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lunedì 7 maggio 2012

Col seno di poi


Mi dispiacerebbe davvero se qualcuno oggi pensasse che in questo blog si fa uso delle immagini del corpo della donna in maniera indiscriminata e con l'aggravante dello scopo scaramantico, perché al contrario, invece, lo abbiamo fatto sempre con il massimo rispetto anche se in maniera goliardica e golosa, e proprio e solo perché lo amiamo molto, così tanto che col seno di poi che sappiamo esser piene le fosse, ma se anche così non fosse, non lo abbiamo fatto mai abbastanza, o almeno non rendendole totalmente merito. Oggi che abbiamo finalmente le menti sgombre, che niente hanno a che fare con il pesce azzurro, e tanto meno quindi possiamo parlare di menti più grasse di quelle del tonno, oggi che proprio la goliardia potrebbe prendere il sopravvento dopo lo scampato pericolo di un campionato accampato ai bordi della decenza, vorrei integrare un nuovo elemento di culto e così rimediare a una mancanza di sensibilità verso un'altra bellissima parte del corpo femminile. Perché questo aspetto, nonché petto, non è mai rientrato nel rito scaramantico e neanche nella retrospettiva, in tutti i sensi, di film e attrici che hanno acceso la nostra adolescenza. E se la scelta, oltre all'occhio, fino ad oggi era sempre caduta sulla retrospettiva, appunto, per quei fattori scaramantici a cui abbiamo fatto cenno e che avrebbero dovuto aiutarci a raggiungere l'obiettivo, oggi invece, che è arrivato il momento di festeggiare in qualche modo, ovviamente senza tanti caroselli, ma vista la nostra passione per tutto ciò che è godereccio, vorrei farlo almeno con dello champagne, e scelgo le bollicine francesi per dare un seguito al post di ieri, ma anche per rilanciare quel tema a me tanto caro, e che restituisce così il giusto spazio al nostro primo distributore automatico di cibo. Il seno, appunto, deve o non deve entrare in una coppa di champagne, se si, lo champagne che va di fuori a quel punto, deve essere ritenuto uno spreco inaccettabile, e quindi sarebbe meglio prima bere e poi verificare se le misure sono così garbate da rientrare nella coppa? Oppure sono troppo lontani quei tempi nei quali il sogno biondo di intere generazioni dormiva con due gocce di Chanel, mentre oggi è più facile trovare una bionda che dorme con due uomini, o uomini che dormono senza consumare perché sbronzi per le troppe bionde consumate, è quindi preferibile oggi che il seno entri in un secchio? Così, tanto per essere più adatto a soddisfare fantasie sessuali diventate bulimiche, e allo stesso tempo più capiente per bere e ubriacarsi meglio, o è sempre meglio l'ebrezza di quelle forme, grandi o piccole che siano, o si preferisce invece solo la forma, nel senso che non è un approccio formale corretto quello di parlare di calcio in questi termini, o c'è qualcuno che addirittura preferisce il formaggio e di quelle forme vorrebbe parlare oggi in questo blog? E mentre la società sarà bene che in settimana snoccioli qualche nome futurista per limitare contestazioni da scaffale nella partita del congedo, e mentre io do ufficialmente il via alla ridda di voci, sogni  e fantasie che ci accompagneranno in questi mesi proiettati al futuro, mi volto solo per una attimo indietro esprimendo il rammarico per il gioco della Fiorentina che ha dimostrato per quasi tutta la stagione una mancanza sostanziale di geometria, sarebbe bastato che Rossi, invece del pugno duro, avesse inserito nella manovra concetti basilari come per esempio il triangolo che spesso manda in porta l’attaccante, e perché no, anche un po' di trigonometria applicata, in modo da esprimere oltre a un gioco ficcante, semplici relazioni geometriche fra angoli e calci d'angoli e (rapporti di) lunghezze, e così alla fine calcolare il seno e coseno.