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lunedì 31 dicembre 2018

La Terra sarà tonda anche nel 2019



Ci avviciniamo velocemente alla mezzanotte e allora il mio augurio non può essere che quello di decollare verso un anno nuovo per niente interessante, senza più emergenze in attacco. L’investimento vero sui tifosi Viola sarebbe insegnare alle medie il valore di un gol nell’economia di una vittoria. E dal liceo mandare tutti dallo psicologo. Quota cento purtroppo dovrebbero essere invece i punti della Juve. E la soluzione a tutte le nostre insoddisfazioni, anche in presenza di Oddo, sarà andare d’intestino la mattina. I terrapiattisti che credono a un calcio senza gol, mi hanno fatto sapere privatamente che il nuovo tecnico andrà scelto verificando che il proprio oroscopo sia favorevole. Il Bambi sembra aver accettato la realtà che vede con la maglia numero nove non un centravanti, ma il generico. E quando vi augurano un felice anno nuovo, se sentite ridere a crepapelle non preoccupatevi. E’ Simeone che ha appena sbagliato un gol facile. Nel girone di andata ci sono state così poche presenze nella classifica dei marcatori da parte dei nostri attaccanti che la Questura le ha derubricate in tracce di albumina. Ce l’avete presente quelli che prendono un aereo per festeggiare la mezzanotte due volte? Ecco il Bambi farebbe lo stesso per scansarli. A lui la fine dell’anno mette tristezza, l’inizio mette ansia, e nel mezzo ci sono i gol sbagliati da Simeone. Ve l’ho spiegata in una serie di editoriali, ormai è diventata quasi una telenovela, circa la rotondità della Terra e a questo punto anche di Muriel, adesso ve lo spiego in tre parole. Duemila e diciannove.

domenica 30 dicembre 2018

Il nuovo tatuaggio di Simeone dedicato a Pazzini



Testa di VAR buona solo per portare cappello. Testa di Simeone buona nemmeno per quello. Alla fine c’è voluto Lafont per evitare la beffa dopo che sono state buttate al vento almeno tre palle gol clamorose. Mettici due pali, e l’attacco Viola diventa il protagonista negativo e conclamato del girone d’andata. Con una capacità realizzativa così scadente è manna dal cielo non essere invischiati in zone più paludose della classifica. Tanto per guardare in faccia la realtà, intendo con la faccia di Pazzini, non dico Zapata, mi limito a Caputo che da solo ha fatto più gol dell’intero tridente. Caputo ha fatto più gol di Simeone, Chiesa e Pjaca. Caputo, capito? Come se non bastasse, anche le teorie terrapiattiste come quella che vede Pioli sfiancare Simeone fino a fargli perdere lucidità sottoporta, salta definitivamente dopo il gol trangugiato a porta vuota da un metro a meno di un minuto dall’inizio. Insomma, la Fiorentina domina per larghi tratti ma è incapace di capitalizzare le occasioni create, che sommate a tutte le altre divorate nell’intero girone di andata, fanno quelle due/tre vittorie che mancano alla classifica. A prescindere dalle legittime convinzioni personali consiglio comunque i terrapiattisti di fregarsene di Pioli nel girone di ritorno, tifare e basta, godere per esempio anche dopo una vittoria rotonda, non possiamo sprecarla, abbiamo una doppia vita di tifosi sola. Malgrado il Bambi insista che la colpa dei gol sbagliati è di Pioli, e lo dice mentre addenta il vibratore della compagna, convinto che sia un hot dog. Speriamo almeno di aver indovinato la scelta del ristorante di San Silvestro, per non chiedere l’esonero anche dello chef. Anno nuovo vita nuova, e così l’espressione “qui è tutto un magna magna” diventerà il primo tatuaggio di Simeone nel 2019. Questo girone di andata non solo mi è servito per capire chi ha le responsabilità maggiori di questi 26 punti. Mi è servito anche per capire che così il VAR non funziona, l’arbitro per fare la scelta giusta deve poter chiedere il “50 e 50”, “l’aiuto del pubblico”, e il “chiedilo a Gerry”. Quanto è strano che al mondo d’oggi bambini e adulti siano ancora così rapiti dal fascino e dall’eleganza di Mary Poppins e non dall’avvitamento di testa del Cholito. Tanto da chiedersi se le lenticchie portano solo soldi o anche gol.

sabato 29 dicembre 2018

Un anno sabbatico trekking


Si dice che l’uomo che ha conquistato l’Antartide facendosela a piedi per 1500 km l’abbia fatto per stare lontano dalla Fiorentina di Pioli. Un anno sabbatico trekking. E c’è anche una tifoseria moralmente ineccepibile, lontana anni luce dalla violenza degli Ultras visti a Milano. Un trentenne dell’Isolotto abbonato di Curva Fiesole, dopo la vittoria di Milano ha chiamato la Polizia. L’agente accorso sul posto resosi conto della “tipologia” di denuncia ha esclamato “lasciamo perdere”. Ed è stato subito Fiorentina - Parma. Intanto Boldi e De Sica tornano insieme e sbancano  il botteghino, sbaragliando coppie di comici come Simeone e Pjaca. Da uno studio dell’Università di Camerino emerge che il 65% di quelli che danno di ceppicone agli altri, poi usano il bicchiere di plastica a mezzanotte per salutare l’anno. Quando all’improvviso il Bambi, eccitato dalla partita di Genova contro Prandelli, mi ha detto “esco a sembrare un allenatore”. Dopo questi giorni trascorsi in case troppo piene, toni di voce troppo alti, giochi non sempre divertenti, tornare a casa, collegarsi su Dazn e vincere a Genova, lo considero una sorta di risarcimento celeste. Voi potete pure cambiare il risultato se preferite un risarcimento più introverso (vedi foto). Voglio pensare che questa forma di malinconia cronica che ci pervade, faccia sì che un’eventuale vittoria contro Prandelli non ci faccia malinconia. Intanto, per non sapere né leggere e né scrivere, ho comprato un vestito bellissimo, slim fit, che probabilmente indosserò quando farete festa per l’Esonero. Diciamo per finire che il bello del blog è che ti sembra di essere fuori a criticare l’allenatore anche quando sei chiuso in casa. Il brutto del blog è che ti sembra di essere fuori a criticare l’allenatore anche quando sei chiuso in casa.

venerdì 28 dicembre 2018

A bruciapelo


Non so se ieri sia stata una giornata più triste per la sconfitta col Parma o in quanto Giornata Mondiale dell’Insalata. Se almeno l’avessero data su Dazn non avremmo ancora perso. Le parole sono fatte per chi ha qualcosa da dire, e così il Bambi ha fatto il nome di Guidolin. A bruciapelo. Non voglio struggermi nel ricordo di quando avevamo un allenatore in panchina, mi è sufficiente rivedere il tavolo senza tovaglia. Come poeta da strapazzo me ne frego della metrica, e quando vinciamo come a Milano, io e la mia passione facciamo rima. Del resto le foto non sempre si addicono al Natale. Non ce la farete, insomma, a inaridire la mia vena cercando di sminuirmi le vittorie rare, ed evidenziandomi con il giallo fosforescente le sconfitte inattese. Capisco che sia scortese non contraccambiare un’ossessione, ma non vivo Pioli come tale. Sarà che sono portato all’errore, un vero talento. E poi io devo moderare, devo amministrare tutto questo astio verso il ceppicone, sennò dopo che è stato criticato tutto di lui, cosa scriviamo oltre Bucchioni? Così ho detto al Bambi di andarsene prima che gli si inasprissero gli occhi. Occhi che a me non son serviti se è vero che lo avevate già scritto che avremmo perso. Non sono serviti perché non so leggere quando si parla di sconfitte. E perché svegliarci dal sonno? Meglio leggere cosa ne pensa Di Gennaro. Poi ho trovato una goccia di conserva di susine di Montepulciano a pagina 48 di Eureka Street. E questo mi ha fatto pensare che non voglio che il ragazzino che avevo dentro lasci tutto il posto al Bacconi che è in me. Mi ha fatto pensare anche aver visto quel ragazzino in motorino con i jeans strappati, senza guanti e sciarpa. Io col cappello, i guanti e l’aria calda, in macchina al semaforo in fondo al viale dei Colli. Una volta ero io quel ragazzino, orgoglioso di come Casarsa tirava i rigori.

