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venerdì 28 dicembre 2018

A bruciapelo


Non so se ieri sia stata una giornata più triste per la sconfitta col Parma o in quanto Giornata Mondiale dell’Insalata. Se almeno l’avessero data su Dazn non avremmo ancora perso. Le parole sono fatte per chi ha qualcosa da dire, e così il Bambi ha fatto il nome di Guidolin. A bruciapelo. Non voglio struggermi nel ricordo di quando avevamo un allenatore in panchina, mi è sufficiente rivedere il tavolo senza tovaglia. Come poeta da strapazzo me ne frego della metrica, e quando vinciamo come a Milano, io e la mia passione facciamo rima. Del resto le foto non sempre si addicono al Natale. Non ce la farete, insomma, a inaridire la mia vena cercando di sminuirmi le vittorie rare, ed evidenziandomi con il giallo fosforescente le sconfitte inattese. Capisco che sia scortese non contraccambiare un’ossessione, ma non vivo Pioli come tale. Sarà che sono portato all’errore, un vero talento. E poi io devo moderare, devo amministrare tutto questo astio verso il ceppicone, sennò dopo che è stato criticato tutto di lui, cosa scriviamo oltre Bucchioni? Così ho detto al Bambi di andarsene prima che gli si inasprissero gli occhi. Occhi che a me non son serviti se è vero che lo avevate già scritto che avremmo perso. Non sono serviti perché non so leggere quando si parla di sconfitte. E perché svegliarci dal sonno? Meglio leggere cosa ne pensa Di Gennaro. Poi ho trovato una goccia di conserva di susine di Montepulciano a pagina 48 di Eureka Street. E questo mi ha fatto pensare che non voglio che il ragazzino che avevo dentro lasci tutto il posto al Bacconi che è in me. Mi ha fatto pensare anche aver visto quel ragazzino in motorino con i jeans strappati, senza guanti e sciarpa. Io col cappello, i guanti e l’aria calda, in macchina al semaforo in fondo al viale dei Colli. Una volta ero io quel ragazzino, orgoglioso di come Casarsa tirava i rigori.

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