presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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sabato 26 gennaio 2013
Vietato distrarsi
Adesso
bisogna iniziare a risalire la classifica portando via l’intera posta
da Catania, senza affrancare o mettere tempo in mezzo anche se la scala
dei valori è ripida e tagliente come una katana. E se vogliamo davvero parlare
di mercato con cognizione di causa, fermandoci almeno un attimo a
riflettere alla stazione dell’intera posta su chi sarebbe più adatto a
fare cosa, invece che riempirci la bocca di sudamericani sarebbe più
realistico pensare ad un norvegese più adatto a risalire come ci
insegna la natura grazie ai salmoni. Comunque sia non ci resta che vincere, e
da quel Massimino che non è certo il povero Troisi, bisognerà riportare
a casa segnali Benigni a proposito di quel tumore che ha attaccato le
cellule della classifica di gennaio, e al massimino, se proprio non c’è
nient’altro da fare, bisognerà obtorto collo farsi piacere anche un
pareggio che saprebbe però tanto di brodino di pollo, e solo se ben
sgrassato potrà essere una magra consolazione, altrimenti non ci resta
che piangere, una magra consolazione, se dovrà essere, da accompagnare
magari con una buona mostarda di Cremona o con una più nostrana salsa
verde speranza. Sono categorico nelle aspettative e pitagorico nel conto
della serva che mi aspetto come resto da questa trasferta siciliana,
non accetterò creste dopo aver disinnescato quella più pericolosa di
Hamsik domenica scorsa, perché la Fiorentina dovrà imporre la propria
superiorità e dimostrare con i fatti di voler assolutamente vincere
questa partita, senza se e senza ma che è l’essenza di una grande
squadra. Perché se vogliamo portare due fiori al cimitero allora andiamo
pure a Trespiano che di ipotesi e obiezioni son piene le fosse. Quello che
mi aspetto dalla spesa siciliana del resto è matematico, vittoria uguale
a tre punti. Perché quella di domani è una partita che ci impone di
imporci per non buttare il resto del campionato ai porci, e proprio per
non opporci a quel domani che sembra venirci incontro a piene mani. Non
mi aspetto altro che una vittoria quindi, voglio una grande partita e
non una partita grande come un capodoglio, una prestazione convincente,
lontana da qualsiasi alibi o governo di coalizione per condurre la
partita all’armistizio come fece il maresciallo Badoglio. Ci vuole solo
una dimostrazione di forza, o qualsiasi altra cosa che sia sufficiente a
non permettere nemmeno all’arbitro di contaminare la scena di una
vittoria a scena aperta. Come oscena risulterebbe invece una qualsiasi
battuta d’arresto, inaccettabile anche l’ipotesi di costituirsi ad un
pareggio che ci lascerebbe nei paraggi della delusione a meno che non
stai perdendo quindici a zero e poi recuperi. Sono molto concentrato
sulla trasferta etnea, nella preparazione della partita potrebbe
battermi solo quel Mutti che quando allenava e non era polpa era doppio
concentrato, mi aspetto davvero tanto e quindi non accetto nessuna
distrazione, del resto non mi manca niente, pizza, birra e la partita
della Fiorentina. Come da foto allegata, non le solite chiacchere.