giovedì 27 dicembre 2018

Siamo tutti un po' allenatori



E’ meglio quando tiri una volta sola invece che trentotto. E’ meglio quando il portiere salva il risultato e i difensori non commettono svarioni. Uguale: la colpa è dell’allenatore. L’equazione non può essere che questa. Una sconfitta che diventa certezza di responsabilità dell’allenatore, ma per aver avallato una campagna acquisti che vede questo Pjaca e questo Gerson. Forse anche con Giampaolo in panchina avresti perso se tiri una quarantina di volte senza successo e uno dei due difensori centrali diventa protagonista in negativo. Purtroppo disastrosa la partita di Hugo che è sembrato proprio un avanzo di Natale. Bastava evitare gli errori marchiani per non perdere. Non dico vincere. Come è chiaro che Quagliarella i gol di tacco li fa grazie all’allenatore. Appena finita la partita ho avuto un’esperienza extracorporea, la mia anima si è separata e ho visto dall’alto il mio corpo esanime dopo la sconfitta. Ma era solo colpa del pranzo di Natale, perché dopo un enorme rutto, sbloccato dagli svarioni di Hugo, l’anima è potuta rientrare. Quindi di positivo c’è che il Natale è finito. Forse l’indizio di un certo appesantimento poteva trasparire dal fatto che Hugo giocasse con i pantaloncini slacciati. La Fiorentina ti mette sempre di fronte a scelte difficili, fare il tifo contro o a favore, e prove durissime come la vittoria a Milano, ma per fortuna poi sa ripagarti offrendo opportunità meravigliose a qualcun’altro, tipo Inglese. Già finito quindi lo spirito del Natale, tutti i propositi di essere più buoni, svaniti. “Speriamo schianti”, pensavo che il Bambi si riferisse a Pioli, e invece da perfetto stilnovista fiorentino si riferiva a colui che ha posizionato il verbale sotto il tergicristallo della sua Micra rossa. Poi però ha aggiunto che se non avesse smesso di fumare avrebbe chiesto a Pioli di andargli a comprare le sigarette. Si, siamo tutti un po’ allenatori. E non solo. La zia del Bambi che per Natale ha vinto all’Allegro Chirurgo ieri si è presentata al pronto di soccorso di Careggi per capire se avevano bisogno di una mano.

mercoledì 26 dicembre 2018

Il set da fonduta



Calore e calorie è il Natale in famiglia. Non solo non ti ricordavi più una vittoria in trasferta, ma la magia del Natale è anche ritrovarsi a pranzo con parenti che credevi morti. Al posto di Eysseric convocato Gaviscon. Tutto liscio fino al panettone artigianale, poi il suocero interista ha nominato Pioli e lo spirito natalizio è andato a puttane in un attimo. La partita col Parma sarà iniziata mentre i succhi gastrici dovranno ancora macerare il cappone ripieno. Mettici che la vittoria potrebbe rimanere sullo stomaco a qualcuno e la digestione si allunga come le ombre degli angeli all’imbrunire. Prima di “una poltrona per due” esisteva il Natale? Prima di Pioli esisteva il giramento di coglioni? E per destabilizzare il Natale, Tommaso ha detto alla nonna di avere ancora fame e di apprezzare Pioli. Questi nonni che distribuiscono soldi a tutti i nipoti mi hanno fatto pensare che ci avremmo potuto comprare Gabbiadini, e non sono nemmeno dei banchieri ebrei. A un certo punto Gesù bambino è stato messo nel presepe, poi è stato messo Montiel, e abbiamo potuto cominciare la partita di Subbuteo. Insomma, è nato! Che fa anche rima con bicarbonato. Se poi vi hanno regalato un set da fonduta non siete nelle condizioni ideali per valutare serenamente la manovra della squadra. E se vi manca qualcosa nella formazione iniziale guardate nella cartella spam. La buona notizia quindi non sarà l’eventuale terza vittoria consecutiva, ma se entrate ancora nei pantaloni. Del pigiama. Se avete qualche dubbio sdraiatevi e controllate se il vostro profilo ricorda quello della collina di Fiesole. Perché se fosse una Fiorentina convincente vi chiederò se vi siete già rimangiati tutto.

martedì 25 dicembre 2018

Non è Natale, è vigilia


Che gli angeli siano quelli di Victoria’s Secret. E avanti come sono vi auguro buona Pasqua. E’ bene andare oltre, non solo oltre Pioli, anche oltre i panettoni che si vergognano dei loro canditi. Se si è invece ancora fermi al Natale, non si può fingere di essere pandori. Accettarli, Pioli e i canditi, per un mondo migliore. Accettare il diverso, oppure il diversamente allenatore, ci permetterà di non ritrovarci soli a decidere la cena verificando la data di scadenza di ciò che è in frigo. Del resto l’estinzione dei dinosauri iniziò dopo la terza vittoria consecutiva. E la quarta puzza pure di fritto. Sperando che ieri notte chi ha sentito dei rumori in casa non abbia sparato. Non cerchiamo alternative in panchina, non facciamo gli chef alternativi, tanto poi ogni anno cuciniamo quello che ci hanno insegnato le nostre nonne e le nostre mamme; difesa e contropiede insomma. Mentre ieri Tommaso scriveva i bigliettini mi ha chiesto consigli, ed è stato subito lettera al Savonarola. La faccio breve, dopo gli auguri di buona Pasqua un’esortazione a non mollare anche dovessimo vincere contro il Parma. Non diamoci per vinti malgrado una serie troppo positiva. Niente panico anche se Giancarlo parla di rinnovo. Non molliamo nemmeno davanti a una posizione troppo a sinistra della classifica. Pensiamo al piccione che stiamo investendo con l’auto, certi che volerà all’ultimo momento, e che invece potremmo prendere pieno sul parabrezza. Pieno. E ora facciamoci du’ ova.

lunedì 24 dicembre 2018

Lo scetticismo della vittoria


La vittoria è un bene pro capite di tutta la tifoseria, E’ un bene e un male per chi non ama il Mister. La vittoria per chi non ama il Mister è come la febbre. Perché la febbre ti costringe a casa sul divano con il plaid. La febbre tiene lontani i parenti. La febbre ti da tanto tempo libero per guardare le partite di squadre allenate magistralmente. La febbre è il Natale. La vittoria nel bene e nel male. La vittoria fino a che morte non ci separi. La vittoria per chi non ama il Mister costringe a fare colazione guardando un punto fisso, senza parlare con nessuno, ripensando ai benefici del valore aggiunto. Troppe le domande dopo la vittoria per chi non ama il Mister; sale prima lo spread o il colesterolo? Ma contro la vittoria non ci sono clausole di salvaguardia. E se proprio non va giù armiamoci di Citrosodina. Oppure c’è una fine strategia dietro tutto questo scetticismo della vittoria; come quando guardiamo lo stesso prodotto delle persone tese per gli ultimi regali, e diciamo “mmmm non mi convince”. A me invece le vittorie sporche piacciono di più, specie se puzzano. Come un piatto di tagliolini col tartufo bianco di San Miniato. La vittoria per chi non ama il Mister è menopausa. Ridere mentre si piange, piangere e poi urlare ridendo. Poi mandare in culo chi ti sta accanto, dirgli che l’amate tirandogli dietro il mestolo d’acciaio. Avere caldo e spalancare le finestre. La domenica della vittoria del cristiano che non ama il Mister lo vede alzarsi, andare in chiesa, non confessarsi perché non ha peccato. Ricevere l’eucarestia. Guardando un’azione di merda della Fiorentina di Pioli si può notare benissimo che non c’era nebbia la notte dell’impatto con la Moby Prince. La petroliera è ancorata diversamente e il traghetto è incagliato in un frammento del DC9 caduto a Ustica. La vittoria per chi non ama il Mister permette di cercare il bambino che è in te, e di picchiarlo. Scrivo della vittoria per chi non ama il Mister perché la poesia è per gente con i controcoglioni. Mica per tutti.

