”. Che è Natale poi lo si vede non solo dal calcio mercato in piena bagarre, ma anche dal fatto che la gente apre il proprio cuore. La mia vicina malgrado sia un cesso, in questo periodo ogni giorno trova un benefattore che la tromba. Per lei sarebbe meglio (anche se a rischio infiammazione) che fosse sempre Natale, per me invece no perché ci vorrebbe la quattordicesima e anche la quindicesima. Al Bambi ho rivolto la stessa raccomandazione, quella cioè di sfruttare al massimo quei pochi istanti nei quali madre natura ci permette di riflettere. Gli ho detto che prima di pensare che sia quella giusta, di pensare a quante partite della Fiorentina sarebbe disposto a rinunciare per lei. Lui è tranquillo perché la sua nuova relazione con la ragazza del lampredotto al Mercato Centrale è cominciata con lo spirito giusto. Facilitata dal fatto che la precedente ragazza gli aveva lasciato una lettera di referenze. Mentre io sono sempre più convinto che non la ama, ma che ci si è fidanzato solo per poter rispondere “Eccola” alla domanda “E la fidanzata?” dei parenti al pranzo di Natale. Sospetto anche che non ci s’innamori volontariamente per vincere a carte durante le feste. Per questo motivo se vivesse in un telefilm americano, i disagi del Bambi sarebbero intriganti e apprezzati dai fan. Non è giusta questa vita in carne ed ossa per lui. E’ vigilia, e intanto corrono, le voci di mercato corrono. Ed io starò qui a vedere quando inciamperanno in una verità, mentre ancora devo decidere cosa fare a Capodanno dell'anno scorso. Una raccomandazione, state attenti alle assonanze, ai nomi simili, alle finali che potrebbero provocare eritemi o gioie ingiustificate. La mirra con Mirri, essere vicini alla prima in classifica, e non Ficini, Jennifer e non Lisandro, lo spot cinematografico del boss che vuole rifarsi la faccia come DiCaprio e invece gliela rifanno come Peppino di Capri è emblematico. E se ancora Gomez dovrà essere che sia Papu questa volta. Perché si fa presto ad equivocare e poi ci si rovinano le feste per niente. Basta una sola lettera. Quella sottile differenza che c’è tra un attacco epilettico e togliersi la giacca in auto.





mercoledì 23 dicembre 2015

Babbo Natale Pradè

Un fatto di cronaca che ha gettato fango sulla giustizia italiana mi ha fatto riflettere su quanto sia difficile dare dei giudizi senza incappare in errore. Delle volte le apparenze ingannano a tal punto che certi giocatori sembrano dei bidoni mentre in realtà sono dei Badelj. Hanno arrestato il killer del procuratore Caccia  dopo 32 anni e la gente si è fatta una certa idea di lentezza del nostro apparato investigativo, quando nessuno poteva immaginare che il killer fosse rimasto incolonnato in tangenziale. Quindi magari anche Suarez è semplicemente un killer imbottigliato sui viali, mentre noi ci aspettiamo delle giocate da centrocampista. Adesso però c’è da pensare soprattutto al calcio mercato per il quale mi sento tranquillo, la società si è espressa, anzi esposta come un presepe, ha dichiarato di voler rinforzare la squadra e quindi mi aspetto gli acquisti richiesti da Sousa. Un po’ mi sono invece preoccupato quando  ho visto quelli della mia Banca che facevano la cena aziendale dal kebabbaro. C'è qualcuno esperto di finanza che sa se mi devo preoccupare davvero, oppure è come la storia di Suarez imbottigliato alla Fortezza da Basso? Così come voglio credere fortemente al rinnovo del contratto di Alonso, e lo dico dopo le parole inequivocabili spese da Cogngini senza nemmeno aspettare i saldi. Altrimenti farebbe come quelli con lo scooter a tre ruote che non rispettano i semafori, che la figura dei coglioni non la fanno perché passano col rosso. Non scherziamo! Che malgrado sia passato del tempo sono ancora aperte le ferite per i tradimenti di Montolivo e Neto, per buttarci ancora del sale di Cervia (Senza per forza andare a prendere quello rosa dell'Himalaya). E come sempre ha ragione la Rita quando dice che il tempo col cazzo che sistema le cose, succede quando lascia la cucina in disordine e dopo tre ore la ritrova ancora tutta da sistemare. Adesso è Pradè il mio Babbo Natale preferito, e spero che ci porti tanti doni, anche se la persona che incarna più di tutti lo spirito del Natale per me resta sempre il proprietario di Amazon. E intanto grazie al Bambi e alle sue conoscenze nel campo della falsificazione, ho fatto contraffare i consensi di Inter, Napoli, Juve, Roma e Milan, quindi la sfiga potrà mandargli a domicilio tutte le promozioni gratuite per il prossimo anno. Già pronto anche lo striscione post mercato del Marasma dove sotto l’immagine di un grosso panettone Maina campeggia la scritta “GIOIA”. In questi giorni di festività voglio ricordare  anche le persone più sfortunate, senza per forza volermi riferire a Orrico, ma a quel pellegrino che ha attraversato la Porta Santa al contrario ed è diventato ateo. E non mi riferisco nemmeno a Montolivo perché lento è sempre stato anche prima di mettersi in coda dietro al killer, ma al Salucci che ha chiesto alla sua ragazza cosa desiderasse per Natale e quando lei ha risposto "Ormai l'avrai capito", lui non aveva capito. Ed ora "Caro Babbo Natale Pradè, scegli tu il regalo, basta che non ci porti la mirra". Mentre in quanto Pollock vado ad addobbare Santo Spirito.







