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sabato 26 maggio 2012

Piazza Cestello, pazza piazza


Sono contro come un frontale, faccio tifo contro e ho sempre in tasca i gettoni dell'autoscontro, dopo il no di Woody Allen, dico che con il nuovo Direttore Generale, e lo dico con lo stesso malanimo di un tifoso medio da ridimensionamento, dico che dopo Corvino siamo caduti dalla Pradella nella brace. E allora pace se volete la guerra, perché se la società continua a fare scelte solo per indispettire, il carosello del tifoso che non vede mai il bello, il frastuono di chi non vede mai niente di buono, si sposterà svolazzante come un avvoltoio, sulla ridda di voci, che fredda, alimenta la rabbia per una proprietà che non accontenta. Ora tocca all'allenatore, e chiunque arriverà, è bene essere subito chiari, sarà prima di tutto una grande testa di cazzo, e lo sarà una volta per il parterre e un’altra per chi vuol far da zavorre, e non dico solo di Ranieri, perché c'è sempre qualcuno distratto dalla centrifuga della lavatrice che è belle lì a scrivere lettere magari per confrontarsi con Emanuele Filiberto, pensando alla scelta scriteriata della società di lanciare nel Principato di Monaco il brand Fiorentina, e a niente gli saranno valsi i richiami alla calma degli infermieri che “non è quella Monaco lì e neanche Lo Monaco”, peggio mi sento, perché partiranno le raccomandate alla Merkel chiedendo la testa di Ovrebo e Klose. Montella invece è inviso al curvino perché inizia per Montolivo, Mazzarri è antipatico, si chiama Walter come Schachner e Firenze non è Cesena, poi c’è sempre quel qualcuno che soffre del raptus del bucato, che insieme alla centrifuga parte anche il solito casino di corrispondenza selvaggia, una centrifuga che fa troppo casino, e così tra l'odio per Mazzarri e quello per i Della Valle chiederà un confronto anche con la marineria di Mazara del Vallo. Pioli siccome è stato già confermato, allora era “bono” solo lui, ma noi si dorme, non si spende e si sbaglia se si attende, e poi Bologna non è Lecce. Il fascino dell’allenatore straniero non attacca almeno che non sia Guardiola perché ha cognome italiano, perché tiene cuore italiano come Depardieu, per il resto che vadano tutti a Fan Gaal. Intanto Maxi Lopez è stato avvistato a Firenze, Pinilla a Venezia e Matri a Roma, e così per il piacere di fare un giro in gondola con la moglie, il cileno sembra essere proprio il turista più sfigato, a Venezia infatti c'è già qualche giornalista che in questo momento lo sta presentando come il nuovo centravanti. Ormai a Firenze siamo in piena bagarre, si è fatto passare da bischeri per settimane chi avrebbe scelto prima l'allenatore del Ds e i fatti alla fine gli hanno dato ragione, ma è un po' tutta la città che ha perso smalto, e non solo i giornalisti o gli imbianchini, c'è per esempio il prete di Cestello che non solo non suona più le campane a favore di una senz'altro più comoda diffusione audio che ne replica perfettamente il suono, se non fosse che invece delle campane, ogni ora, con la voce presa in prestito da un muezzin esodato, ci ricorda a squarciagola che Cassani verrà riscattato. Al povero Guetta invece, che lo fanno incazzare, gli è toccato tirare fuori un Guccini dalla fondina dei ricordi per difendersi, che con le merde che girano, è come andare a fare una rapina armato solo di pazienza e con la R moscia, come per facilitare il cassiere a rilasciare dichiarazioni del tipo “a me dalla voce è sembrato quello che fa le radiocronache della Fiorentina”. Siamo fuori controllo ormai, Della Valle come un male da estirpare, è di queste ore l'allarme lanciato dalla questura sulla possibilità concreta che in città si riaffacci il fenomeno dei sequestri dopo quello fortunatamente ormai lontano di Belardinelli, le anticipazioni di Di Marzio raccontano di un inchiesta che nasce dopo che agli inquirenti era sembrato sospetto proprio il comportamento del muezzin di Piazza Cestello, fino a quando non hanno intercettato il Ceccarelli che consegnava furtivamente un foglietto all'incaricato di salmodiare, e a quel punto i sospetti sono diventati certezze, anche se il biglietto recuperato aveva una sola parola leggibile, riscatto, che poi sia quello di Cassani o quello dopo due anni di delusioni, probabilmente lo leggeremo su qualche lettera al prossimo bucato.