.

.

lunedì 14 gennaio 2013

Ghostbusters

E’ ancora un’altra volta bella la Fiorentina di Udine, una squadra che ci rende orgogliosi anche dopo una sconfitta colorata di giallo, falsata nel suo magma da quello stesso arbitro che aveva fallito il primo tentativo fraudolento a Milano perché tradito dall’errore dal dischetto di Pato che non se l’era sentito di parare il sacco. Una bella partita anche se coincide con la seconda bella sconfitta consecutiva, e visto l’andamento di entrambe è roba da ufficio inchieste, se non fosse che il gol di mano laziale dimostra che l’ufficio in questione è rientrato tra i tagli della spending review. Mentre a Roma si sostiene con un manuale di anatomia alla mano, che uno non è che se le può tagliare così tanto facilmente le mani visto la crisi economica e la conseguente difficoltà ad avere la sacrosanta pensione d’invalidità. Un Udinese rintuzzata nella sua area e costretta all’unica soluzione praticabile, il lancio lungo a Di Natale, mai vista una superiorità così manifesta a Udine nemmeno nella vittoriosa partita di Tim Cup, come del resto non si era mai visto un pareggio così irregolare maturato tra un fuorigioco di massa e una bega condominiale sfociata in un rigore fantasma al culmine di un’assemblea con l’amministratore sopraffatto dagli interessi di portierato del giudice di porta che non vuole mollare la guardiola mentre i condomini lo vorrebbero mandare affanculo. Ghostbusters. E dopo un pareggio frutto di truffa si è subito formata la muffa sulla capacità realizzativa di una squadra che gioca un secondo tempo comunque di grande personalità fino a un passo dall’urlo in gola che invece diventa fuffa, capacità di fare gioco sfociata poi nel gol fantasma. Ghostbusters. La sensazione era quella di giocare con la consapevolezza di andare incontro alla vittoria, con l’ultima giocata spesso mancata di un soffio, con la partita che dava l’idea, insomma, che quel tocco vincente sarebbe potuto arrivare di lì a poco, e invece di lì a poco si è andati incontro a una sconfitta immeritata in un campo dove per la prima volta, e in fase sperimentale, è stata tolta la regola del fuorigioco, un tentativo di rendere il gioco meno tattico, che sfocia nella figura nuova del guardalinee presente ma allo stesso tempo fantasma. Ghostbusters. Guidolin si mette in luce per un battibecco con Montella dopo essersi lamentato per un calcio d’angolo malagrado tutto quello di cui era stato omaggiato, una faccia come il culo che sfocia in una simpatia fantasma. Ghostbusters. Uno stadio vuoto, la panchina corta, il servizio Rai del Novantesimo che occulta entrambi i gol in fuorigioco dell’Udinese, la mancata espulsione di Di Natale per un calcione rifilato ad Aquilani a gioco fermo in occasione del calcio di rigore, la valutazione della partita troppo condizionata dal risultato, atteggiamenti e situazioni negative che sfociano in una domenica fatta di gioia fantasma. Ghostbusters. Ci riportiamo a casa un problema portiere invece dei tre punti, con Neto che si butta nello stesso laghetto delle papere di Viviano, adesso dovranno entrambi superare il fantasma delle papere. Ghostbusters. Si è vero, mancanza di concretezza, Jovetic che non incide e Ljajic che svolazza leggero al largo dell’area di rigore, ma la squadra conferma anche personalità, grande presenza nella partita, gioco, ci rimane addosso la sgradevole sensazione che riassumo nella foto, quella di un campionato mosso dai fili della regia di un puparo, ma poi mi accorgo subito che è solo una caccia ai fantasmi. Ghostbusters. Il duemilatredici è iniziato male fondamentalmente per molta sfortuna e anche per qualche nostra responsabilità, in due settimane ci siamo persi un po’ di quelle belle sensazioni che ci avevano accompagnati per tutto il girone di andata, e quando meno ce lo aspettavamo puff! Sono diventate fantasmi, e in fretta e furia allora mi sono messo la tuta e ho cominciato subito la caccia. Ghostbusters.