Ho
adottato due diverse strategie di depistaggio convergenti, una
necessariamente già pianificata da qualche giorno, l’altra a
incrociare come l'unico lancio di Montolivo in sette anni, da mettere
in atto stasera, e siccome domani compio 50 anni ho pensato a
qualcosa che mi permettesse di sfuggire all’appuntamento, quello
che non è riuscito a Ljajic per scappare dalla furia mite di
Rossi. Per prima cosa ho pensato che il tempo non si distrae mai, che
non dimentica le scadenze, un po' come Equitalia, e allora ho pensato
di confonderlo e mi sono fatto crescere la barba, sale e pepe quanto
basta, come quella di George Clooney, con la speranza che oltre a
regalarmi un fascino irresistibile, serva a non farmi riconoscere dal
tempo, o al limite a farmi scambiare per qualcun altro che magari ne
compie 45. La strategia di supporto da mettere in atto solo stasera,
invece, è quella di non farmi trovare a casa, cioè,
prendo e me ne vado a Livorno con la Rita e Tommaso a mangiare il
cacciucco, con questa contumacia e con la barba potrei farla franca
anche se con la Rita, e poi ritornare a casa dopo la mezzanotte
sempre con i soliti 49 o magari con i 45 di quell'altro. L’idea mi
è venuta guardando Cassani, un giocatore irriconoscibile da
quello che avevamo visto a Palermo, e ho pensato cosa gli fosse
potuto mai accadere, e dopo tutta una serie di riscontri incrociati
commissionati alla Playtex, azienda specializzata in Criss-Cross dal
fondo, un tipo di indagini-reggiseno dall'incrocio magico, è
emerso che il giocatore risulta irriconoscibile perché si è
fatto crescere la barba, ed è il calcio in questo caso che non
gli riconosce più l'abilitazione a farne ancora parte, e la
stessa cosa è successa anche al povero Gamberini. Nel loro
caso il cambiamento ha provocato un' involontaria e dolorosa perdita
d'identità, e allora ho pensato che se il calcio è
così facile da distrarre, il tempo che è un tifoso di
quelli che non si ferma mai, che fa tutte le trasferte come il Tocca,
potrebbe esserlo altrettanto. Artur Boruc per esempio, dopo la
vittoria di Roma si è rasato, e la volta dopo, non
riconosciuto più come grande portiere, ha subito preso due
pere contro il Novara, sono anche convinto che se Zeman smettesse di
fumare e magari cominciasse a masticare le gomme, potrebbe cazzottare
Verratti, mentre il mite Delio se smettesse di masticare le gomme e
cominciasse invece a fumare, verrebbe ingaggiato da Lina Wertmuller per un “corto”, come del resto la sua presenza in
Viola, dal titolo “il duro della panchina ha perso la panchina, chi
la ritrova è pregato citofonare Zdenek”. Se da una parte
riesci a confondere il tempo come nel mio caso, dall’altra proprio
perché miri a confondere potresti essere confuso con un altro,
non vorrei per esempio che la Canalis me la volesse dare, mentre una
volta sorpreso ad applaudire la scelta della società di
prendere Zeman, a volermele dare fosse invece Delio solo perché
ho applaudito. E poi Cerci finalmente innamorato di Firenze, leggendo
distrattamente il blog tra una multa e un rogito nelle Isole Vergini
come i suoi libri, non scambi la mia barba per un condimento, come io
i suoi capelli per un cesto di indivia, e non lo dico per invidia. E
poi anche il gioco in orizzontale di quest’anno ci ha fatto venire
la barba, fino al punto da non riconoscere più lo stadio, ed è
per questo motivo che spesso è stato vuoto, perché la
gente sbagliando andava a riempire quello di Pescara, e c'è
anche la Juve in cerca di camuffamenti, impegnata a rifarsi la
verginità barando sulle stelle per rimescolare un passato
ingombrante, e così anche Palazzi è dovuto entrare in
sala trucco, per smascherare quelli del calcio e rifare così
anche quello del prossimo campionato, sgombrando le ombre a colpi
d’ombretto e penalizzazioni. Comunque andrà a finire la mia
latitanza dal tempo che passa, dopo il cacciucco e sotto il cielo
della mia clandestinità dalla carta d’identità,
brinderò con un paio di ponce, sperando che anche Ranieri si
presenti vestito con un poncho, e dopo aver firmato il contratto e
tolto improvvisamente il travestimento messicano-livornese, manifesti la
sua vera identità di nuovo allenatore della Fiorentina,
ricamando la sua inconfondibile Zeta sulla pancia del Masala.