Ieri
Guetta sul blog ha denunciato il “pessimismo cosmico” che si
respira in una città che sembra del Messico, perché ci
avvolge pesantemente come il suo smog, un pessimismo esteso come
l'agglomerato urbano più esteso, in un editoriale che sa di
ritardo, o forse semplicemente fuori sincrono, o solo perché
vogliamo credere che non l’abbia scritto ieri, ma come noi, invece,
lo abbia denunciato almeno un paio di anni fa, e sia arrivato nel
2012 per i grotteschi ritardi di consegna della posta, in uno di quei
casi limite che fanno tanta simpatia ma che vengono accompagnati
anche da un retrogusto amarognolo. Perché il tema lo
conosciamo bene, tanto da essercelo preso a cuore anche prima della
nascita di questo blog, anzi, molto prima, quando ancora ci
incrociavamo sui tornanti del sitone, e da lì denunciavamo
quello che ieri ha fatto sbottare la “voce” delle radiocronache
Viola. Anzi, ci abbiamo fatto produzione con questo tipo di
contenuto, e con l'ultima vendemmia, riempito la bottiglia utilizzata
proprio per il varo di questo blog, e la mia sensazione a leggere
quell’editoriale è stata come ascoltare una delle ultime
radiocronache, nella quale esplode la sua gioia incantata
raccontandoci però una rete di Batistuta, visto che solo oggi
si chiama tutti a raccolta chiedendo di darsi una regolata,
adombrando il sospetto che ci sia un partito preso che gode a
sparlare di Fiorentina e che spera che le cose vadano sempre peggio,
e allora noi sempre oggi esclamiamo stupiti, “ma va?!”. E proprio
oggi che siamo arrivati in fondo a quel peggio. Mi viene da sorridere
amaro come nel ricevere quella cartolina in plateale ritardo, quando
sento chiedere solo oggi quell’unità d’intenti per cercare
di contrastare il fenomeno del “pessimismo cosmico”, per carità,
una depressione dell'atteggiamento da combattere sempre e comunque,
anche oggi, certo, ma fa strano proprio adesso che per alcuni versi è
almeno riconducibile a uno storico di due anni di risultati balordi,
di responsabilità diffuse, di esoneri e decadimento del valore
tecnico, e non lo si è fatto quando quel disfattismo cosmico
fu attivato meccanicamente con l'interruttore dell’addio di
Prandelli, quando cioè ancora non c’era nessuno storico, e
soprattutto con la complicità proprio di chi oggi vorrebbe
combatterlo, E’ da mo’ che c’è chi lavora in quella
direzione inaridendo il terreno, cercando di tagliare alla radice
tutti i possibili ributti di una qualche sintonia, che è lì
che pota la difficile crescita dei flebili entusiasmi, giornalisti
giardinieri del bubare, più bravi di quelli di Boboli, e tutto
questo oggi viene denunciato per paura che provochi danni, quando
l’ambiente è già stato avvelenato, pur riconoscendo
tutte le responsabilità degli attori principali, società
e giocatori in prima fila, ma che ancora i danni a quel tempo non li
avevano potuti fare. Si denuncia il pessimismo del bicchiere mezzo
vuoto, mentre noi ci siamo ubriacati in questi anni a forza di bere
bicchieri mezzi pieni, un alcolismo degli affetti che è stato
scambiato grossolanamente per allineamento servile, e non come un
atteggiamento positivo, mentre l'intento degli “influenzatori” di
umore, era quello di gridare il diritto alla libertà di
critica, contribuendo di fatto a svuotare le cantine dagli avanzi
della passione, e diamocela pure questa calmata, meglio tardi che
mai, soprattutto dopo aver dato del pezzo di marchigiano al
presidente, speriamo almeno di essersi resi conto di aver toccato il
fondo, e non solo da un punto di vista della gestione tecnica e
societaria, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la qualità
del sentimento che grava intorno alla Fiorentina, meglio tardi che
mai, e il finalmente lo aggiungo con un po’ di rammarico. Perché
rammarico, perché mi sembra che oggi ci sia sensibilità
sul tema solo perché ci si è accorti di essere arrivati
a un punto che si ha paura essere quello di non ritorno, mentre si è
stati così poco sensibili da non fare il possibile per non
arrivarci. E alla fine sarà proprio per questo motivo che si è
pensato a Ranieri come prossimo allenatore, così l'editoriale
sul “pessimismo cosmico”, potrà essere accompagnato anche
alla registrazione della radiocronaca della sua vittoria di Coppa
Italia, e così ci sarà sembrato di rivincere un'altra
coppa dopo tanto tempo. Corvino invece, a differenza dell’editoriale
di Guetta, sarebbe stato un bene che quella lettera di addio l’avesse
spedita davvero due anni fa, perché così ci saremmo
risparmiati un bel po’ di risultati negativi, e anche un editoriale
in grave differita.
Frittole
1492, quasi millecinque.