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giovedì 17 dicembre 2015

Banane e magnesio

Un’eliminazione dolorosa come un crampo, sarebbe bastato battere una tra Milan e Samp per tornare a disputare la finale. Un incredibile opportunità buttata via. Sperando che il crampo sia dovuto più a un problema di mentalità tipo la mancanza di potassio, che non fisico. Domenica ci sarà subito la riprova, ma per sicurezza inserirei banane e magnesio a caschi nella dieta. Il dolore è forte, notturno, di quelli cioè che si sentono perfettamente perché non sono sovrastati nemmeno dal rumore del traffico. Grazie ad Alessandria e Spezia la Coppa Italia si era trasformata magicamente nell’obiettivo stagionale più semplice da raggiungere. Evidentemente non c’è ancora la giusta mentalità per gestire tre competizioni. Non voglio credere ad un problema fisico ma piuttosto di testa, vedo la Juve che ha giocato tanto, e che ieri sera ha surclassato un Toro che non solo non gioca le coppe, ma che aveva saltato anche l’ultima di campionato. Ci tengo a precisare che il saldo è ancora nettamente positivo, il campionato rimane eccezionale, questo per essere chiari. Anche se l'estrema trasparenza migliora i rapporti umani solo nel settore della lingerie. Sono un po’ arrabbiato, proprio come Sousa perché sarei voluto andare avanti su tutti i fronti. E’ difficile digerire questa eliminazione, almeno a caldo, specie quando hai una vecchietta davanti che scende le scale pianissimo e ti tocca sgambettarla appena appena che sembri inciampata. Scusatemi ma io non ce la faccio proprio a prendermela con i giocatori e il mister alle prime difficoltà. Preferisco rifarmela con gli anziani che sono i più indifesi. E per fare uno straccio di analisi della partita dico che il risultato non rispecchia neanche i valori espressi in campo, e dico anche che la squadra gioca molto meno da squadra di qualche tempo fa, che Kalinic è sempre più emarginato, e che si cercano soprattutto spunti personali. E siccome ho già compromesso l’integrità fisica di quella malcapitata che ha avuto la sfortuna di rallentarmi proprio nel momento che l’arbitro fischiava la fine, dico in generale che non mi è piaciuto nessuno. Dico che non la riconosco più questa Fiorentina, anche se ieri a differenza di Torino le occasioni per far gol ci sono state, quella di Rebic è addirittura quasi pazziniana. Non so, non vedo più il pressing, il gioco è diventato lento, non c’è più un’idea, un'invenzione, non c’è movimento senza palla, e poi un’improvvisa imprecisione, anzi, un’autentica emorragia di passaggi sbagliati. E come spesso accade le cattive notizie non arrivano mai sole. E’ morto Licio Gelli che sapeva far stare zitto chi non doveva parlare, tipo l’agente di Rossi, sapeva come fa uno scoglio ad arginare il mare, sapeva la tecnica segreta per non far cadere i pomodori dalla bruschetta al primo morso, sapeva come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati, Insomma sapeva più di Bucchioni e del Marasma circa certi mercati da pezzenti, così lontani dallo sfarzo di Villa Wanda. E sapeva soprattutto cos’è successo alla fine del primo tempo contro l’Empoli. Una volta morto lui chi ce lo dirà cos’è veramente successo e che potrebbe essere oggi la causa che pesa come un macigno sul rendimento della squadra. Non ce lo dirà più nessuno perché subito dopo Gelli, è morto anche il prete che l'ha confessato.

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