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giovedì 30 maggio 2013

La macchina del tempo

Oggi un ricordo, che più di un ricordo vuole essere un augurio visto che non è che me lo ricordi poi così tanto bene il secondo scudetto, ma la foto è bella e la voglio condividere, sfruttando l’entusiasmo presente in città intorno alla squadra, una città finalmente liberata dal magone dello smantellamento, debellato il virus della pontellizzazione e con la speranza che la gente si ritrovi a frequentare luoghi e abitudini sane della città, come andare ogni tanto anche in Piazza della Passera invece di farsi sempre così tante seghe mentali. E’ un ricordo che propongo come buon auspicio per la prossima stagione, come una buona prassi di pensiero, come il bicchiere mezzo pieno, come una buona abitudine prima di andare a letto, con la speranza che se ne vada a letto anche Letta, insomma, un ricordo che funga da filo interdentale dell’ottimismo, da usare per togliere i resti delle parrucche finte che rimangono tra i denti, e sembrerà strano ma proprio tra quelli più radi d’intelligenza. E Visto che nella foto c’è Rascel penso a una foto del terzo scudetto che ne ricalchi lo schema, una sorta di proiezione sentimentale, con Montella Maestro del genere dello schema, e che debba essere quindi riproposta anche la formula del comico, e chi allora meglio di Montolivo dopo la battuttona di Coverciano, un giocatore che ancora una volta sembra voler percorrere una nuova strada, quella di alzare l’asticella su Zelig dopo che anche a noi aveva manifestato la volontà di cambiamento, di vivere la sua vita professionale lontano dal grigiore della provincia. Non tutti sanno però che prima di andarsene al Milan usò le parole di un testo di Bisio per lasciarci “Voglio vivere la vita come un alito di vento che, inseguito dall’aurora, già racchiude le speranze di un domani tutto mio che mi appartenga, e come donna accarezzare nuovi scampoli d’assenza”, io dicevo (Corvino) “Sì capisco, vuoi gli scampoli d’assenza” ma pensavo: “Puttana”. Aggiungendoci oggi davanti un bel “figlio di”. Il bianco e nero della foto ci ricordano che è anche l’ora di mettere del colore sulle foto della nostra passione, di fermare un nuovo ricordo con la gioia finalmente tinta di presente, e  la vittoria della Fiorentina sarebbe una gran bella cura anche e soprattutto per il calcio, per rendere credibilità a un movimento che rischia lo stesso astensionismo della politica. Sarebbe più di una bella foto, sarebbe addirittura un manifesto, un’immagine priva di qualsiasi espressione sbagliata visto che oggi la Fiorentina è di gran lunga la migliore espressione del calcio italiano, la più moderna, persino la più seguita fuori dal nostro paese. Oggi quindi facciamo un tuffo nel passato ma in chiave futura, e proprio per questo vorrei aggiungere alla foto del terzo scudetto un filo conduttore, che ci sia cioè un passaggio del testimone per liberare quel passato e per farlo diventare grande presente, quindi ci vorrei anche quei protagonisti del secondo scudetto che sono ancora tra noi, come se fossero usciti dalla macchina del tempo nella versione più dolce che sia stata mai costruita, proprio come la seconda foto, che è un bellissimo esempio che ritroviamo anche nella vita di tutti i giorni.