Innestata
la “quinta” sull’autostrada che unisce Firenze alla Catalogna, la più
bella squadra del campionato tinge di Viola e blaugrana la zona
Champion, aiutata proprio dal casellante Montolivo che alza l’asticella
ad Aquilani permettendogli inserimenti da grande centrocampista, grazie
al Telepass della sua recente farsa che gli ha spalancato le porte
di un ruolo altrimenti indebitamente occupato, gol e assist, mentre il
suo inconcludente caracollare porta in zona Navigli la barriera alla
quale il Milan si è dovuto inesorabilmente fermare a pagare pedaggio. Il
nostro centrocampo è oggi il migliore in assoluto, e qualsiasi paragone
tra i due è per Montolivo davvero mortificante. Barcellonesca goduria, e
chi se ne frega se qualcuno non ci aveva creduto, perché oggi al posto
di una mozzarella mangiamo Pata Negra, e come ampiamente anticipato,
arrivano i tre punti insieme ai cori per Della Valle, invece dei rutti
che avevano contraddistinto la digestione di una tifoseria manipolata ad
arte da interessi di bottega, con panzane gassate da falsità,
striscioni e cazzate fino ad autentiche pagliacciate, mentre Tutunci si
ritrova al tappeto come l’Atalanta di un Colantuono che recrimina invece
di ringraziare il Dio di aver giocato contro una squadra come la
nostra, in modo da poterlo raccontare un giorno anche ai nipoti. Di aver
giocato cioè contro una squadra che disegna manovre di broccato, con
gli inserimenti preziosi dei centrocampisti e dei difensori sia
nell’ordito che nella trama, come chi ha ordito trame gonfiando il
malcontento per mandare via i ciabattini. Capaci invece di mettere in
piedi in pochi mesi una delle più belle Fiorentine di sempre, lo strappo
con la tifoseria per fortuna è stato ricucito proprio grazie alla
bellezza del suo gioco, al filotto di risultati, solo pochi mesi per
ridisegnare società e squadra, oggi la Fiorentina è la più bella realtà
del calcio italiano, abbagliante e allo stesso tempo concreta, capace di
creare occasioni da gol e di limitare come nessuno gli avversari,
basterebbero i due punti di Parma per essere secondi a tre punti dalla
Juve. Questa squadra riesce a rendere addirittura noioso un secondo
tempo di rara bellezza, giocato sulle Ramblas, dove si mette in luce
anche il lavoro di chi studia le soluzioni sui calci da fermo, mentre
nelle realtà fino a ieri invidiate dall’ala più lungimirante della
nostra tifoseria, ormai si lotta solo per non retrocedere, la pareggite
di cui soffre invece la nobiltà del calcio certifica la nostra grande
competività, che lascia le briglie sciolte ai sogni. Un gruppo non solo
capace di gestire la settimana della vittoria di Milano, non solo capace
di affrontare la partita costretta ad approfittare dei mezzi passi
falsi delle altre, cominciando così a confrontarsi con le pressioni che
cerscono, ma capace anche di reagire immediatamente al pari atalantino.
Tutto questo in assenza del nostro giocatore migliore, e i sette gol
senza Jovetic sono il bacio accademico alla laurea di Montella, capace
di far giocare un calcio più bello anche di quello di Prandelli,
impensabile solo fino a qualche mese fa quando ancora si rimpiangeva
perché considerato unico garante dei nostri interessi violati dal
disimpegno dei Della Valle. Adesso crescono gli appetiti, strane voglie
ci assalgono improvvise, e prima di addentare primizie ancora
impronunciabili e fuori stagione, a Torino si dovrà parlare di partita
“maggiorata”, visto che potrebbe essere una bella “sesta” quella
vittoria consecutiva, con cui sognare una “spagnola”, si, insomma, dopo
aver gettato definitivamente la maschera potremo ritrovarci in mano
anche un sexy reggiseno di uno stilista catalano.