martedì 22 dicembre 2015

Una risposta sonora

Questa meravigliosa prima parte di stagione è stata come il “Dagen H”, quando la circolazione stradale in Svezia passò dalla guida a sinistra alla guida a destra, iniziò alle ore 5.00 del 3 settembre 1967. Molte persone anziane smisero di guidare anziché imparare ad orientarsi col nuovo sistema di guida. La mattina seguente al “Dagen H” si verificarono 125 incidenti. Anche a Firenze è scoppiato lo stesso caos e molti hanno smesso di tifare Viola in maniera sana. Gli altri, meno incidenti degli svedesi, ma in compenso più accidenti ai Della Valle. Insomma un Marasma. Per non parlare di quelli che dopo la sconfitta dell’Inter contro la Lazio, che ha accorciato drasticamente la classifica, hanno avvolto la sciarpa Viola intorno alla telecamera, destabilizzati (già pensavano a un ridimensionamento) come dopo aver visto Paranormal Activity 4, e sono andati in giro filmando tutto, dicendo che sentivano degli strani rumori di scudetto. Già mi vedo il primo striscione al ritorno dalla sosta natalizia, che mostra anch’esso un’impennata delle ambizioni. E che questa volta non si limiterà ad attaccare la società Viola, ma attaccherà i massimi dirigenti della Fifa squalificati per 8 anni. In anteprima: “Pare che Blatter e Platini siano gli zii della Boschi”. Per non parlare degli ex giocatori Viola con l’asticella, dei giornalisti e degli opinionisti, e penso a Orrico e alla marmellata informe, oppure a Ramy Abbas e i suoi Twitter. Tutti, chi per un motivo e chi per un altro oggi ingoiano amaro. Come succede per certi caffè in autogrill che sanno talmente di bruciato che la seconda bustina di zucchero è considerata legittima difesa. C’è anche una sorta di disperazione da parte di chi si è reso conto di averla sparata grossa, tanto che la Digos teme che oggi sia facilissimo reclutare combattenti dell’Isis tra i disperati autori di testi in curva Fiesole. Non per contraddire la scienza, ma certe reazioni a questo gran rendimento della squadra da parte di ambienti intolleranti ai successi Viola, perché servi di logiche legate solo agli interessi di audience e non di merito, e mi viene in mente Mauro, queste reazioni dimostrano insomma quanto sia inverosimile che certi personaggi siano stati il frutto dello spermatozoo più intraprendente. Devo dire che da agosto ad oggi la Fiorentina ci ha dato tante soddisfazioni, malgrado lo scetticismo generale di quelli di cui sopra. Con particolare menzione per il solito Montolivo che è stato il precursore di questo movimento, seguito da Neto, Salah e ultimo Milinkovic Savic. Per quelli degli striscioni, del kebab, delle televisioni che non ci considerano. Per quelli che se era bono non veniva a Firenze. Quelli che basta una sconfitta per essere ridimensionati. Quelli del “Kalinic chi?”. Quelli che odiano il ciauscolo. Tutto questo mi ha procurato qualche fastidio di pancia, leggero ma persistente, un brontolio di sottofondo al quale voglio dare sfogo rispondendo a tutti in maniera definitiva e perentoria. Diciamo per liberarmi prima delle feste. Anzi, lo avrei già fatto se non fosse stato che ieri nasceva la donna, e certe risposte non sono conciliabili con tale presenza, specie il giorno del suo compleanno. Poi però improvvisamente Jane scivola silenziosa fuori dal letto. Taccio. Aspetto che i passi siano lontani, e sgancio una scoreggia da 9 megatoni.




lunedì 21 dicembre 2015

Per un punto Martin Jorgensen perse la coppa

Una Fiorentina sempre lassù alla fine ha fatto saltare i nervi anche ad Allegri. Una reazione scomposta che lo ha visto gettare via rabbiosamente il cappotto, quando dal pubblico gli hanno gridato che la Fiorentina era davanti alla sua Juve malgrado un “Mercato da pezzenti”. E visto il Natale alle porte voglio essere gentile con chi ha scritto quello striscione, perché oltretutto esser gentili non costa nulla, quindi chi non lo è, è doppiamente taccagno (Al Marasma hanno i braccini). L’Oscar per il miglior in campo va a Bernardeschi, anche se l'Oscar più importante in questo periodo sarà quello per la "Miglior faccia contenta a regalo natalizio di merda". La squadra ha chiuso la pratica in un primo tempo nel quale ha creato molto oltre ai due gol, e ha concesso zero tiri e zero calci d’angolo ad un Chievo dominato. Secondo tempo di pura gestione. Nessuna sorpresa di formazione da parte di Sousa che inserisce Roncaglia al posto di Tomovic. Anche dopo i cambi Rossi resta a sedere, evidentemente il tecnico portoghese ha più aspettative sui fermenti lattici che su Pepito. E così è andata in archivio una bellissima prima parte della stagione che vede solo la macchia dell’eliminazione in Coppa Italia. Adesso pausa per la squadra ma non per chi fa il mercato che deve ulteriormente migliorare la rosa e renderla ancora più competitiva. Le esigenze sono cresciute insieme alle ambizioni, e per tentare l’attacco finale al primo posto adesso ci servono due innesti importanti. Mi sono dimenticato di dire che la bellissima prima parte della stagione è stata addirittura sensuale in certi momenti, come prima di questa Fiorentina pensavo poteva esserlo solo una donna che scosta i capelli e piega la testa prima della forchettata di pasta, con scarpetta nel sugo rimasto. Bella davvero la classifica, con l’Inter battuta in casa dalla Lazio e a portata di sorpasso, Napoli alla pari, Juve e Roma addirittura sotto. Spero che queste 17 partite, questi 35 punti siano serviti insomma a togliere i dubbi sulla reale forza della squadra. Poi magari i gruppi più esigenti della Curva Fiesole danno fiducia alla Boschi mentre su Babbo Natale sono ancora titubanti. La vittoria era il regalo che i tifosi volevano trovare sotto l’albero, e nessuno dopo le due sconfitte con Juve e Carpi avrebbe accettato invece l'alibi di Natale per una mancata vittoria. Babbi Natale Kalinic e Ilicic, con le gerarchie di Sousa che appaiono consolidate. Grande possesso palla e solidità difensiva. Il gol, la fiducia, poi il raddoppio e niente di più che di un piglio più aggressivo del Chievo nel secondo tempo. Adesso la società deve completare la rosa come del resto era già stato concordato in agosto insieme al tecnico. Altrimenti Andrea Della Valle sarà considerato come quelle donne cattive che finiscono per dirigere gli orfanotrofi. Due acquisti importanti per alimentare sogni ambiziosi, i tempi del resto sono maturi per parlare di cose serie: chissà quand'è che trasmetteranno "Una poltrona per due"? E poi se non sento chiaramente lo sparo dello starter, non comincio con gli auguri di Buon Natale.





domenica 20 dicembre 2015

Con Iakovenko no!!

