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lunedì 6 gennaio 2014

Speriamo bene

Togliamoci subito il dente e auguriamo al Livorno di andare in serie B, il prima possibile, poi tutti gli auguri del mondo li riserviamo a Pepito nella speranza che alla fine Rinaudo non risulti del tutto infame, lasciando così lo scettro ancora a Montolivo. La paura è tanta perché se le sensazioni negative di Rossi saranno confermate dagli esami strumentali non si parlerà tanto e solo del danno che subirà il campionato della Fiorentina, ma soprattutto della carriera a rischio del giocatore più corretto del mondo. L’atteggiamento del macellaio di fiducia del Livorno è inaccettabile e avallato tra l’altro da un arbitro molle come una seppia, non una parola della società del Livorno, non uno sguardo di Rinaudo in campo mentre Pepito era a terra. Forse è un modo tutto costiero di ringraziare per le iniziative di solidarietà messe in campo a favore del loro capitano. Una vittoria che lascia tanta amarezza, ma così tanta che mi verrebbe voglia di bandire dalla mia dieta il cacciucco, il cinque e cinque e il ponce, per sempre. Se si pensa che il Livorno avrebbe già dovuto risarcire gli spettatori e il calcio di serie A tutto, che evidentemente non gli compete, per aver boicottato lo spettacolo con un atteggiamento che danneggia la stessa immagine delle cosiddette provinciali, con la speranza che per punizione gli venga cancellata almeno la Provincia e poi annessa a quella di Pisa. Avrei goduto tanto a vedere quanto è maturata la Fiorentina capace di portare a casa partite così scorbutiche, perché dopo Sassuolo che dimostra di essere comunque di un’altra pasta e che gli auguro di salvarsi, la Fiorentina continua a non subire reti e a vincere le partite che lo scorso anno avrebbe perso. E le vince con il concreto supporto di Neto che allo stesso tempo sfodera una parata miracolosa con il braccio destro, formidabile nella reattività, mentre con il sinistro, in maniera più ponderata si toglie dei bei sassolini dalla tasca, che Roncaglia se fosse ancora quello feroce degli aforismi dello scorso anno, avrebbe dovuto raccogliere, mettere nella fionda e tirarli nel capo a quella faccia di merda di Rinaudo. Gireremo insieme alle palle anche con più punti dello scorso anno in attesa di buone notizie da Careggi, precisando che se così veramente fosse, se cioè Rinaudo non fosse riuscito nemmeno nell’unico colpo che gli è rimasto a sua disposizione, e in quella che si può definire tranquillamente una carriera squallida, non ritiro neanche una parola contro di lui e contro il Livorno. Anzi dovrebbero squalificarlo per sei mesi e chiudere la superstrada all’altezza di Pontedera. Queste partite le squadre forti come la Fiorentina le risolvono così, con il portiere e con un difensore, da calcio da fermo e senza subire gol, mentre le squadre di merda le perdono esattamente così, facendo un grande sforzo e non raccogliendo niente. Retrocedendo. Della partita non mi va di dire più niente, spendo invece le ultime cartucce di amarezza per fare una considerazione ulteriore su come bisognerebbe prevenire certi agguati infami, e come sempre secondo me bisognerebbe partire dalla famiglia, non a caso ma grazie a questo oggi sono una persona per bene e non un Rinaudo o un Montolivo. Perché per educare un figlio non occorre picchiarlo come sarà senz’altro successo al giocatore del Livorno, la sua reazione dopo aver avuto la sensazione di subire un torto nell'azione precedente è tipica, violenza chiama violenza. Quando ne combinavo una, mia mamma a volte perdeva la pazienza e una labbrata ci scappava, senza però nessun apprezzabile risultato, e se non ci fosse stato il mio babbo avrei fatto la fine di quel verme di Rinaudo. A lui bastava guardarmi fisso negli occhi, ed io come per incanto mi mettevo buono senza più parlare, come se subissi quel suo sguardo magnetico, uno sguardo buono ma deciso, con il quale mi rimproverava, o forse era solo per la pistola che mi puntava contro.