domenica 23 dicembre 2018

Lafont para-cetamolo



La vittoria rivaluta l’impostazione della partita. Un buon vino salva una cena altrimenti non proprio da ricordare. Ordinati e attenti, compatti, abbiamo preparato il momento giusto per colpire. Per una squadra così giovane la vittoria al Meazza è una bella scorpacciata di proteine della crescita. Di ambizioni europee rilanciate. E’ mancato solo l’apporto di Vlahovic e Montiel. Vittoria buona per la classifica, perfetta però soprattutto per suggellare la carriera di merda di Montolivo messo in soffitta come una seggiola sfondata. Alla fine dispiace solo per chi questa vittoria ha regalato sensazioni d’effimero benessere come solo l’Efferalgan 1000 può far provare. Dispiace perché almeno fino a Santo Stefano si dovranno accontentare di Saturno che perde gli anelli. Migliore in campo Milenkovic. Per un Natale di merda vero adesso non rimane che ricevere il maglione con i rombi. E che almeno regni la pace nel condominio. E come se non bastasse la seconda vittoria consecutiva, il fisco ha deciso di non inviare nessuna cartella. Lo dico per il Bambi che è dispiaciuto per la zia che oltre ad amare la polemica ama anche la tombola. Io invece sono dispiaciuto per quei tifosi Viola che hanno reagito alla vittoria così come Crudeli ha reagito alla sconfitta. Con uvetta o senza, e a tre punti dalla Champion, Pioli il panettone alla fine se lo mangia. Certo, per quegli allenatori bravi che guadagnano di più ma sono dietro in classifica, c’è sempre il Pandoro. Però posso capire che sia più divertente un centro commerciale sotto le feste che non la Fiorentina corsara a Milano. Attenzione in questi giorni quando si abbasseranno le temperature, e l’entusiasmo calerà sotto lo zero nella notte, perché non sarà solo l’auto a slittare,  pure il maxi-emendamento, e soprattutto l’esonero. E se il Governo avesse presentato la manovra per tempo anche Spalletti avrebbe passato un Natale migliore. Con la quota 100 Pellissier sarebbe già andato in pensione. Il Bambi ringrazia il Governo per la fatturazione elettronica, questo giramento di coglioni lo distoglierà dalla classifica. Il problema adesso, dopo cioè che gli angeli se ne sono andati, angeli che per alcuni emigrano, mentre per altri vanno in letargo, è che inizi un’altra serie di vittorie e non resti che giustificarle come se fossero dei pistacchi. La paura a quel punto è che quando inizi poi è davvero difficile smettere. Insomma, se Lafont para, la difesa regge, se il peso di Veretout è evidente, e Chiesa risolve, basta poco per salvare le feste. Basta dare il buon Natale almeno alla ballerina del carillon.

sabato 22 dicembre 2018

Oroscopo Viola 2019



L’oroscopo mezzo vuoto 2019 Viola prospetta eclissi lunari addirittura doppie. Non la crisi ma la bi-crisi, la bi-zona di Pioli fino a bi-raghi. A prescindere dal risultato di oggi. A prescindere da qualsiasi vittoria. Da via Bronzino non si accederà più a nessun ponte che possa ricordare stati d’animo festosi. L’oroscopo dice di più, dice che dopo la riconferma di Pioli, mentre dormite, lei vi prenderà il dito e sbloccherà il telefono. Sarà inutile riprovare a misurarsi la febbre, tanto non ce l’avremo, anche se ci sentiremo di merda. Pure la Bonino ha pianto in Parlamento dopo aver letto il nostro oroscopo. IVA al 30%. Sarà la coerenza il segno distintivo del 2019. La Dea bendata non ci considererà per tutto l’anno e neanche per Natale. Il nostro miglior momento arriverà in inverno, e sarà scottarsi il culo sul termosifone. Ottima annata per gli psicologi della città metropolitana di Firenze. Le donne avranno almeno la scusa degli ormoni. I panini da hot dog saranno in confezioni da quattro, i wurstel in confezioni da tre. Anche nel 2019 toccherà a noi quello vuoto. Per i segni di terra, nella seconda metà dell’anno, i segni d’aria tenderanno a scegliere il panino vuoto lasciando agli altri il wurstel che a quel punto rimarrà in mano come il cerino, anzi nel culo. Non sconfiggeremo il pessimismo neanche dopo l’esordio di Montiel. Per il solstizio d’inverno avremo più corto anche l’uccello. Il bicchiere sarà mezzo vuoto e quindi godremo a metà anche perché non gesticoleremo più mentre parliamo. Il mondo doveva finire sei anni fa e invece dovremo continuare a soffrire. La nota positiva è che si parla solo di brutto periodo, per i tifosi Viola, infatti, la vita è un brutto periodo.

venerdì 21 dicembre 2018

A proposito di "braccini"


All’alba l’anziano prete di Serumido convocò il suo miglior chierichetto sotto un albero di cachi chiedendogli di pulire il prato dalle foglie cadute nella notte. “Perché pulire Don Filippo? Altre ne cadranno” Vero, ma quello che adesso ti sembra inutile dopo potrai usarlo per farci un commento sul blog. E così fu. Ieri è stato scritto ancora del dito di Simeone, uno che fa cacare anche senza bisogno dell’albero di cachi. Noi come Fiorentina stiamo facendo molto per le categorie protette, vedi appunto dare una maglia da centravanti al Cholito, così come il Governo del resto, che gli ha dato addirittura i ministeri più importanti. Purtroppo non è cambiato solo il mondo delle curve, quando ancora c’era Desolati e chiedevi un regalo troppo costoso, bastava che i tuoi genitori ti dicessero che Babbo Natale l’aveva cercato ma non l’aveva trovato. Oggi no. Glielo dici a tuo figlio che Babbo Natale ha cercato un centravanti vero, di quelli che costano tipo Higuain che si vede che ha anche gradito il panettone, ma non l’ha trovato. Il problema è che ti risponde che su Amazon c’è. E qui comincia la solita solfa sui Della Valle. E poi in curva la gente non ha più amici a cui regalare un libro. Meglio fare le infiltrazioni alla caviglia di un centravanti anche poco prolifico pur di mandarlo in campo perché comunque non hai di meglio, oppure è meglio quella della ‘Ndrangheta in certe curve per la gestione dei biglietti? Meglio Gattuso o Guttuso? Scuola pubblica o privata? Alla fine basta farli diventare interisti, quella sì che è una scuola di vita. Io per preparare Tommaso al dolore della vita oltre a fargli sparire un peluche alla settimana gli raccontavo tutte le sere la favola di Gubbio. Gli raccontavo della Luce, oggi gli faccio presente che il Cholito è la luce delle scale. Ma senza di quella s’inciampa, e poi non si può volere tutto subito. Non si può sbucciare un mandarino, dividerlo a metà e mangiarlo in un solo boccone senza staccare spicchio per spicchio. Il tifo organizzato, già, ne sono uscito quando mi sono preso la responsabilità di organizzare un regalo di gruppo, e mi sono accorto che le persone ti danno più volentieri un rene che 20 €. A proposito di “braccini”. Non potete odiare i Della Valle, Pioli, Simeone. Non potete odiare il lunedì, perché così odiate un settimo della vostra vita. Come se negli altri giorni foste su un atollo con Wanda Nara.

giovedì 20 dicembre 2018

Non tutti hanno perso lo spirito del Natale


Per chiudere la diatriba su Pioli ed essere tutti finalmente d’accordo, bisognerebbe fare come i canali TV che trasmettono la pubblicità all’unisono. A questo proposito ho beccato il Bambi fare propositi di riabilitazione del tecnico in caso di risultato a Milano, ma aveva le dita incrociate. Intanto per l’oroscopo 2019 il 7Bello, con un comunicato duro quanto quello su Simeone, dichiara di volere delle clausole di salvaguardia. Ovvero l’esonero dell’allenatore anche in caso di vittoria della Tim Cup. La manovra cancella il Totocalcio, non solo quindi la manovra danneggia il Cholito. Se non va via Pioli elimineranno anche il Televideo. E non solo il refrain è sempre lo stesso in casa Viola, Kate è ancora incinta. Non possiamo non essere felici se la squadra ritrova un po’ di vittorie e risale la classifica, dai! Non potete mangiare meno il 24, altrimenti il 25 non ce la fate. Significa che non avete più una nonna che ve lo possa impedire. Ma dove è andato lo spirito del Natale? Forse è rimasto solo Battisti a vestirsi da Babbo Natale. Per scappare. E se per Natale è vero che bisogna essere tutti più buoni voglio venirvi incontro, oggi su Pioli tentennerò. Non tutti però hanno perso lo spirito del Natale, anche se il Bambi sostiene che a Natale siamo tutti più emotivi, più sensibili, più una bella sega, perché siamo stanchi di Pioli.

