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martedì 28 maggio 2013

Un saluto al piccolo Toni

Dopo Lucone Toni un altro addio, quello di Little, certo più doloroso anche se più piccolo, e anche se la sua musica non è stata mai la mia, era comunque un’icona di una certa Italia simpatica, una figura che ci ha accompagnato, che ci ha fatto sorridere, che c’è sempre stata, ne soffrirà molto anche Carlo Conti, adesso costretto a puntare solo su Bobby Solo per popolare i suoi programmi di nostalgia canaglia. E dopo il Ciuffi un altro ciuffo, forse il più famoso ci saluta,  miracolato dalla calvizie e dal diradamento se ne è andato lasciando solo Bobby Solo, l’ultimo ciuffo importante rimasto prima dell’estinzione della specie. Adesso spero che il piccolo Toni possa andare dal grande Elvis che sono sicuro gli presterà finalmente le sue giacche, quelle originali. Si è parlato molto anche del portiere ieri dopo il probabile arrivo del nazionale uruguagio, ruolo del resto troppo importante, certo che se ci lasciasse anche uno che si chiama Viviano potrebbe sembrare veramente uno sperpero nel momento del commiato, uno schiaffo al lutto, per il De profundis sembrerebbe più adatto un De Santis anche se a sua volta, al suo interno contiene tracce pericolose di fresche cittadinanze onorarie. La Juve è squattrinata e la Fiorentina non vuota le cantine a nessuno, questa in sintesi la situazione sul fronte Jovetic, di Matri ci interessa più la Nargi eventualmente, e se proprio vogliamo mettere una velina nel motore meglio comunque la Satta di Boateng. Intanto è tornato Benitez spinto dal desiderio di De Laurentis di sostituire Mazzarri con un allenatore vincente e di nome, quel Benitez che somiglia tanto a un ippopotamo, e così voglio rappresentarlo, sospinto a riprovare con più fortuna la sua avventura in Italia, a riemergere insomma da un fallimento professionale che ancora brucia. Rimangono aperti i fronti delle panchine del Milan e della Roma, mentre spifferi cileni sembrano portarci i buoni ripensamenti di Pizarro, non sarebbe male tenere il metronomo sopra al pianoforte di Montella, del resto nell’opera d’arte creata dai Maestri del mercato Pradè e Macia lo scorso anno tutte le pennellate sono state messe al posto giusto, nessun tweet fuori posto come quello di Osvaldo, tutto deve rimanere armoniosamente dentro alla cornice, che comprende anche quella di un pubblico nuovamente innamorato, non vogliamo uscire dalle righe, o dalla cornice, non ci abbassiamo a nessun volere, ne a quello di jovetic se non ci porta il malloppo pattuito ne a quello di Pizarro se non vuole rimanere in tribuna, possiamo uscire solo a prendere un caffè, e chinarci solo se è troppo basso, come da foto, anche se personalmente lo preferisco normale e senza zucchero.