Traspare
in maniera evidente anche a un demente o a chi per lui lo è diventato a
forza di pacche sulla nuca, che la Fiorentina è ad oggi più poggio che
buca, è facile anche per chi ha una visone del calcio più truce, perché
la bellezza del gioco che produce la si deduce persino in controluce,
piacevole, almeno quanto uno scorcio della Valdinievole, diventa poi
abbagliante come la città di Dante, quando le belle giocate cominciano a
essere tante. Solo un minotauro o un minorato come Massimo Mauro
possono cercare di gettare fango, proprio mentre il nostro calcio
affascina col ritmo del tango. E come per un pizzo che lascia
intravedere, anche il nostro obiettivo è tornato tornito come un
magnifico sedere, e intanto piove, sull’ Inter come sulla Juve, mentre
la Viola non delude, piove sui volti silvani ma non sui napoletani, e
mentre ci avviciniamo spediti alla vetta per far festa, Toni viene
spedito in nosocomio dopo un testa a testa. E a Firenze è subito
manicomio. Anche il tifoso più tosto non è insensibile a questo terzo
posto, e se prima il Vuturo sembrava solo un duro, oggi è tornato ad
essere un tifoso puro, che è già sotto la sede a declamare la sua fede “
Quando è un po’ che non ti sento allora mi assento. Dalla ragione fino
alla grigia prigione dove i sogni vengono sfrattati perché non pago più
la pigione. E senza la passione i miei pensieri sdrucciolano rovinosi
fin dentro al Mugnone. Allora sono pianti. E mi stordisco con il
Chianti. Mentre non mi pento e non rallento. Consolo il mio tormento
disegnandoti aiuole di parole. Da Campo di Marte fino a Gaiole. Mi
ubriaco di te con pensieri di tannino. Mesto, mi curo con il tuo mosto
lasciandoti nei miei pensieri sempre al primo posto. Mentre bevo
l’ultimo tuo successo tutto d’un fiato. E non guido. Mi dico Pietro non
sei Guido. Se bevi troppo Chianti ti schianti. E allora rido e bevo di
più per sfracassarmi laggiù proprio dove ci sei tu. Che sei davvero uno
schianto”. Potere del bel gioco al limite del fuorigioco, e non è
un’eresia che le infamate di un tempo sian diventate oggi poesia, penso
solo all’amore che covo, e se Pradè ci avesse comprato anche Bovo avrei
potuti dire t’amo pio Bovo. E se parliamo di cose serie e non delle
miserie di chi si da tante arie ma non salirà più sulla nostra
fuoriserie, è indicativo che in squadra non ci sia quell’ingrato di
Montolivo, giocatore cavia che sarebbe adatto oggi per il turner over
contro la Juve Stabia. E adesso vorrei farla io la dichiarazione d’amore
mentre aspetto la prossima partita contando le ore, ma a differenza del
Vuturo non la declamo ma la scrivo su un muro, che rimanga lì almeno
per un mese come quando venivano vergate le offese, dal vicino e dalla
sua cazzo di erba fino al pezzo di merda, piove sulle tamerici mentre
ancora non si ritrovano le pernici, nasi e parrucche da pagliaccio
mentre oggi gioca Migliaccio. Concludo con la dichiarazione mettendoci
dentro anche l’altra passione “ Prometto di amarti anche se in porta non
c’è più Sarti, per me sarai sempre la più bella anche quando non ci sarà
più Montella, e quando a Pizarro compariranno le prime rughe gliele
riempirò tutte con la pasta d’acciughe”.