Vista l’importanza di chiudere il 2015 con una vittoria spero che la squadra sia concentrata almeno come una donna quando si mette lo smalto. Sarebbe già una garanzia di successo, anche senza bisogno di diventare Buddha come invece succede alla donna. La flessione della squadra ci ha gettato in una viglia piena di paure, ci ha fatto perdere tutte quelle certezze che avevamo maturato e che ci avevano resi anche tronfi. Affrontiamo la partita contro il Real Chievo con ansia, il Bambi quando la posta in palio si fa così importante diventa nervoso, e quando diventa così nervoso degenera e caga sugli zerbini con scritto "Salve". Queste sono partite spartiacque, entusiasmanti se superate, dure come certe verità se fallite. A questo proposito (Dure verità) mi viene in mente; la pizza fa ingrassare, Babbo Natale non esiste, quelli che non potevano vivere senza di noi sono ancora vivi. Voglio vincere per continuare a credere nello scudetto, dopo che ho già smesso di credere alla Befana, al topolino dei denti, agli unicorni, ai Giga illimitati, al dormire fino a tardi, e agli striscioni del Marasma. Potrei ipotizzare formazioni, cambi di modulo, potrei fare appello all’orgoglio della squadra, al superiore tasso tecnico, ma non lo faccio. Preferisco sottolineare le parole toccanti del ministro Boschi "Io amo mio padre e se ha sbagliato deve pagare", perché mi sembra l’avesse detto anche Sabrina Misseri. Mi ha messo un po’ di tristezza quella che invece doveva essere una festa, perché alla cena di Natale organizzata alla Stazione Leopolda, Rossi non ha preso posto in nessun tavolo coi compagni, ma si è accomodato in compagnia dei magazzinieri e di Iakovenko. Dico Iakovenko!! Uno così insignificante nella storia Viola, che nella sua autobiografia è solo un personaggio secondario. Mi sembra non proprio un bel segnale (Per questo non vedo Rossi oggi della partita). Poi c’è stata la strigliata di Cognigni alla squadra per l’eliminazione in Coppa Italia, insomma il malumore è presente in società, e la paura nella tifoseria. Speriamo che tutto questo generi una reazione positiva. Ci sono dei segnali però che qualcosa non gira per il verso giusto, non solo Rossi, anche Babacar che non esulta, certe dichiarazioni del Mister, insomma come se poi non ci fosse tutta quella grande armonia nello spogliatoio che avevamo dato per scontato, e ci fossero anche sacche d’insoddisfazione tra gli emarginati. Mentre si parla di calo fisico come se fossimo i lampioni delle Cascine, loro sì costretti a stare sempre in piedi, e il problema si annidasse altrove. Che ne so, i lampioni sui Lungarni. Attenzione perché per la cura giusta bisogna avere la diagnosi corretta. Mi viene in mente una statistica che indica che sono stati 10 gli italiani uccisi dall’Isis nel 2015, mentre sono 4500 quelli morti a causa di incidenti domestici. Quindi invece di agognare tanto la sosta per fare il richiamo della preparazione, bisognerebbe bombardare l’Ikea. Non aggiungo altro, voglio i tre punti e poi resta solo da definire a chi appioppare il panettone al mandarancio e le alici marinate che inesorabilmente ogni anno qualcuno mi regala.



sabato 19 dicembre 2015

Sguardo d'intesa

Cosi come il Marasma è stato indelicato a mostrare l’altra faccia della diplomazia, anche Sgarbi ricoverato d'urgenza a Modena, con la frase "Ero a mezz'ora dalla morte", non è stato certo meno duro nel definire Piacenza. Frasi ruvide, inopportune come chi affonda il cucchiaino bagnato nella zuccheriera. Le parole sono importanti, come disse quel Moretti che oggi gioca nel Torino. Il Marasma avrebbe dovuto avvalersi almeno della facoltà del dubbio, magari con un semplice “Forse mercato da pezzenti” che lo avrebbe tutelato da una previsione rivelatasi incongruente con una realtà invece “Forse” da nababbi. Come anche Vittorio Sgarbi, che vista la nebbia coronarica avrebbe potuto definire Piacenza più un coma farmacologico ovattato. E’ chiaro che chi non è in grado di usare i “Forse” è perché è stato uno di quei bambini che mostrava i muscoli alle femminucce, e che crescendo ha sviluppato la prepotenza dialettica che ne consegue. Insomma, penso che se avessero chiamato il reggiseno “Prigione di massima sicurezza per poppe” non credo avrebbe avuto lo stesso successo. Io non vorrei che chi ha vissuto una vita all’insegna del rammarico e dei centri di smistamento merci così poveri, alla fine si ritrovi a 60 anni a posteggiare in salita mettendo la pietra sotto la ruota. Io sarei più per i tre punti domani e per posteggiare a Piacenza che si sa è pianura padana e non servono le pietre sotto la ruota. Forse è solo che quelli che non usano i “Forse” negli striscioni sono i soliti che quando non va il telepass, quando si blocca il bancomat, quando la cassa chiude, si trovano dietro. So anche che per i creativi di curva usare il “Forse” è come per uno fuori dalle zone di prefiltraggio, mangiare le patatine nel sacchetto una alla volta, che alla fine è addirittura più difficile che evitare di masticare le morbide Fruit Joy. Più ingannevole dello striscione che denuncia un’indigenza commerciale marcata, ci sono solo gli spot della Sambuca Molinari con Mourinho che dispensa consigli su come farsi assumere. Io forse prendo tutto con troppa ironia, ma non è certo colpa mia se per ironia della sorte stavolta non è la capra che campa, ma Sgarbi. Oltretutto poi mi sembra che il termine “Pezzenti” sia usato non tenendo conto che in certi contesti la ricchezza è uno stato sociale svantaggioso. Lo dico perché a volte penso che se fossi ricco, avessi una moglie che mi ama e un figlio che mi adora, non avrei mai aperto questo blog. Sono proprio fortunato checché ne dica il Marasma. O a proposito di forse, sarà forse che sono anche un po’ rintronato. Vado a fare shopping e ad un certo punto mi fermo davanti a una irresistibile vetrina di plaid. Mi guardo intorno, ci siamo io ed un anziano sulla settantina. Sguardo d'intesa.








