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martedì 6 novembre 2012

Moon-tella

Partirei da Luciano in quanto Luna perché è giusto ricordare che lui con il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori non c’entrava niente, anzi è stato riabilitato da una sentenza del tribunale che ne ha rivelato la volontà di mettere in piedi un’opera di risanamento, l’unica seria, fatta naufragare poi dall’azione corrosiva dello zafferano. Perché oggi l’argomento sarà la luna che ci accompagna in un mini viaggio intorno alle varie fasi lunari della crisi e poi della rinascita Viola. Un vero e proprio allunaggio all’indomani del sabotaggio del clan di Caravaggio. Dopo l’uscita di scena di Prandelli in molti hanno abbaiato alla luna, agitandosi e lamentandosi con i Della Valle, prendendosela con il destino cinico e baro, ma anche con la propria passione che in quella vicenda triste non c’entrava niente a differenza di Bettega. Secondo una vecchia credenza popolare i cani sono disturbati dalla luce della luna e pertanto cercano di scacciarla abbaiandole, che sembra proprio essere quello che ha fatto Corvino davanti alla luce accecante di Prandelli, storia di latrati questa, raccontata in una delle tante versioni dei fatti incresciosi successi ai danni del Santo. Insomma, dietro all’addio doloroso di Cesarone nostro, sempre lontano da qualsiasi sospetto perché al riparo da una luna piena di moralità, si sono susseguiti dei gran salassi di fiducia, dei prelievi di fede nella tifoseria, per molti è stata una sorte di eclissi lunare della malasorte, mentre per altri l’uscita di Prandelli è equivalsa ad un rosata di sale sparata nel proprio culo con una scacciacani, forse proprio e anche per far smettere quel cane che abbaia alla luna. E così si è dato vita al più grande accentramento delle responsabilità ai Della Valle, per cercare di mettere un argine alla crisi sentimentale scoppiata in petto, quello che politicamente sta succedendo oggi con l’accorpamento delle province, e che ai marchigiani è valso l’addebito di tutte le colpe allargandole a macchia d’olio fino a formarne un’area metropolitana di competenza che si facesse carico anche del lavoro sommerso della comunità cinese a Prato. La madre di tutte le responsabilità è riassunta bene nella leggendaria dismissione che fa il pari con il complotto “interno” a stelle e strisce per abbattere le Torri Gemelle, con evidenti implicazioni incrociate tra due eventi così drammatici, perché tre indizi fanno una prova e allora la teoria dello smantellamento mette in fila lo sconto zero applicato alle Tod’s, gli zero titoli vinti dai DV e il Ground Zero appunto, con l’aggravante di un’antipatia tra Bin Laden e Marchionne per via dell’uso “talebano” dei licenziamenti degli operai iscritti alla Fiom . Anche se questi fatti non sembrano avere alcuna attinenza, legame o rapporto con quanto successo a Prandelli, il dolore è stato troppo grosso, e il modo di dire Averci a che fare come la luna coi granchi, racconta proprio questo modo di difendersi da un lutto troppo grande. E da lì che è partito l’autolesionismo, che è arrivata la depressione, addirittura il culto della sconfitta per poter rinfacciare ai DV le colpe di un destino amaro come una Schweppes, fino a urlare al mondo la scoperta di una grotta della pontellizzazione così sotterranea che l’hanno vista solo gli speleologi del tifo, un atteggiamento questo che alla luce di quanto è riuscita invece a fare la società quest’anno sarebbe da denuncia per procurato allarme, derubricato poi dalla bontà del campionato in corso, in procurato giramento di palle per tutti coloro che avevano fornito alla pubblica accusa prove di smantellamento che sono state via via declassate da ciclone a scoreggia, e che ha lasciato nei PM del tifo contro una certa luna storta anche in presenza di vittorie reiterate come certi ultimi filotti. Perché poi c’era stato anche l’attacco all’autofinanziamento, e da qui i famosi “braccini” per finire al più classico “con questi chiari di luna si va in serie B”, con i gregari del tifo che hanno cercato di tirare la volata a Tutunci o ai vari benestanti rionali, mentre chi ha sempre avuto fiducia nella società oggi vive la propria passione a vele spiegate come un tempo furono quelle di Luna Rossa, si alza la mattina con la luna buona e vive in luna di miele con la propria squadra del cuore. Il viaggio terminerà domenica prossima proprio davanti a Montolivo che insieme alla Branchini band ci ha voluto far credere cose assurde per giustificare il proprio comportamento, insomma, ha provato a farci vedere la luna nel pozzo, un modo di dire che i più consapevoli di quanto realmente è successo definiscono oggi più propriamente una luna nel gozzo. Non ce ne vorrà poi Montolivo se non ci struggiamo di rimpianti, e se anzi ci divertiamo molto di più di quando c’era ancora lui in campo, e tutto questo grazie ad una squadra che ci fa divertire più di un luna park, anzi di un luna Pek.