Dopo
Lucone Toni un altro addio, quello di Little, certo più doloroso anche se più
piccolo, e anche se la sua musica non è stata mai la mia, era comunque
un’icona di una certa Italia simpatica, una figura che ci ha accompagnato, che ci
ha fatto sorridere, che c’è sempre stata, ne soffrirà molto anche Carlo
Conti, adesso costretto a puntare solo su Bobby Solo per popolare i suoi
programmi di nostalgia canaglia. E dopo il Ciuffi un altro ciuffo, forse
il più famoso ci saluta, miracolato dalla calvizie e dal diradamento
se ne è andato lasciando solo Bobby Solo, l’ultimo ciuffo importante
rimasto prima dell’estinzione della specie. Adesso spero che il piccolo
Toni possa andare dal grande Elvis che sono sicuro gli presterà finalmente le sue
giacche, quelle originali. Si è parlato molto anche del portiere ieri
dopo il probabile arrivo del nazionale uruguagio, ruolo del resto troppo
importante, certo che se ci lasciasse anche uno che si chiama Viviano potrebbe sembrare veramente uno sperpero nel momento del commiato, uno
schiaffo al lutto, per il De profundis sembrerebbe più adatto un De
Santis anche se a sua volta, al suo interno contiene tracce pericolose di fresche
cittadinanze onorarie. La Juve è squattrinata e la Fiorentina non vuota
le cantine a nessuno, questa in sintesi la situazione sul fronte
Jovetic, di Matri ci interessa più la Nargi eventualmente, e se proprio
vogliamo mettere una velina nel motore meglio comunque la Satta di
Boateng. Intanto è tornato Benitez spinto dal desiderio di De Laurentis
di sostituire Mazzarri con un allenatore vincente e di nome, quel Benitez
che somiglia tanto a un ippopotamo, e così voglio rappresentarlo, sospinto
a riprovare con più fortuna la sua avventura in Italia, a riemergere
insomma da un fallimento professionale che ancora brucia. Rimangono aperti i
fronti
delle panchine del Milan e della Roma, mentre spifferi cileni
sembrano portarci i buoni ripensamenti di Pizarro, non sarebbe male
tenere il metronomo sopra al pianoforte di Montella, del resto
nell’opera d’arte creata dai Maestri del mercato Pradè e Macia lo scorso
anno tutte le pennellate sono state messe al posto giusto, nessun
tweet fuori posto come quello di Osvaldo, tutto deve rimanere
armoniosamente dentro alla cornice, che comprende anche quella di un
pubblico nuovamente innamorato, non vogliamo uscire dalle righe, o dalla
cornice, non ci abbassiamo a nessun volere, ne a quello di jovetic se
non ci porta il malloppo pattuito ne a quello di Pizarro se non vuole
rimanere in tribuna, possiamo uscire solo a prendere un caffè, e
chinarci solo se è troppo basso, come da foto, anche se personalmente lo preferisco
normale e senza zucchero.