mercoledì 19 dicembre 2018

Il Giudice Sportivo non è ceppicone


La vittoria è arrivata perché costretto a fare meglio dall’emergenza. Suo malgrado, Pioli avvantaggiato dalle circostanze come se l’innalzamento degli oceani ci permettesse di rivendere la casa d’Oltrarno, con vista mare. E se pensate che il 2018 sia stato uno dei peggiori anni della vostra vita ricordatevi che ci sono ancora una decina di giorni nei quali il ceppicone può sempre rimettere Veretout vertice basso, Benassi sulla trequarti, Pjaca e Chiesa sulle ali. Insomma, un 2018 che ha visto discriminare alcuni allenatori a favore di altri, che poi è quello che succede pari pari al capitone che non capisce delle campagne per salvare l’agnellino mentre di lui se ne fottono. Intanto ennesima cena a Mules anche se ‘sta volta fuori dal tunnel, con il vantaggio che con questo vento freddo si inturgidiscono i capezzoli in tutta la Provincia Autonoma di Bolzano. E quando lascio il Bambi da solo, già privato dai Della Valle della passione, e da Pioli del piacere di vedere bel calcio, fa cose tristi. Mi ha chiamato per raccontarmi di essere stato dal notaio a fare testamento e di aver lasciato tutti i suoi averi al termosifone del salotto. La domanda del giorno non è di natura tattica; c’è vita dopo le cene di Natale? Tutta questa imperfezione Viola che puntualmente viene fatta presente dalla tifoseria con dovizia di particolari, assomiglia pericolosamente a qualcosa di vero. E se anche questa vittoria contro l’Empoli non ci ha cambiato nessuna prospettiva, non ci resta che puntare tutto sulla Pasqua. Attenzione agli stravizi poi, con tutto questo sarcasmo su Pioli dovremmo almeno evitare le bevande gassate.

martedì 18 dicembre 2018

Il prete gobbo


Visti certi striscioni, cori, eccetera, non voglio credere che lo stadio sia rimasto un posto sovraffollato buono solo per poter scoreggiare tranquillamente. Non lo voglio credere, ma ormai ho poche certezze; il lampredotto, e che mancano 6 giorni ad “una poltrona per due”. Se da una parte la polizia brasiliana diffonde nuovi identikit di Battisti, dall’altra Pioli ritira finalmente quelli di un centravanti camuffato da ex dopolavorista ferroviario. Oggi tornato a buttarla dentro. Sparito un finto bidone, la magia del Natale ha fatto sparire anche la tredicesima. Smentito quindi il prete gobbo che all’omelia aveva detto che Babbo Natale non esiste, e che Simeone non è un centravanti, facendo piangere quelli del 7Bello. Il discorso poi per il quale Simeone è tornato al gol perché il ceppicone dopo un lungo travaglio è riuscito a mettergli accanto un’altra punta, e che invece lo scorso anno il fatto che l’allenatore era lo stesso, la punta accanto non c’era, ma i gol li faceva, allora il merito era di Saponara per il cui utilizzo Pioli si è subito dissociato, tutto ciò mi ricorda tanto quelle conversazioni in cui la vicina ti dice ciò che le ha riferito la cognata che le ha raccontato il macellaio che l’ha sentito dire dal figliolo dell’ortolano che ha parlato con questo par di coglioni che ha visto coso cosare. Per questa metodologia del tentativo disperato di dimostrare che Simeone non era in crisi perché questo può succedere a chi fa quel mestiere, molti utenti silenti mi hanno scritto in privato accusando il blog di avergli creato rughe da espressione schifata. Io ho cercato di stemperare certa indignazione da concetti artati, l’ho fatto tentando di sminuirne la portata, sostenendo cioè che ce l’abbiamo tutti quel parente che tende a ingigantire qualsiasi cosa, tipo che Saponara non gioca nemmeno alla Samp.

lunedì 17 dicembre 2018

Simeone ha solo difeso Biraghi


I tre punti servivano come il lampredotto dopo una sbandata vegetariana. Sembrerà strano ma se il centravanti ricomincia a segnare (e a fare assist), e il portiere salva il risultato, la squadra può rilanciarsi in classifica. Insomma, se l’attacco riscopre la propria indole, bene anche Mirallas (movimento da attaccante di razza), malgrado il solito centrocampo timido, Pioli può persino vantare scelte e sostituzioni azzeccate per due partite consecutive. Si, il mondo va proprio alla rovescia, un tempo gli attaccanti facevano gol, i sedicenni invece di andare ai Talent erano ancora bambini, e i cinquantenni già anziani. Adesso se un attaccante fa quello che avrebbe dovuto fare anche prima, zittisce il pubblico, i sedicenni sono già adulti e i cinquantenni ancora giovani. O forse l’esultanza polemica di Simeone era riferita solo all’assist di Biraghi considerato dal pubblico un bidone. Non dovrebbe esserci altro motivo, se non appunto che il mondo va alla rovescia. Se però la vittoria non alimenta come vorremmo la polemica nei confronti dell’allenatore, suggerisco che a scuola avrebbero dovuto insegnarci a impacchettare i regali di Natale, al posto di religione. Al  Bambi non è bastata la panchina salvata, ha pure trovato panettone con i canditi, spumante dolce e torrone morbido nel cesto. Sono mancati solo i cori a favore di Andrea e i fichi secchi. Ma il Natale è ormai compromesso. Solo il pigiama sopra il termosifone bollente gli ha regalato sensazioni positive. E poi ha dovuto pensare alla cerimonia di presentazione del menù di Natale, si terrà oggi alle 17:00 a casa della zia, con l’apertura ufficiale della cucina per le feste, che rimarrà aperta h 24 fino al 7 gennaio. Sospetta addirittura di aver vissuto sette vite e in nessuna ha mai vinto uno scudetto. Non crede neanche più alla mia anima poetica, e me l’ha detto a brutto muso dopo il replay della parata di Lafont su Caputo, che non è il tempo a lenire i dolori, ma gli antinfiammatori.

domenica 16 dicembre 2018

Una fissa


A prescindere da come andrà la gara di oggi voglio dire che Pioli sarebbe molto bravo ad allenare se solo ai tifosi Viola piacesse come allena. Comunque, per il bene di tutti prima la vittoria con l’Empoli, poi le donne e i bambini. Torna pure vittoria, e Marlena lamaialaditomà. Visto che tanto è uguale se chi gioca non fa quello dovrebbe, perché la colpa è sempre e solo di chi sta in panchina, a proposito di uguaglianze, perché allora se bianchi e neri siamo tutti uguali non è uguale anche l’uccello? A proposito di questo, e dopo aver visto le seggiole, il Bambi mi ha detto che ho sempre quella cosa lì in testa. Una fissa. Maschile Bambi, maschile. Uno fisso. Intanto pare che Cesare Battisti non stia fuggendo, sono gli altri che sono lenti. I maligni insinuano che ricordano la manovra impacciata di Pioli. Se perdiamo, per molti il bicchiere mezzo pieno sarà l’esonero del ceppicone, a quel punto non ci sarà più un motivo per rimanere. Solo i domiciliari. Inter e Juve di rigore, noi fino a qui di grigiore. Temo talmente tanto questa partita che stanotte ho sognato di combattere contro dei mostri orribili che volevano violare il Franchi, avevano il volto di Caputo e dei Cugini di Campagna, ed io li ammazzavo tutti. Ringraziatemi merde.

sabato 15 dicembre 2018

La musica per spiazzare la vita



Alcuni non aspettano davvero la tramvia, sono lì alla fermata pronti a raccontarti quanto sono inopportuni i Talent in tv, appena ti provi a chiedere se per andare da “Giorgio” è meglio scendere ad “Arcipressi” o a “Federiga”. Un po’ come fa il ragno con la mosca. E visto che la ragazza si era così aperta gli ho voluto esternare il mio timore non tanto per la crisi della Fiorentina, ma per un eventuale crisi di mezza età che mi spingerebbe a comprare la moto e a fare lo scemo con le ragazze alla fermata della tramvia. Meglio allora avere difficoltà anche contro l’Empoli e il mio provarci soprattutto coi termosifoni. Superata la crisi, poi vi prometto che faremo una cerimonia per intitolare la via d’uscita. Non c’è solo un eccesso di critiche in città, noto anche l’uso improprio dei fendinebbia. Oggi una riflessione che parte dal calcio, ma che è solo un pretesto per cogliere in contropiede (ancora calcio) chi fa finta (calcio anche qui) d’interessarsi a te. Frasi fatte, format d’approccio falsi, da combattere come quando con una finta di corpo si spiazza il portiere. Spiazzare quindi chi ti domanda come stai spiegandogli per filo e per segno come stai. Così come non bisogna fare di tutta un’erba un Anastasio. Lasciamo ai giovani la possibilità di esprimersi con la musica, anche attraverso i Talent, come diceva la grande Amy Winehouse “La musica è l’unica terapia che ho a disposizione per trasformare i miei fallimenti in vittoria”. E poi vediamo se domani dopo la partita riusciamo a cantare di nuovo anche noi.

