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mercoledì 30 maggio 2012

Cassani come un pesce


Mattia Cassani chiude la stagione con la Fiorentina per volare verso la sua destinazione definitiva, ricordo che il giocatore è un cittadino di una nazione che nel calcio si chiama comproprietà. Quando atterra all’aeroporto John Fitzgerald Kennesodovegiocheròsunday scopre che nella sua nazione è avvenuta la tanto annunciata rivoluzione Fiorentina, feroce come un colpo di stato, dove ci si sbuccia come in una repubblica delle banane, un vero colpo di stato, anzi di capo, come quello rotolato a terra di Corvino, e come quello dei tifosi Viola che sbattono sul muro ogni volta che gli si ricorda che il giocatore verrà riscattato. Tale ferocia, riscontrata solo nella durezza della gente della Cappadocia, lo costringe a sostare nell’aeroporto John Fitzgerald Kennesodovegiocheròsunday con un contratto ormai privo di validità, scaduto come un passaporto, Mattia si vede negato il visto d’entrata nella sua destinazione definitiva e anche la possibilità di far ritorno a Firenze, dovendo quindi restare all’interno del terminal dedicato ai sogni internazionali, senza la possibilità di varcare la frontiera, un incredibile destino, se si ripensa oggi alle parole dei genitori che dichiararono di averlo concepito durante una puntata di “Giochi senza frontiere”. Mattia comincia a scoprire così il mondo del terminal del calcio, pieno di personaggi originali, e mi viene in mente quello stravagante, come si è dimostrato alla fine Maxi Lopez nel venire in visita in un città come Firenze, come Vuturo che visita Prandelli, e come la Polizia che visita Coverciano, per non parlare  di Vargas che fa la visita alla playmate Tilsa da non confondersi con un playmaker di centrocampo che gli fa male la milza. C’è anche del divertimento in questa sua esperienza, ad esempio la geniale soluzione trovata da Ceccarelli, che per rilanciare la notizia del suo riscatto in tutti gli aeroporti del mondo, in maniera puntuale, ogni ora, stringe un accordo strategico con la Seiko e la fa inserire vocalmente in una riedizione speciale di un cucù da terminal aeroportuale, che uscirà fuori dalla sua finestrella con la comproprietà nel becco a mo’ di ramoscello, come a costruirsi il nido definitivamente a Firenze. C’è anche un certo romanticismo, in questa esperienza di prima maternità maschile del proprio contratto, se si pensa, che costretto a questo limbo di solitudine, con l’aiuto dell’iPad e della navigazione sulla Riblogghita riscopre attraverso i culi di Deyna, anche il tenero autoerotismo adolescenziale. Insomma, si sviluppa la storia di un giocatore che si adatta a vivere in un nonluogo di lavoro, dove gli altri calciatori sono solo di passaggio, impara le lingue, con particolare abilità per la parola riscatto, che alla fine riuscirà a tradurre in dodici idiomi, si, il famoso dodicesimo in campo, che nel calcio viene considerato il pubblico, quando però non è ne idioma e neanche idiota. Intanto Mattia riesce a farsi accettare nel terminal, stringe amicizia anche con un nastro trasportatore, con la speranza, che una volta entrato nella lobby di quell’affascinante mondo del tapirulan, venga agevolato e quindi riportato anche sul nastro d’Argento dell’Arno, tappando finalmente il becco al cucù di Ceccarelli, e trova l’amore per una dolce hostess, anche se non rappresenta la compagnia di bandiera della comproprietà, ma invece quella di una multiproprietà a Livigno. La storia è ispirata al film di Spielberg che si era ispirato alla storia vera di un rifugiato iraniano, arrivato all’aeroporto di Parigi dopo essersi visto rifiutare il visto d’ingresso dall’Inghilterra a seguito del furto del suo passaporto, le opportunità offerte dalle autorità francesi furono due: il rimpatrio o la permanenza in Francia. Alla fine rimase al “Terminal 1” dal 1998 fino all’agosto del 2006. L’esperienza  ci insegna quindi che per Cassani si profila una lunga permanenza all’aeroporto John Fitzgerald Kennesodovegiocheròsunday, e allora il Cecca sembra essersi deciso a dare mandato a un marmista di Trespiano, e scrivere la notizia del riscatto su una lapide di bianco di Carrara da scoprire durante l’inaugurazione della nuova pista dell’aeroporto di Firenze.