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giovedì 17 maggio 2012

Lettera a Savionarola


Ieri Guetta sul blog ha denunciato il “pessimismo cosmico” che si respira in una città che sembra del Messico, perché ci avvolge pesantemente come il suo smog, un pessimismo esteso come l'agglomerato urbano più esteso, in un editoriale che sa di ritardo, o forse semplicemente fuori sincrono, o solo perché vogliamo credere che non l’abbia scritto ieri, ma come noi, invece, lo abbia denunciato almeno un paio di anni fa, e sia arrivato nel 2012 per i grotteschi ritardi di consegna della posta, in uno di quei casi limite che fanno tanta simpatia ma che vengono accompagnati anche da un retrogusto amarognolo. Perché il tema lo conosciamo bene, tanto da essercelo preso a cuore anche prima della nascita di questo blog, anzi, molto prima, quando ancora ci incrociavamo sui tornanti del sitone, e da lì denunciavamo quello che ieri ha fatto sbottare la “voce” delle radiocronache Viola. Anzi, ci abbiamo fatto produzione con questo tipo di contenuto, e con l'ultima vendemmia, riempito la bottiglia utilizzata proprio per il varo di questo blog, e la mia sensazione a leggere quell’editoriale è stata come ascoltare una delle ultime radiocronache, nella quale esplode la sua gioia incantata raccontandoci però una rete di Batistuta, visto che solo oggi si chiama tutti a raccolta chiedendo di darsi una regolata, adombrando il sospetto che ci sia un partito preso che gode a sparlare di Fiorentina e che spera che le cose vadano sempre peggio, e allora noi sempre oggi esclamiamo stupiti, “ma va?!”. E proprio oggi che siamo arrivati in fondo a quel peggio. Mi viene da sorridere amaro come nel ricevere quella cartolina in plateale ritardo, quando sento chiedere solo oggi quell’unità d’intenti per cercare di contrastare il fenomeno del “pessimismo cosmico”, per carità, una depressione dell'atteggiamento da combattere sempre e comunque, anche oggi, certo, ma fa strano proprio adesso che per alcuni versi è almeno riconducibile a uno storico di due anni di risultati balordi, di responsabilità diffuse, di esoneri e decadimento del valore tecnico, e non lo si è fatto quando quel disfattismo cosmico fu attivato meccanicamente con l'interruttore dell’addio di Prandelli, quando cioè ancora non c’era nessuno storico, e soprattutto con la complicità proprio di chi oggi vorrebbe combatterlo, E’ da mo’ che c’è chi lavora in quella direzione inaridendo il terreno, cercando di tagliare alla radice tutti i possibili ributti di una qualche sintonia, che è lì che pota la difficile crescita dei flebili entusiasmi, giornalisti giardinieri del bubare, più bravi di quelli di Boboli, e tutto questo oggi viene denunciato per paura che provochi danni, quando l’ambiente è già stato avvelenato, pur riconoscendo tutte le responsabilità degli attori principali, società e giocatori in prima fila, ma che ancora i danni a quel tempo non li avevano potuti fare. Si denuncia il pessimismo del bicchiere mezzo vuoto, mentre noi ci siamo ubriacati in questi anni a forza di bere bicchieri mezzi pieni, un alcolismo degli affetti che è stato scambiato grossolanamente per allineamento servile, e non come un atteggiamento positivo, mentre l'intento degli “influenzatori” di umore, era quello di gridare il diritto alla libertà di critica, contribuendo di fatto a svuotare le cantine dagli avanzi della passione, e diamocela pure questa calmata, meglio tardi che mai, soprattutto dopo aver dato del pezzo di marchigiano al presidente, speriamo almeno di essersi resi conto di aver toccato il fondo, e non solo da un punto di vista della gestione tecnica e societaria, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la qualità del sentimento che grava intorno alla Fiorentina, meglio tardi che mai, e il finalmente lo aggiungo con un po’ di rammarico. Perché rammarico, perché mi sembra che oggi ci sia sensibilità sul tema solo perché ci si è accorti di essere arrivati a un punto che si ha paura essere quello di non ritorno, mentre si è stati così poco sensibili da non fare il possibile per non arrivarci. E alla fine sarà proprio per questo motivo che si è pensato a Ranieri come prossimo allenatore, così l'editoriale sul “pessimismo cosmico”, potrà essere accompagnato anche alla registrazione della radiocronaca della sua vittoria di Coppa Italia, e così ci sarà sembrato di rivincere un'altra coppa dopo tanto tempo. Corvino invece, a differenza dell’editoriale di Guetta, sarebbe stato un bene che quella lettera di addio l’avesse spedita davvero due anni fa, perché così ci saremmo risparmiati un bel po’ di risultati negativi, e anche un editoriale in grave differita.

Frittole 1492, quasi millecinque.