venerdì 14 dicembre 2018

Dopo il recupero con l'Ascoli



Forse ho preso un granchio con il tridente, e non sarebbe la prima volta, ricordo quella in cui mi fermai con la macchina accanto a due prostitute che si scaldavano al fuoco di un bidone di latta, convinto che vendessero le caldarroste. Un tridente tipo le marche farlocche dell’Eurospin. Penso insomma che Simeone non sia abbastanza centravanti, ma ci sarà qualcuno per il quale anche noi non saremo abbastanza, qualcuno che a sua volta non è abbastanza per qualcun’altro. In fondo siamo tutti il non abbastanza di uno o più. Penso a Pioli che non è abbastanza ceppicone per essere esonerato, mentre Firenze non è abbastanza bella per vincere un altro scudetto. Forse soffre dell'urbanistica della provinciale, così come c'è il gomito del tennista. Non come l’inter che le sta provando tutte, ora Marotta, a giugno Conte, poi se non basta proveranno a giocare con la maglia bianconera. Alla fine mi è tornato in mente di quando ero giovane, ricordo che era un tardo pomeriggio di domenica, subito dopo il recupero con l’Ascoli finito zero a zero. E forse non era neppure domenica. Adesso che cosa sono? Forse sono un giovane che non ha mai smesso di invecchiare. E la partita della prossima domenica pomeriggio è una roba un po’ complicata non giriamoci intorno, anzi, stendiamoci sopra. Se non vinciamo ci stendiamo un velo pietoso? No, perché anche le retrovie hanno un loro fascino, non c’è solo il bello di stare davanti in classifica, sono belle anche le persone che ridono buttando indietro la testa. E il peccato originale non è essere tifosi Viola, è non essersi rifiutati di pagare il primo cappuccino con tutte quelle cazzate sulla schiuma. Per fortuna sono tornati “Amici miei”, 2.04 mi sa tanto di supercazzola. Ieri Santa Lucia, e nel giorno più corto dell’anno non c’è più tempo per scrivere altro.

giovedì 13 dicembre 2018

Le tasche piene di sassi (no cavalcavia)



Bucciantini dice che la Fiorentina è in crisi e che quindi non ha bisogno di questo clima. Sono d’accordo, non mi resta quindi che riempirmi le tasche di sassi e cantare “mormora, la gente mormora. Falla tacere praticando l’allegria”. E a questo proposito ho proposto alla curva di non inveire contro tutto, ma di fare il Gioca Jouer. E subito, loro: “Morire”. Allora ho proposto di tifare per quelli che corrono dietro l’autobus e di esultare se riescono a prenderlo. E’ partito il coro “scemo, scemo”. Tanto quelli che contestano chi pratica allegria, Gesù li vede che mettono meno palline dietro il presepe. Mi piacerebbe che almeno una volta il “1926” facesse una cazzo di polemica anche per quelli che con il motorino occupano un posto auto. Purtroppo sono loro quelli con il motorino. In città, la parte destra della classifica fa da collante, i bottegai e i clienti con le serpi in tasca, altro che sassi, sono almeno uniti in un pessimismo cosmico. Firenze non più divisa ma unita nella disgrazia. A Roma, invece, ricordano con grande affetto Luciano Spalletti per le sue serate europee, quelle in cui gli ha fatto sputare l’anima delimortaccisua. C’è chi sostiene che Spalletti sia voluto uscire dall’Europa che conta perché contro Junker e Moscovici, stanco di tutto quel casino che stanno facendo i gilet gialli, e preoccupato dopo l’attentato di Strasburgo. Appena possibile uscirà anche dalla EL. Fuori era -11 ieri sera quando sono andato a letto, sotto il piumone però c’è una vita parallela. Per fare tacere la contestazione con l’allegria, vorrei che in un campionato della Fiorentina in cui non succede niente, il “galleggiamento” potesse avvenire in quel modo meraviglioso in cui non succede niente nei film francesi.

mercoledì 12 dicembre 2018

Gli emarginati della parte destra



Riguardo alle pietre d’inciampo rubate a Roma mi vengono in mente quei racconti in cui per fare una bravata il protagonista ruba o distrugge un oggetto sacro a una tribù, e questo gli porterà una sfortuna nera per il resto della vita. Come a chi ci ruba le partite. Guardate l’Inter che prima sprofonda in classifica e poi esce pure dalla CL. Ce la rubò quando ancora giocavamo bene, Pioli non c’era, e se c’era dormiva. Riguardo invece al momento “l’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare”, penso di aver capito che l’esonero dell’allenatore è comunque un fatto positivo perché tanto non abbiamo più nulla da perdere, stesso concetto che vale pure per l’avvicendamento societario. Io ho un approccio diverso al non aver più niente da perdere, per me inizia da quando non trovo il punto da dove si stacca lo scotch dal rotolo. Siamo emarginati sulla destra della classifica, e questo è un dato oggettivo, ma se ci fosse stato ancora De Andrè ci avrebbe scritto sicuramente una canzone bellissima. In Italia il numero dei reati e omicidi diminuisce da anni, ma la paura delle persone aumenta. Ne risente anche la classifica della Fiorentina il cui punteggio diminuisce mentre l’incazzatura dei tifosi sale. La gente è sempre più incazzata, avete visto i tifosi Viola a Reggio Emilia respingere quelli che una volta erano i propri beniamini? E’ finito il tempo in cui Jovanotti cantava “affacciati alla finestra amore mio”. Mentre di me si dirà: cercava di non assistere mai ad un esonero dell’allenatore Viola. E’ tempo di spray al peperoncino, aglio e olio. E' il tempo che Pioli tenta di uccidere la nostra passione. Un altro pareggio e rischia di rientrare nella categoria dei serial killer. Poi però penso che il primo passo per essere un buon allenatore è avere una squadra.

martedì 11 dicembre 2018

Il VAR non tiene conto che la Terra è tonda


Perché continuo a sostenere con entusiasmo malgrado la classifica, cercando di cogliere i lati positivi di questa stagione? Rifuggo nella vita vera per sfuggire al virtuale. E per rafforzare questo atteggiamento improntato verso l’ottimismo mi circondo di persone altrettanto positive. Anche chi mi fa le analisi vede sempre la provetta delle urine mezza piena. Il reale è sempre meglio, anzi quasi sempre, qualche volta si avvicina troppo al virtuale, e in queste rare circostanze, diventa grottesco, surreale. Come quando la Beatrice mi chiedeva se le avessi guardato le poppe, e dopo aver negato spudoratamente, mi chiedeva cosa avevano che non andava. Anche se il mondo reale ci spinge a pensare di essere nati solo per pagare le bollette e le multe. E il Bambi ritiene più che lecito rifugiarsi nel mondo virtuale pur di sfuggire a una realtà che vede la Juve aver fatto il vuoto già dopo 15 giornate, con l’Inter a -14, il Milan a -17, la Roma addirittura a -22, e il Napoli nella terra di mezzo. Certo, il mondo reale ci mostra le cazzate di Macron e quelle di Lafont, c’è lo spray al peperoncino, Fabrizio Corona, Junker. La popolazione invecchia. Ma a differenza del virtuale se non riesci a dormire la notte è solo perché sei sveglio. Devo confessare che faccio il tifo per il mondo reale perché sono piuttosto ignorante, e quindi non leggo per fuggire dal pantano della realtà, per scappare cioè dal dodicesimo posto, e per scacciare i pensieri. Preferisco il mondo reale perché sono uno zuccone. Preferisco il mondo reale per via del lampredotto, del vino e della passera. Mi dispiace se la Juve vince sempre, e mi dispiace che certe persone diventano troppo povere per essere intolleranti al glutine. Ma sono contento di poter dimostrare che la Terra è rotonda perché i giocatori di calcio non stanno in piedi e cadono spesso. Si, certo, anche fantacalcio e Pioli. Ma al Brennero non c’è spazio per il virtuale, il gelo in faccia ti riporta alla realtà.