venerdì 18 dicembre 2015

Non siate così ortodossi come Meluzzi

Fingete che non sia successo niente, è una questione d’amore verso la Viola. Come sempre per amore dovrete fingere anche quando anticipate di non dire cosa le avete regalato per Natale, perché è una sorpresa, e invece non avete comprato un cazzo e non sapete da dove cominciare. Facciamo come hanno fatto con Licio Gelli che per precauzione è stato insabbiato. Insabbiamo le ultime prove della Fiorentina e aspettiamo quella di domenica con il culo “strinto” in modo che non ci entri la sabbia. Teniamoci quanto di buono è stato fatto. E non solo. Se la nonna ci da 200 euro per il bambino, dite a vostro figlio di ringraziare la nonna che per Natale gli ha regalato 50 euro. E teniamoci anche i 150 euro. Non abbandonate il sogno in autostrada, non credete ai messaggi di certi striscioni così privi di comprensione verso i mercati meno assortiti, che poi potreste ritrovarvi come Alessandro Meluzzi che da criminologo è diventato un prete ortodosso, perché il marasma gli è esploso in testa. La Fiorentina non può mantenere sempre lo stesso standard di rendimento, e non può neanche essere sempre bella e fresca come una rosa. Per evitare l’appassire della condizione del resto ci sarebbe la plastica, ma son troppo tristi i fiori finti e le squadre piene di Neti e Montolivi. Guardate che io non vi considero solo dei pessimisti se adesso vedete il bicchiere mezzo vuoto, vi considero proprio degli alcolizzati. E poi volevo dire all'uccello del malaugurio che è piccolo. E al limite che bisogna sempre lasciarsi bene con i sogni che ti hanno abbandonato. Insomma così come Allevi è riuscito a trasformare il saggio di primo anno in un business mondiale, anche noi possiamo vincere lo scudetto. Se il Real Madrid ha studiato lo Spezia per capire come battere la Roma, allora tutto è possibile. E forse tutti i mali non vengono per nuocere, e penso a Vespa che se venisse eletto sindaco di Roma non condurrebbe più Porta a Porta. Anche se ancora non ho ben chiaro quale sia il vantaggio di essere usciti dalla Coppa Italia. Forse perché Licio Gelli sapeva i vincitori della Tim Cup fino al 2020 e noi non c’eravamo. Insomma, C di Cossutta, G di Gelli, vuol dire che non potete più sperare nella C dell’economo di Civitanova entro la fine dell'anno. Bisogna che aspettiate almeno che si ricominci dalla A di Andreino. Per farla breve e disidratare il mio pensiero da acque reflue dico che non è tutto sbagliato e che non è tutto da rifare. Che è anche quello che ho cercato di dire al Bambi tutto eccitato prima di uscire con una ragazza appena conosciuta al Mercato centrale mentre erano in fila per mangiare il lampredotto. E visto che adesso non si parla d’altro, per fare quello moderno gli ho suggerito di portarla a vedere Star Wars, così se si fosse rifiutata avrebbe capito che non era quella giusta, e se anziché andare al cinema avesse voluto dargliela direttamente, beh diciamo che non sarebbe stata quella sbagliata.




giovedì 17 dicembre 2015

Banane e magnesio

Un’eliminazione dolorosa come un crampo, sarebbe bastato battere una tra Milan e Samp per tornare a disputare la finale. Un incredibile opportunità buttata via. Sperando che il crampo sia dovuto più a un problema di mentalità tipo la mancanza di potassio, che non fisico. Domenica ci sarà subito la riprova, ma per sicurezza inserirei banane e magnesio a caschi nella dieta. Il dolore è forte, notturno, di quelli cioè che si sentono perfettamente perché non sono sovrastati nemmeno dal rumore del traffico. Grazie ad Alessandria e Spezia la Coppa Italia si era trasformata magicamente nell’obiettivo stagionale più semplice da raggiungere. Evidentemente non c’è ancora la giusta mentalità per gestire tre competizioni. Non voglio credere ad un problema fisico ma piuttosto di testa, vedo la Juve che ha giocato tanto, e che ieri sera ha surclassato un Toro che non solo non gioca le coppe, ma che aveva saltato anche l’ultima di campionato. Ci tengo a precisare che il saldo è ancora nettamente positivo, il campionato rimane eccezionale, questo per essere chiari. Anche se l'estrema trasparenza migliora i rapporti umani solo nel settore della lingerie. Sono un po’ arrabbiato, proprio come Sousa perché sarei voluto andare avanti su tutti i fronti. E’ difficile digerire questa eliminazione, almeno a caldo, specie quando hai una vecchietta davanti che scende le scale pianissimo e ti tocca sgambettarla appena appena che sembri inciampata. Scusatemi ma io non ce la faccio proprio a prendermela con i giocatori e il mister alle prime difficoltà. Preferisco rifarmela con gli anziani che sono i più indifesi. E per fare uno straccio di analisi della partita dico che il risultato non rispecchia neanche i valori espressi in campo, e dico anche che la squadra gioca molto meno da squadra di qualche tempo fa, che Kalinic è sempre più emarginato, e che si cercano soprattutto spunti personali. E siccome ho già compromesso l’integrità fisica di quella malcapitata che ha avuto la sfortuna di rallentarmi proprio nel momento che l’arbitro fischiava la fine, dico in generale che non mi è piaciuto nessuno. Dico che non la riconosco più questa Fiorentina, anche se ieri a differenza di Torino le occasioni per far gol ci sono state, quella di Rebic è addirittura quasi pazziniana. Non so, non vedo più il pressing, il gioco è diventato lento, non c’è più un’idea, un'invenzione, non c’è movimento senza palla, e poi un’improvvisa imprecisione, anzi, un’autentica emorragia di passaggi sbagliati. E come spesso accade le cattive notizie non arrivano mai sole. E’ morto Licio Gelli che sapeva far stare zitto chi non doveva parlare, tipo l’agente di Rossi, sapeva come fa uno scoglio ad arginare il mare, sapeva la tecnica segreta per non far cadere i pomodori dalla bruschetta al primo morso, sapeva come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati, Insomma sapeva più di Bucchioni e del Marasma circa certi mercati da pezzenti, così lontani dallo sfarzo di Villa Wanda. E sapeva soprattutto cos’è successo alla fine del primo tempo contro l’Empoli. Una volta morto lui chi ce lo dirà cos’è veramente successo e che potrebbe essere oggi la causa che pesa come un macigno sul rendimento della squadra. Non ce lo dirà più nessuno perché subito dopo Gelli, è morto anche il prete che l'ha confessato.

