La piazza esprime un
pruriginoso disagio per la foschia che s’ingoia le mosse della società, e
allora reagisce con fiscalità nervosa, con modi di fare da esattore pignolo, si
dice già, che la stessa stampa fiorentina chieda ufficialmente per la prossima
stagione, che venga inserita anche la maglia F24, perché le scadenze sono ormai
entrate in testa, maniacali, o forse sono entrate in testa per riempire vuoti di
potere, perché quei dieci giorni individuati da Andrea come necessari a dare delle
risposte, vengono monitorati come purtroppo i sismografi di queste ore,
giornalisti come artificieri a disinnescare le parole al vento del presidente. Il
cronografo al posto della penna, e conti alla rovescia che neanche alla Nasa, e
poi gli sms di Oriali, duri e improvvisi a far correre più velocemente il tempo
di quella scadenza, il futuro della Fiorentina sta tutto dentro l’ultimatum, e
scaduti i dieci giorni, la società esploderà lasciando dietro di se una
nuvoletta dal quale riemergerà solo Cerci sbruciacchiato come Wile Coyote. Avessi a dire il motivo del no di Oriali,
perché io non l’ho capito, visto che le interviste si fanno solo per non dire, o
forse perché ci sono i giornalisti, invece, che dicono senza più bisogno delle
interviste, e poi c’è Antognoni che carica ancora il fucile per sottolineare
garbatamente come aumenti il popolo dei no, detto però forse dall’unico che non
lo direbbe mai quel no, un po’ fa sorridere, visto che sono anni che pigola, dopo
che addirittura aveva ritenuto uno sgarbo l’assunzione di Guerini. C’è tanta
volpe e uva attorno alla rifondazione, e mentre i giornalisti controllano il
calendario delle scadenze, cronometro alla mano, sarà questa la settimana del
futuro, e se per qualcuno come Oriali la Fiorentina non è ancora matura, per
altri come appunto Guerini l’uva ha un sapore meraviglioso, e siccome per noi
ha lo stesso identico sapore di quella di Vincenzo, siamo tentati di pensare
che è meglio che ognuno sia rimasto nei vigneti suoi, ognuno sotto il suo cielo,
o sotto il suo Sky. Se Oriali crede, come lui stesso dichiara, che i Della
Valle hanno intenzione di fare una grande squadra, ma che non ha accettato l’incarico
per divergenze tecniche sul progetto, devo dire che a me, oltre a non essere
stato chiaro per niente, non è piaciuto neanche il modo con il quale ha
comunicato il suo rifiuto, un sms alla stampa dopo aver avuto l’offerta di un
lavoro così importante, non è quello che si suol dire il massimo dell’eleganza.
E se ho capito bene, la divergenza si sarebbe manifestata sulla scelta dell’allenatore,
che la società gli avrebbe voluto imporre, e allora spero che se la volpe non
mangia l’uva, questa volta non sia perché è acerba ma al contrario, invece
perché sia troppo matura, e il più maturo di tutti ha solo la Z dello zibibbo,
un dolce e liquoroso modo di ridare la scossa ad un ambiente appassito.