lunedì 10 dicembre 2018

Il villaggio dei pescatori


Continuare a tifare sperando di recuperare il risultato, o smettere di farlo sperando che la sconfitta porti al tanto auspicato esonero dell’allenatore? Chi ha optato per la seconda forse ha ragione, non discuto, ma la lucidità, la freddezza e il cinismo di questo modo di incitare la propria squadra, così distante dall’ottusità di chi preferisce un uovo oggi a una gallina domani, mi hanno fatto pensare non solo al gufo, ma a chi all'istinto di sopravvivenza vero ne preferisce uno di plastica, così se lo dimentica in terrazza, lo ritrova lì senza il pericolo di farsi male per averlo trascurato. Basta passarci un panno umido ed è come nuovo. Della partita si salva solo la reazione, naturalmente, e se il merito è tutto della squadra, il precedente demerito non può essere solo dell’allenatore. Mettiamoci d’accordo. Così come dall’altra parte, se il merito del Sassuolo avanti di due è di De Zerbi perché lui sì che è un ganzo, il demerito del Sassuolo che si fa rimontare in quella maniera al 96°, non può essere solo perché sono saltati tutti gli schemi della Fiorentina (imbrigliata da Pioli). Mettiamoci d’accordo. Se prima si dava del ceppicone a chi non metteva in campo Vlahovic, oggi non lo si può incolpare di averlo fatto. Mettiamoci d’accordo. Male Lafont, colpevole su due gol, male anche Milenkovic, e non solo per l’espulsione demenziale. Ennesima occasione sprecata da Pjaca. Lui e Gerson ininfluenti. Se pensiamo che Simeone è partito dalla panchina si capisce quanto abbiano influito negativamente sulla classifica le aspettative disattese dal tridente. Salutiamo quindi con gioia il ritorno al gol di Simeone, sperando che la sua dieta sia finalmente finita, perché il centravanti in una squadra è importante persino per gli allenatori bravi. E saluto con piacere anche il sesto gol di Benassi, definito un bidone in tempi nei quali Pioli non era ancora al centro dei nostri pensieri, e di conseguenza le nostre analisi erano dedicate a bocciare quell’inevstimento insensato di 10 milioni. Gigantesca la prova di Pezzella con una strepitosa incursione che procura la palla del pareggio di Mirallas. Tre a tre che salva la Fiorentina, che comunque non vince dal 30 settembre. Però, visto che sono impunemente definito un poeta, voglio rappresentare alla mia maniera gli ostacoli del cuore che una sconfitta sventata provoca a chi pensa al proprio amore lontano. Così immagino un villaggio di pescatori, con le case tutte colorate, in modo che ogni tifoso Viola, dal mare, possa scorgere la propria. Figurarsi al suo interno, invece della propria donna, il proprio allenatore preferito, intento a vivere una vita interrotta, sospesa, invece che tra arrivi e partenze, tra ingaggi ed esoneri.

domenica 9 dicembre 2018

Ceppiconi d'anticipo


Inverni che sembrano primavere, attaccanti che non fanno gol, la juve che vince con l’Inter senza polemiche, Di Francesco e Inzaghi che anticipano Pioli. Non si capisce più una sega. Dopo le mogli che usano le minacce per convincerci a fare l’albero di Natale, i vegani che ci vogliono convincere a mangiare cose con il nome di altre cose che conosciamo bene ma che non ci somigliano per niente, ci sono quelli che ti vogliono convincere che Simeone è un centravanti. Il Bambi manca poco si rompe l’osso del collo, ha provato uno strano esperimento in salotto per cercare di migliorare la classifica, in un gesto disperato, ha tentato di leggerla in rovesciata. In Francia non hanno certo aspettato che Pioli pareggiasse anche a Reggio Emilia. Quest’anno al dibattito sull’annosa questione “panettone o pandoro” si è aggiunto anche “Maran o Giampaolo”. Sono convinto poi che una larga maggioranza di quelli che credono nell’esonero dell’allenatore non siano ricambiati. Mentre per tutte le occasioni perse, anzi pareggiate, dovrebbe esserci un sovraffollamento di opportunità. Sarà perché è stata abolita la povertà che intanto mi hanno chiesto 50 euro per un panettone artigianale. Poi sono andato a letto bello carico, perché hanno acceso l’albero in piazza Duomo, per chi ha acceso almeno lo scaldasonno, per la partita col Sassuolo, perché pareggiano tutte, e malgrado la probabile assenza di Chiesa ho sognato a salve.

sabato 8 dicembre 2018

A bocce ferme


Pioli genera lo stesso sentimento di Salvini nei confronti di quelli che vanno a salvare la gente in mare, questo spiega in parte come mai gli uomini campano di media due/tre anni meno delle donne. Prima di tutti questi pareggi, e dei 43 punti su 45 della Juve, si pensava che il motivo fosse dovuto al fatto che le donne devono recuperare il tempo perso in fila ai bagni pubblici. Come voglio immaginare la partita di domani a pranzo? Perfetta come quando arrivo in ufficio e il pezzo preferito che sto ascoltando in radio finisce proprio quando spengo la macchina. Basta che se chiudo lo sportello non cominci a suonare l’allarme attacco ancora a digiuno. Lo so, la carta della disperazione sarebbe quella di sostituire il tecnico, questa ha permesso anche a Prandelli di rientrare nel nostro campionato. La disperazione però potrebbe essere cattiva consigliera, oppure un’opportunità. Per chi vuole scappare dai Della Valle, da Pioli, dal rimpianto per Hagi può cavalcare la disperazione giapponese, nel paese infatti ci sono troppe abitazioni vuote, e a seguito del peggioramento della situazione dovuto al calo demografico, si prevede che entro il 2040 quasi 900 città e villaggi non esisteranno più. Okutama a proposito di carta della disperazione regalerà le sue case a chi ne farà richiesta, da qualunque parte del mondo. Basta avere meno di 40 anni oppure un figlio con meno di 18 anni, un genitore che ne abbia meno di 50, o un centravanti che ha segnato meno di tre gol. I richiedenti devono impegnarsi a stabilirsi nella città in modo permanente. Questo potrebbe portarci lontano dai nostri problemi di ambizione, di conduzione tecnica, di mancanza di un centravanti in attività. Forse sono andati lì anche quelli che idolatravano Macron come novello Napoleone, o Gasperini, e adesso sono spariti. Lontano dalla tentazione tipica del tifoso di dare soluzioni, dopo, io non scappo nemmeno dal dare, ma addirittura dal  sottoscrivere tutto ciò che a bocce ferme diceva la Beatrice.

venerdì 7 dicembre 2018

Funghi e fango


Ne avevo fatto riferimento ieri, ma l’avete buttata in caciara. Il problema è invece serio. Stando a dati ancora provvisori, in Piemonte sono stati 71 i cercatori di funghi ad aver avuto bisogno del Soccorso Alpino. Nove hanno perso la vita, due sono ancora dispersi. Andare a funghi è diventato più pericoloso che schierare Biraghi. Vanno da soli e non rivelano il tragitto per non far conoscere le zone migliori, l’equivalente dell’allenamento a porte chiuse. Calzature inadeguate come certi allenatori, il problema dello scivolamento è lo stesso che accade alla Fiorentina in classifica. Sarebbe meglio perdere qualche fungo, e dare più possibilità di essere ritrovati, non difendere la zona segreta a tutti costi. Non insistere sempre con lo stesso centravanti. Da Anastasi ad Anastasio insomma. Ci sono testimonianze di soccorritori che raccontano di quanto sia difficile per certi fungaioli, un uomo steso sulla barella con un braccio rotto e l’altro che penzolava per reggere il cestino pieno, fu impossibile convincerlo a mollarlo. Lo stesso stanno facendo i Della Valle con la Fiorentina. Se non ci fossero loro, Pioli, Biraghi, tornasse Hagi, potremmo gareggiare per qualcosa che non sia solo su chi va prima in pensione. E con più scorrevolezza della manovra, ci sarebbe anche più serenità a seguire la propria indole da ausiliario del Natale, in modo da controllare se l’albero viene fatto realmente l’8 dicembre, e nel caso elevare delle contravvenzioni. L’unico complimento che il Bambi è mai riuscito a fare a Pioli, è che il tecnico riesce a far cigolare la manovra meglio del cancellino dei suoi genitori a Montemignaio. Secondo me tutte queste problematiche, prima societarie e poi tecniche, privano il povero tifoso Viola di camminare sulle punte, mangiare crostate di mirtilli, avere tempo libero, trascurare il trascurabile, e non vedere l’ora di. Faremo in tempo a vivere il Rinascimento?

