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domenica 24 settembre 2017

I canti gregoriani del Bambi


La leggenda narra che una volta un ex giocatore Viola non venne rimpianto. E il Bambi a questo proposito si è svegliato preoccupato per il sinistro di Ilicic. Mentre a proposito di quello che dicevo ieri circa la passione per la scultura, si è detto entusiasta per il monumento alla merda installato in piazza Signoria (entusiasta perché non è finito in Santo Spirito). Non avendo Sky, il venerdì su TV8 la compagna lo costringe a vedere la puntata del giorno prima di XFactor, che lui soffre enormemente, ma a cui lei tiene molto. Allora quando la noia prende il sopravvento e lei ci rimane male, è costretto a negare che quelli sono sbadigli sostenendo invece che sono canti gregoriani, ma che non sono il genere adatto per quel talent show. Intanto è molto preoccupato perché oggi è partita maledettamente seria, tosta, importante, scomoda. Questo ci siamo detti. Tre sconfitte e due vittorie ci vedono in ritardo, la pressione cresce e il risultato diventa fondamentale. Non ci resta che vincere. Ma siccome lui tutta questa tensione la usa per alimentare l’odio nei confronti dei Della Valle ho cercato di svicolare parlando di altro. Non è stato facile distoglierlo anche perché le dichiarazioni di Cognigni l’hanno irritato più della mancanza di vino. Gli ho parlato dei miei nonni, di Gastone che mi ha insegnato ad amare la poesia, e di Zaira che ha contribuito alla passione per le poppe. Il nonno chiamava l’una dopo mezzogiorno “il tocco”. “Si mangia al Tocco” diceva, e mi è sembrata subito poesia. La nonna era una di quelle donne antiche le cui gambe non si sono mai viste, in più usava enormi tovaglie per coprire anche quelle del tavolo. Così nella vita ho imparato a non accontentarmi mai e a guardare più in alto.

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