Sono arrivato a destinazione, l’acqua è fredda come Gomez davanti al portiere, quelle poche volte che gli capita durante una stagione, più ancora degli avvocati della controparte che chiedono per me pene severe, la sabbia invece è molle come la difesa, temo molto perché ci rimangono le impronte e ho come la sensazione che qualcuno mi stia seguendo. Sulla Feniglia infatti ho visto un uomo con il ciuffo e l’accento bolognese che camminava sulle acque, ho pensato a una secca, e non propriamente una modella, poi invece non si toccava davvero e ho capito che era Dio che intervistava il tonno insuperabile dopo un assolo jazz definito dallo steso Dio, insuperabile. I miei avvocati intanto hanno chiesto i lavori socialmente utili in una struttura per anziani dove vive Gian Aldo scappato da poco da un’altra struttura tutta rivestita di materassi, dove lo avevano fatto rifugiare perché vedeva zombi dalle finestre. Oggi vive in stanza insieme a Minala della Lazio. La bellezza del gol di Pjanic ha distratto gli inseguitori, poi un tunnel dello stesso Miralem a Montolivo li ha scossi e hanno ricominciato a fiutare la preda. Il bello di Ludwigzaller, quello che almeno io ho potuto sempre apprezzare, è la sua ingenuità, il suo modo di rimanere eterno bambino, tanto che durante questa caccia all’uomo ha fatto amicizia persino con Eta Beta, anche se Pluigi Psalomone Pcalibano Psallustio Psemiramide Pluff dopo il primo post di risposta dello svizzero ha tirato fuori dalla sua famosa tasca un laser e gliel’ha puntato negli occhi. Eta Beta va invece molto d’accordo con Gian Aldo perché è un personaggio che non proietta la sua ombra, e così il bolognese non rischia di vedere un jazzista da intervistare ogni tre per due. Purtroppo però, da quando Gian Aldo è fuori dal giro, e quindi non beve più, ha chiuso anche il Roxy bar. Per fortuna in Maremma ho conosciuto un tacchino locale che vorrebbe parlare di calcio con Lud, gli ho detto che potrebbe farlo sul suo blog e allora mi ha chiesto di fare un po’ di pubblicità al suo nuovo avatar qua sulla Riblogghita, visto che noi lo appreziamo tanto. Io passo i miei giorni di latitanza tra il parco dell’Uccellina e i fagioli all’uccelletto che la Rita prepara con il pomodoro biologico cresciuto al sole della Maremma. Al mare ho provato l’esperienza di nuotare vicino ad un grande squalo bianco. Forse per quella sua fama, forse per il terrore di essere divorato, ma la sensazione è stata davvero fortissima. Grosso modo la stessa paura che provo quando entro in banca o quando suonano alla porta e la tenda a fiori del salotto è scostata perché la Rita ha aperto le finestre per cambiare aria. Per superare la delusione della mancata convocazione di Rossi per il match del Dallara sono andato invece sull’Argentario dove c’è un convento di frati, sono amanuensi bravissimi e hanno saputo adeguare la loro regola monastica alle moderne leggi di mercato. Infatti passano l’intera giornata copiando, su enormi libri arricchiti da pregevoli miniature, elenchi telefonici e menù per ristoranti, mentre su carta igienica a doppio strato ricopiano la bozza del post notturno di Gian Aldo prima della sua spubblicazione.