giovedì 6 dicembre 2018

Che tempi quando non c'erano i Della Valle


Potremo sempre compensare guardando le squadre che giocano bene, fare cioè come chi sta a dieta e per farsi passare la fame guarda gli spaghetti di Salvini. Che tempi quando non c’erano i Della Valle, Baccini cercava d’imbroccare Dolcenera, gli aneddoti di Califano. Se poi con la ricerca della felicità abbiamo fallito, proviamo pure con i funghi. E come se non bastasse dover partecipare ad un altro campionato, esce il film sui Queen e non quello sui Pooh. A questo punto sono sicuro che i francesi pensano molto meno di noi al calcio. Sono di corsa e in grande ritardo, quindi non mi resta che l’estrema sintesi; se l’annata è appena sotto la sufficienza, c’è sempre la poesia dell’insufficienza con le melanzane. I livornesi capiranno.

mercoledì 5 dicembre 2018

Là fuori


Ieri per Santa Barbara, messa in galleria, vin brulè, aperitivo, e poi cena. Per chi avesse un’idea di cena frugale, un po’ di numeri che sono sicuramente migliori di quelli Viola; 13 antipasti (anche pesce crudo), 4 primi, 12 secondi, 2 contorni, 2 buffet (dolci e frutta), 1 angolo cubano (sigari, rum e cioccolata), vino bianco, rosso, prosecco, champagne. 85 tavoli da 10 persone. Musica dal vivo. Diciamo che per Santa Barbara in cantiere le persone vengono trattate con la stessa cura con cui si inserisce il terzo tentativo di un PIN. In questa overdose alimentare, mi è sembrato di ricordare anche il participio passato di secernere. Poi ho perso i sensi. Ma quanta è piatta la terra senza i gol di Simeone? Mi sono risvegliato con questo interrogativo. La fortuna è stata che chi ha organizzato il catering non ha saputo per tempo che la Food and Drug Administration ha assimilato l’olio extra vergine d’oliva ad un vero farmaco. Se lo avessero scoperto avrebbero fatto fettunte fino al fronte di scavo. Del colpo a Cosa Nostra si è saputo anche in galleria, di Settimo Mineo erede di Riina intendo. Ora di veramente pericoloso in circolazione, là fuori, rimane solo Stefano Pioli. E non ho bevuto rum.

martedì 4 dicembre 2018

Vincere senza fare gol



Che cosa servirebbe davvero? Grazie al dono della sintesi, una sorta di eiaculazione precoce narrativa, lo elenco. Il primo suggerimento, un classico del calcio e anche quello più sposato dalla tifoseria, l’esonero del tecnico. Se non arriva, ma la squadra annaspa ancora nella palude dei pareggi, lo spirito di conservazione ci suggerisce l’utilizzo dei Primavera. Dopo che la parte più cattiva di noi era stata frustrata dalla fallita savonarolizzazione di Biraghi. Ultimo ma anche primo è il cambio di Proprietà, l’obiettivo più ambizioso, più difficile, più rischioso. Lo spauracchio di uno Zamparini, quando non un Preziosi, è per molti un deterrente. Alla fine quello che occorrerebbe ce lo suggerisce la storia quando in un tempo lontano lontano, in un paese che non importa quale, una curva interruppe il rettilineo che portava al castello. C’era una svolta. Nella foto il Bambi chiede quanto manca. Questa serve, che si tratti di vittoria a Sassuolo, del ritorno al gol del centravant prodigo, dell’esonero del tecnico, del cambio di proprietà. Oltre quel rettilineo, se non svoltiamo, potremo trovare la fine del mondo, magari dove qualcuno si fa pure un selfie, forse gli stessi che usano i muri senza avere il talento di Banksy. Ho paura che il cambio di proprietà sia una curva troppo a gomito, anche se la più auspicata dal Bambi, secondo lui se andassimo sotto le finestre del castello marchigiano a gridare che abbiamo fame ci risponderebbero che la prova costume è stata anticipata. Stadio o non stadio, intanto acquirenti migliori di loro non sono ancora apparsi neanche all’inizio di quel rettilineo. Il cambio di allenatore vorrebbe dire che la situazione è precipitata ulteriormente, e la cosa non è augurabile. Diciamo che ci rimane la stessa speranza di sempre, vittoria della prossima partita con uscita dal coma del reparto d’attacco. E’ quando anche la speranza diventa routine, che si perde un po’ di quella convinzione fiduciosa che ci aveva fatto credere di essere più forti dell’Atalanta guidata dal magnifico Gasp. Oppure potremo fare come madre natura quando va al contrattacco, gli elefanti si stanno evolvendo senza le zanne per difendersi dai bracconieri, e così anche noi potremo riuscire a vincere senza fare gol, potremo fare bel gioco malgrado un allenatore ceppicone, e grazie a Renzi che non ha voluto cambiare il piano regolatore per comprare un terzino, la Proprietà potrebbe riuscire a fare plusvalenza persino con Biraghi.

lunedì 3 dicembre 2018

Pochi numeri, pochi oggetti, pochi punti in classifica



C’è chi soffre i ceppiconi, chi gli attacchi asfittici, tutti si deprimono a guardare la classifica. Poi però penso che se fossimo 100 anni fa, ci dovremo alzare alle 5 per andare a lavorare nei campi, la casa sarebbe senza riscaldamento, e avremo un letto in comune con almeno altri 3. Sempre se non siamo in trincea a combattere la Prima Guerra Mondiale. Allora anche Simeone è un gran bel centravanti. E forse dovremo interpretare la classifica così scialba con un occhio diverso. Come quando si flirta per mail dandosi del “lei”, l’inizio di una nuova frontiera dell’erotismo. Così anche i nostri eroi ci sembreranno avere la stoffa dei campioni di sartoria. Forse dovremo distrarci concentrandoci di più sul fastidio della fatturazione elettronica. Tanto è inutile dichiarare anni sabbatici, o pause di riflessione, noi tifosi Viola siamo capaci di scappare dalla passione e di ritornare nello stesso commento. Al massimo ci possiamo concedere delle esternazioni colorite, accese, di fare insomma come a Bologna in via d’Azeglio con il testo di Lucio Dalla. Potremo accendere così la nostra delusione. Attenzione solo a quell’accento al posto dell’apostrofo. In un clima più disteso, grazie a una frequentazione più illuminata della passione, qualcuno potrebbe finalmente confessare la frustrazione dell'inturgiditore di capezzoli delle attrici porno prima di girare le scene, mimetizzata con il fastidio per la mancanza di una vittoria da settembre. Pochi punti in classifica possono comunque dare felicità lo stesso, come pochi oggetti da quattro soldi. Pochi numeri, pochi oggetti, pochi punti in classifica. La moka da sei. Il comò con tre civette. La spazzola da cento colpi. Tra il primo e il secondo in classifica, tra un capocannoniere e un centravanti in crisi, un abisso da ventimila leghe.

domenica 2 dicembre 2018

Vuoi mettere la soddisfazione?



Prima di tutto c’è da dire che gli autori delle scritte contro l’Heysel e contro Scirea sono dei miserabili. Una vergogna. E come se non bastasse la Fiorentina perde pure l’imbattibilità interna. Di buono solo la nuova illuminazione. Nessuna invece in campo. L’equilibrio del primo tempo viene spezzato dal gol di Betancur, la Fiorentina comincia bene il secondo, poi lo strano gol di Chiellini. Una partita a lungo in bilico finita con la vittoria più larga del campionato bianconero. Un paradosso. La Juve fa 40 punti su 42, ok, è più forte, e va bene, ma lo 0-3 è troppo mortificante. Non vuol dire solo fare da fantasma avversario che attraversa il muro della sconfitta. Lo 0-3 interno vuol dire lasciarci pure la sagoma su quel muro. Tipo Gatto Silvestro. Squadra troppo femmina che adesso rischia di andare in depressione. In questa valle di lacrime il rischio è che cominci pure a colargli il rimmel. Di buono però c’è che finalmente abbiamo interrotto la serie di pareggi. E la partita ci regala un dato statistico importante; il tifoso Viola passa un quarto della vita a dormire, e i restanti tre quarti ad attendere il ritorno al gol di Simeone. Non so se è l’impressione giusta, forse più una sensazione sinistra, ogni volta che arriva un risultato negativo da addebitare al tecnico, da qualche parte, in una casa di tifosi Viola, si spalanca una finestra ed entra un mulinello di aria e neve. Questa situazione mi ha ispirato, e sto buttando giù del materiale per una storia a fumetti. Il protagonista con la sciarpa Viola al collo rimane esposto per oltre tre campionati alla conduzione tecnica di Stefano Pioli, fino a quando una mattina scopre di aver acquisito un superpotere: la rassegnazione. Non so, sto pensando anche a una versione d’azione, dove  finalmente il tifoso esulta perché la società annuncia l’esonero del tecnico. Dopo qualche mese arriva in visita dal futuro lo stesso tifoso, che dice all’altro se stesso “Hai presente tutta quella “menata” che hai fatto per mandare via Pioli? Non è servita a un cazzo. Certo un fumetto ancora più amaro di questa sconfitta. Alla fine il tifoso arrivato dal futuro farà la spesa con 50 € e di resto gli danno Simeone. E già che è qui leggerà un fumetto dove il protagonista tifoso Viola vuole godere dell’esonero costi quel che costi. Ma lui il seguito di quel fumetto, venendo dal futuro, lo conosce già. Il veleno del ragno delle banane genera un’erezione di 4 ore, dopodiché arriva il decesso. Titolo del fumetto; "Vuoi mettere la soddisfazione?"

