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mercoledì 23 gennaio 2013

Trenitalia "buhaiola"

Ieri sono stato tutto il giorno a Milano, di cui sei ore a strasciconi ostaggio di Trenitalia che almeno ha scelto di non inviare nessun brandello di orecchio alla Rita. Non ho letto niente sulla Fiorentina e neanche seguito la discussione sul blog, non ho nessun aggancio col mondo del calcio se non quello di essere passato davanti a Giannino e alla Saras, senza però incrociare ne Galliani con il fantasma di Kakà e ne Moratti accerchiato da giornalisti vogliosi di sapere a che punto fosse la trattativa per portare a Milano quel Durbans che anche se solo in comproprietà risolverebbe almeno in parte il problema orale anche se non quello del gol. Praticamente non so una sega di quanto è successo ieri, è vero anche che ieri sera ci sarebbe stata una semifinale di Coppa Italia, ma io scrivo prima, scrivo come Silvio Pellico durante la detenzione e scrivo quindi le mie prigioni alle quali mi ha costretto Trenitalia, della partita non me ne può fregare di meno. Treno Frecciarossa 9555, 1° Business delle 18:20 da Milano Centrale, la mattina scorre come da programma mentre il pomeriggio no, quello è affetto da eiaculazione precoce e così alle 12:30 sono libero compreso il bidè già fatto, e potrei quindi ritornare a Firenze con qualche ora di vantaggio se non fosse che l’anonima sequestri mi fa presente che con quel tipo di biglietto comprato on line con un qualche cavolo di offerta non è possibile effettuare nessuna sostituzione, di fatto sei ore in mano ai rapitori a meno che la famiglia non fosse disposta a pagare un riscatto pari ad un nuovo biglietto, cercando di evitare con depistaggi vari il blocco patrimoniale predisposto dalle forze dell’ordine, visto anche che la mia azienda col cavolo che me lo rimborserebbe. Diciamo pure uno di quei sequestri lampo che vanno per la maggiore. Come se non bastasse e vista la malaparata chiedo ai sequestratori di poter affrontare questa detenzione per ingiusta causa scontandola almeno in un ambiente il più confortevole possibile come sembrava essere lo spazio appositamente adibito e predisposto nelle stazioni dove transita l’alta velocità, battezzato Freccia Club. Manco per il cazzo mi si risponde, perché lì ci può accedere solo chi ha un biglietto business come il mio ma nella formula “salottino” oppure “executive”. Altrimenti tessera Freccia Club come se non bastasse quella dei tifosi, un’operazione marketing vergognosa. Allora chiedo da dove traggono ispirazione e mi viene mostrato con orgoglio l’albero delle idee che riporto nella foto di copertina dopo loro precisa richiesta. Poveri stronzi. Ma andate affanculo razza di barboni, discriminatori sociali e pezzi di fango, ideatori di centri asociali. Viva Della Valle e viva  NTV, accogliente, politicamente corretto e democratico, tanto che ti accoglie a Casa Italo, lo spazio equivalente al Freccia Club di questa minchia, semplicemente perché sei un cliente, qualsiasi biglietto tu abbia acquistato, e lo fa oltretutto facendoti posare il culo su Poltrona Frau e non su quel trionfo di vilpelle che ha lo stesso effetto dell’ortica. Allora utilizzo l’impedimento tecnico per alimentare un po’ anche l’anima gastronomica del blog sempre troppo trascurata e disintossicandola anche un po’ da un calcio ai tempi di Romeo. E sfrutto le ore d’aria che Trenitalia mi concede solo perché così non gli sporco quell’immondezzaio di Freccia Club del cazzo e vado a mangiare la migliore pizza a taglio di Milano, basta imboccare Corso Buenos Aires e prendendo una qualche traversa sulla destra si arriva da Spontini, locale scarno e quasi squallido quanto Trenitalia, con tavoli di formica, scortesia funzionale a chi ha bisogno di liberare il tavolo perché c’è sempre la fila, con un locale non certo piccolo tanto per far capire di quale fenomeno si stia parlando, locale dove vanno i milanesi, Sponitni che segue ancora la ricetta degli anni cinquanta, in un unica versione, con pomodoro, mozzarella e qualche acciuga... Un solo tipo di pizza, l’unica cosa che si può scegliere è la versione abbondante. Fine. Una gran pizza, un trancio incredibilmente alto, soffice ma croccante alla base, cotta nel forno a legna e ricoperta di mozzarella, insomma unica, il segreto è nella pasta e nella lievitazione, ma anche nel condimento. Non puoi prendere nemmeno il caffè, puoi solo mangiare quella pizza lì, buona e trasversale a tutte le età e target, mentre per Trenitalia è d’obbligo  pensare a un menù più vario, o almeno a qualche ingrediente in più del tipo “capperi”, e questa sarebbe l’esclamazione aggiuntiva, “che teste di cazzo”, questo invece come per Spontini dimostra quanto anche loro siano unici nel loro genere. Leggo solo adesso di Wolsky, troppo tardi ormai. Sono stanco e tra un po’ anche già a Venezia.