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giovedì 22 novembre 2012

Scu-sa se l'avevo-detto

E’ iniziata ufficialmente la caccia, ma non pronunceremo mai il nome della preda, saremo come bracconieri mimetizzati e scaramantici nel bosco delle aspettative, gli daremo nomi in codice in un regime di rime e assonanze, iniziando col dire che è iniziata la caccia al “furetto”, il terzo, visto che due gli abbiamo già nel carniere. Se invece qualcuno dovesse preferire la pesca, allora potremo pensare di tirare su le reti a maggio, e sempre per non dire cosa festeggeremo, potremo usare la lenza se occorre, e insieme all’assonanza tirare su quello che debitamente cucinato mangeremo per far festa, una tipicità regionale in onore dei proprietari del peschereccio, e allora sarà tempo di un magnifico “brodetto”. Se andremo per stalle come faine sarà l’”ovetto” il nostro fine, per boschi potrà essere invece un fungo o un tartufo, l’importante per il palato e per l’assonanza è che sia “perfetto”. Ce lo divideremo comunque, e qualsiasi identità o forma gli vogliamo dare oggi per mascherarlo e proteggerlo con la scaramanzia, per evidenti requisiti di rima ne prenoto fin da adesso comunque almeno un “etto”. Pur essendo cattolico, se necessario, per ottonerlo potrei rivolgermi fino a “Maometto”, festeggiare bevendo “Mionetto” e suonare l’”organetto”, cucinare arrosti sulla brace dentro al “caminetto” fino a rifugiarmi poi satollo dentro al “gabinetto”. Le altre settimane avevamo dovuto verificare certi requisiti per avere diritto e poi accesso alla battuta di caccia, e se poche settimane fa poteva sembrare solo una battuta, oggi è ufficialmente solo caccia, o pesca o forse sarebbe meglio per rispetto degli animalisti parlare di qualcosa di vegetariano, e così per dare un buon profumo all’attesa avrei pensato al “finocchietto”, è importante non menzionare invece l’orto per non innescare le problematiche tipiche del chilometro zero, che nel calcio non hanno lo stesso sapore visto come lo zero sappia troppo di sconfitta, e forse alla fine sarebbe addirittura meglio trasferire il sogno nel deserto lontano dall’invidia, come se avessimo sbancato un casinò di Las Vegas, che così accontenta anche i las vegani. Non sarà certo un “casotto” battere il Toro anche perché nessuno fino ad oggi si è dimostrato un “cacasotto”, la fiducia cresce di minuto in minuto quasi come il debito pubblico, tanto che per la prima volta, con la foto di copertina ho voluto documentare precisi momenti di vita personale, una testimonianza della fiducia ormai conclamata in materia di possibili prede, in poche parole l’equivalente del trofeo che il cacciatore espone orgoglioso, ho preso spunto da questo malcostume, per rendere estremamente tangibile il mio ottimismo, mettendo in salotto invece del trofeo non ancora conquistato, un qualcosa che avesse almeno un significato ben preciso, forte, l’ufficialità cioè dell’inizio della sua rincorsa. Ora siccome il blog vanta una variegata tipologia di utenti che hanno sensibilità, culture, filosofie e anche costumi alimentari profondamente diversi, mi sembrava inelegante scegliere una foto, che ne so, magari di un cinghiale che raccontasse appunto l’inizio della caccia, e allora, per non sapere ne leggere e ne scrivere, ne ho scelta una che raccontasse l’inizio della corsa.