mercoledì 16 dicembre 2015

Tutta colpa dei canditi se la Fiorentina può vincere lo scudetto

Non c’è solo Sanremo e l'Isis alle porte, c’è anche la Coppa Italia alle 16:30. E pensare che avrebbero potuto trasmetterla tranquillamente anche in prima serata. Tanto “Fatti unici” con il nostro Melazzi va in onda dopo le ventitre. La partita in pieno Merendatime rovina la ritualità antica di pane, vino e zucchero. Ma che ne sanno i tifosi giovani e dallo striscione facile, di quanto aspettavamo il primo dicembre per attivare la Christmas card e avere 100 sms al giorno. Comunque alla fine è sempre meglio la partita alle 16:30 che quello che ti chiede cosa fai per l’ultimo dell’anno, che poi è sempre il nostro Melazzi. E a parte lui, non si capisce nemmeno chi te lo chiede se tutti odiano quella domanda. A lui ho risposto che per l’ultimo dell’anno devo finire di leggere il prospetto informativo della mia banca. Voi che invece preferite sapere altro, continuate pure a chiedere chiarezza. Intanto dopo la sconfitta di Torino sono riemerse le criticità tipiche di un ambiente malsano, umido e alluvionato, che non riesce a gestire i postumi della sconfitta se non da seminterrati pieni di muffe. E’ così che si è dato il via alla crociata contro Tatarusanu, e si è cercato di mettere l’accento sulla gestione “Sbagliata” delle seconde linee da parte di Sousa dopo la partita contro l’Empoli. Che sia vera o no la storia della mala gestione delle risorse umane, ho avuto modo di verificare questa estate quanto sia difficile tenere il giusto equilibrio nello spogliatoio. Me l’ha confermato la Mila alla Coop, la incontrai al reparto "Frutta e verdura", reduce da tre separazioni consecutive. Donne che sanno scegliere al tatto i migliori meloni ma che, nonostante anni di fidanzamento, scelgono pessimi mariti. No, non è facile specie se uno come Rebic il melone ce l’ha al posto della testa. Oltretutto sulle scelte delle seconde linee e sugli episodi incide molto anche la sfortuna. Sempre la Mila mi ci ha fatto riflettere quando le chiesi di dirmi su una scala da 1 a 5, quanto avesse influito la sfortuna in quei fallimenti sentimentali. E la risposta fu “Colore”. Una cosa che invece mi ha riempito il cuore di gioia è che il Bambi si è finalmente scrollato di dosso il suo di fallimento sentimentale. Ha reagito. Ha smesso di piangersi addosso e di cercare di ricomporre una frattura (di coppia) esposta come se lei l’avesse trombata Nainggolan invece dell’idraulico. Ha preso una decisione importante, ha detto no al colesterolo e si alla passera, perché il colesterolo ce l’ha di già mentre la passera no. Poi ad un certo punto ho sentito un forte profumo di rose e anche un forte formicolio alle mani. Dio cosa vuoi dirmi? Dovresti saperlo che appartengo ad un altro credo. Si, sono l’unico che credo ancora allo scudetto. Sarà che a me piacciono i canditi nel panettone e a tutti gli altri no.





martedì 15 dicembre 2015

Ménage di Coppa

Non solo errori sparsi della difesa contro la Juve, dalle inquadrature Sky anche orrori di tifosi gobbi spersi, è sotto gli occhi di tutti infatti che se non sei brutto e disorientato non ti fanno entrare allo Juventus Stadium. Per quanto riguarda  invece la cura delle nostre ferite, cercate di sopportare con dignità questa sconfitta, perché i veri eroi sono altri. Gli eroi, quelli delle gesta epiche li vedo tutti i giorni dalla finestra. La notte portano il cane fuori per i bisogni, ed indossano il pigiama con dignità unica. Niente al confronto di una sconfitta che ti mantiene il culo al caldo del secondo posto. Sin da piccolo ho sviluppato una certa sensibilità verso i punteggi negativi, noto quindi tutti gli habitat dove la sofferenza ci guazza. E’ per questo che ho sempre trattato con estrema sensibilità il problema della sconfitta in generale, o comunque di tutti quegli aspetti che vedono il tifoso in grande difficoltà. Nel mio libro "I tifosi col pene piccolo non sono perduti" spiego per esempio i vari modi per farle assumere del peyote allucinogeno di nascosto. Poi non c’è solo chi soffre per il risultato di Torino, o per il sorteggio di Europa League. Penso a chi non trova parcheggio, oppure al decreto “Salva banche”, e quindi a tutti i truffati in corteo alla Leopolda 6 al grido di “Ridateci i 2 euro”. Altri tifosi scontenti sono quelli che ce l’hanno con “Booking” perché non hanno più intenzione di andare in quell'hotel che avevano cercato su Google nel 2006. E quando perde la Fiorentina contro la Juve, con il nervosismo aumentano anche le circostanze che scatenano litigi in famiglia. Si salvano solo le coppie di tifosi Viola gay che almeno non litigano per futili motivi come "Hai lasciato la tavoletta del water alzata". E che dire poi di un sorteggio che ci ripropone il Tottenham, come se già non bastasse la consuetudine del ménage familiare. E’ un sorteggio abitudinario, affogato nella noia. Un sorteggio che equivale a una condanna. Penso a chi ha una tabaccheria e non sa come lasciare la moglie. Per cercare il positivo di questo sorteggio fotocopia devo pensare all’immagine della pallina che si apre e mostra il nome del Tottenham, e usarla per ritardare l'eiaculazione, anche se il rischio poi è quello di eccitarsi all'estrazione della Lotteria Italia. Insomma, alla fine hanno più fantasia quelli che decidono l'oggetto delle mail che finiscono nella cartella spam, che quelli che estraggono la pallina. Guardate ogni tanto anche voi dalla finestra, non fissate solo lo smartphone. Là fuori c’è un umanità che chiede aiuto. Se vedete un uomo andare in giro con una camicia stropicciata, o è single o è riuscito a sgattaiolare via di casa mentre lei dormiva. Quelli con la camicia stirata sono quelli che invece non hanno una tabaccheria e quindi una scusa valida per uscire. Comunque entrambi disperati dopo il sorteggio di coppa. C'è da capirlo il tifoso afflitto per le sconfitte, e angosciato per la ripetitività dell’urna. Un tifoso che soffre di perdite. D'interesse.


