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giovedì 17 gennaio 2013

Tra il lusco e il brusco

Sfortuna a parte perché tre legni non sono pochi, sono legni però che non alimentano affatto la solita lagna dell’alibi della sfortuna, e ne tantomeno quel cammino in coppa che dopo l’eliminazione di ieri è diventato al massimo un “caminetto”.  La Fiorentina è troppo imprecisa, soffre maledettamente il pressing alto di una Roma a dir poco rimaneggiata, che pur in trasferta dimostra di essere a proprio agio tra lo smarrimento del fido palleggio Viola diventato ormai randagio. Oltretutto i giallorossi sbagliano una miriade di ripartenze che avrebbero potuto chiudere la partita molto prima, perché è una Fiorentina che vacilla tremendamente, come se fosse pressata non solo dal lavoro in prima battuta degli avanti della Roma, ma soprattutto dalle pressioni che si sono venute a creare in un duemilatredici che ci fa rimpiangere la previsione fallita dai Maya. Poi è anche vero che la squadra va all’assalto, ma è anche vero che sarebbe bastato invece della baionetta un semplice Baiano, perché tutti girano al largo del gol prendendo come riferimento lo spigolo dell’area di rigore dove battere delle gran belle chiorbate. La Fiorentina dei tempi supplementari ha dimostrato almeno di stare bene fisicamente ma anche di non essere più la stessa, quella che ci aveva fatto innamorare e che avevamo ammirato nel girone d’andata scomodando paragoni con il Barcellona, entusiasmo rimasto a bere delusione fino a tarda notte al massimo in un bar di Barcellona, perché sì è buttato via un’occasione enorme che ci porta davanti al primo obiettivo stagionale fallito. Una partita che ha dimostrato quanto pesi l’assenza di Pizarro, e quanto siano inadeguati i contrappesi Migliaccio e Romulo, ma che rivaluta anche la figura di El Hamdaoui sempre troppo sottovalutato e capace invece di fare un mestiere che oggi è scomparso dalla nostra area di rigore. Nel frattempo anche Jovetic ha smesso di fare Mister trenta milioni trasformando la manovra Viola in un imbuto, in un collo di bottiglia dove rimangono imprigionati tutti i buoni propositi della squadra, compreso Ljajic che svolazza come una zanzara per rimanere folgorata nella griglia elettrica della difesa avversaria. Con questo la squadra rimane comunque molto valida, capace di mettere in campo il cuore e di macinare più di un mulino, ma cosa manca adesso lo sappiamo ancora meglio e non sarà certo questa delusione a farci rinnegare la bontà del gruppo messo in piedi in tempi brevissimi, affrontiamo un periodo di appannamento anche psicologico probabilmente innescato dalle ultime battute d’arresto, che si somma ad una bella serie di episodi negativi. La cosa che salta di più agli occhi è che la squadra ha perso quella sicurezza nel palleggio che l’aveva caratterizzata e che gli aveva permesso di gestire al meglio il gioco, in questo senso si è vista oggi la peggiore Fiorentina, con errori nel disimpegno di Tomovic, Gonzalo ma anche di Aquilani in quantità industriali, terribile come dicevo la sofferenza sul pressing alto e bisogna riconoscere che la Roma era priva di Osvaldo, La Mela e Totti. Romulo un po’ meglio di Migliaccio e Llama di Pasqual, tutti comunque incredibilmente incapaci di mettere un cross in mezzo su cento provati, lunghi, corti, alti, sostanzialmente utilizzati non tanto per mettere in condizione di battere a rete un compagno da posizione favorevole, ma per abbattere l’avversario di turno, mentre Ljajic continua invano la caccia al fantasma dell’eurogol quando potrebbe essere più utile cominciare a farne qualcuno anche più facile. La delusione più grande si chiama Jovetic che prima di ricominciare a fare la differenza potrebbe intanto integrare qualche nuova finta a quelle solite due e magari ricominciare a inquadrare la porta, peccato davvero per questo spreco di energie che si somma ad una delusione che diventa filotto, e domenica arriva il Napoli di Cavani. Trovare è la parola d’ordine, bisogna ritrovare il prima possibile la via del gol ma anche e soprattutto il giocatore più capace di trovare appunto la giocata per spaccare la partita, Jovetic insomma e non solo nella foto, che invece sembra essersi nascosto proprio  tra il lusco e il brusco.