Nel calcio l’allenatore ha fatto sempre discutere innescando tutta una serie di luoghi comuni tipici ancora più del lampredotto, superati anche se solo di poco da quello oltretutto smentito dal Bambi, visto che io dalla sua porta accanto non ho mai visto uscire una ragazza. Ma qual’è in percentuale l’importanza dell’allenatore in una squadra di calcio? Domanda che può essere cavalcata per esaltare ma anche per denigrare, e proprio Sinisa è un esempio che ci dimostra come alle volte il cambio in corsa sia risultato importante, di fatto invertendo la marcia della Samp pur mantenendo gli stessi uomini allenati da Delio Rossi. E’ chiaro che gli equilibri complessi che s'instaurano dentro a uno spogliatoio hanno bisogno di essere gestiti con sensibilità, con capacità specifiche, una delle doti principali di chi fa questo mestiere, e Sinisa è riuscito a lavorare molto bene anche e forse soprattutto da un punto di vista mentale restituendo fiducia a un gruppo evidentemente di qualità ma probabilmente sfiduciato. Non penso però che a Firenze ci sia un gruppo che ha bisogno di una scossa e tantomeno non mi sembra che ci siano problemi con Montella, penso al contrario che un eventuale divorzio possa avere un effetto deleterio proprio perché il gruppo ha dimostrato sempre di credere e anzi di crescere insieme al Mister. E’ vero che oggi il rendimento della squadra è largamente insufficiente, ma credo che la squadra proprio in mezzo alle tante difficoltà incontrate in stagione, abbia dimostrato di essere cresciuta molto soprattutto in personalità. E invece di pensare a interventi sull’allenatore la società dovrà pensare a intervenire sul mercato proprio per chiudere il cerchio regalandoci la possibilità di fare il definitivo salto di qualità. La visione che prevede l’esonero non la trovo solo fuori fuoco, la trovo anche un po’ datata viste le ambizioni e il clima che si respira in società, diciamo se non proprio datata almeno indietro come sono le palle dei cani. Penso che sia necessario dare il tempo giusto all’allenatore, squadra e società, per portare a termine il lavoro iniziato attraverso quella benedetta rivoluzione. Lascerei da una parte gli scenari un po’ troppo cupi e guarderei avanti con fiducia, pensando solo al lavoro e cercando di recuperare i pezzi persi per strada. C’è bisogno di serenità e di ottimismo per contrastare questa visione che fa presagire ogni volta che ci possa scappare il morto, che poi non fai in tempo a dirlo che c’è già scappato, allora lo ridici per quello dopo, e alla fine sei sempre in ritardo di un morto. Per dire, che se questo è l’andazzo bisognerebbe esonerare non solo Montella ma già anche l’eventuale sostituto, tanto per rimettersi in pari. Perché intanto il partito degli anti Montella cresce in maniera esponenziale forse anche grazie al web, si moltiplicano gli scontenti che vedono in lui la causa di questo momento di scarso rendimento, del resto proprio per colpa dei Social ho visto persone che per esempio non hanno potuto mangiare gli spaghetti allo scoglio solo perché avevano le batterie della fotocamera scariche. Perché secondo me alla fine il vero pericolo nelle nostre amate città è quello di sentirsi sconosciuti a se stessi. Perché se è vero che il web influenza è anche vero che Dio creò l’uomo fece copia e incolla e fu così che ci fu la folla. Prima di chiudere vorrei fare gli auguri per il 60° di Antognoni, un bel traguardo, l’ultimo esempio di un certo tipo di fedeltà in città. Colpe dell’allenatore, torti arbitrali che alla fine si compensano, partite che iniziano tutte da zero a zero perché in fondo la palla è rotonda, insomma, con tutti questi luoghi comuni non c’è da meravigliarsi che sia così difficile riuscire a trovare il proprio.