Sono
contro come un frontale, faccio tifo contro e ho sempre in tasca i
gettoni dell'autoscontro, dopo il no di Woody Allen, dico che con il
nuovo Direttore Generale, e lo dico con lo stesso malanimo di un
tifoso medio da ridimensionamento, dico che dopo Corvino siamo
caduti dalla Pradella nella brace. E allora pace se volete la guerra,
perché se la società continua a fare scelte solo per
indispettire, il carosello del tifoso che non vede mai il bello, il
frastuono di chi non vede mai niente di buono, si sposterà
svolazzante come un avvoltoio, sulla ridda di voci, che fredda,
alimenta la rabbia per una proprietà che non accontenta. Ora
tocca all'allenatore, e chiunque arriverà, è bene
essere subito chiari, sarà prima di tutto una grande testa di
cazzo, e lo sarà una volta per il parterre e un’altra per
chi vuol far da zavorre, e non dico solo di Ranieri, perché
c'è sempre qualcuno distratto dalla centrifuga della lavatrice
che è belle lì a scrivere lettere magari per
confrontarsi con Emanuele Filiberto, pensando alla scelta scriteriata
della società di lanciare nel Principato di Monaco il brand
Fiorentina, e a niente gli saranno valsi i richiami alla calma degli
infermieri che “non è quella Monaco lì e neanche Lo
Monaco”, peggio mi sento, perché partiranno le raccomandate
alla Merkel chiedendo la testa di Ovrebo e Klose. Montella invece è
inviso al curvino perché inizia per Montolivo, Mazzarri è
antipatico, si chiama Walter come Schachner e Firenze non è
Cesena, poi c’è sempre quel qualcuno che soffre del raptus
del bucato, che insieme alla centrifuga parte anche il solito casino
di corrispondenza selvaggia, una centrifuga che fa troppo casino, e
così tra l'odio per Mazzarri e quello per i Della Valle
chiederà un confronto anche con la marineria di Mazara del
Vallo. Pioli siccome è stato già confermato, allora era
“bono” solo lui, ma noi si dorme, non si spende e si sbaglia se
si attende, e poi Bologna non è Lecce. Il fascino
dell’allenatore straniero non attacca almeno che non sia Guardiola
perché ha cognome italiano, perché tiene cuore italiano
come Depardieu, per il resto che vadano tutti a Fan Gaal. Intanto
Maxi Lopez è stato avvistato a Firenze, Pinilla a Venezia e
Matri a Roma, e così per il piacere di fare un giro in gondola
con la moglie, il cileno sembra essere proprio il turista più
sfigato, a Venezia infatti c'è già qualche giornalista
che in questo momento lo sta presentando come il nuovo centravanti.
Ormai a Firenze siamo in piena bagarre, si è fatto passare da
bischeri per settimane chi avrebbe scelto prima l'allenatore del Ds e
i fatti alla fine gli hanno dato ragione, ma è un po' tutta la
città che ha perso smalto, e non solo i giornalisti o gli
imbianchini, c'è per esempio il prete di Cestello che non solo
non suona più le campane a favore di una senz'altro più
comoda diffusione audio che ne replica perfettamente il suono, se non
fosse che invece delle campane, ogni ora, con la voce presa in
prestito da un muezzin esodato, ci ricorda a squarciagola che Cassani
verrà riscattato. Al povero Guetta invece, che lo fanno
incazzare, gli è toccato tirare fuori un Guccini dalla
fondina dei ricordi per difendersi, che con le merde che girano, è
come andare a fare una rapina armato solo di pazienza e con la R
moscia, come per facilitare il cassiere a rilasciare dichiarazioni
del tipo “a me dalla voce è sembrato quello che fa le
radiocronache della Fiorentina”. Siamo fuori controllo ormai, Della
Valle come un male da estirpare, è di queste ore l'allarme
lanciato dalla questura sulla possibilità concreta che in
città si riaffacci il fenomeno dei sequestri dopo quello
fortunatamente ormai lontano di Belardinelli, le anticipazioni di Di
Marzio raccontano di un inchiesta che nasce dopo che agli inquirenti
era sembrato sospetto proprio il comportamento del muezzin di Piazza
Cestello, fino a quando non hanno intercettato il Ceccarelli che
consegnava furtivamente un foglietto all'incaricato di salmodiare, e
a quel punto i sospetti sono diventati certezze, anche se il
biglietto recuperato aveva una sola parola leggibile, riscatto, che
poi sia quello di Cassani o quello dopo due anni di delusioni,
probabilmente lo leggeremo su qualche lettera al prossimo bucato.