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mercoledì 20 settembre 2017

Dov'è il match winner?


Siccome tutti noi abbiamo tre vite, di quella che vivo e di quella che vorrei vivere già so, spero che in quella che gli altri inventano per me senza sapere un cazzo sia previsto che stasera dopo la partita mi faccia le seghe in albergo. Quelli che si laureano in sceneggiatura della vita altrui, sono quelli che si accompagnano con donne superbe, dalle vanità celate dietro ad atteggiamenti umili. E quando dicono di non essere delle maiale si vede benissimo che è per falsa modestia. Donne che fanno le salutiste con il culo delle altre, e che invece del burro usano la vaselina. Mentre un pensiero va a tutte le persone che a Vipiteno in questi giorni mi hanno chiesto indicazioni stradali. Comunque non perdiamo le speranze per stasera perché a volte se desideri veramente una cosa e hai i soldi per comprarla, come per magia quel desiderio si avvera. Naturalmente bisogna prepararsi anche al peggio, e la mia filosofia è sempre stata quella di affrontare una delusione sostituendola con una delusione più grande. Ricordo quella volta a Cesena, ancora piegato in due dal dramma per una rimonta della squadra di casa dopo aver depauperato un vantaggio di tre gol, e la Luisona conosciuta poco prima in una piadineria, che mi disse di aver voglia di trombare e poi di sarde a beccafico, aggiungendo non necessariamente in quell’ordine. Non sapendo dove andare a trovare le sarde, lei si sdegnò e così non volle nemmeno più  trombare, ma quella delusione mi fece dimenticare l’altra. Insomma ci sono i giorni si e i giorni no. Poi ci sono i giorni forse andrà bene, forse sarò felice, e lo saprai solo dopo il triplice fischio dell’arbitro. Del resto la sconfitta e la vittoria viste dalla parte del tifoso le ha raccontate Dalla come meglio non si poteva “Io che sto morendo e tu che mangi il gelato”.

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