lunedì 14 dicembre 2015

Una serie di forse

L’antidoto alla sconfitta rimane la classifica. Bella malgrado la Fiorentina non abbia dimostrato la solita capacità di andare in verticale. Arroccata in un possesso palla fine Montella, che non ha partorito un tiro in porta. Lasciando Kalinic nella solitudine dei numeri primi. La squadra non ha mai cercato/trovato la profondità. Forse una mancanza di personalità, o forse piuttosto la bravura della Juve nel difendere, o forse l’errore è stato nel voler gestire quel pareggio che avrebbe mantenuto i bianconeri a 5 punti. Sta di fatto che la Juve a un certo punto è stata umile, si è abbassata senza più pressarci alti, ci ha fatto palleggiare aspettando l’errore. E’ stato allora che la partita ci ha guardato con un sorriso malizioso. Noi pensavamo di averla già conquistata. Lei invece ha fatto segno che ci spuntava una caccola dal naso. Niente è perduto naturalmente, ricordo ancora di guardare la classifica, ma se neanche quella aiuta, allora per strappare un sorriso non resta che fare a pezzi delle foto di gente allegra. O forse è proprio perché abbiamo forzato certe giocate che poi abbiamo concesso il contropiede. Alla fine forse hanno inciso più gli errori dei singoli, e non tanto l’atteggiamento della squadra. Sicuramente abbiamo sofferto sugli esterni, e poi i loro tre centrali sono sempre stati bravi nelle chiusure. Non usciamo ridimensionati, ma è da qualche partita come ho detto anche dopo la vittoria sull’Udinese che non mi sembra più la stessa Fiorentina. Scricchiolii, o forse è solo l’età a falsarmi i rumorii.  A 5 anni, quando ne senti qualcuno pensi ai fantasmi. Già a16 anni pensi alla mamma che ti entra in camera. A 30 è il momento di un ladro, e a 40 anni pensi a un menisco. Io che sono fuori categoria mi faccio coraggio tappandomi le orecchie e guardando la classifica. E per dimostrarvi che questa partita non ha incrinato le mie convinzioni, che insomma questa partita non ci ha ridimensionati, mostro un coraggio di tipo domestico, quello più difficile da mantenere. E per dimostrare il mio coraggio di tutti i giorni farò mettere il parquet in bagno. Perché ci vuole coraggio specie nelle sconfitte che fanno male come queste, per rispondere a quella voglia malsana di andare a rovistare in soffitta tra gli striscioni, tipica di certi tifosi feriti come cinghiali. Coraggio che è mancato anche ai 195 Paesi che si sono riuniti e che hanno trovato l'accordo sul clima. Ce ne fosse stato uno che avesse avuto il coraggio di dire che l'App di Meteo.it fa cacare. Voglio pensare invece, che fino all’ottantesimo stavamo controllando la partita, che era difficile trovare degli spazi giusti contro una Juve che a tratti difendeva anche in 5. E sempre usando la classifica come lenitivo, mi consolo dicendo che la Fiorentina è cresciuta molto quest’anno, almeno da non dover più recitare la poesia davanti ai parenti. Poi capita a tutti di provare imbarazzo su un colpo di testa sbagliato di Cuadrado, e non penso ne a Tata e ne ad Astori, penso all'imbarazzo di Babbo Natale quando deve portare i doni nelle case col fotovoltaico.




domenica 13 dicembre 2015

Un tatuaggio Viola sul campionato (Come quello che fece fare il Bicchi alla Marta)

Lo scandalo non è la collusione tra la difesa dell’Udinese e l’attacco dell’Inter, ma il fatto che sia Raffaele Sollecito l'assassino di Chiara Poggi. La faccia di Domizzi al fischio finale è tutto un programma, come quella di Alberto Stasi dopo la sentenza. La faccia di quando a Natale ti aspettavi il cellulare nuovo, ma i tuoi ti hanno regalato i calzini. E se una difesa di serie A, oppure anche una sentenza non sono all’altezza delle aspettative, non resta che eliminare gli ingredienti sbagliati. Quindi sbollentate pure gli anacardi e soffriggete il sedano rapa, poi buttate via tutto e fatevi una bella carbonara. Mentre per festeggiare un’attualità che ci vede allo scontro con la Juve più avanti in classifica, ho fatto un presepe il più moderno e attuale possibile. Che rispecchiasse appunto i giorni nostri. Con il fabbro che se vuoi non ti fa la fattura e il fornaio che ha pure qualcosa per i celiaci. Visto poi che commento partite di calcio e condanne per omicidio con la stessa superficialità, di tutto potrete accusarmi, tranne che d'incoerenza. Mentre la mia inesauribile vena poetica rende ignare maestre delle elementari protagoniste della risposta segreta quando dimentico nome utente e password. La cosa che più mi tiene in tensione oggi, oltre naturalmente alla sfida contro i gobbi, è quanto sta accadendo dopo i fatti di Banca Etruria, c’è infatti un ritorno al vecchio materasso sotto al quale nascondere i risparmi. Purtroppo a proposito di vecchi tempi, il mio è ancora pieno di riviste porno. Per quanto riguarda invece il milionario accusato di stupro: "Sono caduto e l'ho penetrata per sbaglio". Beh, dai succede. E’ successo anche a Kalinic su tiro di Badelj. L’involontarietà dico. Insomma, avrete capito che sto cercando di evitare accuratamente di parlare della partita di stasera, così tanto che consiglierei chi di dovere di bombardare l'Isis con dei prosciutti. A parte gli scherzi evito l’argomento Juventus perché la tensione è tanta e quando scrivo mi ritrovo qua molto presto. Solo. E soffro la solitudine dei puntuali. Perché stasera la Fiorentina potrebbe davvero acquisire la definitiva consapevolezza di essere la più forte del reame. Diciamo che per dare una risposta indelebile all’Inter potrebbe fare un tatuaggio Viola sul campionato come quello del Bicchi, che era così appassionato di pecorina e di flipper, che fece tatuare due pulsanti tondi sui fianchi della Marta.


