Più
che cercare fondi di orgoglio nel Siena già abbondantemente depredato
da Mussari, oggi città di serie B e in un Monte dei Paschi di guai,
dovremmo semmai guardare al disagio del Milan che proprio contro il
Siena potrebbe tentare il suicidio. Se i rossoneri non riuscissero più
ad accettare che Montolivo è rimasta la luce fioca del loro centrocampo,
lui il faro dello zero a quattro di Barcellona, potrebbero davvero
farla finita, si, il DNA di squadra più titolata potrebbe ribellarsi e
mandare al cervello input autodistrutivi. Il senso, più in generale, è
quello di volere un mondo in cui Santanchè sia, al più, un errore di
ortografia. Montolivo un saldo comprato perché non c’è più un soldo.Non
bisogna sperare nel Siena ma nel Milan, vincere, chiudere a 70 punti e
andare alla cassa a riscuotere, male che vada, sempre se il Milan
riuscirà a trovare dentro di se dei sussulti di conservazione della
specie, ce ne andremo comunque a fare un tour europeo con l’arrivo a
Torino che è un extra bonus non da poco. E’ comunque stato un bellissimo campionato, certo, che se il Milan
sbandasse sull’Autopalio sarebbe addirittura un manicomio, del resto
loro non hanno fatto altro che litigare tutti i giorni in questa
settimana, tradendo eccessi di serenità che oggi venerdì 17 potrebbe
addirittura tracimare come i fiumi di questa primavera balorda. Chissà.
Forse oggi si cimenteranno in una rissa da saloon mentre noi sprizziamo armonia da tutti i pori e ottimismo per il futuro, il calciatore da
queste parti ormai si offre, mentre chi se ne deve andare soffre, non
come Robinho che sono mesi che tenta la disperata fuga dal faro Montolivo. E poi c’è la
credibilità del campionato in ballo che si contrappone ai poteri forti,
agli interessi, perché il terzo posto della Fiorentina riabiliterebbe il
calcio agli occhi degli scettici, azzererebbe come d’incanto lo
scenario del tutto già stabilito, una pubblicità progresso, una flebo,
una scossa. Se così fosse allora manderanno un Prezzoleni anche a Siena,
il primo sicario del bene a salvare il campionato dalla perdita di
credibilità. La nostra fervida fantasia ha il naso fine, così buono da
sentire l’odore delle crocchette, anzi deibiscotti al contrario.