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sabato 16 settembre 2017

Storie di San Frediano in attesa della partita



Le prime volte che mi beccava a fissargli le poppe, per uscirne bene e per risultare persona interessante, non arrapata, le raccontavo che in realtà il mio sguardo andava oltre la dimensione fisica, che la scrutavo controluce per leggere la malinconia che traspariva da “quella sua maglietta fina”, come a quei tempi sosteneva anche Baglioni. Una malinconia soda quella della Beatrice che per questo motivo tendevo a trattare come un pranoterapeuta, una volta che si era convinta delle mie speciali virtù nel leggere i suoi sentimenti. Quando facevo tardi agli appuntamenti, anche in quel caso cercavo di rigirarla col fascino tipico del parolaio sanfredianino, facendole presente che la strada che porta alla felicità è sempre piena di bar. Quando invece era lei a venire da me e si metteva a sfogliare quei pochi libri che mi avevano regalato incautamente, osservando come non sembrassero stati mai sfogliati, rispondevo che il libro deve rimanere intonso, niente sottolineature, orecchie e note a margine. Mi ergevo a difensore dell’anima dei libri per non passare da somaro. Così parlavo anche del mio impegno sociale, e in riferimento ai casi difficili come quello del Bambi, esponevo la proposta di uno sconto della pena per i ladri d’appartamento che prima di andarsene rimettono tutto a posto. Per contestualizzare meglio la personalità sfaccettata e sfacciatamente criminale del soggetto, la misi a conoscenza di quando il Bambi fece arrestare la nonna sorpresa con un chilo di hashish nello scaldino, istruendola preventivamente a rilasciare dichiarazioni ai Carabinieri nelle quali seminasse la confessione di attenuanti generiche come il fatto che la droga costasse meno delle caramelle di quel ladro del Torcini, e che il nipote la preferiva. Morì ancora agli arresti domiciliari e così il funerale venne celebrato in cantina. Tornando alla Beatrice, dei suoi capezzoli turgidi apprezzavo la sensibilità tipica femminile. Purtroppo capì troppo presto che l’uomo sbagliato non desiste. Si, perché continuavo ad andare a trovarla solo per rivisitarne la malinconia da tutti i punti di vista, poi mangiavo e bevevo, e specie la mattina mi irritavo facilmente perché non volevo rovinarmi la colazione dividendo i biscotti con altri, dopodiché sparivo senza più considerarla fino alla volta dopo. La crisi scoppiò definitivamente quando dalla malinconia volli passare all’introspezione di un altro suo buco esistenziale. Ed eccoci arrivati alla partita, Pioli avrà sicuramente sciolto i suoi dubbi di formazione in una soluzione acida. E a quelli del Fronte Gobbo Interno saranno cominciati a girare i coglioni qualche ora prima di individuare il perché. La Fiorentina infatti vincerà solo verso l’ora di cena.


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