presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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mercoledì 9 gennaio 2013
Tra i dirupi di una sconfitta e una canzone di Drupi
Non
è stata solo sfortuna, oppure lo è stata ma non intesa come sfiga ma
figa, non abbiamo perso contro il Pescara perché Pradè ha strappato Toni
a Madame Tussauds e di conseguenza a Marotta al quale la Tussauds ha
strappato un occhio per avviare il restauro della statua di Polifemo,
oppure perché Macia ha comprato Rossi al posto di Damiao. Nemmeno la
prova Maiuscola della reincarnazione di Garella può essere una
giustificazione valida per una squadra che ha valori tali da arrivare
allo stadio con il portavolori, mentre il Pescara senza nemmeno i
portaborse perché arrivano vestiti da casa e si fanno doccia e shampoo a
secco. Dopo quarantotto ore, e dopo che il quarantanove se l’è preso
Rossi lasciando a Damiao cinquanta sfumature di grigia permanenza al di
là dell’oceano, sono arrivate le prime indiscrezioni corredate da
materiale fotografico, l’attuale squadra di Montella, la stessa che
aveva vissuto ai margini lo scandalo delle pernici, oggi si ritrova
nell’epicentro del gossip, proprio mentre Lazzari sforna assist come
Giovanni Rana la sfogliavelo. Bagordi quindi. Oriundi o non oriundi,
compresi gli indigeni, tutti ingordi. Dopo gli esami approfonditi dello
staff di Montella al rientro dalla sosta, la squadra ha evidenziato se
non proprio un picco almeno una curva evidente sul grafico alla voce
“assunzione caffè”, molte, molte curve, e più che grafico
prevedibilmente granfiche. Abitudine malsana quella di assumere caffè in
curva perché si sa che il rischio alla fine è quello di raddrizzarla, e
quando si raddrizza poi si rischia di prendere la tangente come ai
tempi di Craxi, e la Fiorentina ha preso la tangente che porta alla
prima e inopinata sconfitta interna maturata invece che al pub come
faceva Vargas, sul pube. Un grande girone di andata non sarà certo
macchiato dal caffè, nero o biondo che sia, diciamo che per farsi
perdonare però, la squadra ci regalerà adesso il passaggio in semifinale
di Coppa Italia, una sorta di condono tombale sui bagordi di Natale, e
vittoria d’antipasto contro l’Udinese. Gianni Vio intanto si è
soffermato a capire come mai la squadra si sia seduta sugli stravizi di
questa maledetta sosta, una sosta che costa alla comunità Viola una
batosta, più dura e ingiusta di un’imposta, per di più è ricominciato
Porta a Porta con Vespa e ospite Brunetta dei Ricchi e Poveri. Dicevamo
di Gianni Vio che è rimasto a lungo ad osservare le gabbiette dei tappi
dello spumante bevuto dai giocatori Viola, ci ha spiegato “ sono
rammaricato perché è come se nascondessero una qualche traccia che se
letta per tempo poteva raccontare di una squadra seduta sugli allori,
sfumatura che non sono riuscito a cogliere, e quindi non ho potuto
mettere in atto nessuno schema per dare un calcio da fermo alla
sfortuna, se vogliamo continuare a chiamarla ancora così, anche se
sappiamo benissimo che quella sfortuna lì, specie quando è mora per non
dire proprio nera, tira più di un carro di buoi”. Poi a microfoni spenti
Vio si è lasciato andare allo sconforto davanti a quei segnali
inconfutabili di una squadra adagiata sugli stravizi, e guardando
Vincenzino che è sempre sereno, anzi “sereno è” che non è un
affermazione in sardo ma una canzone di Drupi, ha esclamato “ma a quelli
del Pescara non gli pace proprio la sfortuna?”