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sabato 12 maggio 2012

I miei primi 50 anni


Ho adottato due diverse strategie di depistaggio convergenti, una necessariamente già pianificata da qualche giorno, l’altra a incrociare come l'unico lancio di Montolivo in sette anni, da mettere in atto stasera, e siccome domani compio 50 anni ho pensato a qualcosa che mi permettesse di sfuggire all’appuntamento, quello che non è riuscito a Ljajic per scappare dalla furia mite di Rossi. Per prima cosa ho pensato che il tempo non si distrae mai, che non dimentica le scadenze, un po' come Equitalia, e allora ho pensato di confonderlo e mi sono fatto crescere la barba, sale e pepe quanto basta, come quella di George Clooney, con la speranza che oltre a regalarmi un fascino irresistibile, serva a non farmi riconoscere dal tempo, o al limite a farmi scambiare per qualcun altro che magari ne compie 45. La strategia di supporto da mettere in atto solo stasera, invece, è quella di non farmi trovare a casa, cioè, prendo e me ne vado a Livorno con la Rita e Tommaso a mangiare il cacciucco, con questa contumacia e con la barba potrei farla franca anche se con la Rita, e poi ritornare a casa dopo la mezzanotte sempre con i soliti 49 o magari con i 45 di quell'altro. L’idea mi è venuta guardando Cassani, un giocatore irriconoscibile da quello che avevamo visto a Palermo, e ho pensato cosa gli fosse potuto mai accadere, e dopo tutta una serie di riscontri incrociati commissionati alla Playtex, azienda specializzata in Criss-Cross dal fondo, un tipo di indagini-reggiseno dall'incrocio magico, è emerso che il giocatore risulta irriconoscibile perché si è fatto crescere la barba, ed è il calcio in questo caso che non gli riconosce più l'abilitazione a farne ancora parte, e la stessa cosa è successa anche al povero Gamberini. Nel loro caso il cambiamento ha provocato un' involontaria e dolorosa perdita d'identità, e allora ho pensato che se il calcio è così facile da distrarre, il tempo che è un tifoso di quelli che non si ferma mai, che fa tutte le trasferte come il Tocca, potrebbe esserlo altrettanto. Artur Boruc per esempio, dopo la vittoria di Roma si è rasato, e la volta dopo, non riconosciuto più come grande portiere, ha subito preso due pere contro il Novara, sono anche convinto che se Zeman smettesse di fumare e magari cominciasse a masticare le gomme, potrebbe cazzottare Verratti, mentre il mite Delio se smettesse di masticare le gomme e cominciasse invece a fumare, verrebbe ingaggiato da Lina Wertmuller per un “corto”, come del resto la sua presenza in Viola, dal titolo “il duro della panchina ha perso la panchina, chi la ritrova è pregato citofonare Zdenek”. Se da una parte riesci a confondere il tempo come nel mio caso, dall’altra proprio perché miri a confondere potresti essere confuso con un altro, non vorrei per esempio che la Canalis me la volesse dare, mentre una volta sorpreso ad applaudire la scelta della società di prendere Zeman, a volermele dare fosse invece Delio solo perché ho applaudito. E poi Cerci finalmente innamorato di Firenze, leggendo distrattamente il blog tra una multa e un rogito nelle Isole Vergini come i suoi libri, non scambi la mia barba per un condimento, come io i suoi capelli per un cesto di indivia, e non lo dico per invidia. E poi anche il gioco in orizzontale di quest’anno ci ha fatto venire la barba, fino al punto da non riconoscere più lo stadio, ed è per questo motivo che spesso è stato vuoto, perché la gente sbagliando andava a riempire quello di Pescara, e c'è anche la Juve in cerca di camuffamenti, impegnata a rifarsi la verginità barando sulle stelle per rimescolare un passato ingombrante, e così anche Palazzi è dovuto entrare in sala trucco, per smascherare quelli del calcio e rifare così anche quello del prossimo campionato, sgombrando le ombre a colpi d’ombretto e penalizzazioni. Comunque andrà a finire la mia latitanza dal tempo che passa, dopo il cacciucco e sotto il cielo della mia clandestinità dalla carta d’identità, brinderò con un paio di ponce, sperando che anche Ranieri si presenti vestito con un poncho, e dopo aver firmato il contratto e tolto improvvisamente il travestimento messicano-livornese, manifesti la sua vera identità di nuovo allenatore della Fiorentina, ricamando la sua inconfondibile Zeta sulla pancia del Masala.