presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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mercoledì 7 novembre 2012
Dietro l'angolo c'è il grandangolo
Ormai
non possiamo più procedere a fari spenti nella notte fonda, Andrea come
Henry Fonda in “C’era una volta il West e la pontellizzazione”, è
saltata la copertura, il nuovo progetto, la rivoluzione, l’allenatore
giovane, la smobilitazione, non sono più una mimetizzazione sufficiente
di fronte all’arroganza di una realtà che si è voluta ribellare al
marciume del progetto marchigiano, sputtanandoli, con una qualità del
gioco insospettabile, oltretutto espresso e poi surrogato dai risultati,
quel nero su bianco, quella classifica così a ridosso dei quartieri
alti, che ci ha sbalzato dalla buia notte del pessimismo, dalla
baraccopoli dello scetticismo fino a un residenziale quarto posto che sa
tanto di Notting Hill, in una condizione così agiata che non consentirà
più ai Della Valle di vendere sottocosto al trippaio di Porta Romana.
E’ aperta ufficialmente la caccia al terzo posto, diminuita
sensibilmente la forbice con le cosiddette grandi, e dietro l’angolo per
l’appunto c’è proprio Milano ad attenderci, quella Scala del calcio che
sembra essere stata messa lì sulla nostra strada proprio per
incoronarci. Palcoscenico ideale, occasione meravigliosa anche se non ci
sarà Jovetic, anzi, sembra proprio un elegante disegno del destino
quello di darci la possibilità di accreditarci al desk dei partecipanti a
dividersi i posti che contano, dando ancora più valore ad un’altra
possibile grande partita in assenza del giocatore più significativo.
L’occasione quindi per esaltare l’impianto di gioco di Montella, che
alla fine i più bravi potrebbero definire grande a prescindere dagli
interpreti. E poi perché no, un occasione per far fuori forse
definitivamente una concorrente dalla corsa per i posti Champion,
insomma ce ne andiamo a giocarcela forti della nostra qualità, della
nostra serenità e dell’entusiasmo, mentre di fronte troveremo una
squadra fisicamente più stanca dopo l’impegno con il Malaga, già
psicologicamente schiacciata dalla pressione di un possibile fallimento
degli obiettivi, quindi sicuramente almeno contratta per la paura di un
passo falso. E anche senza JoJo ci presenteremo a Milano per vincere, e
proprio per l’assenza del nostro numero otto, la partità avrà una
sfumatura ancora più interessante, per capire chi e come si inserirà nel
rigoglioso ributto della manovra, quante risorse la squadra troverà per
sopperire a quell’assenza, quale forza cementerà ancora di più il
gruppo per cercare di dimostrare comunque la propria forza. Ormai la
squadra ha allargato le proprie ambizioni, gli orizzonti potrebbero
essere sempre più ampi, come più grande è anche l’autostima, un
grandangolo che allarga la prospettiva di una stagione, che se vinciamo a
Milano è lì che ci aspetta a gambe larghe.