sabato 12 dicembre 2015

Anche la fortuna ha il suo Bronx

So che avete insistito tanto perché la società prendesse una posizione chiara e quindi scegliesse tra coppa e campionato. Avevo sottovalutato il problema fino a quando non mi è caduta una preziosa bottiglia di passito in terra, e allora tra piangere o leccare il liquido dal pavimento, ho scelto la prima per via dei vetri. Per tutte le altre bottiglie ancora integre, e per decidere quindi quale aprire aspetto invece il sorteggio di lunedì. Sperando via via di bermele tutte. Su Rossi il discorso è più complesso, o forse è anche quello condizionato dalla stessa bramosia da scudetto, e non so se al suo recupero date un valore positivo, oppure se per il suo recupero prevedete un saldo negativo. Del resto so leggere solo nel pensiero di circa la metà della popolazione mondiale, e posso dimostrarlo con una sola parola: figa. Non so se voi fate parte dell’altra metà solo perché avete sempre pensato più a Cogngini che alla passera. Magari stapperò proprio una di quelle bottiglie ancora intatte per festeggiare un gol decisivo di Pepito, quello che ci lancerà definitivamente in testa alla classifica (Sono convinto che Rossi sarà il miglior acquisto del 2016). Che palle!! Direte. Ma da dove la prendi sempre tutta questa positività? E come mai fai sempre queste battute del cazzo? Chi te la da tutta questa voglia di scherzare, oltretutto dopo il mercato da pezzenti? Chi me la da? E’ un periodo che gira tutto per il verso giusto. Non ci crederete ma ho una fortuna sfacciata, è incredibile come riesca ad essere sempre il visitatore 999.999 di ogni sito web. Avrò vinto 720 BMW, tanto che volevo metterne una in palio anche sul blog per il mega concorso natalizio dal titolo “Cognigni è omosessuale?” Purtroppo il notaio non ha potuto sorvolare sul fatto che avete già risposto correttamente in più occasioni inficiandone la regolarità. Allora metterò a disposizione tutte le 720 auto per il raduno dei babbei simpaticoni del 31.12 che diranno "Ci vediamo l'anno prossimo". Comunque ci vuole anche del gran bel carattere per gestire la fortuna di trovarsi sempre al punto giusto nel momento giusto, che credete! Perché se è vero che vincere centinaia e centinaia di BMW fa sempre piacere, poi però devi entrare nel Bronx. Quando cioè ti devi cominciare a muovere tra le strade pericolose di un percorso, che se ne esci vivo, devi seguire per adempiere alle formalità di rito. E lì son cazzi. Prego, inserire la vostra data di nascita. Scorri scorri scorri scorri scorri scorri scorri scorri scorri scorri scorri scorri  Mavaffanculo!!

venerdì 11 dicembre 2015

Rossi non è zoppo

Primo tempo in controllo, una traversa di Babacar e poco altro. Secondo tempo in controllo, una traversa, un gol di Babacar e poco altro. Insomma, qualificazione e spazio a chi gioca meno. Un po’ quello che è successo con il decreto “Salvabanche” e quel pensionato che si è suicidato dopo aver perso centomila euro. Due obiettivi del governo centrati in un colpo solo, E non mi riferisco solo all’Inps e a Giuseppe Rossi che tiene bene tutti i 90 minuti, ma perché finalmente qualificati adesso possiamo concentrarci sulla partita contro la Juve e pensare al sorteggio con ottimismo. Ed è con questo spirito che voglio pensare alle sorti della mia banca, anche se mi hanno appena regalato un'agenda Gennaio-Aprile 2016. Non è stata certo una partita esaltante ma lo scopo era quello di passare il turno, vincendo e risparmiando energie. Segnali buoni come dicevo, Rossi, ma anche Babacar che anche se immusonito dalla panchina segna e decide la gara. E’ stata una partita eccitante, sopra ritmo, intensa, come quando non c’è Tommaso e io e la Rita ci prendiamo 2 ore tutte per noi, poi quando abbiamo finito diciamo sempre “Minchia che dormita”. Ma adesso c’è un weekend importante che ci aspetta, e voi m’insegnate che la sua bontà si misurerà dal risultato con la Juve e dal numero di fazzoletti di carta accartocciati ai lati del letto. Ricordatevi però che non è tutto bianco o tutto nero, che il caffellatte è buonissimo, e che tra il bianco e il nero esistono mille sfumature di candeggio. Insomma, qualora dovessimo vincere solo uno a zero su un rimpallo fortunato, non ve la prendete sempre con il solito, perché a questo preposito stanno pensando per il Giubileo di consentire a ciascuno un omicidio a piacere per il quale poi si viene perdonati. E io ho paura che mi fate fuori Cognigni, e non lo dico tanto per le sorti della Fiorentina, quanto per il vostro equilibrio. Perché dovreste invece augurare lunga vita a Cognigni, che possa cioè fare ancora l’economo della Fiorentina per tanto tempo, perché se continuate a dire ancora bischerate sul mercato, poi dovrete usare la donna delle pulizie come capro espiatorio. Così come su Rossi, se continuate a dire che non è più lui, alla fine anche voi non sarete più voi (Che potrebbe essere un vantaggio). Perché chi va con lo zoppo impara a zoppicare, mentre chi va con le troie impara tante cose.





giovedì 10 dicembre 2015

Avanti anche in Coppa America



Ho cercato di andare ai mercatini ma sono finito al ristorante e in pasticceria. Ho ancora molto lavoro da fare sul mio spirito natalizio. E così invece di andare a cercare la borraccina per il presepe, stasera mi guarderò la Coppa. Anche per usare un po’ il  televisore nuovo che ho comprato proprio quando ho smesso di guardarlo perché la pubblicità ha cominciato a durare così tanto che non mi ricordavo più cosa stessi guardando. Oltre alla pubblicità non guardo più la televisione da quando ho scoperto che la lavatrice ha programmi migliori. Provate comunque anche voi a non farvi coinvolgere troppo da questo clima natalizio che cerca di addolcire i vostri tratti più spigolosi, pensate a Cognigni anche davanti a un panettone artigianale, siate insomma sempre sul chi va là, belli lucidi. Perché quelli che vi fanno gli auguri di Natale il 9 dicembre su WhatsApp non lo fanno perché ci tengono così tanto a voi che non vedevano l’ora, lo fanno solo perché hanno ricevuto un Sms che avverte loro che stanno per finire i giga mensili. E malgrado il sarcasmo gratuito (Anch’io sono un po’ come i “Braccini”, quello che non si paga mi si attacca) ci credo davvero a Babbo Natale, anzi, penso di essere uno dei pochi che si può vantare di averlo visto. È entrato dalla finestra, mi ha legato, imbavagliato e ha riempito il sacco di regali. Sembro così poco interessato al Natale e poi invece mi dispiace che finisca, o almeno che finisca prima che sia riuscito a sgarbugliare quelle cazzo di lucine dell'albero. Così come sembro disinteressato alla partita di stasera solo perché domenica c’è quella con la Juve. Non è vero, stasera ci tengo molto alla Coppa America e alla regata con il Velenenses. Comunque ognuno si deve sentire libero di non sentire il Natale o la Coppa America come una priorità. Ho conosciuto volpi carnivore alle quali l’uva faceva cacare. Ho addirittura conosciuto un contadino che pur dopo aver saputo del formaggio e delle pere sosteneva di preferire la carbonara. E poi non far percepire alla Rita il clima natalizio fa parte di una campagna per la salvaguardia del portafoglio. Ed è grazie alle aderenze di certi utenti del blog che frequentano la curva che sono venuto a conoscenza del vero significato del nuovo striscione del Marasma: “UNO DI NOI”, che verrà esposto sulle cancellate del Franchi proprio la notte di Natale. Non è come può sembrare, la necessità di esprimere un sentimento che accomuna chi indossa la maglia Viola e chi ne è tifoso, in realtà è un pensiero rivolto al pastore sfigato del presepe con la gamba storta che ogni anno cade di faccia sopra il muschio. E dopo che per il Giubileo sono stati sequestrati 500 mila rosari, santini e calamite fasulli (Un rosario fasullo lo riconosco perché se lo uso per pregare Dio, lui non mi sente?) ho capito che il Gomez che ci hanno rifilato era stato fatto nello stesso capannone di Prato dove hanno assemblato anche Dzeko prima di spedirlo a Roma per il Giubileo. Comunque sia, Coppa America o partita contro la Juve, il mio conto alla rovescia non conosce distrazioni natalizie, mancano 15 giorni alla risposta automatica: "A te e famiglia".





