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giovedì 24 aprile 2014

Latitante

Ancora asserragliato in casa, e non a caso proprio in via de’ Serragli, ho comunque avuto modo di vedere uno spiraglio di luce in fondo al corridoio che affaccia sulla partita dell’anno. Una speranza che è tornata a fare anche i contrasti. Forse ce la farà ad illuminare uno scampolo di finale, forse rimarrà solo uno scampolo di speranza per farci la camicia della festa a Matos. La festa per il primo gol in seria A domenica a Bologna. Il tedesco è invece ancora disperso, basse a questo punto le probabilità che possa dare una mano, i legamenti a onor del vero bisogna dire che però li ha già donati alla causa, probabilità che calano ogni giorno che passa almeno quanto è calato il suo tono muscolare. E dopo la bontà della cioccolata di Domori che a Pasqua ha deliziato il mio palato, ho usufruito per non dire abusato, anche della bontà di Lud, che però adesso è finita, come per alcuni la pazienza nei confronti di Montella. Ho come la sensazione che non sia più sufficiente nemmeno rimanere chiuso in casa fino al 3 maggio, nascosto dietro la tenda a fiori del salotto, ma non tanto perché la tenda sia poco oscurante, anzi, è un bellissimo tessuto Designers Guild di quando la Rita lavorava ancora alla Blue Home, un’azienda di tessuti d’arredameneto della famiglia Ferragamo, ma perché sono stato talmente pollo che l’ho rivelato. Ieri infatti quando è arrivato l’ufficiale giudiziario e la Rita gli ha detto che non c’ero, è venuto diritto in salotto e ha scostato la tenda per notificarmi un atto, l’unica soddisfazione è stata quella di constatare che è uno di quelle persone buone che girano per le tombe e lasciano fiori non soltanto ai parenti. Per rendere più difficile la vita agli avvocati di Parma, e anche al commissario straordinario di Blogspot, devo però cambiare nascondiglio prima che sia troppo tardi, decisione presa dopo che entrambi hanno rifiutato la mia proposta di dargli la testa di un altro in cambio della mia, una di quelle avanzate per Pasqua a una famiglia di cannibali di via dell’Orto che ovviamente non mangiano l’agnello. Perché in San Frediano tra zulu ci si aiuta. E allora per cambiare nascondiglio ho chiesto aiuto a un mio zio che ha deciso da tempo di ritirarsi in una fattoria. Salutista convinto, si vanta di non acquistare più cibo della città perché non si fida di come viene fatto. Adesso mangia solo roba di sua produzione, grazie ai suoi campi, al suo orto e agli animali che lui stesso allevava in una zona segreta. Scende in città ormai solo un paio di volte al mese per fare provviste di cocaina. L’unico retaggio di civiltà che gli è rimasto. Starò via tre giorni per organizzare il nuovo rifugio, naturalmente questa volta non posso dirvi dove. Ci dovrebbe essere copertura wi-fi per comunicare con voi, cercherò di farvi capire dove sono ma senza dirvelo, accenni, indicazioni celate all’interno di frasi apparentemente senza senso. Un po’ come i post di Lud. Devo riflettere perché qualcosa comunque ho sbagliato se nel sitone c’è un’anime sdegno nei miei confronti, lo stesso che ho percepito solo dopo che furono maltrattati quei bimbi a Pistoia, e anche allora ci fu un sollevamento popolare perché alle pareti mancava il crocifisso.