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domenica 5 maggio 2013

Pratiche

Quella di Osvaldo è una coltellata vera, altro che puncicata, quella di Mazzoleni è invece una bella porcata, ma se è vero che dell’arbitro non si butta via niente, della partita va buttato via solo il risultato, perché la prestazione della squadra è stata sontuosa come tutto il suo campionato, tranne appunto la gestione dell’ultimo calcio d’angolo. Gli schemi sulle palle inattive degli avversari sono stati denominati per comodità come le strade di Firenze, l’errore è stato quello di chiamare lo schema sbagliato, via del Pollaiolo invece di quello di via dell’Agnolo. Poi la partita vede una sola squadra in campo, un risultato bugiardo come Montolivo, e una delusione colossale come Jovetic, qualche palo in qua e in là, Compper titolare, Montella incazzato nero. E tanta amarezza come in un campo di cicoria. E poi Ljajic, Cuadrado e Pizarro sopra tutti, una Roma quasi cancellata fino a quel maledetto calcio d’angolo, un’ingiustizia che però fa parte del gioco, e va accettata, anzi, proprio da questa va trovata la rabbia giusta per andare a vincere le ultime tre partite e finire così il campionato senza compromettere niente. Un po’ la sfortuna, ma molto, molto è dipeso dall’insieme di pratiche sessuali che si praticano nel calcio italiano nei momenti topici, quando cioè vanno assegnati i piazzamenti che contano, allora scendono in campo i professionisti, il voyeuristico Mazzoleni per esempio si dice essere un esperto in costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, insomma, sull’impedimento consenziente della libertà fisica, del movimento, di vedere, di parlare, di sentire. E’ risaputo, il Napoli scandalizzato da queste pratiche non si presentò nemmeno alla premiazione, lui poi ha il vezzo, nell’ambiente, di farsi chiamare 007, nel senso che si presenta come Bondage, James Bondage. Ce l’ha messo nel culo, via, diaciamocelo anche se ci fa ancora male, e questa è la radiografia della porcata di ieri, mentre a De Rossi ha lasciato tutta libertà di movimento, non gli ha impedito cioè la restrizione forzata dei movimenti del corpo e così ha potuto allargare il braccio e fermare il pallone, ha lasciato insomma ai giallorossi  tutta la libertà di reiterare certi falli. Il messaggio sembra chiaro, stai al posto tuo, non cercare attraverso il gioco e la sana gestione di guadagnare posizioni che sono state già assegnate, non cercare scorciatoie inutili perché tanto c’è sempre un Mazzoleni pronto a praticare legature come quelle di ieri. Forse è una visione troppo condizionata dall’amarezza del risultato, può darsi, anche se il bruciore comunque lo sento ancora, forse è una visione troppo estrema, si, anche perché nel bondage la consensualità è essenziale e noi non è che siamo stati poi così consenzienti. No, forse ho sopravvalutato un po’ l’abilità di Mazzoleni, la tecnica è più rozza e gli strumenti sono più adatti alla nostra tradizione, e capisco allora perché Nicchi lo chiama Edward mani di forbce, perché lo chiama quando c’è da evitare a qualcuno di spiccare il volo.