La squadra ritrova il filo e ripropone la sua mentalità, una delle migliori qualità da quando a Firenze si cucinano i friarielli. E così ieri ho visto del calcio felice a Verona. Quella felicità che suscita da sempre il fritto. Malgrado quell’odore forte, tipico, sulla manovra viola, che costringe ad aprire le finestre per cambiare aria e guardare il giardino del vicino così sempre più verde. Nemmeno Peruzzo è dannoso come il fritto. Scarso di sostanze organolettiche come la sansa si. Infatti inventa un rigore per il Verona ma evita a Savic una sacrosanta espulsione dopo una gomitata in faccia all’imprendibile Iturbe che io invece prenderei subito. La squadra sta crescendo fisicamente malgrado i friarielli sullo stomaco, e la fortuna questa volta ci ha spianato la strada, tolto Romulo, abbiamo potuto dominare in lungo e in largo. Una mentalità che ci porta all’ottava vittoria in trasferta, eguagliando il record storico in un singolo campionato Viola. I numeri appunto, loro che non ungono mai la storia come invece il fritto, quindi 51° vittoria in gare ufficiali con la Fiorentina, nessun tecnico gigliato era mai riuscito a conseguire 51 vittorie in due stagioni consecutive. Con la 27° vittoria stagionale, Montella ha eguagliato anche il record assoluto di Chiappella sulla panchina Viola del 1965-66. Finiti gli impegni del giovedì è tornata la Fiorentina meraviglia che conoscevamo, Pepito e Gomez stanno uscendo dal sottopasso delle Cure, ce la dovrebbero fare, anche se i friarielli, si sa, non sono un toccasana per i legamenti. Ma alle Cure ci si cura. Cuadrado ci aiuta molto nella compilazione gioiosa di tutte queste statistiche, il giocatore esuberante ma anche anarchico di Lecce, collocato e fatto esplodere nella maquina. Un centrocampo fantastico, il primo che gioca senza mediani, inadatti ad un’alimentazione a base di fritto. Ilicic invece, evidentemente mangia in maniera più triste, roba lessa, forse le nebbie di una cottura a vapore avvolgono ancora il suo rendimento, e siamo a sole 5 partite dalla fine. No. Non ci ha convinto. Speriamo però che lo possa fare da qui alla fine. Basterebbe anche solo il 3 maggio. Malgrado tutto tornano finalmente gli inserimenti dei centrocampisti, mentre Gianni Vio deve avere la pancia piena, forse di friarielli, sta di fatto che ogni partita battiamo 100 angoli senza frutto. Forse proprio perché friarielli non sono un frutto. Intanto Aquilani dimostra di essere un giocatore in grado di fare le due fasi in maniera importante, non ce ne sono molti in Italia, Borja invece, sembra aver recuperato l’anima che aveva perso dopo le calunnie di Gervasoni, il Pek da stropicciarsi gli occhi. Quando i giocatori con i piedi buoni cominciano a giocare, la squadra fa subito un salto di qualità. La Fiorentina è viva, con il pensiero al 3 maggio, pensiero stupendo che prevede anche il recupero di Rossi e Gomez. E’ solo il tempo degli elogi, la squadra ha avuto un periodo di difficoltà, è rimasta in piedi, ha reagito ed è ripartita. L’ambiente è sano e il gruppo è unito. Unito, non unto.