sabato 1 dicembre 2018

Comunque vada



Il gommista di Monte San Savino aveva subito 2 furti, non 38. Due come i gol di Simeone prima di questa partita. E prima di oggi ero molto attratto dalla sua insussistenza, stasera sarò sicuramente più attirato dalla figura del centravanti reale. Quando dico “stasera” intendo dopo che avrà vinto il confronto con Ronaldo. Mentre dall’altoparlante Anastasio rapperà le formazioni. Se invece la partita andrà a rotoli domani scriverò l’editoriale sulla carta igienica. Finita la partita potete comunque passare di qui a dire la vostra, come succede all’assemblea condominiale dove il geometra laureato in legge parla di funghi dell’intonaco, l’enologo parla di guaine per l’impermeabilizzazione, e il fotografo parla di putrelle. Di solito quello più addentro all’ordine del giorno è chi lavora nel settore delle figure di merda. Io posso mettere a disposizione lo spazio e lasciarvi la delega sul tavolo vicino alla frutta. Spero tanto che per alimentare questa diatriba pro questo e contro quell’altro non si vada a rovistare negli archivi per trovare vecchie affermazioni poi smentite dai fatti, con la solita strategia della delegittimazione. Già mi immagino qualcuno alla caccia di pezze d’appoggio per dimostrare che l’altro, amante del cioccolato di Catinari, abbia uno zio juventino in famiglia. Per non parlare di chi fa il tiramisù con i pavesini. Visto il mio recente avvicinamento alla scienza, rendo noto che è stato rilevato un drammatico calo del desiderio tra i tifosi Viola. Vari i sintomi, i più gravi sembrerebbero; il desiderio ossessivo di vedere entrare in campo Montiel e Vlahovic contemporaneamente, in subordine uno per volta, in ultimo, a ingressi invertiti. Poi ci sono i rimpianti per Hagi e Ilicic che sono diventati un classico un po' démodé come lo zuccotto. Se Chiesa dovesse procurarsi un rigore abbiate un po’ di pazienza, perché anche a un funambolo così capace va concessa la perdita di equilibrio. Nel caso di pareggio mi dispererò, non potrò più vivere, però fino a domani mattina, massimo prima che faccia buio, visto che il vento non può più scompigliarmi i capelli e coglierò l’occasione per spostare la parabola di Sky. Il pareggio, già, se succedesse davvero ancora, ci ritroveremo fuori dello stadio prima delle 20:00, ci scambieremo sguardi di fratellanza tra sconosciuti come capita solo nelle grandi sciagure collettive. Comunque vada, buona camicia a tutti.

venerdì 30 novembre 2018

Simeone eroe


Alla fine mi sono convinto che non può esistere amicizia tra l’allenatore della propria squadra e il tifoso. Così come accade tra un pastore e una pecora. Il Bambi proprio per avvalorare questa mia considerazione ha aggiunto che non vuole poter sparare se uno gli entra in casa, vuole poter sparare a chi non lo fa entrare mai. Il riferimento a Montiel e Pioli è chiarissimo. A me non preoccupano quei quattro gatti che credono alla terra piatta. Mi preoccupano molto di più quelli che credono alla consacrazione definitiva di Simeone grazie a un esonero. Francesco Caputo ha fatto il triplo dei gol del Cholito, ha segnato più di Belotti allenato da Mazzarri che guadagna il triplo di Pioli. Anche Camillo Ciano ha segnato di più. E non è genero di Salvini. Diciamocela tutta, chi ha votato il Governo del cambiamento lo ha fatto credendo ad un avvicendamento in panchina. Poi alla fine risulterà che Simeone è un eroe, uno cioè che continua il digiuno anche nel periodo natalizio. Ai tempi del selfie 1.0, quelli della prima fototessera per strada, seggiolino girevole aggiustato per allineare gli occhi come indicato, il goleador faceva ancora la fortuna del Mister. Il problema dello stadio nuovo nell’area Mercafir, a mio avviso, potrebbero essere le campagne acquisti fatte con gli scarti del mercato. Pensavo che fosse sbagliato sostenere che se un giocatore fa bene grazie ad un’azione personale, sfruttando di fatto le sue doti, l’allenatore non ha nessun merito, e se invece non rende come dovrebbe la colpa è dell’allenatore che non lo mette in condizione di sfruttare le proprie doti. Fino ad oggi ho cercato di usare questa apparente contraddizione per contestare quelle che secondo me erano delle forzature, e di questo chiedo scusa. Me ne sono reso conto perché anch’io in qualche maniera faccio lo stesso. Non rispondo ai numeri che non conosco, ma al numero di Sky che mi chiama tre volte al giorno, e che quindi ormai conosco, non rispondo lo stesso.

giovedì 29 novembre 2018

Un cambio di vocale epocale


Una volta si usava un termine che oggi si è evoluto, un cambio di vocale epocale, quando si voleva parlare di adiacenze, dintorni, pressi, prossimità, vicinanze, si usava “paraggi”, oggi per forza di cose si parla di “pareggi”. Fino ad arrivare a quello di bilancio. Il problema di difendere il pareggio, nobilitandolo ad evento in assenza di sconfitta, per salvaguardarlo cioè dalla routine, non a caso in molti anche qui ormai si addormentano a guardare la Fiorentina, fa parte di una di quelle tematiche che mi fa infervorare, e poi finisco per trascurare il panino col lampredotto. Abbiamo letto delle implicazioni di Ferrero in fatti poco edificanti, probabilmente è qui che si gioca il vero derby con il Genoa. E a noi ci ha sempre affascinato il derby della Lanterna. Se almeno Preziosi fosse venuto a Firenze, al posto delle Hogan avremmo potuto vivere di marchi più legati alla logistica, magari invece della classica valigetta con i soldi, Firenze lo avrebbe ispirato e si sarebbe mosso con una zaino Piquadro per fare piquadrare i conti. Lo so, tutti vorremmo avere un allenatore che sia un valore aggiunto scoperto quando ancora rientrava nei nostri parametri, un centravanti che comincia a fare la differenza poco dopo averlo acquistato al costo di un giocatore che non faceva ancora la differenza, un portiere che non para solo quello che parano coloro che ti puoi permettere, un Hagi, un Montiel, un Vlahovic che la differenza cominciano a farla dopo aver affrontato la rappresentativa degli affumicatori di speck della Val di Fleres, una proprietà insomma che potesse eliminare tutta questa necessità di vincere scommesse su scommesse, e non ci facesse più vivere con l'illusione che le patatine fritte hanno le stesse calorie dell’insalata scondita. Tra le altre cose vorrei pure che il tifoso “competentone” nostrano non sapesse più cose di quelle che esistono. Forse proprio perché in ogni rapporto è bello che ci siano segreti, io il segreto di tutti questi pareggi non voglio saperlo. Se tutte le altre squadre hanno sempre qualcosa in più, se nei giardini altrui la clorofilla la fa da padrona, per me non è affatto un problema, non soffro d’invidia, se la nostra bacheca è sottovuoto e quella delle milanesi è invece imbottita, pazienza, perché non c’è solo questo, Milano è anche piena di fica. Una Milano da bere nel bicchiere mezzo pieno.