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lunedì 19 novembre 2012

Sogni proibiti

Innestata la “quinta” sull’autostrada che unisce Firenze alla Catalogna, la più bella squadra del campionato tinge di Viola e blaugrana la zona Champion, aiutata proprio dal casellante Montolivo che alza l’asticella ad Aquilani permettendogli inserimenti da grande centrocampista, grazie al Telepass della sua recente farsa che gli ha spalancato le porte di un ruolo altrimenti indebitamente occupato, gol e assist, mentre il suo inconcludente caracollare porta in zona Navigli la barriera alla quale il Milan si è dovuto inesorabilmente fermare a pagare pedaggio. Il nostro centrocampo è oggi il migliore in assoluto, e qualsiasi paragone tra i due è per Montolivo davvero mortificante. Barcellonesca goduria, e chi se ne frega se qualcuno non ci aveva creduto, perché oggi al posto di una mozzarella mangiamo Pata Negra, e come ampiamente anticipato, arrivano i tre punti insieme ai cori per Della Valle, invece dei rutti che avevano contraddistinto la digestione di una tifoseria manipolata ad arte da interessi di bottega, con panzane gassate da falsità, striscioni e cazzate fino ad autentiche pagliacciate, mentre Tutunci si ritrova al tappeto come l’Atalanta di un Colantuono che recrimina invece di ringraziare il Dio di aver giocato contro una squadra come la nostra, in modo da poterlo raccontare un giorno anche ai nipoti. Di aver giocato cioè contro una squadra che disegna manovre di broccato, con gli inserimenti preziosi dei centrocampisti e dei difensori sia nell’ordito che nella trama, come chi ha ordito trame gonfiando il malcontento per mandare via i ciabattini. Capaci invece di mettere in piedi in pochi mesi una delle più belle Fiorentine di sempre, lo strappo con la tifoseria per fortuna è stato ricucito proprio grazie alla bellezza del suo gioco, al filotto di risultati, solo pochi mesi per ridisegnare società e squadra, oggi la Fiorentina è la più bella realtà del calcio italiano, abbagliante e allo stesso tempo concreta, capace di creare occasioni da gol e di limitare come nessuno gli avversari, basterebbero i due punti di Parma per essere secondi a tre punti dalla Juve. Questa squadra riesce a rendere addirittura noioso un secondo tempo di rara bellezza, giocato sulle Ramblas, dove si mette in luce anche il lavoro di chi studia le soluzioni sui calci da fermo, mentre nelle realtà fino a ieri invidiate dall’ala più lungimirante della nostra tifoseria, ormai si lotta solo per non retrocedere, la pareggite di cui soffre invece la nobiltà del calcio certifica la nostra grande competività, che lascia le briglie sciolte ai sogni. Un gruppo non solo capace di gestire la settimana della vittoria di Milano, non solo capace di affrontare la partita costretta ad approfittare dei mezzi passi falsi delle altre, cominciando così a confrontarsi con le pressioni che cerscono, ma capace anche di reagire immediatamente al pari atalantino. Tutto questo in assenza del nostro giocatore migliore, e i sette gol senza Jovetic sono il bacio accademico alla laurea di Montella, capace di far giocare un calcio più bello anche di quello di Prandelli, impensabile solo fino a qualche mese fa quando ancora si rimpiangeva perché considerato unico garante dei nostri interessi violati dal disimpegno dei Della Valle. Adesso crescono gli appetiti, strane voglie ci assalgono improvvise, e prima di addentare primizie ancora impronunciabili e fuori stagione, a Torino si dovrà parlare di partita “maggiorata”, visto che potrebbe essere una bella “sesta” quella vittoria consecutiva, con cui sognare una “spagnola”, si, insomma, dopo aver gettato definitivamente la maschera potremo ritrovarci in mano anche un sexy reggiseno di uno stilista catalano.