La fortuna conta tanto, un palo interno piuttosto che un’autorete può cambiare le sorti di un’intera stagione, un infortunio grave sposta gli equilibri, e senza l’equilibrio giusto è più facile subire un infortunio grave. Un rigore non visto, e uno visto ma non dato danno un senso opposto ai regolamenti, un interpretazione arbitrale sbagliata può quindi essere fatale, un po' come il cugino di Vargas che imbocca un controsenso. La sfortuna può presentarsi sotto forma di metatarsalgia, che ultimamente arriva più spedita di una cartella spedita da Equitalia. Non a caso la fortuna viene considerata una dote, un generale fortunato è sempre meglio di un capitano sfigato come Montolivo. No, Riccardo non è dotato e ci dispiace per la Cristina alla quale piacciono invece molto di più quelli fortunati come Clarence Seedorf. Quelli insomma che hanno proprio una fortuna nera. E non vorrei mettere il coltello nella piaga degli sfigati di Borgognissanti, ma San Frediano è considerato proprio un quartiere fortunato, la mia storia personale è costellata di colpi di culo, rimpalli favorevoli, rigori regalati, gol in fuorigioco, le mie partite più importanti le ho sempre giocate contro squadre rimaneggiate. Nascere in San Frediano è una fortuna che non tocca a tutti, al contrario di tutti quei bei culi che passano di qua e che noi tendiamo a toccare, nessuno escluso. Siamo pochi eletti, un po’ come Renzi che è diventato Premier senza essere mai stato eletto. Per farvi capire come un mio cross sbagliato possa finire addirittura in rete devo per forza raccontarvi il mio rimpallo più favorevole, quello che mi ha lanciato tra le braccia della Rita. Eravamo fidanzati da un anno, ormai, e finalmente avevamo deciso di sposarci. I miei genitori ci aiutavano in tutti i modi, il Bambi mi incoraggiava alla stessa maniera di come scoreggiava, e la Rita era un sogno. C'era solo una cosa che mi preoccupava, una. Era sua sorella minore. La mia futura cognata aveva vent'anni, portava minigonne e magliette aderenti, e ad ogni occasione si chinava quando era davanti a me, mostrandomi le mutandine. Lo faceva sicuramente apposta, perché non capitava mai davanti ad altri. Mi provocava e io ci pensavo. Eccome se ci pensavo, tanto che mi si induriva la mente. Un giorno la sorellina mi chiamò e mi chiese di andare da lei a darle una mano a controllare gli inviti di nozze. Era sola quando arrivai, mi sussurrò che io di lì a poco sarei stato sposato, che lei provava per me dei sentimenti e un desiderio al quale non poteva e non voleva resistere. Mi disse che avrebbe voluto far l'amore con me almeno una volta prima che io mi sposassi e legassi la mia vita a sua sorella. Ero rimasto senza parole, non riuscivo a prendere posizione, e così colse quel mio titubare come una sorta di silenzio assenso. Mi disse:"Sto andando al piano di sopra, nella mia camera da letto, se te la senti, vieni su con me e sarò tua". Ero impietrito. Ero ad un passo dalla capitolazione, mentre la vedevo salire lentamente le scale. Quando raggiunse il piano superiore, si voltò, si sfilò le mutandine e me le lanciò contro. Ho ancora quella scena stampata negli occhi. Oggi ne ho stampata una copia anche per voi. Rimasi là per un momento, poi presi la mia decisione fortunata, appunto, mi voltai e andai dritto alla porta d'ingresso, l'aprii e uscii dalla casa andando di corsa dritto verso la mia macchina. Il mio futuro suocero era la che mi aspettava. Con le lacrime agli occhi, mi abbracciò e mi disse: "Siamo felici che tu abbia superato la prova. Non potevamo sperare in un marito migliore per nostra figlia. Benvenuto nella nostra famiglia". E se ne andò. Ecco perché uno non nasce in San Frediano a caso. Perché in San Frediano i preservativi si conservano sempre in macchina.