mercoledì 9 dicembre 2015

GiubiLeo

Non c’è solo il Marasma disorientato davanti alla classifica dopo il mercato da pezzenti, ci sono pure io davanti a Papa Francesco che apre la porta di San Pietro. Smarrito perché non vedo  Brignano. Succedono cose strane non solo in campionato, prendi un treno e trovi uno psicopatico che invece di guardare il suo smartphone guarda il paesaggio. E’ per questo che la gente è smarrita e cerca sempre più spesso un capro espiatorio. Cognigni. Pensate quante gliene avreste potute dire a quell’economo di Civitanova se al Papa nell’aprire la Porta Santa gli fosse caduto in testa un gavettone. Cose strane come i preti che si fanno i selfie, ma non tanto per l’uso sempre più diffuso dello smartphone nelle situazioni più disparate, ma perché poi capita anche senza volere di inquadrare un Bertone che sembra soffrire di claustrofobia negli spazi piccoli di piazza San Pietro. Capitolo pallone d’oro niente da fare per Ronaldo anche se è un Cristiano, lo vincerà Messi, del resto ci hanno fatto persino un GiubiLeo. Capitolo Champion niente primo posto per la Juve che perde a Siviglia, e proprio contro di noi adesso ha l’occasione d'oro di porgere l’altra guancia per onorare al meglio l’anno Santo. E come da tradizione ieri ho fatto l’albero, chi preferisce invece il presepe, deve fare attenzione perché da quest’anno ci sono delle direttive europee che lo considerano come seconda casa. Insomma un Giubileo blindato come uno stadio, controlli e metal detector ovunque. zone di prefiltraggio, stavolta quei cardinali del Marasma non avranno scampo. La storia di Zamparini e dei suoi esoneri ricorda invece da vicino la cultura del riciclo natalizio, con allenatori che vanno e che vengono, perché quello che fai prima o poi ti ritorna. Con un’altra carta regalo. Il Papa dopo l’apertura della Porta Santa dovrebbe fare qualcosa anche per aprire la porta della Juve a Neto. Mentre si riaccende la discussione sul turnover di coppa, io cerco di combattere un problema che mi si ripropone anche lontano dalle partite europee. Sto insomma lottando contro la tentazione di girarmi se per strada sento urlare "Ehi sfigato?” Spero tanto che domani sia davvero la giornata di Pepito, gli ci vorrebbe proprio una partite di quelle che restituiscono certezze, autostima e qualche soddisfazione dopo tanta sfortuna. O forse sono solo troppo romantico, come disse la Beatrice dalle poppe grosse alla sua amica Sandra dopo la prima volta che uscimmo insieme. “Un romantico lo riconosci subito, mi ha spostato i capelli dietro l'orecchio, sfiorandomi il viso, prima del pompino”. E adesso non vi chiedo se sperate di andare avanti in coppa oppure no, vi chiedo cosa sperate di trovare sotto la Santanchè?


martedì 8 dicembre 2015

Camminando sulla spiaggia

Camminando sulla spiaggia con lo iodio a favore e una meravigliosa congiuntura: un giorno che racchiude in sé l'efferatezza del lunedì, l'incoscienza del venerdì e la serenità del sabato. Con il posticipo di campionato che soffia ormai alle spalle. E allora tiro su il bavero del caban e penso che Lasagna giocava centravanti titolare nella squadra di mia nonna. Che se ci fosse ancora sono sicuro che si preoccuperebbe dell’arrivo dell’Isis solo per la paura che non bastino. Le lasagne. Camminando sulla spiaggia con l'incoscienza tipica di quelli che si ostinano ancora ad augurare buongiorno. Da Donoratico verso San Vincenzo, sempre meglio che verso Milano per Sant’Ambrogio, che ok è stato un navigatore, esploratore, scrittore e conduttore TV, ma che la beatificazione è comunque una forzatura. Camminando sulla spiaggia mi aiuta a ricordare che ogni anno mi scordo che quello stronzo che aveva messo via i fili delle luci dell'albero tutti intrecciati e io siamo la stessa persona. Poi a proposito di feste e parenti, camminando sulla spiaggia col silenzio dei passi imbavagliati dalla sabbia, mi assale la rumorosa consapevolezza che i procuratori nel calcio sono come le suocere nelle famiglie. E’ bello impegnare il proprio tempo libero camminando sulla spiaggia. Non importa essere dei camminatori professionisti sulla spiaggia, un tempo sono stato anche un buon ginecologo amatoriale. Poi come tutte le camminate che si rispettano è arrivato il momento delle riflessioni profonde, ed è stato camminando sulla spiaggia che ho realizzato. La mirra è il primo regalo riciclato della storia. Così come è stato meglio fare il ponte camminando sulla spiaggia, che non per i lavoratori di Pomezia  fare la Pontina. Succede che camminando sulla spiaggia incontri una strana persona ferma senza camminare sulla spiaggia, rivolta verso il mare con uno strano attrezzo in mano, lungo e fine, forse flessibile, con un filo che va in acqua. Ed è proprio camminando sulla spiaggia che ti rendi conto di come il mondo sia diventato imperscrutabile. Per capire veramente chi è la persona che hai davanti, o studi psichiatria o ti travesti da specchio dell'ascensore. Camminando sulla spiaggia esce fuori tutta la filosofia di chi apprezza le piccole cose, mentre le donne che sanno apprezzare le piccole cose non si sa mai quanti centimetri intendono, con esattezza. Poi lascio il silenzio della spiaggia e mi rituffo là dove non c’è l’acqua ma l’uomo che sviluppa idee geniali. Bella quella di mettere le luminarie natalizie azzurre sulle piante. Ora guido col terrore di vedere posti di blocco ovunque.